GR 28/09/2010 ORE 19.30

FEMMINICIDI

Torino. Un uomo si e’ arrampicato sul balcone ed e’ entrato, forzando la serranda, nella casa della ex moglie, che e’ scappata in pigiama in strada ed ha chiamato la polizia. L'uomo che gia’ in passato aveva avvicinato la donna con atteggiamenti violenti e minacce e’ stato arrestato con l’accusa di violazione di domicilio e stalking.

Lecco. Un uomo e’ stato arrestato per atti persecutori (stalking), minacce, ingiurie e percosse, con l’accusa di aver perseguitato la sua ex compagna, trentenne, e il figlio.

Sanremo. In pochi mesi ha perseguitato una donna inviandole piu’ di 1700 sms, raggiungendo il record di 38 messaggi in due ore. L'uomo è accusato di stalking.

Ascoli Piceno. L’anno scorso fu arrestato per lo stupro di una ragazza 16enne, ora è stato di nuovo arrestato per il reato di stalking. A denunciarlo è stata la sua ex fidanzata che da quando ha interrotto la relazione con lui, avrebbe iniziato a subire ogni tipo di molestie telefoniche e pedinamenti, spesso sfociati in aggressioni e minacce.

Lucca. Un uomo aggredisce la moglie che rientrava in casa, dopo aver ricevuto coltellate alla schiena e sulla testa, la donna è stata soccorsa La vittima ha riportato delle ferite da taglio al dorso, alla testa e alla mano destra, ma non è in pericolo di vita. L'uomo è stato arrestato per tentato omicidio.

Torino. Un uomo, travestito, accosta l'auto dell'ex moglie, spacca il finestrino ed accoltella ripetutamente la donna al basso ventre. La donna è stata soccorsa e trasportata all’ospedale. L’ex marito è stato arrestato per tentato omicidio aggravato da premeditazione.

Florida. Un uomo ha ucciso la moglie ed i quattro figli di lei. L'uomo e la donna erano in procinto di separarsi.

UN LENZUOLO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

L'invito è quello ad esporre un lenzuolo alle finestre, macchiarlo di rosso e scrivere una frase contro la violenza sulle donne. E' un modo per utilizzare le nostre finestre e i nostri balconi come bacheche sul mondo per esprimere poche parole contro la violenza maschile sulle donne.

MILANO – RINVIO A GIUDIZIO PER L'ISPETTORE VITTORIO ADDESSO

Il pm di Milano, Marco Ghezzi, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ispettore di polizia Vittorio Addesso, responsabile della sicurezza nel centro di identificazione ed espulsione di via Corelli, accusato di violenza sessuale ai danni di Joy nell’agosto 2009. L’episodio era stato denunciato in aula dalla stessa vittima durante il processo in cui era tra gli imputati della rivolta avvenuta nell’estate scorsa. Successivamente la donna era stata sentita con la formula dell’incidente probatorio, al fine di cristallizzare la prova. La richiesta di rinvio a giudizio sarà valutata dal gup Simone Luerti, al momento non è stata ancora fissata la data dell’udienza preliminare. Il pm milanese ha chiesto il rinvio a giudizio con rito immediato anche dell’ispettore di polizia M. T., che a sua volta ha violentato una trans brasiliana nel centro di detenzione ed espulsione di via Corelli. Per M. T., già arrestato lo scorso giugno, è stato chiesto il giudizio immediato sulla base dell’evidenza delle prove a suo carico. Dagli accertamenti è emerso non solo che avrebbe molestato altre trans all’interno del centro, ma che in società con una extracomunitaria affittava un appartamento in zona Cenisio utilizzato da transessuali, immigrate irregolarmente, per prostituirsi. La richiesta è stata formulata dal pubblico ministero Marco Ghezzi al gip Andrea Salemme, che già aveva posto in carcere l’ispettore e ai domiciliari la complice sudamericana proprietaria dell’appartamento con cui si divideva i proventi della prostituzione. Una volta aperta l’inchiesta, altre straniere hanno poi denunciato agli investigatori di aver subito approcci simili. In occasione dell’arresto, l’ispettore si era opposto barricandosi nella sua abitazione a Sondrio. (28 settembre)

