Gr 19:30
ITALIA
LAVORO
NAPOLI:DIPENDENTI CLINICA PER SECONDO GIORNO SU GRU
Hanno trascorso l'intera notte sulla gru di piazza Municipio, a Napoli, i due dipendenti di 'Villa Russò che protestano contro il mancato pagamento degli stipendi. Tutti i dipendenti della struttura sanitaria lamentano il mancato pagamento delle spettanze da nove mesi. I due dipendenti hanno fatto sapere che non scenderanno fino a quando non si aprirà uno spiraglio concreto nella vertenza. Nel pomeriggio è stato convocato un vertice con i rappresentanti sindacali, alcuni rappresentanti della Regione e dell'Aiop per capire ce c'è ancora spazio per una soluzione
CAGLIARI: SECONDO GIORNODI MOBILITAZIONI
Nuova manifestazione di protesta questa mattina, per il secondo giorno consecutivo, col blocco dei binari della stazione di Cagliari per circa un'ora, dei lavoratori dipendenti della ex Geas, ditta addetta alle pulizie dei convogli, da quattro mesi senza stipendio. Dopo il blocco dei treni di ieri mattina gli operai hanno nuovamente attuato una manifestazione che ha impedito arrivi e partenze dalle 7:40 alle 8:30. Il gruppo di dipendenti della ex Geas (Gruppo Mazzoni), esterna al Gruppo Fs, che cura i servizi di pulizia dei treni e di supporto alle attività di manutenzione, ha invaso i binari e la circolazione è poi ripresa gradualmente a conclusione dei controlli da parte delle squadre tecniche di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs) per verificare il corretto funzionamento dei sistemi di sicurezza. Complessivamente 15 i treni coinvolti, di cui sette cancellati per l'intero percorso. Gli altri treni hanno accumulato ritardi tra i 15 e i 60 minuti. I lavoratori che già a fine ottobre avevano attuato un'altra azione di protesta per chiedere le spettanze arretrate e l'assunzione nella nuova impresa di pulizie subentrata alla Geas, proseguono la mobilitazione in assemblea. La Cgil ha inviato una lettera a Geas, a Trenitalia, al Presidente della Regione, agli Assessori regionali dei Trasporti e del Lavoro, per chiedere la convocazione urgente di un incontro «per trovare soluzioni al problema dei lavoratori e evitare esasperazioni e un inutile e dannoso nuovo blocco dei treni». CORRISPONDENZA ROR
Poco dopo, dietro le mura cade il silenzio, la polizia riesce a entrare da alcune cancellate precedentemente forzate e infine chiude tutti nelle celle. Si passa alla conta, mentre il Cie inizia a spopolarsi di energumeni in divisa.
Tra le persone fermate durante la fuga c'è la conferma che qualcuno sia stato pestato violentemente ma non si riesce ad avere notizie sulle sue condizioni: dovrebbero essere circa quattro reclusi, tra loro una persona nata in Egitto potrebbe trovarsi in condizioni gravissime. Intanto in sei hanno conquistato la libertà.
