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italia

Brescia, vigili anti-immigrati con la pistola sugli autobus

Dopo il White Christmas di Coccaglio (via gli immigrati irregolari entro Natale), la schedatura degli appartamenti degli stranieri a Gavardo e i guanti igienici anti immigrati sugli autobus, ecco l'ultima trovata: vigili urbani - armati - sui mezzi pubblici. Sì, ancora gli autobus. Ufficialmente dovrebbe essere una specie di sceriffato anti bulli e "scrocconi". Ma siccome le linee in questione sono tra quelle più utilizzate dai cittadini stranieri - oltre che dagli studenti - viene da pensare.L'idea è venuta all'amministrazione comunale, dalla quale dipende Brescia trasporti. In via sperimentale 12 agenti della polizia municipale saliranno a turno sui servizi di 15 linee

Strage di Brescia, i pm chiedono 4 ergastoli e assoluzione di Rauti

I pm di Brescia al processo per la strage di piazza della Loggia, Roberto Di Martino e Francesco Piantoni, hanno chiesto quattro condanne all'ergastolo e un'assoluzione. Ergastolo per Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Francesco Delfino e Maurizio Tramonte. Assoluzione, invece, per Pino Rauti. La strage avvenne il 28 maggio 1974 mentre nella piazza era in corso una manifestazione contro il terrorismo organizzata dai sindacati e da un comitato antifascista. L'ordigno fu nascosto in un cestino. Otto persone persero la vita e altre 94 rimasero ferite.La prima fase processuale si concluse nel 1979 con la condanna di alcuni esponenti dell'estrema destra bresciana. Nel 1982, però, la Corte di cassazione assolse gli imputati. Un nuovo processo chiamò in causa altri rappresentanti della destra, anche questi assolti nel 1989 per insufficienza di prove. "Nel caso di Pino Rauti - ha spiegato Di Martino - si parla di responsabilità morale. La sua posizione è quella del predicatore di idee praticate da altri, ma non ci sono situazioni di responsabilità oggettiva".

Il business delle armi non conosce crisi.L'Italia è al quarto posto nella classifica degli esportatori di armi convenzionali alle nazioni del Sud del Mondo

Con una mano spediamo aiuti umanitari, con l’altra vendiamo mitra e carri armati. La grande ipocrisia della politica estera italiana (e di tutto l’Occidente) nei confronti del Terzo mondo è stata impietosamente messa a nudo da un rapporto destinato ai membri del Congresso americano, intitolato “Conventional Arms transfers to developing world, 2002-2009”, che analizza trend e numeri delle forniture di armamenti ai paesi in via di sviluppo.L’anno scorso il nostro Paese ha firmato contratti militari per 2,4 miliardi di dollari, cifra che lo pone al 4° posto nella classifica degli esportatori di armi convenzionali alle nazioni povere. Davanti ci sono solo Usa, Russia e Francia. Il business per le fabbriche tricolori è in netta crescita, se si considera che nel 2008 l’export era stato di “appena” 1,3 miliardi. L’Italia produce il 9,16% delle armi esportate nel mondo: di queste più della metà (il 59,3%) finisce negli arsenali delle nazioni in via di sviluppo. Tra il 2006 e il 2009 il Belpaese ha consegnato agli eserciti africani armi per 500 milioni di dollari. Ma il mercato emergente è il Medio Oriente: negli ultimi tre anni sono stati firmati contratti per 3 miliardi e 700 milioni. Sbocchi importanti anche in Asia, dove gli ordinativi sono passati dai 300 milioni del 2002-2005 a 1 miliardo e 300 milioni nell’ultimo triennio

esteri

Afghanistan, talebani fanno esplodere una scuola femminile

Tre uomini armati hanno fatto esplodere questa notte la scuola femminile di Pul-i-Alam, capitale della provincia afghana nord-orientale di Logar. Secondo le prime ricostruzione i miliziani sono entrati nella Porak Girls High School grazie all'oscurità, hanno immobilizzato la guardia e piazzato l'esplosivo.La deflagrazione ha sventrato alcune finestre e distrutto sei classi ed un ufficio. Secondo il vice direttore provinciale per l'educazione, Wazir Ahmad Mohmand, oltre ai danni strutturali sono andati in fumo molti documenti e i libri di testo. Per ora l'attacco non è stato rivendicato, ma il direttore accusa i talebani che nei giorni scorsi avevano mandato delle lettere alle studentesse invitandole a boicottare le lezioni.

