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NOTIZIE BREVI

ESTERI

LIBIA: EMBARGO DI ARMI E SANZIONI DELLA U.E., MARINA USA PRONTA A INTERVENIRE

Il Pentagono, in attesa di una decisione della Casa Bianca, ha ridispiegato le sue forze attorno alla Libia per essere pronta ad ogni eventualita'. Tra le altre unita' avvicinate al teatro libico la portaelicotteri d'assalto Kearsage, con a bordo un contingente di oltre 1.800 Marines. la nave trasporta 5 caccia bombardieri a decollo verticale Harrier, 42 elicotteri CH-46 Sea Knight e 6 SH-60F Seahawk. Mentre a Ginevra è in corso un summit internazionale a livello dei ministri degli Esteri Onu, l'Unione europea vara un embargo sulle armi dirette alla Libia, oltre al congelamento dei beni e il blocco dei visti contro il leader libico Muammar Gheddafi e 25 funzionari del suo entourage. L'aviazione, fedele a Gheddafi, bombarda depositi di munizioni in due località a sud di Bengasi. Lo hanno riferito alcuni testimoni.

YEMEN: ANCORA GRANDI MANIFESTAZIONI CONTRO IL PRESIDENTE

Tensione alta in Yemen dove decine di migliaia di manifestanti sono tornati in piazza a Sanaa per chiedere le dimissioni del presidente, Ali Abdullah Saleh. Nella capitale Sanaa hanno sfilato in corteo intonando slogan contro Saleh, da 32 anni al potere. In migliaia si sono radunati anche nelle citta' settentrionali, come Ibb e Hudeida, mentre almeno 10 mila sono scesi in strada a Taiz, 200 chilometri a sud della capitale. A Makhzan, invece, secondo quanto riferito da un ufficiale del posto, uomini armati hanno attaccato un posto di blocco, uccidendo un soldato e ferendone altri 7. Poco dopo, l'auto che trasportava i feriti in ospedale ha subito un secondo attacco, in cui ha perso la vita un altro militare e altri 4 sono rimasti feriti. L'ufficiale ritiene Al Qaeda, ormai fortemente radicata in Yemen, come responsabile degli attentati. Intanto, il presidente Yemenita Ali Abdullah Saleh, ha deciso di formare un governo di unita' nazionale con rappresentanti dell'opposizione. Lo ha riferito la tv araba Al Jazira. La decisione avviene dopo oltre due settimane di manifestazioni di protesta anti-regime in tutto il paese che hanno provocato una ventina di morti e decine di feriti. I partiti di opposizione però hanno respinto la proposta. Stanno abbandonando Aden primi gruppi di lavoratori stranieri a causa del precario stato di sicurezza e degli scontri tra manifestanti anti-governativi e forze di polizia.

EGITTO: MISURE CONTO L'EX PRESIDENTE MUBARAK

Divieto di lasciare il paese, congelamento di tutti i beni posseduti in Egitto: con un comunicato fatto circolare oggi, la Procura dello Stato ha reso noto le nuove disposizioni sull’ex presidente Hosni Mubarak e la sua famiglia. Il procuratore generale Abdel Meguid Mahmoud ha sottolineato che il provvedimento riguarda sia assetti finanziari e azioni che proprietà immobiliari appartenenti a Hosni Mubarak, alla moglie Suzanne, ai due figli della coppia (Gamal e Alaa) e alle coniugi e a figli di questi ultimi. Riferendo la notizia, il quotidiano al-Masry al-Youm sottolinea anche le critiche di chi ritiene queste misure tardive rispetto all’11 febbraio, data in cui Mubarak si è dimesso dalla presidenza dopo quasi 30 anni trascorsi al potere; un lasso di tempo abbastanza lungo da consentire trasferimenti di capitali in località ‘off-shore’ o sotto nomi di comodo. Intanto il comitato di esperti incaricato dall’esercito di emendare alcuni punti della Costituzione ha concluso i suoi lavori. I punti modificati – che riguardano in particolare le modalità di elezione del capo dello Stato e i poteri di quest’ultimo – saranno sottoposti al giudizio della popolazione attraverso un referendum che, secondo fonti vicine all’esercito, potrebbe tenersi già a marzo.