Aggiungono inoltre che Ponte Galeria si sta riempendo di persone algerine che provengono dai Cie di tutta Italia e che il consolato ha già provveduto a identificare con il consueto “test linguistic
MILANO:SOTTO LA NEVE CONTINUA LA PROTESTA SULLA TORRE A MILANO = DAL 5 NOVEMBRE I MIGRANTI MANIFESTANO PER UNA NUOVA SANATORIA
Neanche la neve ferma la protesta dei due immigrati che, dall'alto della torre dell'ex Carlo Erba in via Imbonati a Milano, chiedono una nuova sanatoria. Una protesta, iniziata il 5 novembre scorso, con protagonisti cinque extracomunitari. Sabato scorso uno dei manifestati, un 23enne egiziano, era stato soccorso e trasportato in ospedale dopo un malore, causato proprio dal freddo. Un'ulteriore 'decimazionè: dopo dieci giorni due manifestanti erano scesi dalla torre. CORRISPONDENZA ROR
MIGRANTI: 'AVVENIRÈ, ITALIA FERMI LA MATTANZA IN ERITREA = ROMA GUARDI E AGISCA, RESPINGA L'INGIUSTIZIA
«Li stanno uccidendo a tre e a tre, con l'inesorabile ferocia di chi non considera uomo un uomo d'eritrea». Così 'L'altro editorialè del quotidiano 'Avvenirè descrive la tragica situazione per decine di ostaggi in mano a predoni che chiedono per la loro vita ottomila dollari di riscatto. «Accade al di là dal mare, in un deserto d'Egitto - scrive il quotidiano - e tocca a eritrei che vengono dalla Libia, e questo non sfida solo la nostra umanità, ma anche quel che resta della nostra memoria storica d'italiani. L'Italia, però, non guarda e non agisce. Non guarda la nostra tv, che pure sa essere spasmodicamente curiosa e attenta di morte. Non guarda, o guarda poco, il mondo dei giornali. Non guardano i grandi della politica europea, anche quando, riuniti proprio a Tripoli, alzando appena un pò lo sguardo potrebbero sussultare e dire e agire.» «Non guarda la Roma politica - continua il giornale - a parte due voci solitarie di senatrici, e soprattutto non guarda la politica che ha le leve di governo, che più potrebbe, e deve, spendere una parola e un gesto per le decine di 'respintì che in Libia non hanno avuto vita e nel deserto egiziano, ora, sono incatenati e messi a morte. Ma anche per altri 170 eritrei, senza patria e senza asilo. Che il nostro governo apra gli occhi. Veda e s'impegni per fermare la mattanza, respionga l'ingiustizia».
Eritrei respinti dall’Italia, altri tre uccisi
La denuncia dell’agenzia Habeshia: “Stamattina dodici hanno tentato di fuggire, sono stati presi e bastonati selvaggiamente. Tre di loro non sono sopravvissuti e hanno perso la vita nell'indifferenza assoluta delle istituzioni nazionali e internazionali" MILANO - Altri tre degli 80 profughi eritrei, prigionieri dei loro trafficanti nel deserto del Sinai da una decina di giorni, sono stati uccisi questa mattina. A denunciare il massacro è padre Mussie Zerai, presidente dell'associazione Habeshia: "Hanno perso la vita nell'indifferenza assoluta delle istituzioni nazionali e internazionali". Ieri altre tre eritrei erano stati uccisi. "Stamattina dodici hanno tentato di fuggire, sono stati presi e bastonati selvaggiamente. Tre di loro non sono sopravvissuti".Gli 80 eritrei stavano cercando di entrare clandestinamente in Israele, ma i loro trafficanti, una volta arrivati nel deserto del Sinai, hanno preteso altri 8 mila dollari in aggiunta ai 2 mila già pagati. In attesa che i parenti inviino i soldi, vengono tenuti incatenati. "Mentre in Libia si mercanteggia sulla pelle dei migranti, chiedendo cinque miliardi di euro all'Europa per bloccare il loro arrivo, in Egitto muoiono in due giorni 6 persone - afferma padre Mussie Zerai - e nessun governo 'civile' si è mosso per salvarli". Padre Mussie Zerai rinnova il suo appello ai governi di Italia, Egitto e al Parlmaneot europeo perché salvi i profughi prigionieri nel Sinai.