Striscia di Gaza, le truppe israeliane aprono il fuoco contro lavoratori palestinesi: 3 feriti

Questa mattina, tre lavoratori palestinesi sono stati feriti dai proiettili israeliani, mentre raccoglievano materiali di risulta, a nord della Striscia di Gaza.Il coordinatore del servizio sanitario di Gaza, Adham Abu Salmiya, ha dichiarato che questa mattina le forze di occupazione hanno aperto il fuoco contro un gruppo di lavoratori palestinesi che stava raccogliendo macerie e altri materiali da costruzione. Tre di loro sono rimasti feriti.Abu Salmiya ha aggiunto che i feriti, tra i venti e trenta anni d'età, sono stati ricoverati all'ospedale Kamal 'Udwan, nel nord della Striscia. E' ormai abitudine quasi giornaliera, da parte dell'esercito di occupazione, prendere di mira i lavoratori palestinesi.

Israele-Palestina, in tribunale il soldato che investì Rachel Corrie

Il militare israeliano che era alla guida del bulldozer che ha ucciso nel 2003 Racher Corrie, attivista Usa pro Palestina, si è presentato per la prima volta oggi in tribunale. L'identità del soldato non è stata resa nota. Inoltre, il militare non è accusato e non è mai stato condannato per quell'omicidio. La sua testimonianza, la prima dopo sette anni dai fatti, è stata ascoltata mentre il militare si trovava nell'aula del tribunale riparato da un pannello di plastica. Anche la sua voce, per motivi di sicurezza, è stata modificata da un microfono. La Corrie è stata uccisa nel 2003 mentre tentava di fermare la distruzione delle case voluta da Israele a Rafah. Il processo per la sua morte è iniziato nel marzo 2010. Le forze militari israeliane hanno definito l'accaduto come un incidente, versione che la famiglia della Corrie rifiuta categoricamente.

Belgio, 103 nuove denunce contro preti pedofili

Ancora casi di pedofilia che coinvolgono la Chiesa in Belgio, dove la procura federale solo nell'ultimo mese ha ricevuto ben 103 denunce di abusi sessuali su minori commessi da preti. Lo ha dichiarato la portavoce della stessa procura, Lieve Pellens, durante un'audizione in commissione giustizia della Camera. L'intervento è stato ripreso dai quotidiani in lingua fiamminga Gazet van Atwerpen e Het Belang, che riportano anche i dettagli delle denunce.Molte le vittime sono uomini In molti hanno scelto di ricorrere alla magistratura per violenze subite anni fa. La maggioranza delle vittime (il 76%) è composta da uomini. Il più giovane ha 23 anni e il più anziano 82. Per la gran parte di loro - ha spiegato Pellens - la scelta di parlare di quanto ha subito non è dettata da un desiderio di vendetta ma piuttosto di essere riconosciute come vittime.Ieri la Chiesa belga ha intanto confermato che non istituirà nessuna nuova commissione per la gestione dei casi di abuso sessuale. Lo scorso giugno la commissione indipendente Adriaenssens si era dimessa in seguito al sequestro da parte della magistratura dei dossier che aveva raccolto. Molti di quei dossier erano stati poi resi pubblici, con l’assenso delle vittime. In tutto, la commissione Adrianssens aveva raccolto quasi cinquecento denunce di altrettante vittime di abusi, 13 delle quali suicidatesi.

Roma Muore un operaio, lavorava nella villa del calciatore Cassetti L'uomo era al lavoro nella villa del giocatore della Roma Cassetti, a Spinaceto, e si è ferito mentre stava manovrando un escavatore di GIUSEPPE SERAO

Un´altra morte bianca. Un operaio italiano di 49 anni ha perso la vita, ieri pomeriggio, mentre stava lavorando alla ristrutturazione della villa del calciatore della Roma Marco Cassetti, in via Ernesto Basile a Spinaceto. L´uomo era alla guida di un escavatore quando, durante una manovra, ha sbattuto la testa contro il montante di ferro dell´abitacolo ed è deceduto sul colpo.

