Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

ITALIA

La Cortecostituzionale ha dichiarato ammissibili quattro quesiti referendari su sei.A passare sono state due delle proposte del Forum dei movimenti dell’acqua contro la privatizzazione del servizio idrico, il no all’atomo targato Italia dei valori e il referendum per l’abrogazione della legge sul legittimo impedimento. La Consulta ha invece bocciato il quesito per la ripubblicizzazione degli acquedotti sostenuto dall’Idv e la seconda proposta del Forum. A breve verranno rese note le date in cui si terrà la consultazione popolare.«La giornata di oggi segna una tappa importante del percorso referendario per la ripubblicizzazione dei servizi idrici - dice Paolo Carsetti, segretario del Forum dei movimenti per l’acqua -. Siamo soddisfatti del risultato. Nonostante una delle nostre tre proposte non sia passata, l’impianto regge ugualmente»

nucleare

Buone notizie anche sul fronte del nucleare: la Corte Costituzionale ha detto sì al referendum proposto dall'Italia dei Valori che punta ad abrogare parte della legge 6 agosto 2008 n. 133 che affida al Governo la definizione della Strategia Energetica Nazionale comprendente il rilancio del nucleare, di alcuni articoli della legge 99/2009 e del conseguente decreto 31/2010. Si tratta di un quesito molto articolato per abrogare la norma per la "realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare" relativo al decreto legge riguardante "disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge il 6 agosto dello stesso anno.

Roma.Campi nomadi gestiti dalla Croce Rossa come precedentemente denunciato dal Redattore Sociale

La vicenda dell’assegnamento dei servizi nei campi rom attrezzati della capitale assomiglia ad una saga. In ballo c’è la “pace” e la tranquillità per una popolazione martoriata dalla discriminazione, il popolo rom che da molti anni vive a Roma. Tutt’intorno, intanto, è un rincorrersi di strategismi, voci, conferme e smentite. Pedine dichiarate, pedine all’ombra che operano nel silenzio e ancora altre pedine pronte a partire per il fronte. Ed è presto perché si possa parlare di ultimo atto. Questa mattina il ‘copione’ prevedeva una parte degli operatori delle cooperative sociali che lavorano da più di dieci anni con i rom. Circa un centinaio, tra cui molti rom, hanno presidiato il Dipartimento per le Politiche sociali della capitale per chiedere prima di tutto risposte chiare sul proprio futuro. Sono lavoratori, in fondo. E le decisioni di una futura assegnazione dei servizi ai quali hanno lavorato da oltre 10 anni, interessa e non poco. Soprattutto se, per alcuni di loro, il termine del servizio è fissato al 28 febbraio. Poco meno di due mesi, in tempo di crisi. Supportati dalla Funzione pubblica della Cgil chiedono garanzie sul proprio lavoro, ma chiedono anche che le proprie professionalità sviluppate con i rom non vadano sprecate. Quello di cui si è certi oggi è che a gestire i campi sarà la Croce rossa, quindi niente bandi di gara per l’assegnazione dei servizi come una volta. Forse venerdì 14 gennaio si saprà qualcosa in più dall’incontro tra operatori dei campi rom e Croce rossa, ma per il momento, come chiosa La Manna, “la direzione ufficiale è una sola. Il comune ha fatto un accordo con la Croce rossa. Per il resto stiamo a vedere come evolve la situazione”. E probabilmente bisognerà aspettare il prossimo episodio. FIRENZE SESTO FIORENTINO (FI) – Mentre le istituzioni stentano a trovare un’alternativa abitativa, i circa cento rom romeni del campo abusivo di San Piero a Quaracchi di Sesto Fiorentino (alle porte di Firenze) continuano a vivere in condizioni disumane. Ancora più sovraffollati di due settimane fa, quando uno dei due capannoni in cui vivevano è andato in fiamme, distruggendo gran parte degli averi degli abitanti. E soprattutto, con l’amianto che penzola sopra le loro teste, dentro il tetto e nelle pareti dell’unico capannone rimasto. Alcuni occupanti vivono in strettissime baracche in cartone e compensato. Le condizioni abitative sono drammatiche: manca l’elettricità, manca l’acqua, manca il riscaldamento. Si dorme appiccicati come sardine in materassi fatiscenti, raggomitolati uno accanto all’altro. Gli occupanti lamentano anche la carenza di coperte per ripararsi dal freddo, oltre che di vestiti. Per fare luce si utilizzano torce e pile elettriche. Per mangiare si scaldano cibi precotti in padelle sgangherate su fatiscenti bombole del gas o facendo dei fuochi improvvisati con della legna. Molto precarie le condizioni igieniche. “Per noi è impossibile anche farsi la doccia” spiega Alex, un giovane diciottenne con lo sguardo stralunato. Per lavarsi si utilizzano delle taniche d’acqua riempite alla fontana pubblica più vicina. Alex è arrivato in Italia da quattro mesi. E’ sempre vestito nello stesso modo: “Non ho altro da mettermi” sussurra. Non va a scuola, perché, spiega, “non ho neanche un posto decente in cui dormire, figuriamoci uno per studiare”. Gli interni delle baracche e del grande capannone mettono sconforto: accanto a letti, giocattoli e passeggini, si muovono indisturbati gli scarafaggi. Talvolta, fanno capolino anche i topi. L’umidità divora le pareti, le coperte di lana servono per tamponare le fuoriuscite d’acqua. Naturalmente, mancano anche i bagni. Tutto avviene all’aria aperta, tra i rifiuti e il pantano.

Roma Roma.Azione alla Fim e Uilm.No al nuovo patto sociale

MANTOVA. Processo alla Montedison

Dopo otto anni di indagini si è aperto a Mantova uno dei processi più attesi degli ultimi anni, quello che riguarda il polo petrolchimico ex Montedison del capoluogo lombardo. Sul banco degli imputati dodici tra ex manager e ex direttori di stabilimento, in un periodo di tempo che va dal 1970 al 1989, tutti accusati di omicidio colposo per la morte di 72 operai e per omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Gli operai del petrolchimico lavoravano a contatto con benzene, amianto e stirene, tutte sostanze altamente tossiche che provocano cancro al pancreas, mesotelioma pleurico, tumori al polmone e leucemie. L'inchiesta ha preso avvio da uno studio dell'epidemiologo Paolo Ricci (della Asl di Mantova) e da un esposto dei consiglieri regionali Carlo Monguzzi e Giuseppe Torri. Nell'analisi, Ricci mette a paragone i lavoratori dello stabilimento con il complesso della popolazione italiana, sulla base dell'effetto lavoratore sano, Il polo petrolchimico di Mantova fu costruito nel 1957 in una delle tre anse che il fiume Mancio forma intorno alla città. Oggi produce plastiche e fibre sintetiche, ma fino all'inizio degli anni novanta era attivo anche un impianto cloro-soda a mercurio. Le materie prime arrivavano su navi fluviali direttamente dal petrolchimico di Marghera. Nel corso di quei lunghi anni mercurio e idrocarburi hanno continuato ad accumularsi nel terreno e nelle acque di falda. Ancora oggi, l'area denominata Laghi di Mantova e Polo Chimico è inserita nell'elenco dei siti contaminati di interesse nazionale ma risulta ancora bonificato lo 0%. E' necessario sottolinearlo perché nelle battaglie che riguardano la mancata applicazione di norme sulla sicurezza sul lavoro, non si può non considerare l'inquinamento ambientale delle zone limitrofe ai poli industriali. In questo caso il rischio di morte e malattie collegate all'esposizione da fibre tossiche riguarda, infatti, anche gli abitanti dei quartieri intorno alla fabbrica, Frassino e Virgiliana, che rischiano di ammalarsi di sarcoma ai tessuti molli con una probabilità 30 volte più elevata rispetto agli abitanti del centro urbano. Una sessantina tra famiglie, istituzioni e sindacati, si sono costituiti parti civili, alcuni ex operai sopravvissuti a quegli anni, hanno raccontato come si viveva in quegli anni nella fabbrica. Hanno raccontato, ad esempio, di visite mediche rassicuranti dei colleghi cui seguiva però, in caso di morte, la consegna delle radiografie.Hanno raccontato di colleghi morti a quarant'anni, di operai addetti alle caldaie, i presunti 'fortunati' perché lavorano al chiuso, nei posti più sicuri e invece si sono spenti di morti lente e dolorose La prossima udienza del processo è convocata per martedì prossimo.

TARANTO.Le colline di ferro

Le chiamano "colline ecologiche" ma di ecologico hanno ben poco. Ingannano l'occhio, non il naso, non la pelle di chi vive a Tamburi, il quartiere assediato dalle ciminiere dell'Ilva, la più estesa acciaieria d'Europa. Per decenni nuvole di polvere carica di diossina hanno scavalcato questo esile diaframma di terra che separa la fabbrica dalle case seminando un tappeto rosso e nero sulle strade, sui giardini, sui balconi. Per decenni a Tamburi si sono stesi i panni solo quando non soffiava la tramontana, altrimenti bisognava rilavarli appena asciutti. Per decenni si è accettato di convivere con un vulcano artificiale che aveva preso in ostaggio Taranto dando 13 mila posti di lavoro in cambio della salute di tutti."Oggi la situazione non è più da emergenza, ma quanta diossina abbiamo respirato in mezzo secolo di emissioni non lo sa nessuno perché mancavano i rilevamenti con i numeri esatti", spiega Gino D'Isabella, segretario della Cgil di Taranto. "Però era tanta. E per molti anni la nostra città è rimasta in cima alle classifiche sull'inquinamento perché per molti anni la direzione dell'azienda, nata come Italsider e acquisita nel 1995 dal gruppo Riva, ha cercato di eludere il problema. Un problema che sarebbe stato ben diverso se nel 1961 fosse stato accolto il parere della commissione tecnica che suggerì di costruire la fabbrica dieci chilometri più in là. Purtroppo le classi dirigenti dell'epoca scelsero in base alla proprietà dei terreni, non alla logica". Quando finalmente si è cominciato a misurare la diossina si è scoperto che le quantità in gioco erano decine di volte superiori ai valori di riferimento indicati dall'Unione Europea ed è cominciata una battaglia durissima che ha visto come protagonisti da una parte la Regione Puglia e i comitati dei cittadini, che chiedevano il limite più cautelativo (0,4 nanogrammi per metro cubo)."E' stato un confronto molto acceso tra l'Ilva, e il Min dell'Ambiente ", ricorda Giorgio Assennato, direttore dell'Arpa Puglia. "e la Reg.Puglia,E per arrivare a produrre i dati che hanno messo fine alla questione abbiamo dovuto far ricorso alle casse pubbliche perché a differenza di altre grandi aziende siderurgiche, l'Ilva non ha voluto pagare i rilevamenti al di fuori della fabbrica: sono state analisi lunghe e costose condotte a spese dei contribuenti. Ma il risultato è stato raggiunto e oggi i limiti fissati dalla Regione Puglia sulla diossina vengono rispettati. Il problema riguarda piuttosto il benzopirene, un composto cancerogeno su cui c'è ancora molto lavoro da fare: da alcuni rilievi risulta che la concentrazione a Tamburi è 5 volte più alta che nel centro di Taranto, cioè nel punto in cui nelle altre città si registra il picco".

Prorogato lo stato di emergenza carceri.Antigone: “Il governo affronti il problema carcerario nel suo complesso”

MILANO – E' stato prorogato lo stato di emergenza sulle carceri, scaduto il 31 dicembre 2010. La decisione è stata presa nella serata di ieri dal Consiglio dei ministri. La misura, entrata in vigore il 13 gennaio 2010, era stata introdotta per affrontare le drammatiche condizioni di sovraffollamento delle carceri italiane. Una misura che per ora non ha dato i frutti sperati: “Dei 47 nuovi padiglioni promessi dal piano carceri (la cui costruzione avrebbe dovuto essere agevolata dallo stato di emergenza, ndr) non ne è stato costruito neanche uno. Erano stati promessi 2mila nuovi agenti, ne sono stati assunti 56. Ma 800 sono andati in pensione”spiega Donato Capece, segretario del Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria.

Perugia.EUROPOLIGRAFICO.DOMANI SCIOPERO OTTO ORE '

L’Europoligrafico, storica azienda perugina leader nel settore degli imballaggi e che fornisce servizi principalmente alle multinazionali del settore alimentare, si prepara a licenziare 39 dipendenti. Un terzo dei 120 totali. Le lettere di licenziamento sono state ricevute dai lavoratori interessati in questi giorni. Sciopero di otto ore, domani, all'Europoligrafico di Perugia: lo ha deciso stamani all'unanimità l'assemblea dei lavoratori dello stabilimento.Non può essere accettato l’alibi della crisi internazionale per procedere a ristrutturazioni con poderosi tagli di personale, con l’obiettivo di eliminare dall’azienda le persone ritenute più scomode. Viene chiesto dai lavoratori alla direzione un piano industriale di investimenti capace di rilanciare l’azienda e garantire tutti i posti di lavoro: le capacità professionali per realizzarlo ci sono. La protesta sarà accompagnata da un presidio dei lavoratori davanti alla fabbrica, in via Corcianese, nel corso del quale, alle 11, la Rsu e i sindacati terranno una conferenza stampa per illustrare la situazione e le iniziative da mettere in campo

INCIDENTI LAVORO

NAPOLI,: CAMIONISTA UCCISO DA CANCELLO AUTORIMESSA Alessandro Benvenuto, un autotrasportatore di 31 anni, è morto nel quartiere napoletano di Poggioreale a causa, secondo quanto accertato dai carabinieri, del malfunzionamento di un cancello di ingresso che ha travolto l'uomo. L'incidente si è verificato in via Galeoncello 28, nell'autorimessa della società 'Sa.da. meridionale s.r.l. depositi e trasportì. I militari hanno accertato che Benvenuto, dopo aver effettuato le operazioni di chiusura del cancello d'ingresso dell'autorimessa è stato travolto dal cancello carraio che, dopo esser fuoriuscito dalla guida, gli è cascato addosso schiacciandolo. Sebbene subito trasportato all'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, l'uomo è morto a causa delle gravi lesioni riportate. La salma è stata trasportata all'obitorio del II policlinico di Napoli.

LECCE-Un operaio di 50 anni, Claudio Liaci, di Veglie (Lecce), è morto per il crollo di un solaio mentre stava lavorando in un cantiere edile a Porto Cesareo, in località Ingegna. Secondo i primi accertamenti, nel cantiere erano in corso lavori di demolizione quando ha ceduto una pensilina a tre metri di altezza e un solaio è crollato travolgendo l'operaio, che è morto all'istante. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Campi Salentina (Lecce) e gli operatori del Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (Spesal) della Asl di Lecce.

Siparietto


Gr 13:00

ESTERI

TUNISIA

Altra giornata di manifestazioni e scontri in Tunisia, mentre viene nominato il nuovo ministro degli Interni. Dopo l'ennesima nottata di retate e perquisizioni nelle case dei partecipanti ai tumulti di questi giorni, le piazze di diverse città del paese sono di nuovo stracolme della rabbia dei manifestanti. A Sfax si contano più di 20mila manifestanti, mentre a Thala, una delle città dello stato di Kasserine (dove si conta il maggior numero di uccisi da parte delle forze dell'ordine) la polizia pattuglia le strade minacciando di sparare contro chiunque tenti un assembramento. Tutte le scuole e le università continuano a rimanere chiuse.

GIORDANIA

Dopo Tunisia e Algeria anche la Giordania è alle prese con il carovita e, di conseguenza, con le minacce di proteste che fioccano da parte della popolazione islamica. In assenza di nuove misure, la situazione nel Paese protrebbe diventare incandescente, tanto che i dirigenti della sezione giordana dei Fratelli Musulmani hanno minacciato il Governo di organizzare rivolte simili a quelle in corso in Tunisia, se non verranno presi provvediementi contro il carovita. Il re Abdallah ha annunciato che il governo approverà a breve delle misure per alleggerire la pressione degli aumenti dei prezzi sulle fasce più deboli della popolazione. Il tutto mentre i movimenti islamici minacciano rivolte contro il caro-vita.

Il leader del gruppo islamico giordano, Hamam Sayd, ha pubblicato sul suo sito internet una nota in cui parla di un'esplosione di rabbia popolare inarrestabile in Giordania a causa del continuo aumento dei prezzi al consumo. Secondo l'esponente islamico "i fatti spiacevoli che stanno avvenendo in alcuni paesi arabi, come la Tunisia e l'Algeria, devono allarmare i governanti arabi sulla necessità di imprimere un cambiamento radicale nelle proprie politiche". Sayd ha chiesto nuove misure per contrastare l'inflazione che sta raggiungendo livelli allarmanti in tutti i paesi arabi.

ISRAELE

ISRAELE

Tre mesi nelle carceri isaeliane. E' questa la pena inflitta al leader del gruppo Anarchici contro il Muro, Yonatan Pollack, colpevole di aver preso parte due anni fa a Tel Aviv a una manifestazione non autorizzata contro il blocco di Gaza. In quell'occasione l'attivista di sinistra era stato arrestato perché "pedalendo lentamente sulla propria bicicletta, ostruiva il traffico". Recentemente Pollack aveva rilasciato alla stampa una dichiarazione, dicendo che: "La mia detenzione rientra in una tendenza generale di limitazione della protesta in Israele". Ai cancelli del carcere Hermon, in Galilea, l'uomo è stato accompagnato dal padre Yossi Pollack, uno dei più noti attori di teatro in Israele, spesso impegnato in battaglie per i diritti civili. Negli anni Cinquanta il nonno di Pollack, Nirmod Eshel, fu protagonista di un celebre confronti sindacale fra i marinai israeliani e il governo laburista di David Ben Gurion. Il quotidiano Ha'aretz oggi in un editoriale sostiene che "questo è un altro anello nella preoccupante catena di molestie da perte dell'estabilishment contro gli attivisti israeliani di sinistra".

GRECIA

La cittadina greca di Stylida è in rivolta contro l'arresto, ieri, del suo sindaco, Apostolos Gletsos che aveva con le ruspe aperto una nuova strada per consentire ai suoi concittadini di andare a lavorare senza dover pagare esosi pedaggi in base ai nuovi aumenti autostradali. Il governo, che si è detto estraneo all'arresto di Gletsos ha annunciato l'emissione di tessere per l'uso gratuito dell'autostrada per gli abitanti di Stylida. Oggi chiusi negozi di Stylida e in sciopero i servizi pubblici in tutta la provincia centrale di Lamia, per protestare contro la detenzione di Gletsos, condotto ieri ammanettato in prigione, dove ha trascorso la notte, e che oggi deve apparire davanti ad un magistrato accusato di danni alla proprietà privata e interruzione di traffico. Una grande manifestazione è prevista per oggi. A favore di Gletsos chiedendone la liberazione immediata si è subito espresso il Movimento per la liberalizzazione dei pedaggi autostradali che domenica scorsa aveva occupato numerosi caselli in tutto il paese per protesta contro gli aumenti e consentendo agli automobilisti di muoversi senza pagare. Il problema sottolineato da Gletsos, diventato dal giorno alla notte l'eroe della rivolta autostradale, è che i cittadini di Stylida, come di altre località, non hanno modi alternativi all'autostrada per spostarsi. In passato il governo aveva emesso un migliaio di carte di sconto speciale che poi non erano state rinnovate. Ma ora, dopo l'arresto del sindaco, si è appreso che il Ministero delle infrastrutture ha emesso nuove carte per gli abitanti di Stylida, questa volta gratuite.

MESSICO

Almeno undici detenuti sono morti ieri durante scontri in un carcere della città di Gomez Palacio, nel nord del Messico. Lo hanno detto all'Afp le autorità giudiziarie dello stato di Durango. Fonti penitenziarie hanno in seguito reso noto che si è trattato di una battaglia fra detenuti. La stessa prigione era stata al centro di uno scandalo il luglio scorso quando alcune guardie carcerarie erano state accusate di aver liberato dei prigionieri per permettere loro di intervenire in faide legate al narcotraffico. Secondo la procura dello stato di Durango, almeno tre massacri in città vicine, con un bilancio totale di 35 morti, erano stati commessi da detenuti del carcere di Gomez Palacio

GERMANIA

Le autorità tedesche hanno ammesso oggi che carne di maiale contaminata da diossina potrebbe già essere stata distribuita sul mercato, contrariamente a quanto assicurato ieri dal sottosegretario all'Agricoltura, Friedrich-Otto Ripke. Lo riporta la Dpa citando Gert Hahne, portavoce del ministero dell'Agricoltura della Bassa Sassonia. Secondo quanto riporta il quotidiano «Nuernberger Nachrichten», carne contenente alti livelli di diossina sarebbe stata venduta in supermercati del nord della Baviera.

FIAT

Tutto confermato: il referendum sul piano di rilancio della Fiat di Mirafiori siglato il 23 dicembre scorso si terrà domani e venerdì, come era stato stabilito dalle sigle firmatarie dell'intesa. Le urne si apriranno domani sera alle 22 per tre ore ed interesseranno il lavoratori del terzo turno. Gli addetti del primo e secondo voteranno, invece, rispettivamente a partire dalle 8;45 di venerdì e dalle 15;45. Nove i seggi allestiti per il primo secondo turno, uno solo invece per il terzo turno di domani sera.

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror110112 (last edited 2011-01-12 18:35:51 by anonymous)