Amianto tra le macerie, allarme per il rischio tumori a L’Aquila
Mario Di Gioacchino, università di Chieti: “Da qui a 20 anni la città sarà colpita. Lavorare per garantire diagnosi precoci e rimuovere l’amianto”. Legambiente: “Nelle macerie c’è veramente di tutto” L’Aquila – Nella città colpita dal terremoto del 6 aprile 2009 sta montando fra la popolazione il timore che la salute dei cittadini possa essere compromessa nel futuro per la prolungata esposizione attuale a rifiuti tossici. Negli ultimi giorni sono stati due gli allarmi lanciati. Il primo è venuto dal professor Mario Di Gioacchino, docente dell'Università di Chieti nel corso di un convegno Inail dedicato ai tumori professionali e agli infortuni sul lavoro. “L’Aquila – ha affermato nel suo intervento - di qui a vent'anni sarà colpita dalla seconda piaga ‘regalataci’ dal terremoto: i tumori dovuti all'inalazione di polveri di amianto. Qui all’Aquila – ha continuato- la situazione è grave: moltissimo amianto è sparso per il centro storico ed in periferia, ogni giorno girovagando”. Avverte Di Gioacchino: “I tumori si svilupperanno, non c’è dubbio”, inutile parlare di prevenzione, occorre “semplicemente” lavorare per garantire diagnosi precoci e rimuovere e smaltire l’amianto presente al più presto.A rinforzare l’allarme del professor Di Gioacchino, è stata poi Legambiente, che venerdì scorso, a lato della cerimonia di inaugurazione de “il Punto”, un nuovo spazio di aggregazione per le associazioni aquilane, per bocca del suo presidente regionale, Angelo Di Matteo, ha ribadito la pericolosità della situazione aquilana:- Nelle macerie c’è veramente di tutto, un grande problema in particolare è rappresentato dall’amianto, una criticità presente anche prima del sisma, ma oggi ancora più acuta perché l’amianto frammentato e deteriorato è ancora più pericoloso. Di Matteo ha però sottolineato che il problema madre è la mancanza in Abruzzo di una discarica autorizzata per l’amianto:Tutto il materiale - ha spiegato - va a finire fuori regione. È arrivato il momento di individuare un sito per lo smaltimento, che dovrà essere effettuato con le migliori tecniche a disposizione.Già lo scorso anno – ha ricordato il presidente abruzzese - Legambiente aveva fatto sapere che il modo in cui si stava procedendo con le macerie era sbagliato. In particolare riteniamo che l’intervento del ministero dell’Ambiente non sia stato né efficace né positivo. Non ha risposto alle esigenze del momento. Quanto ai sindaci, sicuramente avranno fatto degli errori, ma non avevano molto margine per muoversi. Nell’ultimo anno – spiega meglio – la colpa è dello Stato, ma in precedenza sono stati i sindaci a non aver individuato i luoghi di stoccaggio delle macerie. Questo può essere legato al fatto che avevano ‘paura’, perché non era stata stabilita una disciplina straordinaria sui rifiuti, ma vigeva quella ordinaria.La priorità adesso – ha concluso Di Matteo – è individuare i siti di stoccaggio delle macerie, dove poter procedere alla suddivisione. Oggi è possibile recuperare almeno il 60% dei rifiuti. L’obiettivo non è solo ambientale, ma anche economico perché la filiera del riciclo produce anche reddito e occupazione. Una tesi molto simile a quella del popolo delle carriole che nello scorso febbraio aveva “mostrato” alle istituzione come procedere:-Il popolo delle carriole – secondo Legambiente – ha trovato un metodo semplice ma utile per lanciare un messaggio simbolico e sociale forte, ma dopo la denuncia ci deve essere la fase due, quella guidata dalle istituzioni e da chi di dovere.