A Roma gli incidenti mortali sul lavoro hanno raggiunto cifre da guerra: 51 le vittime dal 2003, 15 dal 2008; considerando l´intero territorio della provincia, in meno di otto anni hanno perso la vita 82 operai. E si continua a morire ogni mese: tra settembre e ottobre tre uomini sono rimasti uccisi, mentre appena ieri l´altro un operaio è rimasto gravemente ferito e ha dovuto subire l´amputazione di una gamba.

REG S43 QBXL COMUNI:ROMA;ALEMANNO,A GENNAIO STATI GENERALI DELLA CITTÀ SINDACO, PATTO CON GOVERNO E REGIONE LAZIO PER SVILUPPO (ANSA) - ROMA, 21 OTT - «Il 25 e 26 gennaio faremo gli Stati generali della città, che serviranno a fare un grande patto con la Regione Lazio e con il Governo». L'obiettivo è «dare un segno chiaro allo sviluppo della città, perchè Roma non si sviluppa solo con i poteri di Roma capitale, ma anche con l'intesa tra queste tre istituzioni». Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno, nel corso di una intervista a 'Uno Mattinà. «Se noi abbiamo tempi certi e progetti chiari, siamo convinti che da tutto il mondo si verrà a investire a Roma», ha aggiunto il sindaco. Ed «è chiaro che tutto questo sarà accelerato se Roma sarà realmente la sede delle Olimpiadi del 2020», «una campagna difficile», ma sulla quale «noi abbiamo speranze che Roma ce la possa fare». Più in generale, ha proseguito Alemanno, «abbiamo un'idea chiara. Vogliamo essere la prima città per turismo in Europa e dobbiamo superare Parigi e Londra con nuovi poli turistici. Vogliamo essere la città della cultura del passato e del futuro, delle università e della creatività e abbiamo bisogno di una forte integrazione tra impresa, centri di ricerca e atenei. Vogliamo essere una città dove ci si riesce a muovere e ad avere una qualità della vita qualitativamente alta, ma per fare questo abbiamo bisogno di investimenti pubblici e privati per equilibrare la situazione tra centro e periferia».(ANSA). Y5J-TZ 21-OTT-10 10:59 NNN FINE DISPACCIO CORTEI, ALEMANNO: «NESSUN RICATTO, MA SENZA INTESA DEVO INTERVENIRE» OMR0000 4 POL TXT Omniroma-CORTEI, ALEMANNO: «NESSUN RICATTO, MA SENZA INTESA DEVO INTERVENIRE» (OMNIROMA) Roma, 21 ott - Sulla questione cortei, «ci auguriamo che ci sia un' intesa. Se questa intesa non viene raggiunta, il sindaco di Roma capitale, che è anche commissario straordinario per l'emergenza traffico deve intervenire. Quindi, non voglio ricattare nessuno, ma faccio un grande appello alla responsabilità di tutti». Così, il sindaco Gianni Alemanno nel corso della trasmissione UnoMattina. Alemanno ha ribadito come il problema è «sui percorsi e sul numero di manifestazioni». «È giusto - ha precisato - garantire il diritto a manifestare, ma bisogna garantire anche il diritto ad avere un traffico accettabile. Quindi, dobbiamo avere un limite alle manifestazioni e un'indicazione sui percorsi e sui giorni: ovviamente, è meglio manifestare nei giorni festivi rispetto ai feriali». Relativamente ai costi, «il nostro obiettivo non è quello di far pagare» il corteo in sé, «ma durante le manifestazioni - ha spiegato il sindaco - vengono utilizzati dei servizi che devono essere pagati, specie per grandi organizzazioni sindacali, che è giusto che remunerino al Comune quello che spende, cosa che comincia già ad avviene, riconosco la risposta positiva dei sindacati».

