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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

ITALIA

Roma:Verso gli Stati generali di Alemanno: il 19 febbraio riprendiamoci la città!

A tre anni di distanza dall’insediamento di Alemanno come sindaco al campidoglio non c’è traccia dei cambiamenti da lui con tanta veemenza annunciati in campagna elettorale.

PALERMO.LA RABBIA E I DIRITTI SCENDONO IN PIAZZA.MIGRANTI E SICILIANI.INSIEME

Nouraddine Adnar è un venditore ambulante marocchino di 27 anni che lo scorso venerdi 11 Febbraio si è dato fuoco per protestare contro l' atto repressivo dei vigili urbani di Palermo che, dopo l'ennesimo controllo ( fra il mese di Gennaio e i primi di Febbraio ne aveva subiti quattro) gli avevano sequestrato la merce ignorando la regolare licenza di vendita da lui posseduta. La reazione della comunità marocchina e del movimento, spinta dalla rabbia dell'accaduto e fomentata dalla situazione di precarietà e sfruttamento che si trovano a vivere i migranti nella nostra città, non si è fatta aspettare e dopo un'assemblea nell'aula Rostagno del palazzo delle Aquile (gremita di immigrati e paleRmitani) il 15 febbraio, è stato lanciato per sabato 19 un corteo di solidarietà e denuncia contro gli "sceriffi" DI PERI e Cammarata presenti solo quando c'è da reprimere ma del tutto assenti sotto il profilo delle politiche sociali in città. Sono note le dichirazionI dello stesso DI Peri di qualche giorno fa proprio in merito a quest Ifatti in cui vi è una parziale ammissione di colpe da parte della municipale nel momento in cui si sostiene che " le mele marce" presenti nel corpo dei vigili urbani saranno rimosse ed eventualmente sanzionate, come se non si comprendesse che questa è la linEa decisa dalle istituzioni in materia di immigrazione. Appuntamento 19 febbraio alle ore 16.30 a piazza Castelnuovo (Politeama) per stare al fianco di tutti i migranti.

PESCARA.PROTESTA LAVORATORI PUBBLICI DAVANTI AL COMUNE

Un gruppo di una settantina di lavoratori del settore pubblico, appartenenti all'Unione sindacale di base (Usb) sta manifestando davanti al Comune di Pescara contro l'accordo del 4 febbraio scorso tra Governo e una parte dei sindacati sulla cosiddetta «Riforma Brunetta». I lavoratori espongono cartelli anche contro l'approvazione del Dl n.78 del 2010 (Legge di stabilità) che impone il blocco per quattro anni dei rinnovi contrattuali e delle retribuzioni dei dipendenti pubblici. Alla protesta partecipano anche alcuni rappresentanti della Cooperativa sociale «Agorà», senza stipendio da quasi cinque mesi.

Firenze: Vertice Tav. contestato Moretti

L'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato è stato contestato a Firenze dai familiari delle vittime della strage di Viareggio e dai comitati No Tav. Brevi momenti di tensione all'ingresso di palazzo Strozzi, dove si svolgeva un vertice sul progetto dell'Alta Velocità.Le contestazioni avvengono ormai da quasi due anni, da quando nella stazione di Viareggio (del 29 giugno del 2009 ndr)lo scoppio di un treno-cisterna carico di gpl provocò 32 morti.I familiari delle vittime della strage.erano lì per opporsi alla nomina a Cavaliere del lavoro che l'a.d. delle Ferrovie ha ricevuto dal Presidente dello Stato e continuano, con costanza e determinazione, a contestare la sua presenza e a chiederne le dimisioni.Ad "accoglierlo" questa volta c'erano anche i comitati No Tav: al suo arrivo si sono alzate le grida "vergogna, assassino, dimettiti..."; la contestazione si è estesa anche al presidente della regione, al quale è stato chiesto con forza di non interloquire con Moretti.I comitati No Tav hanno urlato che quando i soldi vengono buttati in opere folli come il sottoattraversamento alta velocità di Firenze, allora si stanno preparando le condizioni per nuovi disastri: se tutte le risorse economiche vengono destinate a grandi opere inutili, la manutenzione e la sicurezza vengono abbandonate e anche le istituzioni che avallano queste scelte devono esserne ritenute responsabili.

