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GOLAN: Israele dichiara il ritiro unilaterale da Ghajar. La popolazione non vuole passare però al Libano, ma tornare alla Siria. ISRAELE-PALESTINA: ancora stallo nei negoziati IRAQ: Talabani non firmerà per la pena di morte a Tareq Aziz GRECIA: paese blindato per anniversario rivolta studentesca del 1973. Torture ai migranti nei Centri di detenzione HAITI: il colera varca il confine dominicano. Scontri tra popolazione e caschi blu SOMALIA: Scontri e morti a MOgadiscio USA: muore in cella dopo 35 anni di braccio della morte ARGENTINA: condanne all'ergastolo per torturatori

ESTERI

GOLAN

Israele ha approvato questa mattina il piano di «ritiro unilaterale» dalla zona settentrionale di Ghajar, villaggio diviso in due dalla Linea Blu di demarcazione tra Libano e Israele e al centro di un'annosa contesa tra Beirut, Damasco e lo Stato ebraico. È quanto si legge sul sito web del quotidiano israeliano 'The Jerusalem Post'. Il giornale anticipa la probabile approvazione da parte dello Stato ebraico di un piano che prevede il passaggio della zona, dopo il ritiro israeliano, sotto controllo congiunto dell'Unifil (la forza Onu dispiegata nella parte meridionale del Paese dei Cedri) e dell'Esercito libanese. Le forze di sicurezza israeliane, si legge, dovrebbero provvedere alla sicurezza al confine tra Israele e Libano a sud di Ghajar, mentre l'Unifil dovrà impedire infiltrazioni «di terroristi e criminali nella zona nord del villaggio». Il governo, scrive il sito del 'Jerusalem Post', dovrebbe quindi chiedere alle forze di sicurezza di accelerare i colloqui con Unifil per arrivare alla definizione di misure di sicurezza entro il prossimo mese

PALESTINA

Il capo dei negoziatori dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Saeb Erekat ha detto che la chiave dei negoziati di pace tra Israele e i palestinesi è nelle mani del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In un'intervista alla Radio di Israele, Erekat ha dichiarato che «gli israeliani conoscono la nostra posizione. Inizieremo a negoziare sui confini e sulla sicurezza. E altri questioni fondamentali saranno affrontate dopo 90 giorni», riferendosi alla proposta di moratoria di tre mesi sulla costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania. I palestinesi chiedono la creazione di due Stati in base ai confini del 1967. «Sono sotto la vostra (di Israele, ndr) occupazione. Noi vogliamo raggiungere la soluzione dei due stati in base ai confini del 1967. Abbiamo riconosciuto la vostra (di Israele, ndr) esistenza», ha detto Erekat. Le dichiarazioni del capo dei negoziatori contrasta con le notizie circolate sull'apertura dei palestinesi a nuovi negoziati vis a vis. Ieri il The Jerusalem Post ha appreso che il rifiuto dei palestinesi di tornare al tavolo dei negoziati, anche se è in atto una moratoria di 90 giorni sugli insediamenti, ha rinviato l'accordo previsto tra Israele e gli Usa su un pacchetto di incentivi in cambio del congelamento.

IRAQ

Il presidente iracheno Jalal Talabani ha detto oggi, in un'intervista alla tv francese France 24, che non firmerà l'ordine di esecuzione per Tareq Aziz, ex numero due del regime di Saddam Hussein condannato a morte il mese scorso: «no - ha detto - non firmerò perchè sono socialista».