ILVA: CONSIGLIO STATO CONFERMA, SOSPESO REFERENDUM CHIUSURA RIGETTATO RICORSO AMBIENTALISTI TARANTO,A GENNAIO UDIENZA MERITO
TARANTO-La quinta sezione del Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso d'appello proposto dal Comitato 'Taranto Futurà contro l'ordinanza del Tar di Lecce che sospendeva il decreto del sindaco di Taranto con il quale veniva indetto per il 27 marzo 2011 il referendum consultivo sull' ipotesi di chiusura totale o parziale dell'Ilva di Taranto. Il Consiglio di Stato, accogliendo le eccezioni difensive presentate dall'Ilva, da Confindustria Taranto e la Cgil, ha condiviso la pronuncia del Tar di Lecce rilevando l' insussistenza di interessi cautelari in considerazione del fatto che il 12 Gennaio prossimo si terrà dinanzi al Tar l'udienza di merito. Ilva, Confindustria e Cgil, è detto in una nota - avevano sollevato eccezione di illegittimità in quanto «le firme del comitato promotore per l'indizione del referendum sono state raccolte su un modulo nel quale veniva reintrodotto sotto forma di relazione la parte del quesito non ammesso dal Comitato dei Garanti che richiedeva l'intervento del Governo, in caso di chiusura dello stabilimento Ilva, per il mantenimento dei livelli occupazionali»
FIRENZE: sollicciano carcere sciopero della fame
http://www.redattoresociale.it/DettaglioNotizie.aspx?idNews=331765
GRECIA: RECLUSI CARCERE NEA ALICARNASSOS IN SCIOPERO FAME Irremovibili nelle loro richieste, i detenuti del carcere greco di Nea Alicarnassos sono oggi, per il terzo giorno consecutivo, in sciopero della fame. La situazione non Š migliore nelle altre prigioni della Grecia, mentre l'organismo di coordinamento dei reclusi chiede dal Ministro della Giustizia, Haris Kastanidis, di affrontare con urgenza i problemi cronici del sistema carcerario greco. Problemi che, secondo i detenuti, riguardano soprattutto il sovraffollamento e le condizioni sanitarie.
Mercoledì 1 Dicembre 2010:Giornata Mondiale della lotta contro l'AIDS.CHI OSTACOLA LA PREVENZIONE PUO' RITENERSI FRA LE CAUSE DELLA DIFFUSIONE DEL VIRUS HIV?
Il continente più colpito dal HIV era e resta l'Africa. È un fatto.Il modo più efficace per contrastarlo nell'immediato almeno per diminuire le nuove infezioni è il preservativo. È un altro fatto. In Africa i cattolici sono 172 milioni, i cristiani tutti assieme 470 su circa 700 milioni di abitanti. Il cristianesimo è la religione di maggioranza fra i popoli neri, i musulmani sono, sempre nell’Africa sotto il Sahara, in 234 milioni. I dati sono del prestigioso “Pew Research Center” di Washington riferiti al 2010, secondo il quale i cristiani aumentano molto più rapidamente degli islamici.Non c’è dubbio che, nell’Africa nera, il cristianesimo è oggi la religione e l’ispirazione culturale-morale che più influisce sul cammino di quei popoli verso il mondo moderno. Nel 2010, con uno stuolo di cadaveri alle spalle ma non sulla coscienza, Ratzinger decide che vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, tenendo a precisare pero' subito dopo che, tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per vincere l’infezione dell’Hiv. Che dire, milioni di fedeli morti di HIV in questi anni, ringraziano per il gentile se pur tardivo pensiero.Nella recente conferenza internazionale sull'AIDS tenutasi a Vienna (e tristemente si registra l'assenza di rappresentanti d ella politica Italiana nonostante le promesse di Berlusconi durante il G8 del 2009 dove,tra le macerie dell'Aquila, promise altri 30 milioni di dollari che si sarebbero aggiunti ai 260 milioni promessi e mai visti) si e' ripetuto spesso rights here,right now. Diritti qui e subito. La morale della chiesa cattolica non può' sovrastare iI diritto alla salute, questa e' una violazione dei diritti umani. Il Governo Italiano deve destinare adeguate risorse a strutture e alla prevenzione a partire dalla promozione dell'uso del preservativo, nelle scuole ad esempio, anche a costo di fare un torto alla chiesa cattolica, al quale giudizio lo stato guarda sempre con troppa considerazione pur essendo per definizione laico.Perché il sito del ministero della sanità non aggiorna le statistiche dell'infezione dal lontano 2005?Perché in questi giorni non abbiamo ancora visto in televisione o tramite altri mezzi d'informazione, alcun messaggio da parte del Ministero della Sanità sull'argomento hiv?Chi si aspettava di vedere in televisione qualche cenno di campagna contro l'hiv in questi