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Scioperi, presidi, cortei e manifestazioni in tutta la penisola nell’ambito della “giornata senza di noi”, giornata di sciopero e mobilitazione per i diritti dei migranti, contro il razzismo istituzionale, la legge Bossi-Fini e la sanatoria truffa. Sono circa 40 le citta’ italiane interessate dalle iniziative. In mattinata si sono svolti cortei a Napoli e Reggio Emilia, mentre a Bologna si sono svolti scioperi in diverse aziende e un centinaio di attivisti ha occupato l’area intorno al CIE del capoluogo emiliano, tra il muro di cinta e le cancellate. A Padova contro la sanatoria truffa prosegue l’occupazione dell’impalcatura della Basilica del Santo. |
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Mentre in piazza Maggiore compaiono i primi palloncini gialli e le bandiere "Diritti senza frontiere", "Una giornata senza di noi" (presidio dalle 15.30), in estrema periferia della città, in via Mattei, il centro sociale Tpo invade il Centro di identificazione ed espulsione riuscendo ad entrare. Erano circa le undici quando i compagni e le compagne sono riusciti a superare la prima recinzione del Cie. Ora stanno trattando per cercare di superare anche la seconda barriera ed entrare in delegazione all'interno degli edifici. Un cordone di forze dell'ordine li blocca mentre all'interno sembra essere scoppiata una protesta. I migranti hanno dato fuoco a dei materassi e le fiamme sono state spente con degli estintori. |
Erano circa le undici quando i compagni e le compagne sono riusciti a superare la prima recinzione del Cie. I migranti hanno dato fuoco a dei materassi e le fiamme sono state spente con degli estintori. Ascoltiamo la corrispondenza con una compagna di Fuori luogo di Bologna '''ANCORA DA BOLOGNA''' Un primo elenco delle aziende bolognesi che aderendo all’appello del Coordinamento Migranti Bologna e provincia hanno scioperato, vede la Ducati, la Bonfiglioli riduttori di Lippo di Calderara, la Titan di Crespellano, l’Euroricambi di Crespellano, la Mape spa di bazzano, la Toyota di Bologna e la MD di Bargellano; hanno scioperato anche le lavoratrici dell’albergo Holiday Inn Fiera di Bologna. Sentiamo dal presidio di fronte all’albergo Holiday Hinn Paola del coordinamento migranti di Bologna. '''REGGIO EMILIA''' In mattinata corteo meticcio a Reggio Emilia dove c’e’ stata anche una contestazione nei confronti della Provincia per gli stretti rapporti con il regime libico di Gheddafi. Ascoltiamo la corrispondenza con Federica dell’Associazione Citta’ Migrante. '''NAPOLI''' Anche a Napoli questa mattina circa un migliaio di immigrati e antirazzisti si sono ritrovati in piazza Garibaldi, per poi dirigersi verso piazza Plebiscito. Sempre in mattinata una trentina di attivisti del Centro sociale Insurgencia hanno occupato la sede dell’ispettorato del lavoro di Napoli, dove hanno affisso diversi striscioni contro il razzismo e contro lo sfruttamento, denunciando la mancanza di intervento dell’ispettorato che non effettua controlli nei cantieri e nelle campagne della zona. Dopo alcune ore di occupazioe gli attivisti hanno ottenuto un incontro con i dirigenti dell’ispettortao del lavoro. '''PADOVA''' A Padova, dopo quattro giorni di presidio permanente, davanti alla prefettura, alcuni migranti sono saliti ieri sera sull’impalcatura della basilica di Sant’Antonio per protestare contro la sanatoria truffa 2009. Poco prima erano stati ricevuti dai responsabili della prefettura, un incontro però che si è risolto con un nulla di fatto. Nel frattempo un presidio spontaneo di migranti e antirazzisti si è formato sotto la basilica. '''ROSARNO''' Ore 17.15: Manifestazione rinviata a domenica a Rosarno a causa del cattivo tempo, una manifestazione che doveva ricordare Marcus, il lavoratore gambiano morto a novembre scorso per una polmonite perchè viveva al freddo nelle campagene di Gioia Tauro. Ascolta il commento con Arturo, di Equosud. |
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'''NOTIZIE BREVI''' |
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In primo Piano
GIORNATA DI MOBILITAZIONE 1 MARZO
Scioperi, presidi, cortei e manifestazioni in tutta la penisola nell’ambito della “giornata senza di noi”, giornata di sciopero e mobilitazione per i diritti dei migranti, contro il razzismo istituzionale, la legge Bossi-Fini e la sanatoria truffa.