GRECIA

Atene è oggi blindata da 7.000 agenti di polizia in «stato di massima allerta» in occasione delle celebrazioni per l'anniversario della rivolta studentesca del 1973 contro la giunta dei Colonnelli che aprì la porta al ritorno della democrazia. Ieri attentati incendiari contro sedi di partito, edifici e veicoli comunali erano avvenuti ad Atene, con alcune auto date alle fiamme, e a Salonicco dove ordigni erano esplosi davanti alla sede del partito di centrodestra Nuova Democrazia (ND), contro un edificio e un camioncino comunale facendo danni ma nessuna vittima. Gli attentati, con bombe a basso potenziale di tipo artigianale , fanno temere alla polizia che la grande marcia verso l'ambasciata americana con cui si concluderanno nel primo pomeriggio le celebrazioni per la rivolta del Politecnico, possano degenerare. Le forze dell'ordine hanno in funzione da lunedì, in occasione della manifestazione dell'estrema sinistra contro l'austerity, un imponente dispositivo di sicurezza, ma oggi lo stato di allerta è passato da «giallo» a «rosso». Fonti della polizia hanno detto all'ANSA che si tratta di «una misura precauzionale», considerato che quest'anno l'anniversario avviene in un momento particolarmente difficile per il paese con una mobilitazione sociale e anarchica contro l'austerity, parallela a quella studentesca contro la riforma universitaria. Ma non vi sono per il momento informazioni che facciano pensare ad azioni organizzate violente. Manifestazioni per l'anniversario del Politecnico si svolgeranno anche a Salonicco e in altre città.

Maltrattamenti che sconfinano nella tortura da parte di membri delle forze dell'ordine ai danni di persone arrestate. Condizioni di detenzione inaccettabili, tanto da essere descritte come inumane e degradanti, sia nelle carceri che nei centri detentivi per immigrati. Queste le dure accuse rivolte alla Grecia dal Comitato per la prevenzione della tortura (Cpt) del Consiglio d'Europa nel suo ultimo rapporto. Nel testo il Comitato denuncia anche il fatto che la situazione descritta in questo ultimo rapporto rimane invariata o è peggiorata rispetto a quella decritta in tre rapporti precedenti redatti sin dal 2001, e sottolinea come le autorità greche non abbiano sinora intrapreso alcuna azione decisiva per porvi rimedio. Una delle maggiori preoccupazioni del Cpt concerne i maltrattamenti subiti dalle persone tratte in arresto e l'apparente rifiuto delle autorita greche di prendere atto della serieta del problema. Nel testo il Comitato porta ad esempio il caso di un giovane uomo che al momento del suo arresto viene minacciato di stupro e che in seguito, alla stazione di polizia, viene tenuto nudo a braccia e gambe larghe piegato su un lavatoio mentre un poliziotto in piedi dietro di lui simula una penetrazione anale. Nel rapporto il Cpt denuncia poi le condizioni di detenzione inacettabili sia nelle carceri che nei centri per immigrati dove emerge un cronico problema di sovraffollamento, che non fa che peggiorare le già precarie condizioni igenico sanitarie delle strutture. Per quanto concerne in particolare le carceri, il Comitato esprime poi preoccupazione per il livello di violenza tra i detenuti legato probabilmente anche al fatto che per mancanza di personale in alcuni casi il controllo di alcune aree della prigione viene ceduto ai detenuti. Il Cpt chiede infine alle autorita greche di porre fine alla pratica regolare delle ispezioni vaginali per le detenute: queste devono essere condotte solo in casi assolutamente eccezionali e in condizioni che rispettino l'integrità fisica e la dignita umana della persona.

HAITI

È sempre più caotica la situazione a Cap Haitien, seconda città di Haiti, teatro da lunedì di manifestazioni contro le truppe Onu, dove le violenze stanno ostacolando, ed in alcuni casi bloccando, il flusso di aiuti per fronteggiare l'emergenza colera, che ha già causato oltre mille morti. Lo scrive la Cnn. I dimostranti, che ieri sono nuovamente scesi in piazza, hanno preso il controllo delle strade, dove hanno eretto barricate incendiando pneumatici. I voli commerciali nell'aeroporto della città sono stati bloccati. Gli agenti di polizia girano in borghese per evitare l'ira dei manifestanti, che lunedì hanno appiccato le fiamme a un commissariato. La situazione ha determinato il blocco dei programmi per purificare l'acqua, e l'invio di rifornimenti, che oramai scarseggiano nella città. Ma per l'ex ministro dell'educazione, e candidato alle presidenziali del 28 novembre, Lesley Voltaire, «le dimostrazioni sono spontanee e si sono scatenate dopo la morte di un bimbo: i genitori hanno chiamato il soccorso della Minustah, senza successo. Il piccolo è morto davanti a tanta gente, e allora è scoppiata la protesta». A quattro settimane dall'inizio dell'epidemia di colera ad Haiti, un primo caso è stato segnalato nella vicina Repubblica Dominicana. Si tratta, ha reso noto il ministero della Salute dominicano, di un uomo di 32 anni di origine haitiana rientrato pochi giorni fa da una visita ad Haiti. L'uomo è stato ricoverato in isolamento nell'ospedale di Higuey, nell'est del paese. L'epidemia di colera è scoppiata il 19 ottobre nel dipartimento haitiano di Artibonite. Oltre mille persone sono morte da allora e 16mila si sono ammalate.

