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IMMIGRAZIONE: SALE TENSIONE A LAMPEDUSA, VERSO lo SCIOPERO della FAME, i MIGRANTI SULL'ISOLA sono PREOCCUPATI PER PAURA RIMPATRIO COATTO I 1814 immigrati che si trovano ancora a Lampedusa minacciano di attuare uno sciopero della fame se non verranno trasferiti in tempi brevi dall'isola. Tra gli extracomunitari, in gran parte tunisini, comincia infatti a serpeggiare la paura che possano essere rimpatriati. Alcuni di loro sostengono di avere raccolto queste «voci», che non hanno però alcuna conferma ufficiale, dai loro parenti in Tunisia. I migranti sono attualmente suddivisi tra il centro di accoglienza, che è stato riaperto domenica scorsa, e i locali dell'area marina protetta, in precarie condizioni igieniche, dove sono ospitati 120 tunisini. Questa mattina è prevista la partenza solo di alcuni minori, con il traghetto di linea Palladio per Porto Empedocle. Ieri anche il sindaco dell'isola, Bernardi De Rubeis, si era detto «preoccupato per il rischio che la situazione, finora pacifica, possa degenerare». Una preoccupazione condivisa dal portavoce in Italia dell' Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Laura Boldrini: «Finora - dice - la situazione è stata gestita con molto senso di responsabilità e non ci sono state tensioni, ma bisogna fare di tutto per evitare che questo avvenga. Non bisogna tirare troppo la corda, è necessario incentivare il trasferimento dei migranti verso altri centri in Italia e far capire loro che non c'è alcuna intenzione di rimpatriarli».

LIBIA: GIORNATA COLLERA Gli oppositori del regime di Muammar Gheddafi hanno lanciato un appello a manifestare in tutta la Libia nella «giornata della collera», ma gli elementi di dissuasione messi in campo dal governo sono molteplici, e gli scontri ad Al Beida, terza città nel Paese, dove nella notte ci sarebbero stati diversi morti, evocano il rischio di un duro confronto. Le organizzazioni dei diritti umani hanno messo in guardia contro i rischi di una dura repressione da parte delle forze dell'ordine, in un Paese che è poco abituato alla libera espressione del malcontento popolare. La reazione delle forze di sicurezza libica, secondo quanto riportano siti di opposizione questa mattina, si è fatta sentire anche nella nottata, soprattutto nell'est del Paese e a Beida dove ci sarebbero stati tra i «9 ed i 13 morti fra i manifestanti», dopo l'intervento delle forze dell'ordine, che avrebbero messo in campo anche gli elicotteri, che avrebbero poi fatto fuoco. Intanto, la televisione libica ha trasmesso solo immagini di manifestazioni di supporto a Gheddafi e la stampa, anche la pi� riformista, non ha citato gli scontri di ieri a Bengasi. Piuttosto, è stato ricordato il quinto anniversario, che cade oggi, dell'attacco al consolato italiano di Bengasi nel 2006 da parte di un gruppo di libici per protestare contro le dichiarazioni del ministro Roberto Calderoli, giudicate offensive per i musulmani. Gheddafi, per rimarcare il fatto, ha ricevuto nei giorni scorsi le famiglie delle vittime che ha definito «martiri». Altro elemento di dissuasione è costituito dai sostenitori del regime organizzati dai Comitati rivoluzionari, spina dorsale del sostegno al leader libico. Ieri, dalle prime ore del mattino fino a tarda notte, in diverse città della Libia, da Tripoli a Bengasi, passando per Sirte e Sebha, si sono svolte delle grandi manifestazioni popolari di giovani, donne e bambini che sventolavano drappi verdi, immagini del leader e gridavano slogan di supporto a Gheddafi e al sistema basato sul potere alle masse, dichiarandolo come una «scelta storica e strategica non rimpiazzabile». E ieri la giornata del colonnello libico si è conclusa con un gran bagno di folla al momento del'inaugurazione del nuovo sport club della squadra di calcio libica Al Ahli, dove pi� di 15.000 tifosi hanno gridato a una sola voce il loro supporto al colonnello.

ancora rivolte nel mondo arabo BAHREIN: esercito IN PIAZZA A MANAMA,almeno 5 morti negli scontri Decine di blindati dell'esercito hanno preso posizione ai bordi della piazza delle Perle di Manama, nel Bahrein, dove le forze governative hanno disperso questa notte manifestanti contro il regime causando, secondo l'ultimo bilancio fornito da al Jazira, cinque morti. Lo riferiscono alcuni testimoni.