BRESCIA – PROTESTA PER IL PERMESSO DI SOGGIORNO DIVENTA SCIOPERO DELLA FAME

Immigrati in mobilitazione a Brescia contro il diniego o la mancata evasione delle pratiche di regolarizzazione del 2009, conosciuta come la "sanatoria di colf e badanti". Circa 300 persone, quasi tutti migranti residenti nel bresciano, hanno promosso in mattinata una manifestazione spontanea per le vie della città, giunta poi sotto il palazzo della Prefettura, dove una delegazione, formata da manifestanti in lotta e da rappresentati dell'associazione "Diritti per tutti", ha incontrato il prefetto di Brescia. Ritenute però insoddisfacenti le risposte giunte dalla più alta carica istituzionale cittadina, i manifestanti hanno deciso di recarsi all'esterno del Tribunale amministrativo regionale di Brescia, in via Carlo Zima. Sono più di 130mila su 300mila, ovvero oltre il 40%, le pratiche inevase da parte delle questure italiane, alle quali vanno aggiunte le circa 20mila richieste respinte per diversi motivi, tra cui la presenza di precedenti penali, talvolta legati allo stato di clandestinità al quale i migranti erano costretti dalla legge Bossi-Fini. Una motivazione che ufficiosamente, era stato assicurato, non avrebbe comportato il diniego del permesso. Cosa che invece è puntualmente avvenuta. Come abbiamo sentito anche dalla corrispondenza precedente, adesso l'intenzione dei manifestanti è quella di iniziare un presidio ad oltranza e uno sciopero della fame, ultimo atto dell'intensa mattinata di mobilitazione.

TERZIGNO - SINDACI E CITTADINI CONTRO LA DISCARICA DI TERZIGN0

Ancora proteste contro l'apertura della seconda discarica di Terzigno, nel Parco nazionale del Vesuvio. Anche la scorsa notte, come ormai accade da diversi giorni, i manifestanti hanno cercato di opporsi all'arrivo dei camion che portano immondizia nella discarica già attiva sul territorio vesuviano. Intanto i sindaci dei Comuni di Boscoreale, Boscotrecase e Trecase, insieme al vice-sindaco di Terzigno, hanno deciso in mattinata di porre fine all'occupazione della sede della giunta provinciale di Napoli. Un.'occupazione iniziata ieri sera, dopo il vertice con la stessa giunta che guida la Provincia partenopea, messa sotto accusa dai sindaci per non aver preso un impegno preciso contro l'apertura della seconda discarica. La decisione è arrivata al termine di un incontro con il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, e con l'assessore all'Ambiente, Giuseppe Caliendo. Non sono però ancora noti i termini dell'intesa che ha convinto i sindaci a fermare l'occupazione. Al momento comunque prosegue l'attività di raccolta e conferimento dell'immondizia nella discarica già attiva. Un centinaio gli automezzi impegnati. I comitati civici che difendono il territorio vesuviano hanno anche inviato una lettera alle istituzioni locali, invitandole provocatoriamente a sversare i rifiuti nei siti archeologici di Pompei ed Ercolano.

MILANO: RIMANDATO SGOMBERO AMBULATORIO

E' stato rimandato a novembre l'annunciato sgombero dell'ambulatorio autogestito che da anni da assistenza sanitaria gratis a chi non può avere un medico di base. Inoltre è stato anche congelato il conto corrente bancario dell'ambulatorio perchè ritenuto moroso nei confronti del proprietario.