RIFIUTI, ALEMANNO: «SU NUOVO IMPIANTO NON SI REAGISCA COME A NAPOLI» OMR0000 4 POL TXT Omniroma-RIFIUTI, ALEMANNO: «SU NUOVO IMPIANTO NON SI REAGISCA COME A NAPOLI» (OMNIROMA) Roma, 21 ott - Per chiudere Malagrotta, serve un nuovo impianto che dovrebbe essere individuato con il nuovo Piano rifiuti regionale. «Mi auguro che rispetto a questa situazione ci sia la massima responsabilità da parte di tutti e che non succeda come a Napoli dove è stato detto 'qua no, qua no, qua no..'». Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno ospite della trasmissione UnoMattina. Nel corso dell'intervista, Alemanno ha spiegato: «Dobbiamo fare in modo che Malagrotta giunga alla chiusura e per questo attendiamo che la Regione definisca il nuovo Piano rifiuti. Dentro a questo Piano rifiuti abbiamo chiesto che ci sia un nuovo impianto che permetta la chiusura di Malagrotta, stiamo cercando di capire dove collocarlo». Alemanno ha, infine, tenuto a dire che «comunque, la situazione è sotto controllo, l'emergenza non ci sarà né a Roma né nel Lazio».

Terzigno: notte di scontri tra la popolazione e le forze dell'ordine

Quella appena trascorsa è stata una notte di violenze a Terzigno, comune della provincia di Napoli, dove la popolazione locale sta cercando in tutti i modi di impedire l'apertura di una nuova discarica. Verso l'1 di questa notte la polizia ha caricato i manifestanti utilizzando manganelli e gas lacrimogeni. Gli scontri sono iniziati quando la popolazione è venuta a sapere che nell'area ex cava Vitiello, verrà allestito un secondo sito di discarica. Gli scontri sono proseguiti fino all'alba e la situazione in zona resta molto tesa. In seguito agli scontri due persone sono state fermate e dopo un controllo dei documenti sono state rilasciate. "La sola strada da prendere è il rispetto della legge e questa prevede la realizzazione della nuova discarica di Cava Vitiello, una discarica controllata e sicura in grado di garantire la massima tranquillità alle popolazioni residenti migliorando radicalmente la situazione attuale" ha detto un rappresentante del Popolo delle Libertà (Pdl) per la Campania, Nicola Formichella.

RIFIUTI: TERZIGNO,MANIFESTAZIONE STUDENTI E MAMME VULCANICHE Alla rotonda panoramica che conduce alla discarica Sari di Terzigno è in corso una manifestazione con alcune centinaia di persone. Si tratta di studenti dell'istituto tecnico commerciale Vesevus di Boscoreale che hanno raggiunto la rotonda dopo aver effettuato un corteo per le strade del comune vesuviano. Manifestano anche le mamme vulcaniche, cioè le donne protagoniste di una serie di iniziative pacifiche contro la discarica di Terzigno. I manifestanti si trovano a pochi metri dal cordone delle forze dell'ordine preposte al presidio della strada di accesso dello sversatorio

Ad Acerra protesta dei disoccupati Un gruppo di disoccupati ha bruciato per protesta rifiuti sui binari nella stazione di Acerra. La protesta sui binari, ha causato la soppressione di sette corse regionali e ritardi. Trenitalia, del gruppo Fs, ha reso noto che i manifestanti prima di attuare la protesta hanno manomesso le telecamere di sorveglianza. Il servizio è stato comunque garantito con autobus sostitutivi, mentre la circolazione dei convogli fra Napoli e Cancello, è ripresa regolarmente sulla linea Napoli Caserta, dopo la rimozione dei rifiuti incendiati. (

Continua l'occupazione dei lavoratori della Geas degli uffici di Trenitalia a Cagliari Niente più sgombero per i lavoratori della Geas che da ieri mattina occupano gli uffici della direzione regionale di Trenitalia a Cagliari. La decisione era nell'aria dalle prime ore del mattino, quando gli agenti della Polfer sono giunti alla Stazione ferroviaria del capoluogo e hanno proceduto con l'identificazione dei lavoratori. Ma il presidio resta, e anche i dieci lavoratori asserragliati sul tetto non hanno intenzione di scendere fino a quando non ci saranno risposte certe. Per i sindacati si tratta di una protesta pacifica e, secondo quanto si è appreso, è stato deciso di non sgomberare con la forza gli uffici in vista dell'incontro convocato domani dal Prefetto di Cagliari, Giovanni Balsamo, per riuscire a trovare una soluzione ai problemi dei 104 lavoratori che stanno lavorando senza percepire lo stipendio.

