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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

Scioperi, presidi, cortei e manifestazioni in tutta la penisola nell’ambito della “giornata senza di noi”, giornata di sciopero e mobilitazione per i diritti dei migranti, contro il razzismo istituzionale, la legge Bossi-Fini e la sanatoria truffa.

Sono circa 40 le citta’ italiane interessate dalle iniziative. In mattinata si sono svolti cortei a Napoli e Reggio Emilia, mentre a Bologna si sono svolti scioperi in diverse aziende e un centinaio di attivisti ha occupato l’area intorno al CIE del capoluogo emiliano, tra il muro di cinta e le cancellate. A Padova contro la sanatoria truffa prosegue l’occupazione dell’impalcatura della Basilica del Santo.

ROMA

Questa mattina un gruppo di attiviste/i, italiane/i e migranti, dopo avere appeso su Porta Pia uno striscione con la scritta "150 Anni di Unità: Razzismo, Sfruttamento, Precarietà", si è diretto in corteo verso il ministero della finanze. L'iniziativa si inserisce nell'ambito delle mobilitazioni per la giornata del primo marzo, lo sciopero dei/delle migranti.

Oggi 1° marzo, le lavoratrici ed i lavoratori precari, migranti e non, si sono date appuntamento a Roma, a Porta Pia e in altre decine di piazze italiane per portare avanti le battaglie per lo sganciamento del permesso di soggiorno dal lavoro, combattendo contro la xenofobia, sempre più arma culturale dei governi della paura. Sono scesi/e in piazza per reclamare l'apertura di tutte le frontiere, la fine della la parola integrazione, per sganciare il permesso di soggiorno dal lavoro, dall'assistenza sanitaria e scolastica, per la chiusura dei centri di identificazione ed espulsione

A BOLOGNA: OCCUPATO IL CIE

Erano circa le undici quando i compagni e le compagne sono riusciti a superare la prima recinzione del Cie. I migranti hanno dato fuoco a dei materassi e le fiamme sono state spente con degli estintori.

Ascoltiamo la corrispondenza con una compagna di Fuori luogo di Bologna

ANCORA DA BOLOGNA

Ascoltiamo una corrispondenza dal partecipato corteo partito da piazza Maggiore a Bologna.

Corrispondenza che ci racconta anche degli scioperi in diverse aziende bolognesi che, aderendo all’appello del Coordinamento Migranti Bologna e provincia, hanno scioperato (la Ducati, la Bonfiglioli, la Titan di Crespellano, l’Euroricambi di Crespellano, la Mape spa di bazzano, la Toyota di Bologna e la MD di Bargellano). Hanno scioperato anche le lavoratrici dell’albergo Holiday Inn Fiera di Bologna.

REGGIO EMILIA

In mattinata corteo meticcio  a Reggio Emilia dove c’e’ stata anche una contestazione nei confronti della Provincia per gli stretti rapporti con il regime libico di Gheddafi.

Ascoltiamo la corrispondenza con Federica dell’Associazione Citta’ Migrante.

NAPOLI

Anche a Napoli questa mattina circa un migliaio di immigrati e antirazzisti si sono ritrovati in piazza Garibaldi, per poi dirigersi verso piazza Plebiscito. Sempre in mattinata una trentina di attivisti del Centro sociale Insurgencia hanno occupato la sede dell’ispettorato del lavoro di Napoli, dove hanno affisso diversi striscioni contro il razzismo e contro lo sfruttamento, denunciando la mancanza di intervento dell’ispettorato che non effettua controlli nei cantieri e nelle campagne della zona. Dopo alcune ore di occupazioe gli attivisti hanno ottenuto  un incontro con i dirigenti dell’ispettortao del lavoro.

PADOVA

A Padova, dopo quattro giorni di presidio permanente, davanti alla prefettura, alcuni migranti sono saliti ieri sera sull’impalcatura della basilica di Sant’Antonio per protestare contro la sanatoria truffa 2009. Poco prima erano stati ricevuti dai responsabili della prefettura, un incontro però che si è risolto con un nulla di fatto. Nel frattempo un presidio spontaneo di migranti e antirazzisti si è formato sotto la basilica.

ROSARNO

Ore 17.15: Manifestazione rinviata a domenica a Rosarno a causa del cattivo tempo, una manifestazione che doveva ricordare Marcus, il lavoratore gambiano morto a novembre scorso per una polmonite perchè viveva al freddo nelle campagene di Gioia Tauro.

Ascolta il commento con Arturo, di Equosud.

