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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

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NOTIZIE BREVI

ESTERI

EGITTO: ONDATA DI SCIOPERI

Dopo la rivolta politica e le dimissioni di Hosting Mubarak, in Egitto è la volta delle rivendicazioni sindacali. In queste ore infatti si susseguono nel Paese proteste e scioperi, volti a ottenere migliori condizioni salariali dalla nuova giunta militare. Al dilagare degli scioperi l'esercito risponde con un comunicato televisivo, nel quale si dice che le agitazioni sociali compromettono la stabilità del Paese invitando i cittadini a tornare al lavoro. Numerose le categorie coinvolte negli scioperi: al Cairo centinaia di impiegati bancari hanno manifestato fuori da una filiale della Banca di Alessandria, per chiedere le dimissioni dei loro superiori; protestano anche i dipendenti dei trasporti pubblici, che rivendicano salari più alti; e ancora, hanno incrociato le braccia gli autisti delle ambulanze e alcuni lavoratori del settore turistico. Coinvolti anche dipendenti delle poste, dell'industria tessile e siderurgica, delle comunicazioni.

IRAN: MANIFESTAZIONI SPONTANEE, SCONTRI CON I PARAMILITARI

In migliaia cercano di sfilare nelle strade della capitale per solidarietà a egiziani. Al momento, almeno dieci manifestanti sono stati arrestati. Scontri tra manifestanti dell'opposizione e basij, i paramilitari fedeli al governo, sono in corso a Teheran tra le piazze Azadi ed Enqelab, dove si sarebbero radunati alcune migliaia di dimostranti. Lo hanno riferito testimoni oculari su Twitter, secondo cui almeno dieci attivisti dell'Onda Verde sarebbero stati arrestati. Secondo la radio d'opposizione e-Persian, alcuni basij avrebbero attaccato i manifestanti con manganelli e gas lacrimogeni per impedire loro di raggiungere i luoghi da dove dovrebbe prendere il via la manifestazione antigovernativa dell'Onda Verde. Alcune fonti riferiscono che il servizio di telefonia mobile è fuori uso al momento in molte aree di Teheran. Secondo i siti web vicini all'opposizione, le forze dell'ordine hanno arrestato decine di dimostranti. I militari inoltre hanno circondato le abitazioni dei leader dell'opposizione Mirhossein Mousavi e Mehdi Karroubi, per impedire loro di unirsi alle manifestazioni di protesta. Alcuni siti hanno dato notizia di manifestazioni che sarebbero state disperse stamane nelle città di Isfahan e Shiraz.

Tunisia, il governo respinge l'assistenza della polizia italiana

La Tunisia rifiuta con fermezza l'ipotesi avanzata dalle autorità italiane di inviare in loco le proprie forze di polizia, al fine di contenere l'ingente flusso migratorio verso l'Europa che negli ultimi giorni interessa le coste tunisine e quelle italiane. E proprio in mattinata era previsto l'incontro del ministro degli Esteri Franco Frattini - in visita in Tunisia - con il primo ministro tunisino Mohammed Gannouchi. "Nella visita di oggi - ha dichiarato il ministro italiano - vorrei che il Primo ministro tunisino confermasse la sua volontà, che io ritengo esista, di lavorare in collaborazione con l'Italia".

PALESTINA: SI ESTENDE LA COLONIZZAZIONE A GERUSALEMME EST

Il municipio di Gerusalemme ha dato oggi il suo assenso a due nuovi piani edilizi per la costruzione di 120 alloggi nella parte araba della città, occupata da Israele nel 1967. L'emittente radiofonica che ha reso pubblica la notizia, ha precisato che i due progetti saranno realizzati nel quartiere ebraico di Ramot. La comunità internazionale che non accetta l'annessione di fatto che il governo israeliano sta portando avanti nei quartieri arabi, si oppone a progetti che rafforzino la presenza israeliana in questa parte della città. 