Lavoro da morire:

IN FIAT MELFI FERITO ADDETTO DITTA ESTERNA CADUTO DA UN'IMPALCATURA, TRASPORTATO ALL'OSPEDALE DI POTENZA

Un operaio di circa 50 anni, al lavoro con una ditta esternalizzata nello stabilimento di Melfi della Fiat, nel pomeriggio, è caduto da un'impalcatura da alcuni metri di altezza ed è rimasto ferito: soccorso dal personale del 118, ora si trova all'ospedale di Potenza, ma - secondo quanto si è appreso - non è in pericolo di vita.Intorno alle ore 13.30, l'uomo, per motivi in fase di accertamento da parte dei Carabinieri, è caduto dall'impalcatura, ha sbattuto la testa ed è svenuto. Soccorso dal personale del 118 - presente nell'area industriale di San Nicola di Melfi (Potenza) - è stato trasportato in ambulanza, con un trauma cranico, all'ospedale di Potenza, dove sarà sottoposto a ulteriori accertamenti. In una dichiarazione, il segretario regionale della Fiom, Emanuele De Nicola, ha detto che «questo episodio dimostra ancora una volta come non si possa abbassare l'attenzione sul tema della sicurezza. Come abbiamo chiesto negli scorsi giorni all'Asl e al prefetto - ha aggiunto il rappresentante sindacale - chiediamo che venga subito aperta una discussione con l'azienda su un argomento che non può essere sottovalutato, anche perchè - ha concluso - nello stabilimento melfitano, i nostri delegati ci hanno segnalato altri problemi».

ESTERI

LIBIA.L'imam di Bengasi denuncia la morte 28 persone e conferma la presenza di migranti assoldati dal regime per aggredire i manifestanti

Secondo quanto riferito da due organizzazioni dell'opposizione libica in esilio - Associazione libica della solidarietà e dei diritti umani e il Comitato libico per la verità e la giustizia, i manifestanti di al-Bayda avrebbero preso il controllo dell'intera città. Il "proclama" è stato ripreso dal sito libico Libya al-Mustaqbal. A Bengasi, dopo che diverse unità della polizia hanno simpatizzato con la protesta, anche alcuni militari si sarebbero schierati al fianco dei manifestanti. Il governo di Tripoli aveva deciso stamattina di inviare l'esercito in città per sedare la rivolta. A rivelarlo è una fonte libica citata dall'emittente Bbc in arabo. L'imam di una moschea di Bengasi, Abdellah al-Warfalali, è intervenuto in diretta sulla tv araba al-Jazeera, per denunciare la repressione della sicurezza libica e delle bande che sostengono il regime di Muammar Gheddafi. Secondo il religioso, le vittime degli ultimi tre giorni di protesta sarebbero almeno 28 nella sola Bengasi. L'imam ha anche confermato quanto riportato da diversi siti dell'opposizione libica, che parlano di migranti dall'Africa sub-sahariana i quali avrebbero ammesso di essere stati pagati dal regime per attaccare i manifestanti.

BAHAREIN.La rivolta nel cuore di Manama.Un ulteriore cambiamento in atto nel Medioriente

La scia di fuoco partita dalla Tunisia che sta percorrendo tutto il Medioriente ha raggiunto il regno della dinastia al-Khalifa, sull'isolotto nascosto in un'ansa del Golfo Persico. Non che l'opposizione sciita si sia svegliata solo adesso: il confronto con il potere sunnita è in atto da anni, ma adesso che anche il "Faraone d'Egitto" Hosni Mubarak è caduto, sembra essere giunto il momento della sfida finale.La piazza Tahrir di Manama, capitale del Bahrein, si chiama Rotonda delle Perle. Da lunedì gli sciiti - che costituiscono i due terzi dell'intera popolazione (di poco superiore a 700 mila) - hanno occupato la piazza centrale della città per chiedere maggiori diritti e opportunità, le dimissioni del re Sheik Hamid ibn Isa al-Khalifa o, almeno, che il premier venga eletto dal popolo e non imposto dalla famiglia reale. Al momento, sembra che la casa reale non sia disposta al dialogo: i cinque morti, 60 dispersi (per cui è stata aperta anche una pagina facebook per cercarli) e i quasi 300 feriti sono una risposta eloquente.Attaccato violentemente nel cuore della notte il presidio permanente alla Pearl Roundabout: alle h. 3.00 i cecchini della polizia posizionati sul ponte autostradale antistante hanno bersagliato di lacrimogeni e pallottole le tende dei manifestanti, caricato e disperso i presenti e bloccato tutti gli accessi alla rotonda, mentre altri reparti hanno effettuato raid nei villaggi attorno a Manama alla ricerca di attivisti dell'opposizione. Secondo quanto viene detto alla tv araba Al-Jazeera da Abdul Jalil Khalil,un esponente del partito sciita al-Wifaq, "Un vero atto terroristico"il deputato di al-Wifaq era in piazza con i dimostranti. Da stamattina, i blindati e l'esercito hanno preso il controllo della piazza ma, secondo testimonianze locali, gli scontri si sono spostati anche in altri quartieri di Manama.

