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Gr 19:30

In primo Piano

ESTERI

ITALIA


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In primo Piano ancora critica la situazione in nord africa. mentre in tunisia il presidente ad interim ha annunciato il sequestro dei beni immobili di ben aliper un valore tra i 5 e i 12 miliardi di dollari, in libia la situazione diventa di ora in ora più drammatica. a Misurata le truppe di gheddafi avrebbero conquistato il porto, mentre il 90% della popolazione è senza acqua e elettricità. in tanto Falco Accame, presidente dell'Anavafaf (Associazione nazionale assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti).denuncia Gravi pericoli per la popolazione libica a causa dell'uso di missili contenenti uranio impoverito usati dalle forze della coalizione.«Non è vero - sostiene Accame - che i bombardamenti in Libia non hanno causato pericoli per i civili e solo danni alle infrastrutture. Il pesantissimo impiego di missili da crociera Tomahawk ha infatti creato gravi pericoli per la popolazione civile che si protrarranno negli anni e che esigono l'impiego di norme di protezione».

GIAPPONE:ancora critica la situazione secondo l'ISPRA, «Permane una situazione d'instabilità nella refrigerazione dei reattori». Questa la considerazione dell'Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) sulle conseguenze dell'incidente alla centrale nucleare di Fukushima in Giappone in seguito al terremoto e allo tsunami dell'11 marzo scorso. Secondo l'Ispra, risulta «critica la situazione di refrigerazione delle vasche di combustibile esaurito delle unità 3 e 4», dalle quali «in caso di danni si possono avere rilasci direttamente all'ambiente» in conseguenza del danneggiamento della parte superiore dell'edificio. «Le informazioni disponibili farebbero ritenere le strutture di contenimento ancora integre, con l'eccezione dell'unità 2 -. aggiunge l'Ispra -. Per le unità 1 e 3 sono riportate situazioni di danneggiamento del combustibile», ma sono «in corso le operazioni finali di ripristino dell'alimentazione elettrica esterna».

CARCERI: 2 MINORI SU 3 DENTRO IN ATTESA GIUDIZIO,COME ADULTI ANTIGONE Circa due terzi (nel 2009 il 61,6%) dei minori detenuti gli istituti di pena minorile(ipm) sono in custodia cautelare, mentre solo un terzo sta scontando una pena definitiva. Lo evidenzia l'associazione Antigone nel 'Primo rapporto sugli istituti penali minorilì, una caratteristica del sistema carcerario minorile, che confligge con lo spirito della riforma della giustizia minorile del 1988, e che lo accomuna al sistema penale degli adulti. Anche nel caso delle carceri per minori c'è una sproporzione tra italiani e stranieri (rispettivamente il 57 e il 42% nel 2009). gli Istituti per minori (Ipm) sono, ancora più che quelli per adulti, dei «contenitori di marginalità sociale» dove finiscono «solo stranieri, rom e ragazzi del Sud». Sono le conclusioni di Antigone che ha redatto il 'Primo rapporto sugli istituti penali minorilì, nel quale evidenzia che «il sistema funziona bene, ma non per tutti». A dimostrazione di questo, l'associazione mette a confronto le denunce, gli ingressi nei 27 Cpa (centri di prima accoglienza, che ospitano i minorenni fino a 96 ore dopo l'arresto) e le presenze nei 19 Istituti penali. E da questo si ricava «una netta selettività a danno degli stranieri: sono una minoranza tra i denunciati, in carcere sono quanti o più degli italiani». Indicativo in questo senso è il dato delle sezioni femminili, nel 2009 su 34 ragazze detenute 28 erano straniere. Per citare solo alcune delle cifre raccolte, nel 2007 i minori stranieri denunciati sono stati 10.390, il 27,2% del totale (38.193 ragazzi), con una proporzione più o meno stabile fin dal 2000 (oscillante tra il 23 e il 29%). A fronte di questi numeri nel 2007 gli stranieri passati per i 27 Cpa erano 1.840 su 3.385, nel 2010 9024 su 2.344. I detenuti nei 19 Istituti erano 218 su 422 (il 51,7%), una percentuale, tuttavia, calata negli ultimi due anni: al 45% nel 2009 e al 34,4% nel 2010. Eppure, dice Antigone, i minori stranieri «si caratterizzano per la commissione di fatti meno gravi, per i quali il ricorso ad una misura cautelare è meno necessario che per gli italiani», invece quando «una misura cautelare si rende necessaria , il carcere è per gli stranieri più probabile». Interessante è poi la geografia del nostro sistema: nel 2010 negli Ipm del nord sono entrati 434 ragazzi, 174 italiani e 260 stranieri; al centro 100 italiani e 258 stranieri; al Sud la proporzione è completamente rovesciata, 362 italiani e 62 stranieri, nelle Isole 248 italiani e 36 stranieri. ESTERI

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Gr 9:30

ESTERI

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gror110324 (last edited 2011-03-24 11:52:45 by anonymous)