Esteri FRANCIA: MANIFESTANTI BLOCCANO ACCESSO ALL'AEROPORTO DI MARSIGLIA Un gruppo di manifestanti ha bloccato questa mattina l'accesso all'aeroporto di Marsiglia, sempre in protesta contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Nicolas Sarkozy. Numerose persone che volevano recarsi allo scalo sono state costrette a parcheggiare le auto in strada per recarsi a piedi all'aeroporto. Per il momento non sono stati cancellati voli. Secondo il ministero dell'Ecologia e dell'Energia francese, inoltre, almeno 14 depositi di carburante restano bloccati, sebbene ieri il presidente Sarkozy avesse ordinato lo sgombero di tutti da parte delle forze dell'ordine. Le proteste stanno creando disagi anche alla circolazione ferroviaria, un treno su quattro questa mattina non circolava. Il Senato dovrebbe approvare già questa sera (ma il voto potrebbe slittare al fine settimana) la contestata riforma che eleva l'età pensionistica da 60 a 62 anni entro il 2018. Anche ieri sono continuate manifestazione e blocchi di studenti e lavoratori in tutta la Francia.

Afganistan: l'isaf uccide il leader della rete Haqqani Durante il raid congiunto fra le forze Isaf (Forza internazionale di assistenza alla sicurezza in Afghanistan) e le forze di sicurezza afghane, scattato martedì notte nel distretto di Ziruk, nell'Afghanistan sud orientale, è stato ucciso il leader jihadista della rete degli Haqqani, Tanhah. Oltre al leader jihadista sarebbero stati uccisi altri dieci combattenti. Molti anche i feriti. La rete degli Haqqani è forse tra le più pericolose e violente organizzazioni jihadiste presenti in Afghanistan. La formazione avrebbe come leader Jalaluddin Haqqani, ex comandante mujahidin, e suo figlio Sirajuddin, che per gli investigatori sarebbe la mente del gruppo e colui che ha deciso il cambio di strategia degli attacchi dei ribelli.

Israele: Barak prende le distanze da Netanyahu sulle condizioni per il dialogo con i palestinesi La questione del riconoscimento palestinese della natura ebraica di Israele «è importante», ma non deve costituire «un ostacolo» ai negoziati, nè deve essere posta sul tavolo come una priorità immediata. Lo ha affermato oggi il ministro della Difesa - e leader della minoranza laburista nella coalizione di governo israeliana, Ehud Barak, prendendo le distanze dalla strategia delineata finora sul tema dal premier, Benyamin Netanyahu (Likud, destra). «Chiedere il riconoscimento (d'Israele quale Stato ebraico) è importante, ma questa cosa non deve diventare un ostacolo alla realizzazione dei nostri interessi più importanti, nè deve essere sollevata all'inizio del processo negoziale», ha detto Barak parlando a una conferenza internazionale sulle prospettive dell'ebraismo in corso a Gerusalemme. Il ministro ha sottolineato che «l'essenza (ebraica) dello Stato» fondato dal movimento sionista «non può essere negata». Ma ha aggiunto che il riconoscimento di tale realtà già dichiarato dagli Stati Uniti è per Israele «una garanzia molto più importante» rispetto al possibile «riconoscimento dell'Autorità nazionale palestinese». Barak ha ribadito di considerare invece prioritario un accordo con i palestinesi sull'obiettivo dei due Stati. «È difficile dividere la terra - ha ammesso -, ma la nostra leadership deve essere capace di assumere decisioni coraggiose» nonostante «le evidenti difficoltà politiche». L'alternativa per Israele è fra «uno Stato ebraico con confini limitati» e uno Stato più grande destinato prima o poi a non essere più ebraico, ha osservato infine Barak, ammonendo i connazionali a non illudersi troppo sul peso militare del Paese.

gror101021 (last edited 2010-10-21 17:09:34 by anonymous)