LIBIA

Oggi Gheddafi ha nominato un negoziatore. E' Bouzaid Dordah, il capo dei servizi segreti esteri del colonnello. Secondo Al Jazeera, avrebbe ricevuto nel pomeriggio l’incarico di trattare con i rivoltosi che anche oggi si sono scontrati con i fedeli di Gheddafi. I combattimenti più violenti sono avvenuti a Misurata, dove è stato abbattuto un elicottero militare. A Tripoli, invece, circa 400 manifestanti anti-colonnello sono scesi in piazza a Tajoura, nell’est della capitale. Il presidio si è disciolto quando alcune decine di sostenitori di Gheddafi, armi alla mano, hanno minacciato di sparare sulla folla. Depositi di munizioni in zone sotto il controllo della rivolta nell’est della Libia sono stati invece bersagliati da raid aerei governativi. Gli aerei si sono alzati in volo poco dopo le dichiarazioni del commissario europeo per l’energia Guenther Ottinger, secondo cui Gheddafi “non controlla più i campi petroliferi”. Nel frattempo il Pentagono americano ha reso noto di aver ridispiegato la propria forza militare nel Mediterraneo proprio in chiave antilibica. In mezzo a questi vasi di ferro, a rimetterci per ora sono come al solito i vasi di coccio: parliamo dei migranti respinti per mesi dalle coste italiane e ora confusi dalla popolazione locale con i mercenari subsahariani reclutati da Gheddafi. 2mila persone, in gran parte eritree, si trovano da giorni ammassate nelle proprietà dei vicariati cattolici di Tripoli e Bengasi, e nessun governo europeo al momento si è fatto avanti per risolvere la situazione.

PANAMA Gli indios rifiutano le nuove norme della riforma Mineraria. Stop allo sfruttamento di oro e rame nelle terre dei nativi. Oggi primo giorno di trattative con il governo

Secondo le comunità i profitti derivanti dalle loro terre sarebbero andati a riempire le tasche delle solite multinazionali straniere, oltre ad intaccare per sempre la natura. Un film visto e stravisto in quasi tutti i Paesi del continente americano. Da lì è partito lo scontro. Con il governo, da una parte, a sostenere la sua riforma, cercando di convincere i più che le maggiori tasse pagate dalle imprese concessionarie sarebbero andate a coprire la spesa sociale. E le comunità indigene dall'altra, appoggiate dalle organizzazioni ambientaliste, che rifiutavano qualsiasi compromesso che mettesse a repentaglio l'ambiente e andasse ad arricchire governi stranieri.

Dopo aver bloccato le principali arterie stradali del paese, e soprattutto l'importantissima Panamericana, che collega Panama con la Costa Rica, marciato in quasi tutte le regioni, essersi scontrati con le forze dell'ordine e aver assistito a una ventina di arresti, le comunità indigene hanno accettato di sedersi al tavolo del dialogo.

A BERLINO VINCE L'ACQUA PUBBLICA

Per la prima volta, un referendum locale a Berlino raggiunge il quorum. E stravolge le previsioni della vigilia: dovranno essere pubblicati tutti gli accordi stipulati con le multinazionali Veolia e Rwe, soci al 49% dell'azienda idrica. Si apre la strada alla rescissione dei contratti

Seppure di misura, il comitato berlinese contro la privatizzazione dell'acqua l'ha spuntata. Al referendum di domenica 665.713 berlinesi, pari al 27 per cento degli elettori, hanno approvato la proposta di legge che impone di pubblicare tutti gli accordi relativi alla parziale privatizzazione dell'acqua, accordi che dal 1999 garantiscono alti utili a Veolia e Rwe, titolari del 49 per cento delle Wasserbetriebe.

Tra quanti hanno votato stavolta, la quota dei contrari alla pubblicazione dei contratti sull'acqua è stata irrisoria. Ben il 98,2% dei partecipanti ha votato sì. Un plebiscito. Con l'eccezione dei Verdi, tutti i partiti avevano dato indicazione di votare no o di non andare a votare.

ESTERI

Il governatore delle Hawaii, Neil Abercrombie, ha firmato la legge "SB232" sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso e di sesso diverso, approvata definitivamente dal Senato il 16 febbraio scorso con un voto 18 a 5. La firma corona una lunga lotta: le Hawaii, l' "Aloha state", furono infatti il primo stato americano a presentare un progetto di legge sul matrimonio lesbico e gay, ma la reazione dei conservatori fu durissima e culminò nel 1998 con una modifica della costituzione per limitare il matrimonio alle coppie eterosessuali. Le unioni civili restarono perciò l'unica possibilità di riconoscimento legale, ora realizzata dopo vari tentativi falliti di creare una maggioranza parlamentare. La nuova legge, che include anche il riconoscimento dei matrimoni lesbici e gay e delle unioni civili celebrati in altri stati americani ed esteri, entrerà in vigore il 1 gennaio 2012. Salgono così a 10 gli stati americani che tutelano le convivenze lesbiche e gay con unioni civili o "domestic partnership" registrate; mentre cinque stati e il District of Columbia hanno legalizzato il matrimonio.

Obama: "Non difenderemo più la legge contro i matrimoni gay" - "E' una norma incostituzionale"

NEW YORK Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha deciso «di non difendere più la costituzionalità» di quella parte della legge Doma (Defense of Marriage Act) che punta al divieto delle nozze gay definendo il matrimonio solo come unione tra un uomo e una donna, secondo quanto annunciato dal Dipartimento della Giustizia americano.