giorni, ha notato che l'unico segno di vita che il governo ha dato è quello di riproporre la campagna contro l'omofobia di novembre 2009. Perchè?Nel sito del ministero leggiamo testualmente: “C’è chi dice che l’AIDS non è più un problema e che comunque riguarda solo alcuni...”C'è chi dice... Chi lo dice?. Il governo italiano?...Riguarda solo alcuni... Alcuni chi? Gli omosessuali?E poi c'è quello spot pubblicitario ai libri di Moccia, commissionato da ANlAIDS , sotto l'alto Patronato del Presidente della Repubblica con il Patrocinio del Ministero della Gioventù. Tre metri sopra il cielo, ilucchetti di ponte Milvio e storie d'amore piene di passione... Ma di che cosa stiamo parlando?Ci chiediamo se fra le cause della diffusione del virus e le tante troppe vittime che ci sono state ci siano anche quelle organizzazioni, enti,stati, governi, amministrazioni che non incentivano politiche di prevenzione ma che addirittura le bloccano. Chi come il Papa fa disinformazione e vieta di fatto a milioni persone l'uso del preservativo per tutelare la propria vita e quella degli altri, va aggiunto alla lista delle principali cause di morte per AIDS, assieme al sesso non protetto eil sangue infetto. Tutto questo naturalmente con gran godimento delle multinazionali farmaceutiche che producono i farmaci antiretrovirali in grado di ridurre la mortalità degli individui che sono stati infettati dal virus e migliorare la loro qualità di vita.
ESTERI
IRAN: DONNA IN CARCERE USA DENUNCIA VIOLENZE E MALTRATTAMENTI
Teheran.Shahrzad Mir-Qolikhan, trentenne iraniana, ha denunciato all'emittente Press Tv maltrattamenti e torture nel carcere americano della Florida in cui è detenuta. La donna è stata raggiunta al telefono dalla tv, a cui ha parlato di forti pressioni fisiche e psicologiche. «Qui non ti colpiscono con le loro mani - ha detto Mir-Qolikhan - ma il modo in cui ti trattano, in cui ti rinchiudono in cella, ti costringono a pulire i pavimenti, a spostare gli armadietti», causano gravi danni al corpo e alla mente, ha denunciato. La donna è stata arrestata nel 2007, all'età di 26 anni, per cause che, secondo l'emittente non sono del tutto chiare. L'ex marito, Mahmoud Seif, era stato processato poco prima per aver esportato illegalmente attrezzature per la visione notturna in Iran, paese colpito da sanzioni Usa e internazionali a causa del suo controverso programma nucleare. Poco dopo, anche lei è stata condannata a cinque anni di carcere. Secondo il suo racconto, le viene impedito di avere accesso ai documenti relativi al suo processo e di incontrare i suoi familiari, comprese le sue due figlie. Le verrebbe concessa solo poco più di un'ora in totale di telefonate per settimana. «Sono disgustata da questa gente e dal modo in cui mi tratta - ha detto - preferirei morire piuttosto che stare qui un solo giorno di più. La donna, secondo il suo racconto, è stata anche tenuta in isolamento per una settimana circa, in un braccio del carcere riservato a chi si è macchiato dei crimini più gravi
Gr 13:00
In primo Piano
NOTIZIE BREVI
ESTERI
WIKILEAKS
L'Interpol ha inserito Julian Assange nella lista dei più ricercati al mondo. Lo rende noto con un comunicato sul suo sito Internet dell'Organizzazione internazionale di polizia precisando che l'inserimento del fondatore di Wikileaks nella sua "lista rossa" fa scattare il mandato d'arresto nei suoi 188 Paesi membri. L'Interpol sottolinea che si tratta di aiutare un paese membro, appunto la Svezia, che già nelle scorse settimane aveva chiesto l'intervento dell'organizzazione di polizia internazionale, ad "ottenere la detenzione o l'arresto preventivo di una persona ricercata". Gli avvocati di Julian Assange in Svezia hanno intanto presentato un ricorso alla Corte Suprema di Stoccolma contro il mandato d'arresto per il fondatore di Wikileaks. La Corte suprema svedese dovrebbe pronunciarsi presto, al massimo per l'inizio della prossima settimana, hanno fatto sapere fonti del tribunale. Assange è ricercato dalla Svezia per essere interrogato per un caso di "stupro ed aggressione sessuale", in seguito alla denuncia di due donne che risale ad agosto. La "richiesta di arresto ai fini dell'estradizione" era stata inoltrata da Stoccolma all'Interpol il 20 novembre. Alla Svezia il fondatore di Wikileaks aveva intenzione di chiedere un permesso di residenza, per usufruire della tutela delle leggi svedesi sulla libertà di stampa per il suo sito Wikileaks.
