Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

IMMIGRAZIONE: SALE TENSIONE A LAMPEDUSA, VERSO lo SCIOPERO della FAME, i MIGRANTI SULL'ISOLA sono PREOCCUPATI PER PAURA RIMPATRIO COATTO I 1814 immigrati che si trovano ancora a Lampedusa minacciano di attuare uno sciopero della fame se non verranno trasferiti in tempi brevi dall'isola. Tra gli extracomunitari, in gran parte tunisini, comincia infatti a serpeggiare la paura che possano essere rimpatriati. Alcuni di loro sostengono di avere raccolto queste «voci», che non hanno però alcuna conferma ufficiale, dai loro parenti in Tunisia. I migranti sono attualmente suddivisi tra il centro di accoglienza, che è stato riaperto domenica scorsa, e i locali dell'area marina protetta, in precarie condizioni igieniche, dove sono ospitati 120 tunisini. Questa mattina è prevista la partenza solo di alcuni minori, con il traghetto di linea Palladio per Porto Empedocle. Ieri anche il sindaco dell'isola, Bernardi De Rubeis, si era detto «preoccupato per il rischio che la situazione, finora pacifica, possa degenerare». Una preoccupazione condivisa dal portavoce in Italia dell' Alto Commissariato Onu per i rifugiati, Laura Boldrini: «Finora - dice - la situazione è stata gestita con molto senso di responsabilità e non ci sono state tensioni, ma bisogna fare di tutto per evitare che questo avvenga. Non bisogna tirare troppo la corda, è necessario incentivare il trasferimento dei migranti verso altri centri in Italia e far capire loro che non c'è alcuna intenzione di rimpatriarli».

LIBIA: GIORNATA COLLERA Gli oppositori del regime di Muammar Gheddafi hanno lanciato un appello a manifestare in tutta la Libia nella «giornata della collera», ma gli elementi di dissuasione messi in campo dal governo sono molteplici, e gli scontri ad Al Beida, terza città nel Paese, dove nella notte ci sarebbero stati diversi morti, evocano il rischio di un duro confronto. Le organizzazioni dei diritti umani hanno messo in guardia contro i rischi di una dura repressione da parte delle forze dell'ordine, in un Paese che è poco abituato alla libera espressione del malcontento popolare. La reazione delle forze di sicurezza libica, secondo quanto riportano siti di opposizione questa mattina, si è fatta sentire anche nella nottata, soprattutto nell'est del Paese e a Beida dove ci sarebbero stati tra i «9 ed i 13 morti fra i manifestanti», dopo l'intervento delle forze dell'ordine, che avrebbero messo in campo anche gli elicotteri, che avrebbero poi fatto fuoco. Intanto, la televisione libica ha trasmesso solo immagini di manifestazioni di supporto a Gheddafi e la stampa, anche la pi� riformista, non ha citato gli scontri di ieri a Bengasi. Piuttosto, è stato ricordato il quinto anniversario, che cade oggi, dell'attacco al consolato italiano di Bengasi nel 2006 da parte di un gruppo di libici per protestare contro le dichiarazioni del ministro Roberto Calderoli, giudicate offensive per i musulmani. Gheddafi, per rimarcare il fatto, ha ricevuto nei giorni scorsi le famiglie delle vittime che ha definito «martiri». Altro elemento di dissuasione è costituito dai sostenitori del regime organizzati dai Comitati rivoluzionari, spina dorsale del sostegno al leader libico. Ieri, dalle prime ore del mattino fino a tarda notte, in diverse città della Libia, da Tripoli a Bengasi, passando per Sirte e Sebha, si sono svolte delle grandi manifestazioni popolari di giovani, donne e bambini che sventolavano drappi verdi, immagini del leader e gridavano slogan di supporto a Gheddafi e al sistema basato sul potere alle masse, dichiarandolo come una «scelta storica e strategica non rimpiazzabile». E ieri la giornata del colonnello libico si è conclusa con un gran bagno di folla al momento del'inaugurazione del nuovo sport club della squadra di calcio libica Al Ahli, dove pi� di 15.000 tifosi hanno gridato a una sola voce il loro supporto al colonnello.

ancora rivolte nel mondo arabo BAHREIN: esercito IN PIAZZA A MANAMA,almeno 5 morti negli scontri Decine di blindati dell'esercito hanno preso posizione ai bordi della piazza delle Perle di Manama, nel Bahrein, dove le forze governative hanno disperso questa notte manifestanti contro il regime causando, secondo l'ultimo bilancio fornito da al Jazira, cinque morti. Lo riferiscono alcuni testimoni.