PAESI ARABI: BREVI SU MANIFESTAZIONI E RIVOLTE

OMAN – E’ di due morti il bilancio di scontri tra forze dell’ordine e manifestanti nella città industriale di Sohar, nel nord. Avvenuti ieri, gli incidenti hanno scosso il sultanato che può contare su ricche risorse di idrocarburi ma che solo negli ultimi anni e molto lentamente ha avviato un processo per una maggiore democratizzazione del paese. Con un regio decreto pubblicato ieri, il sultano Qabus bin Said al-Said ha nominato cinque nuovi ministri e ordinato l’assunzione di 50.000 persone attualmente disoccupate. Misure lontane però dalle richieste dei manifestanti di Sohar che hanno chiesto riforme politiche.

LIBANO – “La rivoluzione è dovunque, adesso è il tuo turno, Libano” hanno scandito ieri alcune centinaia di giovani libanesi scesi in piazza per protestare contro il sistema politico confessionale vigente nel paese. Nonostante la pioggia, i manifestanti hanno sfilato per alcune strade di Beirut chiedendo la trasformazione del Libano in uno Stato laico e facendo diversi riferimenti alle proteste in Tunisia, Egitto e Libia.

BAHRAIN – Sono cominciati i colloqui tra il re Hamad bin Isa al-Khalifa, il governo e i rappresentanti della società civile per dare vita a un dialogo nazionale in grado di rispondere alle istanze di migliaia di manifestanti che nei giorni scorsi sono scesi per le strade della capitale Manama chiedendo riforme e la costituzione di una monarchia costituzionale. Due giorni fa il re ha anche disposto un rimpasto dell’esecutivo.

SUDAN – Poliziotti in tenuta anti-sommossa hanno disperso una manifestazione anti-governativa organizzata ieri a Khartoum per protestare contro presunte frodi elettorali commesse nella tornata dello scorso aprile. Non è la prima volta che la polizia usa la forza per disperdere focolai di proteste, ma il livello di guardia sembra essere aumentato in seguito alle rivolte che stanno con successo modificando il panorama politico di diversi paesi arabi.

MAURITANIA – Alcune centinaia di giovani, non più di un migliaio secondo l’agenzia di informazione Nouakchott, hanno manifestato nel centro della capitale chiedendo una riforma profonda del paese e annunciando di voler continuare a protestare fin quando le loro richieste non saranno raccolte. Il coordinamento del movimento ha annunciato nuovi sit-in per domani e sabato.

Militare italiano muore in Afghanistan

Un militare italiano e' morto e altri quattro sono rimasti feriti nell'ovest dell'Afghanistan. I militari italiani, del quinto Reggimento Alpini, erano a bordo di un veicolo blindato Lince che e' saltanto su un ordigno improvvisato. Sono "gravemente feriti" i quattro militari italiani, tutti del 5/o reggimento alpini di Vipiteno, coinvolti nell'esplosione che ha investito il Lince su cui viaggiavano e che ha provocato la morte del tenente Massimo Ranzani. L'esplosione ha colpito il terzo mezzo di una pattuglia che rientrava da un'attivita' di assistenza medica congiunta con le forze afgane.