Sono circa 40 le citta’ italiane interessate dalle iniziative. In mattinata si sono svolti cortei a Napoli e Reggio Emilia, mentre a Bologna si sono svolti scioperi in diverse aziende e un centinaio di attivisti ha occupato l’area intorno al CIE del capoluogo emiliano, tra il muro di cinta e le cancellate. A Padova contro la sanatoria truffa prosegue l’occupazione dell’impalcatura della Basilica del Santo.
ROMA
Questa mattina un gruppo di attiviste/i, italiane/i e migranti, dopo avere appeso su Porta Pia uno striscione con la scritta "150 Anni di Unità: Razzismo, Sfruttamento, Precarietà", si è diretto in corteo verso il ministero della finanze. L'iniziativa si inserisce nell'ambito delle mobilitazioni per la giornata del primo marzo, lo sciopero dei/delle migranti.
Oggi 1° marzo, le lavoratrici ed i lavoratori precari, migranti e non, si sono date appuntamento a Roma, a Porta Pia e in altre decine di piazze italiane per portare avanti le battaglie per lo sganciamento del permesso di soggiorno dal lavoro, combattendo contro la xenofobia, sempre più arma culturale dei governi della paura. Sono scesi/e in piazza per reclamare l'apertura di tutte le frontiere, la fine della la parola integrazione, per sganciare il permesso di soggiorno dal lavoro, dall'assistenza sanitaria e scolastica, per la chiusura dei centri di identificazione ed espulsione
A BOLOGNA: OCCUPATO IL CIE
Erano circa le undici quando i compagni e le compagne sono riusciti a superare la prima recinzione del Cie. I migranti hanno dato fuoco a dei materassi e le fiamme sono state spente con degli estintori.
Ascoltiamo la corrispondenza con una compagna di Fuori luogo di Bologna
ANCORA DA BOLOGNA
Un primo elenco delle aziende bolognesi che aderendo all’appello del Coordinamento Migranti Bologna e provincia hanno scioperato, vede la Ducati, la Bonfiglioli riduttori di Lippo di Calderara, la Titan di Crespellano, l’Euroricambi di Crespellano, la Mape spa di bazzano, la Toyota di Bologna e la MD di Bargellano; hanno scioperato anche le lavoratrici dell’albergo Holiday Inn Fiera di Bologna.
Sentiamo dal presidio di fronte all’albergo Holiday Hinn Paola del coordinamento migranti di Bologna.
REGGIO EMILIA
In mattinata corteo meticcio a Reggio Emilia dove c’e’ stata anche una contestazione nei confronti della Provincia per gli stretti rapporti con il regime libico di Gheddafi.
Ascoltiamo la corrispondenza con Federica dell’Associazione Citta’ Migrante.
NAPOLI
Anche a Napoli questa mattina circa un migliaio di immigrati e antirazzisti si sono ritrovati in piazza Garibaldi, per poi dirigersi verso piazza Plebiscito. Sempre in mattinata una trentina di attivisti del Centro sociale Insurgencia hanno occupato la sede dell’ispettorato del lavoro di Napoli, dove hanno affisso diversi striscioni contro il razzismo e contro lo sfruttamento, denunciando la mancanza di intervento dell’ispettorato che non effettua controlli nei cantieri e nelle campagne della zona. Dopo alcune ore di occupazioe gli attivisti hanno ottenuto un incontro con i dirigenti dell’ispettortao del lavoro.
PADOVA
A Padova, dopo quattro giorni di presidio permanente, davanti alla prefettura, alcuni migranti sono saliti ieri sera sull’impalcatura della basilica di Sant’Antonio per protestare contro la sanatoria truffa 2009. Poco prima erano stati ricevuti dai responsabili della prefettura, un incontro però che si è risolto con un nulla di fatto. Nel frattempo un presidio spontaneo di migranti e antirazzisti si è formato sotto la basilica.