Corrispondenza

OSTIA. PRESIDIO NOTTURNO IN DIFESA DEL TEATRO DEL LIDO Hanno passato tutta la notte ad attendere uno sgombero che non è arrivato ma non per questo gli occupanti e le occupanti del Teatro del Lido se ne andranno dall'unico posto occupato rimasto ad Ostia. Il comitato cittadino per il Teatro del Lido di Ostia comunica che sono confermate le voci di un imminente sgombero dello stabile sito in via Sirene 22. Pertanto convochiamo un presidio notturno dalle ore 22.00 che durerà tutta la notte. Portate sacchi a pelo e tutta la vostra indignazione. Si invita la città a manifestare la propria solidarietà attiva, perchè è vergognoso che per la terza volta a Ostia  si usi il manganello su dei dei semplici cittadini. Noi chiediamo la riassunzione dei 5 lavoratori e la riapertura del teatro pubblico-partecipato gestito dal territorio. Non faremo un passo indietro. RESISTEREMO e reagiremo alla violenza dei manganelli con la forza della cultura! Comitato cittadino per la riapertura del Teatro del Lido

Corrispondenza

UN'ASSEMBLEA ALLA CITTA' DELL'ALTRA ECONOMIA

Si svolgerà domani, mercoledi, alle 17.30 presso la Città dell'Altraeconomia un'assemblea cittadina per discutere della chiusura da parte del Comune di Roma della città.

Corrispondenza

ESTERI

Ondata di stupri in Congo: più di 300 in 4 giorni

Rapporto dell'Onu ricostruisce gli attacchi brutali da parte di gruppi paramilitari nei mesi di luglio e agosto scorsi - Sono più di 300 gli stupri avvenuti in Congo, tra il 30 luglio e il 3 agosto scorsi, condotti durante attacchi nell'est della Repubblica Democratica del Congo. Gli assalti sono stati commessi da parte di tre gruppi armati: i Mai Mai Ceka, le Forze Democratiche di Liberazione del Ruanda (Fdlr) e di elementi vicino al «colonnello Nsengiyumva», un disertore dell'esercito. Il numero delle vittime potrebbe essere anche più alto, afferma il documento Onu. Raggiungere alcune località è difficile, e la popolazione è ancora nascosta nella giungla per paura di altri attacchi. Per l'Alto Commissario per i diritti umani, Navi Pillay, "la scala e la crudelatà di questi stupri di massa superano l'immaginabile". E ha dichiarato: "Anche nella regione orientale della Repubblica Democratica del Congo, dove lo stupro è stato un problema costante e massiccio negli ultimi quindici anni, questo episodio si distingue per il sangue freddo e il modo sistematico con il quale sembra essere stato pianificato ed eseguito". Il rapporto precisa: "Quasi tutte le vittime sono state stuprate dagli assalitori in gruppi da due a sei persone, qualunque fosse la loro condizione fisica o la loro età".Secondo l'indagine, si è trattato di spedizioni punitive che miravano alla sottomissione della comunità locale. Il territorio di Walikale, (Nord Kivu), è ricco di minerali, e la popolazione è considerata simpatizzante del governo. Pillay ha offerto l'aiuto del suo ufficio alle autorità della Repubblica Democratica del Congo per svolgere indagini e assicurare giustizia agli autori dei crimini. Gli stupri di massa sono paradossalmente avvenuti a pochi chilometri di distanza da una base del corpo di pace dell'Onu per Congo e Ruanda. La violenza carnale è un'arma di lotta usata sia dai ribelli che dall'esercito congolese, e l'ONU stima che oltre 200.000 donne siano state violentate dall'inizio della guerra, dodici anni fa. Le violenze sistematiche vengono compiute davanti a figli e mariti. Annientare le donne è un metodo veloce e sicuro per riuscire a mutilare intere comunità.

STUPRO CORRETTIVO IN GIAMAICA

Lo stupro "correttivo", in cui gli uomini stuprano le lesbiche per "farle diventare eterosessuali", è diffuso anche in Giamaica, ma se ne parla poco. Eppure lo scorso anno sono stati denunciati sei casi, e questo mese due lesbiche sono state stuprate a breve distanza di tempo. Una delle due è stata aggredita da un gruppo di quattro uomini del vicinato mentre tornava a casa. Due giorni dopo una seconda donna, amica dell'altra, è stata sequestrata in un taxi e violentata con il coltello puntato alla gola.