VIA BRUNETTI, SGOMBERATO STABILE OCCUPATO: attivisti SUL TETTO Tre attivisti si sono rifugiati sul tetto dello stabile di via Brunetti durante lo sgombero effettuato questa mattina dalla polizia. Le forze dell'ordine hanno già allertato i vigili del fuoco per invitare i tre giovani a desistere. Sono stati allontanati complessivamente otto occupanti. Degli otto, sette erano già presenti nella Stamperia Occupata, lo stabile di via Giannone 8 sgomberato lunedì scorso. Gli attivisti avevano occupato l'edificio di via Brunetti, una traversa di via Varesina, nella giornata di ieri.

DE CORATO, BENE SGOMBERO VIA BRUNETTI ORA SUBITO AL VIA PROCESSI «Questa è la risposta che aspettavamo. Replicare colpo su colpo e sgomberare nel giro di 24 ore perchè la legge va rispettata. Ringrazio il questore Alessandro Marangoni e il prefetto Gian Valerio Lombardi per la brillante operazione». Così il vice sindaco di Milano e assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato, commenta lo sgombero dello stabile di via Brunetti occupato ieri dai centri sociali. «Non è accettabile -spiega- che si possa occupare stabili pubblici e privati. Ancora meno che a rioccupare siano le stesse persone già sgomberate da via Giannone e già denunciate. I magistrati dovrebbero tenere conto della recidiva e agire di conseguenza: ovvero istruire al più presto i processi. Solo così si avrà un maggiore effetto deterrente». L'operazione della polizia ha permesso di allontanare otto persone: sette anarchici della 'Stamperià e un bulgaro. «C'è da mettere in conto -sottolinea De Corato- che gli antagonisti cercheranno a breve nuove occupazioni ma questo tira e molla con gente che sale sui tetti e inscena pagliacciate deve finire. La proprietà è tutelata dalla Costituzione, punto e basta. Non siamo nell'ex Urss». In conclusione, de corato, non ha perso l'occasione per sollecitare nuovi sgomberi .

m.O.: TRE PALESTINESI UCCISI DA ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA Un portavoce militare israeliano a Tel Aviv ha riferito che i soldati hanno aperto il fuoco contro i tre palestinesi perchè stavano trasportando un ordigno esplosivo. Secondo i militari, i militanti palestinesi sfruttano la presenza di civili nell'area adiacente alla barriera di sicurezza eretta al confine per attività come il piazzamento di esplosivi e tentativi di sequestro di soldati israeliani. «Per questa ragione le Forze di Difesa israeliane non permettono a nessuno di trovarsi in quest'area», ha aggiunto il portavoce.

Approvato con voto bipartisan il rifinanziamento della missione militare in afghanistan Ieri sera il Senato ha dato il via libera definitiva all'ennesimo rifinanziamento semestrale della missione italiana di guerra in Afghanistan. Per i 181 giorni di campagna militare che vanno dal 1° gennaio al 30 giugno 2011, è prevista una spesa complessiva di oltre 410 milioni di euro, vale a dire più di 68 milioni al mese (2,26 milioni al giorno). Con l'invio di nuovi rinforzi, nei prossimi mesi il contingente italiano sul fronte afghano arriverà a contare 4.350 uomini, 883 mezzi terrestri (tra blindati leggeri e pesanti, carri armati, camion e ruspe) e 34 velivoli (tra caccia-bombardieri, elicotteri da combattimento e da trasporto e droni). In nove anni e mezzo (compreso quindi il rifinanziamento attualmente in esame), questa inutile campagna militare ha risucchiato dalle esangui casse dello Stato più di 3 miliardi di euro.

Gr 19:30

Bahrain Libia: collera continua!

Attaccato violentemente nel cuore della notte il presidio permanente alla Pearl Roundabout: alle h. 3.00 i cecchini della polizia posizionati sul ponte autostradale antistante hanno bersagliato di lacrimogeni e pallottole le tende dei manifestanti, caricato e disperso i presenti e bloccato tutti gli accessi alla rotonda; si registrano una sessantina di persone scomparse, mentre altri reparti hanno effettuato raid nei villaggi attorno a Manama alla ricerca di attivisti dell'opposizione.

l bilancio provvisorio dell'assalto è di cinque morti e trecento feriti, di cui la gran parte ricoverata all'ospedale Salmaniya, divenuto rapidamente un nuovo punto di ricompattamento degli insorti ed un hashtag di twitter su cui far partire la catena della solidarietà e della cooperazione - con richieste di donazioni di sangue ed appelli a continuare la lotta da parte dei parenti e dei compagni delle vittime della repressione. E' stato impedito alle ambulanze di avvicinarsi alla Pearl Roundabout ed i dottori lì presenti e quelli accorsi sono stati picchiati con tanta violenza da dover ricorrere alle cure mediche essi stessi; mentre a quelli rimasti in ospedale è stato intimato dalle autorità di negare i soccorsi ai feriti in arrivo. Al che la rabbia e l'esasperazione dei medici è sfociata in surreali cortei nelle sale e nei corridoi ospedalieri e cordoni nelle strade assieme agli altri manifestanti, reclamanti il diritto alla salute e le dimissioni immediate del Ministro della Sanità.