COREE Stati Uniti e Corea del sud terranno nuove esercitazioni militari congiunte nel Mar Giallo entro la fine del mese: lo ha reso noto lo Stato maggiore di Seoul, pochi giorni dopo un conflitto a fuoco con le Forze armate di Pyongyang per un'isola contesa lungo il 38° parallelo. I servizi di intelligence di Seul valutano «altamente probabile» un nuovo attacco da parte della Corea del Nord, dopo la raffica di artiglieria sparata la scorsa settimana contro l'isola sudcoreana di Yeonpyeong. Lo afferma Won Sei-hoon, direttore del National Intelligence Service (Nis), nel corso di un'audizione parlamentare, spiegando che si tratta di azioni legate «alla successione al vertice» del regime di Pyongyang.
GRECIA
Irremovibili nelle loro richieste, i detenuti del carcere greco di Nea Alicarnassos sono oggi, per il terzo giorno consecutivo, in sciopero della fame. La situazione non Š migliore nelle altre prigioni della Grecia, mentre l'organismo di coordinamento dei reclusi chiede dal Ministro della Giustizia, Haris Kastanidis, di affrontare con urgenza i problemi cronici del sistema carcerario greco. Problemi che, secondo i detenuti, riguardano soprattutto il sovraffollamento e le condizioni sanitarie.
SPAGNA
La polizia spagnola ha arrestato questa notte nel quartiere immigrato del Raval, a Barcellona, sette pachistani accusati di fare parte di una rete internazionale di appoggio ad Al Qaida, riferisce la stampa spagnola. I sette arrestati sono sospettati di avere partecipato al furto e alla falsificazione di passaporti destinati a gruppi del terrorismo islamico in Pakistan. Secondo El Mundo online, i documenti falsificati erano inviati fra l'altro al gruppo vicino ad Al Qaida Lashkar-a-Taiba, accusato di essere responsabile degli attentati di Bombay del novembre 2008, che fecero 166 morti. Il gruppo di cui facevano parte a Barcellona, secondo El Pais online, era «perfettamente strutturato».
GRAN BRETAGNA
Scontri e arresti ieri in Gran Bretagna, teatro della terza manifestazione degli universitari contro l'aumento delle rette proposto dal governo. In manette sono finiti 153 studenti, 146 solo a Londra dopo gli scontri con la polizia a Trafalgar Square. Lo scrive il Guardian. Le manifestazioni sono state organizzate anche a Brighton, Birmingham, Bristol, Manchester, Newcastle e Oxford. Nella capitale, un gruppo di dimostranti si è rifiutato di lasciare Trafalgar Square alla fine della manifestazione, dando luogo a episodi di teppismo - la statua di Nelson è stata imbrattata dai graffiti, e molte vetrine sono andate in pezzi. Dopo il lancio di oggetti contro la polizia, gli agenti hanno caricato i dimostranti con i manganelli. In quasi tutte le dimostrazioni di ieri, gli universitari hanno tentato di scalare, come in Italia, tetti e sedi istituzionali.
GHANA
Il Ghana è sotto shock dopo che un'anziana è stata bruciata viva perché accusata di essere una strega. Lo scrive la Bbc online. La donna, 72 anni, è morta il giorno dopo il tragico evento per le ferite riportate. Il fatto è accaduto qualche giorno fa nella città portuale di Tema, vicino la capitale Accra. La donna è stata cosparsa di cherosene da un gruppo di cinque persone, uno dei quali, precisa la stessa fonte, potrebbe essere un religioso, un pastore evangelico. Le autorità di polizia hanno arrestato tre donne e due uomini con l'accusa di avere torturato e ucciso Ama Hemmah dopo che la vittima aveva confessato di essere una strega.