SOMALIA

Sono almeno sette le persone uccise in violenti combattimenti in corso a Mogadiscio tra insorti ‘Shebab’ (giovani) e militari dell’esercito che fa capo al governo federale di transizione (Tfg), sostenuto nella sua lotta di retroguardia contro l’avanzata dei gruppi armati da circa 7000 uomini della missione africana dispiegata nella capitale. Le violenze, riferiscono le emittenti radiofoniche locali, sono cominciate dopo che gli Shebab hanno attaccato alcune posizioni delle forze governative nei quartieri nord della città, incluso Bondhere. Un testimone ha riferito a ‘Radio Garowe’ che quattro civili sono morti e altri nove sono stati feriti da un colpo di mortaio che ha raggiunto alcune abitazioni. Sul versante opposto, al di là della frontiera keniana, sono almeno 700 le famiglie di sfollati somali che necessitano di assistenza nel campo profughi di Daadab, da tempo sovraffollato.

USA

Un detenuto texano di 55 anni, Ronald Curtis Chambers, condannato a morte nel 1976, è stato trovato morto oggi in un carcere del Texas dopo essere stato rinchiuso per 35 anni nel braccio della morte. Lo rivela sul suo sito il Dallas Morning News, citando fonti penitenziarie e precisando che sulla morte del detenuto è stata aperta un'inchiesta. L'uomo è stato trovato privo di vita nella sua cella; non sono state rese note le cause del decesso. Chambers aveva 20 anni quando fu arrestato per l'omicidio di uno studente, nel 1975. Condannato a morte nel 1976, da allora ha trascorso tutta la sua esistenza nel braccio della morte. Per gli Stati Uniti si tratta di un record. Secondo le autorità penitenziarie, in media un detenuto in attesa dell'esecuzione della sentenza resta nel braccio della morte tra i dieci e i dodici anni. Il Texas è lo Stato americano che vanta il più alto numero di esecuzioni capitali. Nel solo 2010 sono stati giustiziati 17 dei 45 condannati messi a morte quest'anno negli Stati Uniti.

SUDAFRICA

Barricate di pneumatici in fiamme e poliziotti anti-sommossa questa mattina ad Alexandra, un sobborgo a nord di Johannesburg. Centinaia di persone stanno protestando contro un piano di “riqualificazione” che prevede sfratti e demolizioni.

ARGENTINA

Tre responsabili militari durante la dittatura in Argentina riconosciuti colpevoli di violazioni dei diritti umani sono stati condannati all'ergastolo, mentre altri dieci a condanne tra gli 8 e i 20 anni di carcere. Sconteranno il carcere a vita Anibal Guevara Molina e due ex ufficiali di polizia, Raul Ruiz Soppe e Juan Labarta Sanchez, per le azioni commesse nella provincia di Mendoza. Tra le pene minori, 20 anni sono stati inflitti all'ex colonnello Nestor Greppi ed altri 4 ufficiali per le loro responsabilità negli abusi e nelle torture nel centro di detenzione di La Pampa. Circa 300.000 persone sono scomparse durante la dittatura militare in Argentina (1976-1983): fino ad oggi, 783 militari sono stati messi sotto accusa, e 131 condannati.

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gror101117 (last edited 2010-11-17 11:53:02 by anonymous)