PAESI BASCHI: 7 ARRESTI FRA LE FILA DI ASKAPENA La scure della repressione statale spagnola cade ancora una volta sull'indipendentismo basco. Le autorità di Madrid hanno infatti ordinato oggi l'arresto di sette membri di Askapena, associazione che si occupa della valorizzazione internazionale della lotta basca, nel tentativo di creare un sostegno diffuso alle istanze indipendentiste non solo di Euskal Herria, ma di tutti i popoli in lotta contro l'oppressione. Secondo gli inquirenti però, anche Askapena sarebbe una delle tante presunte ramificazioni politiche di Eta, di cui curerebbe la propaganda all'estero. Dunque ancora una volta la repressione dell'indipendentismo basco passa per il consueto teorema strumentale, che equipara ogni forma di lotta per l'indipendenza di Euskadi alla complicità con l'azione armata di Eta. Cinque dei sette arresti sono avvenuti nelle località basche di Barakaldo, Getxo, Irun e Vitoria, mentre gli altri due sono stati effettuati a Pamplona e Arruazu, nella vicina provincia della Navarra. Il servizio con il nostro corrispondente da Bilbao, Nicola La Torre.

AFGHANISTAN – NATO ALL'OFFENSIVA IN TUTTO IL PAESE è INIZIATA L'OPERAZIONE DRAGON STRIKE

Terminata la tregua elettorale, le forze d'occupazione della Nato sono passate all'attacco in tutto il territorio afgano. In particolare a Kandahar, dove è scattata la grande offensiva militare annunciata e rimandata per mesi, e nelle province orientali, da Laghman a Khost, dove l'aviazione alleata ha condotto negli ultimi giorni pesanti bombardamenti, provocando vittime civili e sconfinando anche in territorio pachistano. Nel fine settimana, dopo mesi di attesa e preparativi, le truppe corazzate americane hanno lanciato l'operazione Dragon Strike volta a strappare ai talebani il controllo dei distretti rurali di Arghandab, Zhari e Panjwai che circondano la città di Kandahar.

Sabato è intervenuta l'aviazione, che ha bombardato un villaggio uccidendo una trentina di persone: tutti guerriglieri talebani secondo i comandi Isaf; anche donne e bambini secondo la gente del posto, che ha poi inscenato una manifestazione di protesta dispersa a fucilate dalla polizia afgana. Mentre al fronte la guerra della Nato si fa sempre più dura, i governi alleati fanno sempre più fatica a mantenere il consenso popolare per una campagna militare dai costi umani ed economici sempre più elevati, e dai risvolti sempre più inquietanti e imbarazzanti. Negli Stati Uniti continua a suscitare sdegno la macabra vicenda dei soldati americani che si divertivano a uccidere civili afgani come passatempo, conservando come trofeo le loro ossa (lunedì è iniziato il processo a loro carico); l'Australia è sotto shock per la condotta delle proprie forze speciali, accusate di aver ucciso dei bambini nel corso di un'operazione. Dopo nove anni di guerra presentata come un'umanitaria missione di pace, il vero volto dell'occupazione militare dell'Afghanistan sta lentamente emergendo dietro la maschera della propaganda. Non solo per quanto riguarda gli orrori e le brutalità che caratterizzano questo come ogni altro conflitto armato. Anche i giochi sporchi e i segreti di questa guerra stanno venendo a galla. L'ultimo caso - dopo il ciclone Wikileaks - riguarda il libro 'Operazione Cuore Nero', scritto dal tenete colonnello Anthony Shaffer, ex operativo Cia in Afghanistan: appena uscito in libreria, il Pentagono ha acquistato e distrutto tutte le copie per tutelare la sicurezza nazionale.

gror100928 (last edited 2010-09-28 17:24:52 by anonymous)