IRAN
La fidanzata di un calciatore iraniano, accusata di aver ucciso la prima moglie dell'uomo, è stata impiccata alle prime ore di questa mattina nel carcere di Evin a Teheran. Lo ha dichiarato l'avvocato della donna, Abdosamad Khorramshahi, all'agenzia di stampa Irna. Shahla Jahed era accusata di aver ucciso 9 anni fa Laleh Saharkhiza e il caso era stato molto seguito nella Repubblica islamica per la fama del calciatore. La famiglia di Jahed aveva cercato di convincere i familiari della donna uccisa a perdonarla, ma tutti gli sforzi sono falliti. La condanna a morte, ha spiegato Khorramshahi, è stata confermata dalla Magistratura. L'esecuzione odierna porta ad almeno 146 le condanne a morte eseguite dall'inizio dell'anno.
CHINA
Almeno sette minatori sono intrappolati nel fondo di una miniera di carbone allagata a Xiangtan, nella provincia centrale cinese dell'Hubei. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. L'incidente è avvenuto ieri sera poco prima della mezzanotte nella miniera di carbone Yide. Al momento non si hanno ulteriori dettagli sullo stato di salute dei minatori. Sul posto per tutta la notte si sono adoperati i soccorritori
COLOMBIA
Tre poliziotti ed un civile sono rimasti uccisi ieri pomeriggio nel sud della Colombia per l'esplosione di un'autobomba attribuita alla guerriglia delle Farc; 16 i feriti. Lo rendono noto fonti ufficiali. L'esplosivo era stato piazzato in un mezzo del trasporto pubblico. La deflagrazione è avvenuta alle 16:45 di ieri ora locale (le 22:45 di ieri in Italia), mentre il veicolo era fermo davanti ad un posto di polizia di Vegalarga, nel dipartimento di Huila. «Tre delle vittime sono agenti, l'altra è un civile: il conducente del mezzo. L'esplosione ha fatto anche 16 feriti, otto dei quali sono poliziotti», hanno precisato fonti di polizia. Sabato scorso altre sei persone, tra le quali un poliziotto, erano morte sempre nel sud della Colombia per un attacco attribuito anche stavolta alle Farc. Gli scontri tra esercito, polizia e guerriglia hanno causato ad oggi oltre 785 morti (escluse le vittime civili), secondo un bilancio del ministero della Difesa colombiano.
ITALIA
CAGLIARI
Nuova manifestazione di protesta questa mattina, per il secondo giorno consecutivo, col blocco dei binari della stazione di Cagliari per circa un'ora, dei lavoratori dipendenti della ex Geas, ditta addetta alle pulizie dei convogli, da quattro mesi senza stipendio. Dopo il blocco dei treni di ieri mattina gli operai hanno nuovamente attuato una manifestazione che ha impedito arrivi e partenze dalle 7:40 alle 8:30. Il gruppo di dipendenti della ex Geas (Gruppo Mazzoni), esterna al Gruppo Fs, che cura i servizi di pulizia dei treni e di supporto alle attività di manutenzione, ha invaso i binari e la circolazione è poi ripresa gradualmente a conclusione dei controlli da parte delle squadre tecniche di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs) per verificare il corretto funzionamento dei sistemi di sicurezza. Complessivamente 15 i treni coinvolti, di cui sette cancellati per l'intero percorso. Gli altri treni hanno accumulato ritardi tra i 15 e i 60 minuti. I lavoratori che già a fine ottobre avevano attuato un'altra azione di protesta per chiedere le spettanze arretrate e l'assunzione nella nuova impresa di pulizie subentrata alla Geas, proseguono la mobilitazione in assemblea
Siparietto
Gr 9:30
ESTERI
ITALIA
Appunti e note redazionali
Servizi audio della giornata