ROSARNO
Ore 17.15: Manifestazione rinviata a domenica a Rosarno a causa del cattivo tempo, una manifestazione che doveva ricordare Marcus, il lavoratore gambiano morto a novembre scorso per una polmonite perchè viveva al freddo nelle campagene di Gioia Tauro.
Ascolta il commento con Arturo, di Equosud.
LIBIA
Oggi Gheddafi ha nominato un negoziatore. E' Bouzaid Dordah, il capo dei servizi segreti esteri del colonnello. Secondo Al Jazeera, avrebbe ricevuto nel pomeriggio l’incarico di trattare con i rivoltosi che anche oggi si sono scontrati con i fedeli di Gheddafi. I combattimenti più violenti sono avvenuti a Misurata, dove è stato abbattuto un elicottero militare. A Tripoli, invece, circa 400 manifestanti anti-colonnello sono scesi in piazza a Tajoura, nell’est della capitale. Il presidio si è disciolto quando alcune decine di sostenitori di Gheddafi, armi alla mano, hanno minacciato di sparare sulla folla. Depositi di munizioni in zone sotto il controllo della rivolta nell’est della Libia sono stati invece bersagliati da raid aerei governativi. Gli aerei si sono alzati in volo poco dopo le dichiarazioni del commissario europeo per l’energia Guenther Ottinger, secondo cui Gheddafi “non controlla più i campi petroliferi”. Nel frattempo il Pentagono americano ha reso noto di aver ridispiegato la propria forza militare nel Mediterraneo proprio in chiave antilibica. In mezzo a questi vasi di ferro, a rimetterci per ora sono come al solito i vasi di coccio: parliamo dei migranti respinti per mesi dalle coste italiane e ora confusi dalla popolazione locale con i mercenari subsahariani reclutati da Gheddafi. 2mila persone, in gran parte eritree, si trovano da giorni ammassate nelle proprietà dei vicariati cattolici di Tripoli e Bengasi, e nessun governo europeo al momento si è fatto avanti per risolvere la situazione.
PANAMA Gli indios rifiutano le nuove norme della riforma Mineraria. Stop allo sfruttamento di oro e rame nelle terre dei nativi. Oggi primo giorno di trattative con il governo
Secondo le comunità i profitti derivanti dalle loro terre sarebbero andati a riempire le tasche delle solite multinazionali straniere, oltre ad intaccare per sempre la natura. Un film visto e stravisto in quasi tutti i Paesi del continente americano. Da lì è partito lo scontro. Con il governo, da una parte, a sostenere la sua riforma, cercando di convincere i più che le maggiori tasse pagate dalle imprese concessionarie sarebbero andate a coprire la spesa sociale. E le comunità indigene dall'altra, appoggiate dalle organizzazioni ambientaliste, che rifiutavano qualsiasi compromesso che mettesse a repentaglio l'ambiente e andasse ad arricchire governi stranieri.
Dopo aver bloccato le principali arterie stradali del paese, e soprattutto l'importantissima Panamericana, che collega Panama con la Costa Rica, marciato in quasi tutte le regioni, essersi scontrati con le forze dell'ordine e aver assistito a una ventina di arresti, le comunità indigene hanno accettato di sedersi al tavolo del dialogo.
A BERLINO VINCE L'ACQUA PUBBLICA
Per la prima volta, un referendum locale a Berlino raggiunge il quorum. E stravolge le previsioni della vigilia: dovranno essere pubblicati tutti gli accordi stipulati con le multinazionali Veolia e Rwe, soci al 49% dell'azienda idrica. Si apre la strada alla rescissione dei contratti
Seppure di misura, il comitato berlinese contro la privatizzazione dell'acqua l'ha spuntata. Al referendum di domenica 665.713 berlinesi, pari al 27 per cento degli elettori, hanno approvato la proposta di legge che impone di pubblicare tutti gli accordi relativi alla parziale privatizzazione dell'acqua, accordi che dal 1999 garantiscono alti utili a Veolia e Rwe, titolari del 49 per cento delle Wasserbetriebe.