In Brasile si è acceso lo scontro parlamentare sulla norma fiscale che autorizza le coppie dello stesso sesso a presentare dichiarazione dei redditi che includono i conviventi, equiparandone i diritti a quelli delle coppie eterosessuali. I deputati che rappresentano le chiese evangeliche e pentecostali hanno contestato la disposizione con l'argomento che, trattandosi di un beneficio fiscale, esso non può essere dettato dal potere esecutivo ma solo dal parlamento. Il deputato dell'opposizione Joao Campos, del PSDB (Partido dela Social Democracia Brasilena), che è anche predicatore, ha dichiarato: "è totalmente illegale, se necessario ricorreremo alla giustizia". Da parte sua Jean Wyllys del PSOL (Partito Socialismo y Libertad), professore di storia apertamente gay, sta organizzando un "fronte parlamentare omosessuale" e sta raccogliendo firme per presentare un nuovo progetto di emendamento costituzionale che permetta di legalizzare il "matrimonio ugualitario" per le coppie lesbiche e gay, nonché l'adozione da parte di queste coppie.

ESTERI

PALESTINA Oggi è una giornata significativa per i palestinesi. Sono state organizzate diverse manifestazioni per denunciare e ricordare i sette anni di prigonia. Sette anni fa infatti è stata posata la prima pietra del muro di separazione israeliano che cinge e a tratti attraversa la Cisgiordania. La situazione peggiora di anno in anno. Andare a lavorare, per i palestinesi è diventato impossibile: sono costretti a lunghe file ai check point. Si alzano alle tre e mezza, per essere al lavoro alle otto.

Striscia di Gaza, incursione di carri armati e bulldozer. L'aviazione simula attacco aereo Gaza - Questa mattina, i carri armati israeliani hanno condotto un' incursione a Qarara, a est di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo quanto ci ha riferito il nostro corrispondente, quattro carri armati e quattro bulldozer sono entrati dal valico di Kissufim, ad est di Khan Younis: i bulldozer hanno iniziato a spianare i terreni agricoli, mentre i tank sparavano. Contemporaneamente, gli aerei da guerra hanno sorvolato intensamente lo spazio aereo. Ieri sera, hanno simulato un violento attacco aereo per spaventare la popolazione.

Al-Quds (Gerusalemme) – Ieri a Gerusalemme, le forze di occupazione israeliane hanno sequestrato 9 ragazzi palestinesi, compreso un bimbo di 7 anni. Fonti locali hanno reso noto che la polizia di "frontiera" israeliane, accompagnata da unità speciali, ha assaltato la Città Vecchia e ha fatto irruzione in diverse abitazioni, sequestrando i 9 ragazzi.  Tra di essi c'erano anche il piccolo Khalil ar-Resheq, di 7 anni, Muslim Odeh, di 11, Ahmed Abu Madi, di 14.

DALLA PIAZZE ARABE

BAHRAIN – Il ministro per lo Sviluppo sociale Fatima al Balooshi, ha rivolto ai manifestanti un nuovo appello al dialogo da parte del governo. Un invito che arriva dopo giorni di proteste da parte dell’opposizione sciita, che rappresenta la maggioranza del paese, contro la monarchia sunnita, per chiedere parità di diritti ed il rilascio dei detenuti politici. Fino ad oggi l’opposizione ha detto che aprirà al dialogo solo se il governo si dimetterà.

OMAN – La tv di stato annuncia che la situazione è tornata sotto il controllo delle autorità a Sohar, città portuale teatro per giorni di violenti scontri tra manifestanti e forze di sicurezza. Secondo testimoni, gli agenti hanno sparato colpi d’arma da fuoco in aria e fatto ricorso a mezzi militari per disperdere i manifestanti, che avevano bloccato l’accesso al porto, alla zona industriale della città e la strada per la capitale Muscat.

EGITTO – È stata nuovamente rinviata l’apertura della borsa del Cairo prevista per oggi dopo oltre un mese di sospensione in seguito alle sollevazioni di piazza che hanno causato la caduta del presidente Hosni Mubarak. Secondo gli analisti, nuovi tonfi come quello del 27 gennaio scorso, quando il listino aveva perso oltre 10 punti percentuali, avrebbe conseguenze disastrose sui mercati dell’intera regione.

ARABIA SAUDITA – Le autorità hanno arrestato un dignitario religioso sciita che aveva rivendicato “uguali diritti” per la minoranza religiosa del regno. Lo rendono noto alcune organizzazioni internazionali in un comunicato diffuso nelle ultime ore. In un episodio separato, circa 2000 tra professori universitari, giornalisti, liberi professionisti e attivisti dei diritti umani hanno firmato tre diverse petizioni in cui si chiede, tra l’altro, la trasformazione del regno in una “monarchia costituzionale”.

gror110301 (last edited 2011-03-01 18:33:23 by anonymous)