BREVI DALLE PIAZZE ARABE (Oman, Libano, Bahrain, Sudan, Yemen, Mauritania)

OMAN – E’ di due morti il bilancio di scontri tra forze dell’ordine e manifestanti nella città industriale di Sohar, nel nord. Avvenuti ieri, gli incidenti hanno scosso il sultanato che può contare su ricche risorse di idrocarburi ma che solo negli ultimi anni e molto lentamente ha avviato un processo per una maggiore democratizzazione del paese. Con un regio decreto pubblicato ieri, il sultano Qabus bin Said al-Said ha nominato cinque nuovi ministri e ordinato l’assunzione di 50.000 persone attualmente disoccupate. Misure lontane però dalle richieste dei manifestanti di Sohar che hanno chiesto riforme politiche.

LIBANO – “La rivoluzione è dovunque, adesso è il tuo turno, Libano” hanno scandito ieri alcune centinaia di giovani libanesi scesi in piazza per protestare contro il sistema politico confessionale vigente nel paese. Nonostante la pioggia, i manifestanti hanno sfilato per alcune strade di Beirut chiedendo la trasformazione del Libano in uno Stato laico e facendo diversi riferimenti alle proteste in Tunisia, Egitto e Libia.

BAHRAIN – Sono cominciati i colloqui tra il re Hamad bin Isa al-Khalifa, il governo e i rappresentanti della società civile per dare vita a un dialogo nazionale in grado di rispondere alle istanze di migliaia di manifestanti che nei giorni scorsi sono scesi per le strade della capitale Manama chiedendo riforme e la costituzione di una monarchia costituzionale. Due giorni fa il re ha anche disposto un rimpasto dell’esecutivo.

SUDAN – Poliziotti in tenuta anti-sommossa hanno disperso una manifestazione anti-governativa organizzata ieri a Khartoum per protestare contro presunte frodi elettorali commesse nella tornata dello scorso aprile. Non è la prima volta che la polizia usa la forza per disperdere focolai di proteste, ma il livello di guardia sembra essere aumentato in seguito alle rivolte che stanno con successo modificando il panorama politico di diversi paesi arabi.

YEMEN – Stanno abbandonando Aden primi gruppi di lavoratori stranieri a causa del precario stato di sicurezza e degli scontri tra manifestanti anti-governativi e forze di polizia che nelle ultime due settimane hanno visto la morte di almeno 12 persone. Lo riferiscono alcuni media locali secondo cui anche a Sana’a stanno continuando le mobilitazioni contro il presidente Ali Abdullah Saleh che ha però potuto contare su manifestazioni in suo favore.

MAURITANIA – Alcune centinaia di giovani, non più di un migliaio secondo l’agenzia di informazione Nouakchott, hanno manifestato nel centro della capitale chiedendo una riforma profonda del paese e annunciando di voler continuare a protestare fin quando le loro richieste non saranno raccolte. Il coordinamento del movimento ha annunciato nuovi sit-in per domani e sabato.

Militare italiano muore in Afghanistan

Un militare italiano e' morto e altri quattro sono rimasti feriti nell'ovest dell'Afghanistan. I militari italiani, del quinto Reggimento Alpini, erano a bordo di un veicolo blindato Lince che e' saltanto su un ordigno improvvisato. Sono "gravemente feriti" i quattro militari italiani, tutti del 5/o reggimento alpini di Vipiteno, coinvolti nell'esplosione che ha investito il Lince su cui viaggiavano e che ha provocato la morte del tenente Massimo Ranzani. L'esplosione ha colpito il terzo mezzo di una pattuglia che rientrava da un'attivita' di assistenza medica congiunta con le forze afgane.