VIA BRUNETTI, SGOMBERATO STABILE OCCUPATO: attivisti SUL TETTO Tre attivisti si sono rifugiati sul tetto dello stabile di via Brunetti durante lo sgombero effettuato questa mattina dalla polizia. Le forze dell'ordine hanno già allertato i vigili del fuoco per invitare i tre giovani a desistere. Sono stati allontanati complessivamente otto occupanti. Degli otto, sette erano già presenti nella Stamperia Occupata, lo stabile di via Giannone 8 sgomberato lunedì scorso. Gli attivisti avevano occupato l'edificio di via Brunetti, una traversa di via Varesina, nella giornata di ieri.

DE CORATO, BENE SGOMBERO VIA BRUNETTI ORA SUBITO AL VIA PROCESSI «Questa è la risposta che aspettavamo. Replicare colpo su colpo e sgomberare nel giro di 24 ore perchè la legge va rispettata. Ringrazio il questore Alessandro Marangoni e il prefetto Gian Valerio Lombardi per la brillante operazione». Così il vice sindaco di Milano e assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato, commenta lo sgombero dello stabile di via Brunetti occupato ieri dai centri sociali. «Non è accettabile -spiega- che si possa occupare stabili pubblici e privati. Ancora meno che a rioccupare siano le stesse persone già sgomberate da via Giannone e già denunciate. I magistrati dovrebbero tenere conto della recidiva e agire di conseguenza: ovvero istruire al più presto i processi. Solo così si avrà un maggiore effetto deterrente». L'operazione della polizia ha permesso di allontanare otto persone: sette anarchici della 'Stamperià e un bulgaro. «C'è da mettere in conto -sottolinea De Corato- che gli antagonisti cercheranno a breve nuove occupazioni ma questo tira e molla con gente che sale sui tetti e inscena pagliacciate deve finire. La proprietà è tutelata dalla Costituzione, punto e basta. Non siamo nell'ex Urss». In conclusione, de corato, non ha perso l'occasione per sollecitare nuovi sgomberi .

m.O.: TRE PALESTINESI UCCISI DA ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA Un portavoce militare israeliano a Tel Aviv ha riferito che i soldati hanno aperto il fuoco contro i tre palestinesi perchè stavano trasportando un ordigno esplosivo. Secondo i militari, i militanti palestinesi sfruttano la presenza di civili nell'area adiacente alla barriera di sicurezza eretta al confine per attività come il piazzamento di esplosivi e tentativi di sequestro di soldati israeliani. «Per questa ragione le Forze di Difesa israeliane non permettono a nessuno di trovarsi in quest'area», ha aggiunto il portavoce.

Approvato con voto bipartisan il rifinanziamento della missione militare in afghanistan Ieri sera il Senato ha dato il via libera definitiva all'ennesimo rifinanziamento semestrale della missione italiana di guerra in Afghanistan. Per i 181 giorni di campagna militare che vanno dal 1° gennaio al 30 giugno 2011, è prevista una spesa complessiva di oltre 410 milioni di euro, vale a dire più di 68 milioni al mese (2,26 milioni al giorno). Con l'invio di nuovi rinforzi, nei prossimi mesi il contingente italiano sul fronte afghano arriverà a contare 4.350 uomini, 883 mezzi terrestri (tra blindati leggeri e pesanti, carri armati, camion e ruspe) e 34 velivoli (tra caccia-bombardieri, elicotteri da combattimento e da trasporto e droni). In nove anni e mezzo (compreso quindi il rifinanziamento attualmente in esame), questa inutile campagna militare ha risucchiato dalle esangui casse dello Stato più di 3 miliardi di euro.

Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina