EGITTO: L’EUFORIA DELLA PIAZZA NEL PRIMO GIORNO DOPO MUBARAK
Diverse migliaia di oppositori festanti sono anche oggi in piazza Tahrir, al Cairo, primo giorno del dopo-Mubarak, dopo una notte di euforia di massa seguita alle dimissioni ieri del presidente, Hosni Mubarak. Stamani diversi manifestanti ancora ballavano, cantavano e sventolavano bandiere sulla piazza, i cui ingressi sono ancora presidiati dai carri armati. Lo stesso sul ponte che conduce alla grande spianata, dove molti giovano ancora ballano, cantano e gridano slogan ormai senza voce. Unanimi, la stampa e i media del Levante arabo, esaltano stamani la “vittoria del popolo egiziano” e la “caduta del dittatore” egiziano Mohammad Hosni Mubarak. I portali delle due tv satellitari panarabe, Al Jazira e Al Arabiya, che seppur con toni diversi hanno svolto un ruolo di primo piano a sostegno della protesta, dedicano dossier di approfondimento intitolati rispettivamente: “La rivoluzione del popolo – l’Egitto ha vinto” e “L’Egitto… il cambiamento”. I quotidiani pubblicano invece foto a tutta pagina con titoli a caratteri cubitali. Il libanese Al Akhbar, vicino al movimento sciita filo-iraniano Hezbollah, sceglie “Il mondo arabo verso la vita”, mentre il beirutino as Safir, vicino alla Siria, titola “La rivoluzione d’Egitto vince: una nuova alba araba”, con l’editoriale: “Via il dittatore… che vadano via i dittatori!”. Il panarabo e liberale al Hayat, edito a Londra, usa toni più compassati: “L’Egitto senza Mubarak e l’esercito garantisce il cambiamento”. “I giovani ci sono riusciti… Mubarak se ne va” è l’apertura a tutta pagina del saudita Asharq al Awsat, che sempre da Londra pubblica l’immagine dei giovani di piazza Tahrir che srotolano un mega striscione con i nomi e le foto delle oltre 300 persone uccise dal 25 gennaio scorso: “Non chiamateli martiri son vivi assieme a noi!”.
Tunisia, il governo respinge l'assistenza della polizia italiana
La Tunisia rifiuta con fermezza l'ipotesi avanzata dalle autorità italiane di inviare in loco le proprie forze di polizia, al fine di contenere l'ingente flusso migratorio verso l'Europa che negli ultimi giorni interessa le coste tunisine e quelle italiane. Il governo italiano aveva offerto un'assistenza marittima e terrestre, per sostenere la Tunisia nelle operazioni di pattuglia lungo il litorale.
Il no arriva dal portavoce del governo locale, al-Tayyeb al-Bakkush, che in un'intervista alla tv araba Al-Jazeera ha affermato: "Il nostro popolo respinge qualsiasi ipotesi di presenza militare straniera sul nostro territorio, diremo ufficialmente "no" a qualsiasi richiesta formale che il governo italiano dovesse avanzare relativamente al dispiegamento delle sue truppe lungo le coste per fermare i clandestini".
E proprio in mattina è previsto l'incontro del ministro degli Esteri Franco Frattini - in visita in Tunisia - con il primo ministro tunisino Mohammed Gannouchi. "Nella visita di oggi - ha dichiarato il ministro italiano - vorrei che il Primo ministro tunisino confermasse la sua volontà, che io ritengo esista, di lavorare in collaborazione con l'Italia". Secondo Frattini, infatti, un contenimento del flusso migratorio è interesse comune di entrambi gli stati.