ARGENTINA: INIZIA IL PROCESSO CONTRO I MILITARI SEQUESTRATORI DI BAMBINI

Gli ex-dittatori Jorge Videla, 85 anni, e Reynaldo Bignone, 83, insieme ad altri sei gerarchi dell’ultima dittatura (1976-1983), figureranno da oggi sul banco degli imputati per il primo processo per il rapimento sistematico di bambini figli di oppositori politici celebrato in Argentina. Sebbene la giustizia nazionale abbia già condannato diversi autori dello stesso delitto, che esulava dalle cosiddette ‘leggi del perdono’ dichiarate incostituzionali dalla Corte Suprema nel 2005, per la prima volta sarà affrontata in un dibattimento l’esistenza di un piano sistematico per l’appropriazione di neonati figli di detenuti e il loro affidamento, sotto altro nome, a famiglie di militari. Saranno 34 i casi portati in giudizio, tra questi anche quello della nipote del poeta Juan Gelman e del nipote di Estela de Carlotto, fondatrice delle Nonne di Plaza de Mayo; l’associazione è riuscita finora a restituire l’identità a 102 persone su un totale di almeno 500 vittime di rapimento. Con Videla e Bignone saranno giudicati anche l’ex-capitano della Marina Jorge ‘Tigre’ Acosta, l’ex-generale Santiago Riveros, l’ex-ammiraglio Antonio Vañek, l’ex-maggiore Jorge Azic, l’ex-marinaio Rubén Franco e José Luis Magnacco, ex-medico della Esma, la Scuola di Meccanica della Marina che ospitò il più grande centro di detenzione clandestina del regime. Tutti dovranno rispondere di sottrazione, occultamento e sostituzione di identità di minori di 10 anni in un processo che si stima durerà almeno 12 mesi e in cui verranno ascoltati oltre 370 testimoni in una causa avviata 14 anni fa dalle Nonne di Plaza de Mayo. La corte esaminerà i casi di sequestro di neonati avvenuti alla Esma e in altri centri noti come il ‘Pozo de Banfield’ e ‘La Cacha’. Videla è attualmente recluso nella prigione civile della base militare di Campo de Mayo, vicino Buenos Aires, dopo essere stato condannato all’ergastolo a dicembre per la fucilazione di 31 persone nel penitenziario di Córdoba nel 1976. Bignone è stato condannato lo scorso anno a 25 anni di carcere per privazione illegale della libertà e torture perpetrate contro 56 oppositori a Campo de Mayo

ITALIA

ROMA: AGGIORNAMENTO PROTESTA CITTADINI SOMALI (audio: ROR)

MIGRANTI: LETTERA OPERAI FIATI DI TORINO PER LO SCIOPERO DI DOMANI

Siamo operai della Fiat Mirafiori che stanno lottando per contrastare l’attacco che, attraverso il Piano Marchionne, padroni, gruppi finanziari e governi stanno portando alle condizioni di vita di tutti i proletari in Italia. Seguiamo e conosciamo le vostre condizioni di vita nel nostro paese, la sofferenza che ogni giorno sopportate per trovare uno spazio nella società , per disporre di un, sia pur minimo reddito, per avere il permesso di soggiorno che vi consenta di non cadere nel reato di clandestinità e finire in quelle carceri che li chiamano CIE. Siamo consapevoli che quello che vi ha spinto ad emigrare è l’impoverimento e la disgregazione delle vostre comunità causate da politiche di governi corrotti e collusi con gli affari delle potenze occidentali. Vi ritroviamo nelle città a badare ai nostri anziani, a lavare i piatti nei ristoranti, a lavorare nell’edilizia,nelle cooperative delle pulizie e della logistica, a fare quei lavori che pochi sono disposti a fare. Non ci limitiamo ad esprimere la nostra solidarietà perché riconosciamo nella vostra sofferenza, la nostra sofferenza, nella vostra resistenza la nostra resistenza. Siete parte del proletariato italiano, la parte più sfruttata. Per questo nella giornata del 1° marzo saremo con voi nelle piazze e nelle iniziative che ci saranno nella città di Torino.

MIGRANTI: IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE LA SOSPENSIVA PER LA DOPPIA ESPULSIONE

L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha deciso questo pomeriggio di sospendere le istanze di rigetto delle richieste di sanatoria, pronunciandosi quindi in favore degli appellanti: migranti che avevano fatto richiesta all’interno della sanatoria truffa del 2009 e che gli era stata negata perchè soggetti ad un decreto di espulsione comminato antecedentemente alla domanda di regolarizzazione. La doppia espulsione, afferma il Consiglio di Stato, deve comportare una valutazione di merito da partedi un tribunale amministrativo. Nel frattempo deve essere accolta la domanda sospensiva. Il consiglio di Stato ha sconfessato in parte, con questo pronunciamento, la truffa sottesa alla sanatoria 2009, che impediva attraverso la famigerata “circolare Manganelli” di regolarizzare coloro che in precedenza non avevano ottemperato ad un decreto di espulsione. Una vittoria, seppur parziale, dei diritti, della dignità e della giustizia. Un altro tassello a favore dei diritti dei migranti che giunge grazie alle lotte di iniziate a Brescia con l’occupazione della gru nel novembre scorso, in favore di chi in questi mesi si è battuto per affermare il diritto ad un permesso di soggiorno e smentire le disposizioni impartite dal Ministero dell’interno del leghista Maroni.

