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GOLFO PERSICO: DIVAMPA LA RIVOLTA IN BAHREIN, L’ESERCITO SPARA SULLA FOLLA

La repressione delle manifestazioni anti regime fa registrare un bilancio di sangue in Bahrein. L’esercito ha di nuovo aperto il fuoco ieri sera contro i dimostranti accampati vicino a piazza delle perle, nella capitale Manama. Da giorni migliaia di sciiti si oppongono alla reggenza secolare della dinastia sunnita. Ancora non si sa quanti siano i feriti o i morti. Solo ieri le forze governative avevano disperso i manifestanti accampati sulla piazza, uccidendone tre. Secondo testimoni citati dalla France Presse, spari hanno preso di mira anche capannelli di persone vicino all’ospedale Salmaniya, nella capitale, causando anche qui diversi feriti. Il bilancio complessivo della repressione della protesta nel piccolo stato saudita conta ad oggi cinque morti, circa 200 feriti e decine di arresti. Bilancio destinato ad aumentare una volta che saranno diramate le notizie riguardanti gli attacchi di oggi contro i manifestanti. Per tentare di fermare la rivolta Il principe ereditario del Bahrein ha promesso che se sarà ristabilita la calma ci potrà essere un dialogo con l’opposizione.

Sommossa a Steenokkerzeel

In Belgio una protesta è scoppiata in un centro di permanenza per richiedenti asilo, che hanno appiccato un incendio, e alcuni dei quali minacciano di impiccarsi in segno di protesta per le condizioni di detenzione e per presunti soprusi delle guardie da loro denunciati.

L’incendio si è sviluppato in un’ala del centro di permanenza di Steenokkerzeel, vicino all’aeroporto di Bruxelles. Alcuni degli ospiti del centro sono stati evacuati e condotti verso altre strutture simili, mentre altri sono saliti sul tetto. «Un’ala alla quale è stato dato fuoco - ha dichiarato il sindaco di Steenokkerzeel, Karel Servranckx - è ora inutilizzabile. Le famiglie con bambini possono restare. Noi stiamo cercando di evacuare le persone che sono salite sul tetto. Non si sa ancora quante di queste persone debbano essere evacuate», ha aggiunto. Alcuni dei richiedenti asilo hanno minacciato di impiccarsi alle sbarre delle loro celle. Da giorni denunciano maltrattamenti, fisici e psicologici, anche pestaggi, da parte dei guardiani e condizioni di detenzione dure. Alcuni hanno avviato da qualche giorno uno sciopero della fame.

Somalia, scontri e attentati a Mogadiscio: 30 morti

Un attentatore suicida ha fatto esplodere questa mattina un'auto piena di esplosivo davanti a caserma della polizia a Mogadiscio, provocando la morte di almeno 10 persone e diversi feriti.

Lo riferiscono fonti ufficiali, spiegando che il bilancio delle vittime potrebbe crescere. Al momento nessun gruppo ribelle ha rivendicato l'attentato, ma è scontato che si tratti di un attacco del gruppo estremista islamico Shabaab, che combatte il goverso provvisorio somalo e controlla il sud del paese.

Nel finesettimana a Mogadiscio si sono avuti altri 20 morti, di cui 15 civili, in violenti scontri tra ribelli e forze del contingenti Amisom, che si sono affrontati a colpi d'artiglieria nel centro della città.

Iraq, autobomba contro polizia a Samarra: almeno 10 morti

Un'autobomba guidata da un kamikaze è esplosa oggi contro una caserma della polizia a Samarra, uccidendo 10 agenti e ferendone altri 16.

Una settimana fa un altro attentato suicida nella stessa città aveva provocato 33 morti e decine di feriti, tutti sciiti che viaggiavano su un autobus di pellegrini colpito da un kamikaze.

Nel nord curdo, a Suleimaniya, sabato notte la polizia ha fatto irruzione nella sede di una tv locale che stava mandando in onda un filmato di manifestazioni anti-governative ispirate da quelle avvenute in alcuni paesi del Nord Africa e del Golfo.

Afghanistan, attacco kamikaze nella provincia settentrionale di Kunduz: 28 morti

Il capo della polizia del distretto di Imam Shaib, nella provincia settentrionale di Kunduz, ha comunicato che questa mattina un attacco suicida ha causato la morte di almeno 28 persone che attendevano per il rilascio di documenti d'identità di fronte alla sede di un ufficio governativo.

Negli ultimi tempi le provincie del nord, tra cui Kunduz, sono state oggetto di maggiori attenzioni da parte delle forze Nato che hanno aumentato il numero delle truppe nella zona e colpito più duramente i miliziani: l'area è una roccaforte per al-Qaida, Haqqani, Hizb-i-Islami ed il Movimento islamico dell'Uzbekistan.

Negli ultimi mesi figure di spicco della provincia di Kunduz sono state vittime di attentati suicidi: il capo del distretto di Chahar Dara è deceduto ad inizio febbraio in un attacco kamikaze mentre lo scorso ottobre una bomba aveva uccisio il governatore della provincia , Mohammad Omar, insieme ad altre 19 persone.

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gror110221 (last edited 2011-02-21 12:01:07 by anonymous)