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Brescia, restano in 4 i migranti sulla gru

Dopo Kuldip Singh, indiano 26 enne, scende anche il senegalese Papa. Mauri associazione Diritti per tutti: “Non possiamo mandare batterie dei cellulari, né avvicinarci alla gru”. Intanto “resistono e stanno bene” i migranti saliti sulla torretta a Milano Papa, uno dei migranti che lo scorso 30 ottobre si è arrampicato sulla gru del cantiere del metro-bus di Brescia è sceso questa mattina intorno alle 10. Restano così in quattro gli immigrati truffati nel corso della sanatoria del settembre 2009. Ieri mattina, infatti, era sceso anche Kuldip Singh, indiano 26enne, che è stato processato per direttissima. Almeno per ora rimarrà in Italia per le esigenze investigative legate alla protesta della gru, dal momento che è indagato in stato di libertà per occupazione abusiva di suolo pubblico. Papa, senegalese di 24 anni, era partito dalla sua terra a soli 17 anni. Arrivato in Italia a bordo di una piccola imbarcazione vive a Brescia e ha fatto diversi lavoretti precari e il venditore ambulante. Era già salito sulla gru il primo giorno poi, stremato dal freddo e dalla pioggia, era sceso per riunirsi agli altri manifestanti pochi giorni dopo. La situazione sotto la gru resta tesa. “Da giorni non abbiamo modo di contattare i nostri amici sulla gru -spiega Maurizio Mauri dell'associazione Diritti per tutti-. Non possiamo mandare batterie dei cellulari, né avvicinarci alla gru”. Quello che è certo, è che sotto la gru si sta lavorando per cercare in tutti i modi di far scendere i quattro manifestanti che ancora resistono e, nei giorni scorsi, c'era anche il padre di Papa che mercoledì aveva esortato il figlio a “scendere e rispettare le leggi italiane”. Situazione tranquilla intanto a Milano. I cinque migranti che da venerdì scorso si sono installati sulla torretta della ex “Carlo Erba” in via Imbonati “resistono e stanno bene”, spiega Edda Pando, del Comitato immigrati di Milano. La polizia ha messo delle transenne a un paio di metri dalla base della torretta, ma non ci sono problemi per far salire cibo e coperte ai manifestanti. È in programma, a partire dalle ore 11 di domenica 14 novembre, un'assemblea nazionale cui parteciperanno delegazioni da Brescia, Roma, Napoli e Caserta

Allarme a Malagrotta: la discarica inquina le falde acquifere di Roma L'Agenzia regionale per l'ambiente: veleni nel terreno e nelle acque sottostanti. «Necessario mettere subito in sicurezza l'area per frenare la contaminazione»

ROMA: Rifiuti a Malagrotta

Alle porte della Capitale si scopre che le falde acquifere sono inquinate dai liquami che fuoriescono dalle discariche. Esattamente come accade in Campania. Succede a Malagrotta, dove l’Agenzia regionale per l’Ambiente ha condotto per quattro mesi, da febbraio a maggio di quest’anno, una serie di prelievi nel sottosuolo. Adesso, terminato l’esame dei risultati, arriva la relazione conclusiva che contiene una specie di pesantissimo «allarme rosso». In sintesi: nelle viscere della discarica che raccoglie l’immondizia della Capitale c’è la «conferma di un quadro di contaminazione delle acque sotterranee». Uno scenario che, rispetto alla stessa verifica condotta nel 2009, appare «peggiorato, sia per composti inorganici che organici». Ecco perché l’Arpa, senza giri di parole, sollecita «misure di messa in sicurezza del sito volte a contenere la diffusione della contaminazione», nonché «successivi interventi di bonifica».

ROMA - Per le scuole private i soldi si trovano.Stanziamento sale da 150 a 245 milioni

E' l'effetto della riformulazione del comma 47 del maxiemendamento del Governo alle Legge di stabilità. Fomdi anche per 5 per mille, editoria e partecipazione dell'Italia agli organismi internazionali Il ministro Mariastella Gelmini Arrivano 245 milioni per le scuole paritarie. E' l'effetto della riformulazione del comma 47 del maxiemendamento del governo. Ieri l'ipotesi era che i fondi potessero arrivare massimo a 150 milioni. La nuova formulazione del comma 47 del maxiemendamento destina anche 100 milioni alla 'proroga della liquidazione del 5 per mille', altri 30 milioni (oltre i 60 già stanziati) al sostegno all'editoria (carta) e 375 alla partecipazione dell'Italia agli organismi internazionali.

ESTERI

Un contadina in lite con le colleghe: "Cosa fece Maometto per voi?". E loro la denunciano. Asia Bibi è una povera contadina del Punjab, 37 anni, cinque figli, una vita di lavoro e fatica nei campi di un latifondista di Ittanwali, est del Pakistan. Oltre ad essere donna, contadina e pachistana, ovvero figlia di un Paese che ai problemi della povertà assomma quelli dell'integralismo islamico, Asia ha un'altra particolarità: è cristiana, seguace di una delle chiese protestanti portate nel sub-continente ai tempi del colonialismo inglese. A giugno lavorava sotto il sole con le sue compagne. Le chiesero dell'acqua, lei andò a prenderla a una fonte. Le sue amiche - musulmane - la rifiutarono: è acqua impura, toccata dalle mani di una infedele cristiana. Alle provocazioni la sventurata rispose, difendendosi e difendendo il suo credo. Quelle insistevano, le spiegavano che il cristianesimo è una religione inferiore e che lei stessa avrebbe dovuto convertirsi. Lei rispose ancora, difese il suo Cristo, paragonò il nazareno al profeta, disse qualcosa come "lui per noi si è fatto crocifiggere, ha gettato il suo sangue: cosa ha fatto Maometto per voi?". Da quel momento la lite finì fuori controllo, le operaie musulmane la picchiarono, la rinchiusero in una cantina, chiamarono la polizia. Risultato: domenica sera, seguendo il dettato della legge pachistana che punisce la blasfemia, Asia è stata condannata a morte per impiccagione.

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