BOLOGNA: CACCIATI I FASCISTI DI CASA POUND

Nel primo pomeriggio di sabato 26 febbraio avrebbe dovuto tenersi a Bologna nella sala comunale del Baraccano una conferenza pro-nucleare organizzata dai neofascisti di Casapound. Già nella tarda mattinata alcuni antifascisti sono riusciti ad entrare al Baraccano occupando la struttura che avrebbe dovuto ospitarli: qualcuno aggirando gli sbirri scavalcando un cancello sul retro, altri passando dall'ingresso principale dopo aver preso una manganellata nel tentativo di forzarlo pacificamente - un attivista è stato ferito alla testa. Fuori dalla struttura alcuni compagni volantinano un testo contro i fascisti ed il nucleare ai passanti, vengono esposti i vari striscioni: "Nucleare e fascismo due nocività da distruggere", "Contro ogni fascismo", "Casapound fuori dalle nostre città", "Fascisti? Su marte!" e "nazifascisti deponete le armi o perirete" dentro compare la scritta: fascisti servi, braccio armato dello stato. Arriva la notizia che ai fascisti è stato concesso di spostare la propria conferenza alla Sala dell'Angelo. Parte allora un grosso corteo tra interventi e slogan, arriva a Porta S. Mamolo e blocca completamente il viale, poi riparte alla volta del centro e arriva fino in piazza Maggiore. Il movimento ha quindi costretto Casapound a fare la sua conferenza in periferia - erano poco più di una decina - dietro i blindati della celere.

TORINO: IN PREPARAZIONE DEL 1° MARZO, OCCUPATA AGENZIA INTERINALE

Stamattina una trentina di antirazzisti ha simbolicamente occupato per circa un’ora l’agenzia interinale “Obiettivo lavoro” di via Milano. Obiettivo lavoro fa intermediazione di colf e badanti per conto del Comune di Torino. Fuori, ben prima dell’apertura c’è una lunga fila di lavoratrici in attesa. Oggi è giorno di paga. La maggior parte sono straniere, ma non mancano le italiane. La povertà è senza frontiere. In strada, davanti all’ingresso viene aperto lo striscione “Primo Marzo corteo antirazzista”, nell’agenzia echeggiano i ritmi della Samba Band. I caporali dell’agenzia si dividono i ruoli: c’è quello buono e dialogante e quella irosa che inveisce. Le donne che entrano prendono i volantini, poche vanno via veloci, altre si fermano e chiedono. Un’antirazzista ricorda il ricatto cui sono sottoposti i lavoratori e le lavoratici immigrate, l’indecenza del caporalato legale, che agisce in guanti bianchi ma fa girare veloce l’ingranaggio dello sfruttamento all’osso di colf e badanti. Il caporale buono proclama la propria onestà, difende il proprio ruolo. Ma una lavoratrice uscendo ci dice: “gli chieda come mai loro intascano 11 euro l’ora e noi ne prendiamo cinque”. Riprende la samba con slogan e tamburi. Nel frattempo è arrivata la digos che si affanna a chiamare rinforzi,ma quando arrivano i compagni sono già nel cuore del mercato di Porta Palazzo, dove suonano, volantinano, fanno comizi volanti. Intanto, sabato 26 è arrivato un altro gruppone di tunisini da Lampedusa. Gli "ospiti" profughi dal paese nordafricano in rivolta, dunque, dovrebbero essere ora circa 100.

gror110228 (last edited 2011-02-28 18:36:38 by anonymous)