Tra quanti hanno votato stavolta, la quota dei contrari alla pubblicazione dei contratti sull'acqua è stata irrisoria. Ben il 98,2% dei partecipanti ha votato sì. Un plebiscito. Con l'eccezione dei Verdi, tutti i partiti avevano dato indicazione di votare no o di non andare a votare.
- Il senso del risltato del referendum è chiarissimo: «Ridateci la nostra acqua».
ESTERI
non so se interessano le prossime 3 notizia, vengono da lai4les. se le teniamo vanno comunque tagliate!
Il governatore delle Hawaii, Neil Abercrombie, ha firmato la legge "SB232" sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso e di sesso diverso, approvata definitivamente dal Senato il 16 febbraio scorso con un voto 18 a 5. La firma corona una lunga lotta: le Hawaii, l' "Aloha state", furono infatti il primo stato americano a presentare un progetto di legge sul matrimonio lesbico e gay, ma la reazione dei conservatori fu durissima e culminò nel 1998 con una modifica della costituzione per limitare il matrimonio alle coppie eterosessuali. Le unioni civili restarono perciò l'unica possibilità di riconoscimento legale, ora realizzata dopo vari tentativi falliti di creare una maggioranza parlamentare. La nuova legge, che include anche il riconoscimento dei matrimoni lesbici e gay e delle unioni civili celebrati in altri stati americani ed esteri, entrerà in vigore il 1 gennaio 2012. Salgono così a 10 gli stati americani che tutelano le convivenze lesbiche e gay con unioni civili o "domestic partnership" registrate; mentre cinque stati e il District of Columbia hanno legalizzato il matrimonio. Secondo l'ultimo censimento statunitense, ormai oltre il 40% della popolazione risiede in una giurisdizione che offre alle coppie dello stesso sesso qualche forma di protezione statale.
Obama: "Non difenderemo più la legge contro i matrimoni gay"
Il Dipartimento della Giustizia: "E' una norma incostituzionale"
NEW YORK Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha deciso «di non difendere più la costituzionalità» di quella parte della legge Doma (Defense of Marriage Act) che punta al divieto delle nozze gay definendo il matrimonio solo come unione tra un uomo e una donna, secondo quanto annunciato dal Dipartimento della Giustizia americano.
Per il ministro della Giustizia, Eric Holder, Obama «ha concluso che per una serie di fattori, tra cui una storia documentata di discriminazioni, non dovranno più essere sottoposte a maggiori controlli le classificazioni basate sull?orientamento sessuale». «Gran parte del panorama giuridico è cambiato in 15 anni, da quando il Congresso ha approvato la Doma», sottolinea inoltre Holder, rilevando che la Corte Suprema ha stabilito l?incostituzionalità di leggi che criminalizzano l?omosessualità e che il Congresso ha abrogato la politica del «don?t ask, don?t tell» tra i militari.
In Brasile si è acceso lo scontro parlamentare sulla norma fiscale che autorizza le coppie dello stesso sesso a presentare dichiarazione dei redditi che includono i conviventi, equiparandone i diritti a quelli delle coppie eterosessuali. I deputati che rappresentano le chiese evangeliche e pentecostali hannocontestato la disposizione con l'argomento che, trattandosi di un beneficio fiscale, esso non può essere dettato dal potere esecutivo ma solo dal parlamento. Il deputato dell'opposizione Joao Campos, del PSDB (Partido dela Social Democracia Brasilena), che è anche predicatore, ha dichiarato: "è totalmente illegale, se necessario ricorreremo alla giustizia". Da parte sua Jean Wyllys del PSOL (Partito Socialismo y Libertad), professore di storia apertamente gay, sta organizzando un "fronte parlamentare omosessuale" e sta raccogliendo firme per presentare un nuovo progetto di emendamento costituzionale che permetta di legalizzare il "matrimonio ugualitario" per le coppie lesbiche e gay, nonché l'adozione da parte di queste coppie. Wyllys deve ottenere 171 firme di deputati per poter presentare il progetto e afferma che "ne mancano solo poche". Intanto il Tribunale superiore della giustizia, massima corte penale del Brasile, sta per decidere sul caso di un gay che ha chiesto la reversibilità della pensione del suo compagno morto; una sentenza che potrebbe essere favorevole, dato che esiste già un precedente in materia.
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