Gaza. Un gruppo per i diritti umani ha accusato lo Stato di Israele della responsabilità di violare i diritti di malati e sofferenti palestinesi della Striscia di Gaza sottoponendoli a intensi interrogatori quando devono lasciare il territorio assediato per ricevere cure e trattamenti medici

La denuncia proviene dal Centro per i diritti umani "al-Mizan", che ha raccolto la casistica; parallelamente, i suoi colleghi internazionali hanno segnalato un aumento dei malati palestinesi sottoposti a tali pratiche da parte di Israele che, con la scusa della concessione del permesso a lasciare Gaza per motivi umanitari, li costringe a fornire informazioni. Il centro "Sameer Siqqout" ha ammesso che molti pazienti hanno preferito non rilasciare dichiarazioni alla stampa, per timore di subire ritorsioni da parte di Israele. Molti di essi, infatti, sono stati arrestati dall'Intelligence israeliana proprio per aver concesso interviste. Tra i casi, invece, venuti alla ribalta c'è quello di un malato di cancro ha raccontato che mentre lui e il figlio uscivano dalla Striscia di Gaza, le autorità israeliane li hanno fermati chiedendo espressamente loro di collaborare.L'assedio di Gaza. Un assedio israeliano crudele ha prodotto carenza di attrezzature e medicinali di base, e ha impoverito gli ospedali di Gaza che devono rispondere a numerosi e gravi casi di salute.Questo è tanto più preoccupante nei casi di malati cronici che devono ricevere cure e trattamenti con regolarità o anche per coloro che devono sottoporsi a delicati interventi chirurgici.Centinaia di malati di Gaza rischiano di morire se non riceveranno le cure necessarie.Il gruppo israeliano per i diritti umani "B'Tselem" sostiene che il regime di Tel Aviv nega ai residenti della Striscia di Gaza il diritto di ricevere cure mediche nel territorio palestinese assediato, e nello stesso tempo, non permette loro di avere questa possibilità al di fuori di Gaza. Molti pazienti, inoltre, hanno raccontato chi essere stati interrogati e fotografati dall'Agenzia di sicurezza israeliana (Isa) contro la propria volontà. Altri esperti hanno affermato che, a causa delle propria ossessione per la sicurezza, Israele non ha esitato a fare estorsioni nei riguardi di questi pazienti. A tutte queste opinioni, si unisce il parere di "Israeli Physicians for Human Rights Organization", che aggiunge che l'Isa "strumentalizza i malati di Gaza condizionando il rilascio di permessi di uscita".

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Yemen, proteste anti-governative, la polizia spara sulla folla: almeno 4 morti

Non si fermano le proteste nel Sud dello Yemen, e si aggrava il bilancio degli scontri che ieri hanno visto contrapporsi la polizia e i manifestanti antigovernativi. Al momento si parla di quattro morti e diciotto feriti (diciannove secondo alcuni), caricati dalle forze di polizia nella città portuale di Aden, principale centro del Sud.

Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere le migliaia di persone scese per le strade: i manifestanti reclamavano del dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh, al potere da trentadue anni. Si tratta del settimo giorno di proteste nello Yemen del Sud.

Secondo quanto riferito dall'agenzia Reuters, che si basa su fonti mediche, tre uomini sono morti a causa di ferite da arma da fuoco, in seguito agli scontri con le forze dell'ordine. La quarta vittima, secondo fonti locali, è morta dopo essere stata colpita da "prioiettili vaganti".

