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INIZIO DEI TRE GIORNI DI LUTTO NAZIONALE PER MANIFESTANTI UCCISI
Sono cominciati questa mattina in tutto il paese i tre giorni di lutto nazionale per le 78 vittime, questo il bilancio ufficiale che le Nazioni Unite portano però a oltre un centinaio, causate dalle proteste che hanno portato alla fine del regime di Zine el Abidine Ben Ali. Lo confermano alla MISNA fonti missionarie contattate a Tunisi secondo cui però nella capitale “l’atmosfera è calma, come in una giornata qualsiasi, i trasporti funzionano e il traffico è nella media”. Le scuole, come nell’ultima settimana, restano chiuse e la ripresa dei corsi è prevista per Lunedì. Anche per oggi, subito dopo la preghiera rituale del venerdì, sono state convocate lungo il viale Habib Bourguiba e in diverse città del paese, manifestazioni per chiedere l'allontanamento dalla vita politica di tutti gli ex dirigenti del Raggruppamento costituzionale democratico (Rcd) di Ben Ali. Ieri il governo ha confermato di essere pronto a varare un provvedimento di amnistia generale che permetta il rientro in Tunisia di tutti gli oppositori perseguiti durante il passato regime.
Paesi baschi, Udalbiltza: sentenza assolutoria di un processo politico
Tutti assolti. Il tribunale speciale spagnolo, l'Audiencia Nacional ha mandato assolti i consiglieri e sindaci baschi imputati nel caso Udalbiltza, l'organismo municipale basco nato nel 1999 con l'obiettivo di fornire uno strumento istituzionale per l'articolazione del progetto per la sovranità basca. II caso Udalbiltza è un'altra perla del teorema "tutto è Eta" messo in atto dal giudice Baltazar Garzon, strumentale alla politica del sistema politico spagnolo sia esso del Partito Popular o del Partido Socialista Obrero Espanol. Con quel teorema politico-giudiziario si sono chiusi giornali, illegalizzate associazioni, forze politiche. Dal 1998 a oggi sono finite in carcere quasi trecento persone. Una furia inquisitoriale nel contesto delle "guerre preventive della lotta al terrorismo" che ha sciolto al sole decenni di giurisprudenza. "Contaminazione", "fagocitare", "se non abbiamo le prove le costruiremo", "per essere legali non basta rifiutare la violenza dobbiamo essere convinti che dicano la verità", sono alcuni dei principi che hanno delineato in questi anni l'articolazione di fatto del "codice penale del nemico" per combattere non solo ETA ma soprattutto il movimento politico della sinistra indipendentista basca, vera spina nel fianco del sistema politico spagnolo nato dall'impunità del regime franchista.
PETROLIO: GOVERNO ANNUNCIA ‘RECORD’ MONDIALE RISERVE
“Alla fine del 2010 contavamo 217 miliardi di barili di greggio, oggi, all’inizio dell’anno, siamo già in grado di certificare 297 miliardi di barili”. Parlando ai giornalisti a Caracas, il ministro del Petrolio, Rafael Ramírez, ha annunciato che il governo ha registrato un volume tale di riserve di ‘olio nero’ da trasformare il Venezuela nel più grande deposito di greggio del pianeta, anche davanti all’Arabia Saudita che, secondo dati dell’Opec (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio), ne possiede 266 miliardi. I numeri forniti da Ramírez derivano dai dati dell’azienda statale ‘Petróleos de Venezuela’ (Pdvsa) e delle diverse compagnie straniere che operano nel paese sudamericano. Del totale delle riserve petrolifere, 220 miliardi di barili sono situati nella cosiddetta Fascia dell’Orinoco, nel nord dello Stato sud-orientale di Bolívar, “una base solida e certa per il nostro piano di espansione” ha aggiunto il ministro. La zona è considerata la più ricca riserva di idrocarburi del mondo, sebbene il suo greggio sia di tipo ‘pesante’ ed ‘extra-pesante’ e richiede costosi investimenti e logistica straniera per la sua estrazione e raffinazione, prima di essere messo in commercio; dal 2007, anno in cui il governo ha recuperato il controllo delle sue risorse petrolifere, la Pdvsa è ricorsa a molti soci esterni per certificare le riserve e sfruttare i giacimenti. “Con queste riserve e con il ritmo di sfruttamento attuale, il Venezuela ha petrolio per altri 200 anni, come nessun paese del pianeta” aveva detto nei giorni scorsi il presidente Hugo Chávez. Secondo cifre ufficiali, il Venezuela produce tre milioni di barili di greggio al giorno, sebbene l’Opec glie ne attribuisca 2,3. Per quanto riguarda il gas, secondo i dati di Ramírez, le riserve certificate sarebbero pari a 195 bilioni (195.000.000.000) di piedi cubici grazie alle perforazioni dei giacimenti off-shore di Perla, dove il governo, con la spagnola Repsol, solo negli ultimi mesi ne ha certificati 15 bilioni.
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