ITALIA

TORINO: CONTINUA LO SCIOPERO DELLA FAME NEL CIE (audio: ROR)

LAMPEDUSA: CRITICA LA SITUAZIONE DEI MIGRANTI

Sono partiti tardi, i funzionari della Frontex, l'agenzia comunitaria che si occupa dei controlli e della sorveglianza sulle frontiere esterne europee. Tardi perchè, secondo la portavoce dell'agenzia, Ewa Moncure, fino a stamattina l'Italia non aveva inviato alcuna richiesta di aiuto per fronteggiare l'emergenza a Lampedusa: "Non abbiamo ricevuto nulla dal vostro Paese, solo stamani due nostri tecnici sono arrivati in Italia". Così, sull'isola, da venerdì sono sbarcate mille persone al giorno, e la situazione è fuori controllo. Nel centro di identificazione, riaperto per l'eccezionale afflusso di tunisini, sono stipate duemila e trecento persone, a centinaia vagano per l'isola e meno di duecento sono stati trasferiti in Sicilia oggi. I viaggi sono interrotti a causa delle cattive condizioni del mare, e solo nel pomeriggio si è avuta la conferma che un barcone che trasportava quaranta immigrati ha fatto naufragio: cinque sono morti, una ventina dispersi. "La situazione è ingestibile - ha commentato Tareq, operatore di Save The Children sull'isola -, il centro può contenere al massimo ottocento persone. Noi stiamo cercando di assistere prima di tutto i minori, meno di un centinaio, e le donne, una dozzina circa. Chi arriva è totalmente spaeasto, traumatizzato da una situazione difficile in patria, spossato dalla traversata. All'inizio hanno avuto paura che nel centro venissero rinchiusi e rimpatriati. Dai loro racconti emerge una Tunisia al collasso, con scuole e università chiuse, bande criminali che saccheggiano e uccidono. Sono terrorizzati, in molti girano per le strade di Lampedusa senza orientamento".

MILANO: SGOMBERATA ALL'ALBA LA STAMPERIA OCCUPATA (audio: ROR)

Stamattina alle 6 e 30 è stata sgomberata la Stamperia Occupata di Via Giannone 8, luogo negli ultimi mesi protagonista di un percorso conflittuale articolato e molto dinamico, in grado di ottenere in città forte seguito ed attenzione da parte di tutte le realtà autorganizzate. Il vice sindaco di Milano ci vende l'operazione come frutto di una sua volontà ispirata alla solita retorica securitaria che nella commedia dell'arte milanese ha offerto in questi anni anima al corpo del suo personaggio, quello dello sceriffo, però, non possono sfuggire in questa vicenda due fondamentali elementi, l'uno conseguenza dell'altro: a) gli sceriffi sono solo degli esecutori b) il mandante, come nei migliori western, è legato alla finanza ed a questioni legate alla ricostruzione del territorio. Non c'entra questa volta la classica costruzione di una stazione ferroviaria, tipico strumento narrativo del genere western, stiamo invece parlando del "Fondo immobiliare uno", il fondo immobiliare costituito dal Comune di Milano e gestito da BNP Real Estate, il braccio immobiliare del colosso bancario BNP-Paribas. Via Giannone 8 si trova infatti nella lista degli immobili in vendita con cui il Comune di Milano tenta di ripianare un vuoto di bilancio provocato da una cattiva gestione della città e, soprattutto, da errati investimenti finanziari il cui risultato più devastante sono i famigerati "derivati". Banche e politica si ritrovano quindi uniti nell'impresa di saccheggiare il territorio e nel tentativo di mettere a tacere le realtà sociali più vive della città attraverso una svendita del patrimonio immobiliare (e pubblico più in generale) che ricorda molto da vicino il modello argentino anche nei toni del "Menem de noantri", quel De Corato che a copertura della depressione riagita il manganello contro i compagni di Stamperia, ai quali va la nostra piena solidarietà.

