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ITALIA

BRESCIA: NOUREDDINE RINCHIUSO NEL CIE DI MODENA

Questa mattina a Brescia la polizia ha fermato Noureddine, uno degli immigrati del presidio della gru, ed in poche ore e’ stato rinchiuso nel CIE di Modena in quanto la sua domanda di regolarizzazione con la sanatoria colf e badanti e’ stata rigettata a causa della condanna per inottemperanza ad un ordine di espulsione del questore. Noureddine, migrante della comunita’ marocchina, e’ uno dei protagonisti della lotta per i diritti e per la regolarizzazione di tutte le persone che hanno fatto la sanatoria colf e badanti ed e’ conosciuto in citta’ anche perche’ attivo in associazioni di volontariato. Il presidio sotto la gru, le associazioni antirazziste e degli immigrati fanno appello per una immediata mobilitazione per le prossime ore e per i prossimi giorni.

BRESCIA: IMMIGRATO ARRESTATO MUORE IN CASERMA (audio: ROd'U)

Si indaga sulla morte di un senegalese di 34 anni, accaduta dopo l'arresto. Il decesso è avvenuto domenica mattina nella caserma Masotti, sede del comando provinciale dei carabinieri, in piazza Tebaldo Brusato, a Brescia. L'uomo era stato fermato per un controllo venerdì sera e arrestato nelle ore successive per violazione della Bossi-Fini. Poco dopo le 8 di domenica mattina ha iniziato ad avere problemi respiratori ed è stato chiamato il 118. In pochi minuti, però, il malore è degenerato, tanto che il senegalese è morto alle 8.45. Il Pm di turno, Francesco Piantoni, ha disposto l'autopsia. Gli accertamenti svolti fino a ora non avrebbero comunque evidenziato segni di violenza sul corpo. La morte sembra al momento dovuta a cause naturali.

TORINO: AZIONI ANTIRAZZISTE

Domenica 12 dicembre. Nel pomeriggio appuntamento nella centralissima piazza Castello affollata per le compere natalizie. Messe in centro alla piazza le transenne che da qualche settimana blindano il palazzo della Regione, più volte assediato dagli studenti in lotta contro la riforma Gelmini, appeso lo striscione “Torino è antirazzista”, è partito un vivace presidio con Samba Band, distribuzione di volantini e interventi per raccontare di Hassan e Arbil. Condannati dal tribunale a meno di due anni per la rivolta del 14 luglio al CIE di Torino, vi hanno fatto ritorno dopo cinque mesi di galera. Sono in sciopero della fame da 11 giorni: chiedono di essere tolti dall’isolamento e di avere una cella riscaldata. Hassan ha ingoiato due bulloni e una pila. Nella notte di venerdì 10 si è sentito male, provato dallo sciopero e forse dall’ingestione di qualche altra porcheria, nella notte è stato condotto all’ospedale. Dopo quella sera il cellulare di Hassan è rimasto spento. Dopo un paio d’ore gli antirazzisti si spostano sull’altro lato della piazza, all’angolo con via Roma, dove c’è un banchetto del PDL. In testa la Samba Band che suona e grida “libertà è cacciarvi di qua!”. Si schiera l’antisommossa e anche una piccola folla di gente che osserva la scena: quelli del PDL danno in escandescenze e ci guardano allibiti, quando dal megafono una compagna dice “dopo Berlusconi noi non vogliamo nessun governo, perché la libertà, quella vera, non delega a nessuno il proprio futuro, perché non c’è giustizia sociale se non si mandano via tutti i padroni”. Ma la giornata non finisce lì. Gli antirazzisti si spostano al CIE di corso Brunelleschi. Al ritmo della Samba, si fa il giro per andare all’ingresso principale e si fa qualche intervento. Due compagne vanno comunque dall’altra parte per avere notizie dei ragazzi in sciopero della fame, in isolamento al freddo e senza più collegamento con l’esterno. Esce infine un “responsabile” che rifiuta di dire il suo nome. A suo dire Hassan sta bene, al caldo, visitato dai medici. Nel frattempo al CIE di Torino hanno trasferito una decina di immigrati reduci dalla rivolta che la notte precedente aveva gravemente danneggiato il CIE di via Corelli a Milano. Molti sono messi male perché la polizia è entrata nelle sezioni, pestando a sangue i ribelli. Nella mattinata di oggi, lunedì 13 dicembre, ridanno il cellulare ad Hassan, che è sempre più debole, ma determinato a non mollare la lotta.

ROMA: CONTESTAZIONE DI STUDENTI E PRECARI ALLA CISL (audio: ROR)

BOLOGNA: MOBILITAZIONE CITTADINA DEGLI STUDENTI (audio: ROR)

PUGLIA: LOTTA CONTRO I DEVASTATORI DELL'AMBIENTE (audio: ROR)

ESTERI

U.E.: UN MILIONE DI FIRME CONTRO GLI O.G.M.

Greenpeace e Avaaz hanno consegnato la prima "iniziativa dei cittadini" nelle mani del commissario alla Salute dell'Unione europea, John Dalli: si tratta di un milione di firme contro gli ogm. Gli attivisti hanno installato di fronte alla sede della Commissione un'enorme rappresentazione in 3D di un campo agricolo realizzata dall'artista di fama mondiale Kurt Wenner. L' "iniziativa dei cittadini" è stata introdotta con il Trattato di Lisbona del dicembre 2009 e permette a un milione di europei, appartenenti a un significativo numero di Paesi, di chiedere all'Ue di modificare leggi comunitarie. Oltre un milione di firme per chiedere alla Commissione Ue di vietare gli OGM fino a quando verrà istituito un nuovo organo tecnico scientifico, più indipendente e competente dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), che sia in grado di valutarne adeguatamente gli impatti. La petizione di Greenpeace e Avaaz è stata avviata lo scorso marzo in seguito all'approvazione, da parte della Commissione, della patata OGM resistente agli antibiotici, autorizzata nonostante rilevanti dubbi a livello scientifico e la forte opposizione pubblica contro gli OGM. Molti Paesi stanno citando la Commissione alla Corte europea di giustizia per questa autorizzazione. In Italia, Galan deve finirla con l'ostruzionismo verso le Regioni che stanno agendo a tutela della nostra agricoltura e della biodiversità e dichiarare ufficialmente l'Italia libera dagli OGM.

IRAQ: 835 CONDANNE A MORTE

Il ministro dell'Interno iracheno, Jawad al-Bolani, ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa, che nelle carceri statali sono detenuti 14.500 prigionieri per reato di terrorismo. Di questi, 835 sono in attesa di essere giustiziati. Per gli altri, le corti nazionali hanno optato per l'ergastolo. Nonostante il monito dell'inviato dell'Onu, Adrianus Melkert, affinché la condanna a morte venga abolita come strumento di repressione di tali crimini, la pena capitale è stata ripristinata a Baghdad nel 2004, dopo una moratoria sancita l'anno precedente, come misura per contrastare la proliferazione dilagante del terrorismo nel paese. Secondo quando riportato dal portavoce del governo, Ali al-Dabbagh, solo tra il 2005 e il 2009, sono stati giustiziati 230 prigionieri.


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gror101213 (last edited 2010-12-13 19:01:58 by anonymous)