Bahrein, in migliaia ai funerali delle vittime della repressione poliziesca

A Sitra, un villaggio ad est di Manama, migliaia di persone hanno partecipato ai funerali di due sciiti uccisi nel sanguinoso raid compiuto dalle forze di sicurezza contro un sit in di protesta nella Piazza delle Perle nella capitale. La processione funebre è stata aperta da due veicoli con i corpi delle vittime - Ali Khodeir, 53 anni, e Mahmoub Mekki, 23 anni - avvolti nella bandiera nazionale. Tra gli slogan gridati dalla folla, "il popolo vuole la caduta del regime", "nè sciiti, nè sunniti, unità nazionale", "Sunniti e sciiti sono fratelli". In Bahrein la maggioranza sciita nei giorni scorsi ha protestato in piazza contro la dinastia sunnita che guida il paese. Le manifestazioni sono state represse duramente dalla polizia, con un bilancio complessivo di cinque morti, circa 200 feriti e decine di arresti.

Libia, Hrw: i morti negli scontri antigovernativi sono 24

È di almeno di 24 morti e decine di feriti il bilancio degli scontri tra forze dell'ordine e dimostranti antigovernativi che vanno avanti da martedì scorso. Lo riferisce Human Rights Watch (Hrw) citando testimoni. Ma i conti sono ancora provvisori e contraddittori. Il notiziario radio della Bbc, citando testimoni oculari, riferisce che il bilancio degli scontri è di 10 morti, e che le forze di sicurezza hanno usato le armi da fuoco per disperdere la folla. Intanto, dopo l'ennesima notte di scontri, i soldati presidiano Bengasi. "Stamani c'è calma in città, ma la notte è stata davvero dura, una sacco di gente era nelle strade", riferisce un residente. Intanto, oggi sono previsti i funerali delle vittime, a Bengasi come ad Al Beida, città nell'est del Paese teatro di sanguinosi scontri negli ultimi due giorni, e la tensione resta alt

CISGIORDANIA: MANIFESTAZIONI PER CHIEDERE L’UNITA’ TRA LE FAZIONI

Una manifestazione popolare, organizzata su Facebook, a favore del superamento della frattura che da anni divide Hamas ed al-Fatah ha raccolto ieri nel centro di Ramallah (Cisgiordania) migliaia di persone. Lo riferisce la agenzia di stampa palestinese Maan. Altre fonti sostengono che la partecipazione è stata più modesta, e che ha coinvolto solo alcune centinaia di attivisti. Secondo Maan la dimostrazione è giunta su iniziativa dei membri di una rete di club giovanili che dispone di filiali sia in Cisgiordania sia a Gaza. Sulla scia delle dimostrazioni popolari in corso in diversi Paesi islamici, questi giovani intendono esercitare pressione sui dirigenti dei principali movimenti politici palestinesi affinché riprendano la strada del dialogo. Per il 27 febbraio hanno organizzato una catena umana che a Ramallah andrà dalla Muqata (il quartier generale del presidente Abu Mazen) fino alla sede del Parlamento. “Il nostro obiettivo è di vedere un accordo di riconciliazione nazionale palestinese entro il 5 marzo” ha spiegato uno degli attivisti, secondo cui altre manifestazioni sono in fase di organizzazione in diverse località della Cisgiordania. Il presidente dell’Anp Abu Mazen ha convocato per stasera a Ramallah (Cisgiordania) una consultazione urgente dei vertici dell’Olp e di al-Fatah per tornare a valutare l’opportunità di presentare al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite un documento di condanna della politica di ampliamento degli insediamenti ebraici in Cisgiordania e a Gerusalemme est. Ieri il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha avuto una lunga telefonata con Abu Mazen durante la quale, secondo la stampa palestinese locale, ha esercitato forti pressioni. Secondo la radio militare israeliana anche se gli Stati Uniti si oppongono in principio alla colonizzazione israeliana potrebbero egualmente vedersi costretti ad opporre un veto alla risoluzione del Consiglio di sicurezza nei termini elaborati dalla rappresentanza palestinese all’Onu assieme con i paesi arabi. A quanto pare hanno chiesto ad Abu Mazen di ritirare del tutto il documento sulle colonie, o di elaborare un testo più morbidò.

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror110218 (last edited 2011-02-18 18:42:03 by anonymous)