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ISRAELE-EGITTO
Israele intende costruire un grande campo nel deserto del Neghev dove raccogliere diecimila clandestini africani, infiltratisi nel paese dall'Egitto. Una decisione in questo senso sarà presa dal governo, a quanto risulta, nella seduta di domenica prossima. Nel campo, che sarà gestito dall'Autorità per le prigioni, i clandestini riceveranno vitto, alloggio e assistenza sanitaria ma non potranno lavorare. L'ufficio del premier Benyamin Netanyahu ha detto che il campo ospiterà persone che sono entrate nel Paese illegalmente ma che non possono essere espulse, come cittadini del Sudan e dell'Eritrea. Impianti simili, secondo l'ufficio del premier, esistono anche in stati occidentali come l'Olanda, l'Australia e l'Italia. Israele, in quanto unico stato sviluppato nell' area raggiungibile via terra, è divenuto un polo di attrazione per africani in cerca di lavoro e di una sistemazione economica. Israele è perciò allarmato dal crescente numero di clandestini africani che teme che possa superare le centomila persone e in futuro minacciare lo stesso carattere ebraico del paese. Secondo l' Autorità per la Popolazione e l'Immigrazione vi sono attualmente in Israele 34.556 clandestini. Nel tentativo di arrestare il flusso di clandestini africani, mediamente alcune centinaia ogni mese, Israele ha cominciato a costruire una barriera lungo il confine con l' Egitto. Al tempo stesso misure più severe saranno adottate per impedire ai datori di lavoro di impiegare manovali clandestini.
COREE
- La Corea del sud ha annunciato l'intenzione di rafforzare la propria presenza militare nel Mar Giallo, a seguito dell'attacco sferrato da Pyongyang contro un'isola sudcoreana che ha provocato 4 morti e 18 feriti. L'annuncio è stato dato da un funzionario dell'ufficio della presidenza a Seul. Il presidente Lee Myung Bak ha ordinato che vengano aumentate le armi in dotazione ai militari dislocati su cinque isole del Mar Giallo, ha dichiarato il funzionario, Hong Sang Pyo. «Dobbiamo tenerci pronti alla possibilità di una nuova provocazione da parte della Corea del nord», ha dichiarato il presidente Lee nel corso di una riunione. «Una provocazione come questa può ripetersi in ogni momento».
GRECIA
Uffici pubblici, servizi e trasporti sono oggi parzialmente paralizzati in Grecia a causa di una sospensione dal lavoro di tre ore dei dipendenti del settore statale e di quello privato contro le 'nuove misurè che il governo greco ha accettato di introdurre su richiesta dei creditori Ue-Fmi per far fronte alla crisi. La protesta è una anteprima dello sciopero generale di 24 ore contro l'austerity convocato per il 15 dicembre. Lo sciopero indetto dai due grandi sindacati Adedy (dipendenti pubblici) e Gsee (settore privato) culminerà alle 13.00 con una manifestazione al centro di Atene fino al parlamento. La protesta coincide con co sciopero di 72 ore dichiarato martedi dai marittimi e che fino a domattina paralizza i collegamenti con le isole. I ferrie per l'Italia continuano ad operare normalmente. I rappresentanti di Ue-Fmi hanno annunciato nei giorni scorsi, al termine di una missione ad Atene, che l'esecutivo del premier Giorgio Papandreou ha accettato di introdurre 'nuove misurè di rigore nel 2011 per far fronte al buco creatosi in seguito alla revisione al rialzo dei deficit 2009 e 2010 di cui il governo precedente aveva manipolato i dati. Tali misure non prevedono tagli diretti a salari e pensioni e neppure licenziamenti nel settore pubblico, tuttavia i suoi contenuti e in particolare la riforma delle relazioni industriali con la prevalenza degli accordi aziendali sui contratti di categoria è considerata dai sindacati «catastrofica» per le tasche e i diritti dei lavoratori
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