ROMA: OCCUPATO EX DEPOSITO ATAC (audio: ROR)


Gr 13:00

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NOTIZIE BREVI

ESTERI

EGITTO: L’EUFORIA DELLA PIAZZA NEL PRIMO GIORNO DOPO MUBARAK

Diverse migliaia di oppositori festanti sono anche oggi in piazza Tahrir, al Cairo, primo giorno del dopo-Mubarak, dopo una notte di euforia di massa seguita alle dimissioni ieri del presidente, Hosni Mubarak. Stamani diversi manifestanti ancora ballavano, cantavano e sventolavano bandiere sulla piazza, i cui ingressi sono ancora presidiati dai carri armati. Lo stesso sul ponte che conduce alla grande spianata, dove molti giovano ancora ballano, cantano e gridano slogan ormai senza voce. Unanimi, la stampa e i media del Levante arabo, esaltano stamani la “vittoria del popolo egiziano” e la “caduta del dittatore” egiziano Mohammad Hosni Mubarak. I portali delle due tv satellitari panarabe, Al Jazira e Al Arabiya, che seppur con toni diversi hanno svolto un ruolo di primo piano a sostegno della protesta, dedicano dossier di approfondimento intitolati rispettivamente: “La rivoluzione del popolo – l’Egitto ha vinto” e “L’Egitto… il cambiamento”. I quotidiani pubblicano invece foto a tutta pagina con titoli a caratteri cubitali. Il libanese Al Akhbar, vicino al movimento sciita filo-iraniano Hezbollah, sceglie “Il mondo arabo verso la vita”, mentre il beirutino as Safir, vicino alla Siria, titola “La rivoluzione d’Egitto vince: una nuova alba araba”, con l’editoriale: “Via il dittatore… che vadano via i dittatori!”. Il panarabo e liberale al Hayat, edito a Londra, usa toni più compassati: “L’Egitto senza Mubarak e l’esercito garantisce il cambiamento”. “I giovani ci sono riusciti… Mubarak se ne va” è l’apertura a tutta pagina del saudita Asharq al Awsat, che sempre da Londra pubblica l’immagine dei giovani di piazza Tahrir che srotolano un mega striscione con i nomi e le foto delle oltre 300 persone uccise dal 25 gennaio scorso: “Non chiamateli martiri son vivi assieme a noi!”.

Tunisia, il governo respinge l'assistenza della polizia italiana

La Tunisia rifiuta con fermezza l'ipotesi avanzata dalle autorità italiane di inviare in loco le proprie forze di polizia, al fine di contenere l'ingente flusso migratorio verso l'Europa che negli ultimi giorni interessa le coste tunisine e quelle italiane. Il governo italiano aveva offerto un'assistenza marittima e terrestre, per sostenere la Tunisia nelle operazioni di pattuglia lungo il litorale.

Il no arriva dal portavoce del governo locale, al-Tayyeb al-Bakkush, che in un'intervista alla tv araba Al-Jazeera ha affermato: "Il nostro popolo respinge qualsiasi ipotesi di presenza militare straniera sul nostro territorio, diremo ufficialmente "no" a qualsiasi richiesta formale che il governo italiano dovesse avanzare relativamente al dispiegamento delle sue truppe lungo le coste per fermare i clandestini".

E proprio in mattina è previsto l'incontro del ministro degli Esteri Franco Frattini - in visita in Tunisia - con il primo ministro tunisino Mohammed Gannouchi. "Nella visita di oggi - ha dichiarato il ministro italiano - vorrei che il Primo ministro tunisino confermasse la sua volontà, che io ritengo esista, di lavorare in collaborazione con l'Italia". Secondo Frattini, infatti, un contenimento del flusso migratorio è interesse comune di entrambi gli stati.

gror110214 (last edited 2011-02-14 18:55:22 by anonymous)