E' una situazione che preoccupa gli Stati Uniti (che vedono saltare il paese caposaldo del loro dominio nel Golfo - all'imbocco dei porti petroliferi iracheni, kuwaitiani e sauditi, in grado di monitorare l'Iran e rifornire rapidamente le monarchie alleate della penisola arabica), i mercati finanziari (nei giorni scorsi l'asta di rifinanziamento del debito del Bahrain è stata disertata, mentre le proteste hanno provocato le più alte chiusure del Brent sul petrolio dal 2008) ed il management dei grandi eventi globali - venendo messa a repentaglio la gara inaugurale del campionato del mondo di Formula 1 prevista tra meno di un mese; dall'altra parte, a portare solidarietà dal basso ai rivoltosi si sono registrati presidi spontanei presso le ambasciate del Bahrain, al Cairo ed in altre capitali.

http://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2011/02/int-nicola-sessa-libia.mp3 durata 4:00

M.o. Gerusalemme, 17 feb. (Adnkronos) - Soldati israeliani hanno ucciso questa mattina tre palestinesi nella Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti palestinesi, affermando che i tre stavano estraendo ghiaia da un ex insediamento israeliano a ovest di Beit Lahiya, nel nord della Striscia. Testimoni locali riferiscono di aver udito il suono di fucili mitragliatori e che nell'operazione è stato impiegato anhe un elicottero.

Questa mattina, tre pescatori palestinesi della Striscia di Gaza sono stati uccisi dalle forze d'occupazione israeliane. E' accaduto al largo delle coste all'altezza di Beit Lahiya, a nord del territorio assediato. Nelle prime dichiarazioni, i militari israeliani hanno sostenuto di aver aperto il fuoco contro alcuni combattenti palestinesi che tentavano di avvicinarsi all'insediamento di Netiv Hasara e sarebbero stati freddati nei pressi della colonia evacuata di Doget.

Gaza - InfoPal. Questo pomeriggio, in una zona industriale, nel nord della Striscia di Gaza, le forze d'occupazione israeliane hanno aperto il fuoco contro un gruppo di lavoratori palestinesi impegnati nella raccolta di materiale edilizio di scarto.

Due operai sono rimasti feriti, e ricoverati d'urgenza in clinica, non sarebbero in gravi condizioni.

Il numero di lavoratori palestinesi feriti in circostanze identiche sale così a 126.

Israele ha imposto una zona cuscinetto di trecento metri oltre il confine con Gaza per distanziare i militanti dalle sue truppe e torri di sorveglianza.

Milano Sgombero stamattina della nuova occupazione in via Brunetti. Dopo le occupazioni di ieri di 3 spazi a Milano in via Brunetti di fronte al numero 13 (Certosa) in via Teocrito 3, dietro a Piola (Città Studi) in via Quarti 4 (Baggio) oggi il questore pungolato dallo sceriffo De Corato ha operato lo sgombero dello stabile di Via Brunetti. Audio ror

Test antidroga obbligatorio anche per medici e infermieri

Anche medici, infermieri e ostetriche dovranno sottoporsi ai test anti-droga già previsti per alcune categorie a rischio: il Dipartimento politiche antidroga ha approntato un provvedimento che andrà presto in Conferenza Stato-Regioni per un'intesa. Lo rende noto il capo del Dipartimento, Giovanni Serpelloni, aggiungendo che si sta valutando di inserire anche gli insegnanti. Interessati dal provvedimento saranno medici e personale sanitario a contatto con i pazienti, precisa Serpelloni, quindi non gli amministrativi o alcune tipologie come i medici legali.

In pratica, spiega il capo del Dipartimento antidroga che fa capo alla Presidenza del Consiglio, si vuole uniformare l'attuale elenco delle categorie lavorative considerate "a rischio" che devono effettuare periodici controlli sul consumo di alcol con l'elenco delle categorie che già ora - ad esempio piloti di aerei, autisti di mezzi pubblici, lavoratori edili che lavorano a una certa altezza - vengono sottoposte a periodici controlli antidroga.

"Ci sarà probabilmente - aggiunge Serpelloni - una differenziazione tra alcune categorie, considerate maggiormente a rischio, i cui lavoratori dovranno essere sottoposti tutti, periodicamente, a controlli antidroga e altre dove invece si sceglierà di intervenire con i test solo per una parte, tipo un 50% di lavoratori. Questo anche per motivi di copertura finanziaria". Gli insegnanti potrebbero rientrare in quest'ultima tipologia di controlli.

Mappa Morti sul lavoro http://www.rassegna.it/static/mappa-morti-sul-lavoro.cfm

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gror110217 (last edited 2011-02-17 18:15:33 by anonymous)