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La crisi nucleare potrebbe raggiungere il livello 6

L'Agenzia nipponica per la sicurezza nucleare ha indicato oggi che potrebbe rialzare la valutazione della crisi dell'impianto di Fukushima n.1, colpito duramente dal sisma/tsunami dell'11 marzo, a livello 6 (grave incidente), dopo la raccolta di dati sui livelli di radiazione nelle regioni limitrofe. Lo indicano i media nipponici. L'Agenzia (Nisa) ha assegnato un rating provvisorio di 5 ('incidente con piu' ampie conseguenze') lo scorso 18 marzo, a una settimana dal devastante sisma di magnitudo 9 che ha generato un potentissimo tsunami che ha messo fuori uso l'impianto di raffreddamento della centrale e causatogravi danni ad alcuni dei suoi reattori.

La scala si compone di 7 livelli: finora quello piu' grave, ilsettimo, e' stato assegnato al disastro di Cernobyl del 26 aprile del 1986.

Intanto, la situazione nella centrale nucleare di Fukushima rimane "imprevedibile". Lo ha detto oggi il primo ministro giapponese Naoto Kan.

Potrebbe essere danneggiata la vasca 3 La vasca del reattore n.3 della centrale nucleare giapponese di Fukushima, che contiene le barre di combustibile, potrebbe essere danneggiata. Lo ha annunciato la Tepco, il gestore dell'impianto, ma l'agenzia nucleare sostiene che non ci sono dati per stabilire una rottura del reattore.

La denuncia del Guardian Il gestore dell'impianto, la Tokyo Electric Power (TEPCO), ha dichiarato che non avevano misurato i livelli di radioattività prima che gli operai iniziassero il lavoro all'interno della centrale. I due operai che sono stati ricoverati per le ustioni che hanno riportato non indossavano gli stivali protettivi.

Evacuazione volontaria a 30 km dalla centrale Il governo ha disposto l'evacuazione nel raggio di 20 km dalla centrale raccomandando di non uscire di casa, se non necessario, tra i 20 e i 30 km. Su quest'ultima fascia, tuttavia, Edano ha raccontato di aver saputo che la gente "e' a corto di provviste". Quasi contestualmente, il ministero della Scienza e della Tecnologia ha fatto sapere che la quantita' di radiazioni giornaliere rilevata in un punto a 30 km a nord-ovest da Fukushima ha superato il limite annuale della dose naturale.

ESTERI

Libia, continuano i raid della coalizione su Tripoli

Non si fermano in Libia gli attacchi aerei condotti dalla coalizione occidentale. Questa mattina si sono verificate forti esplosioni nella zona meridionale di Tripoli, dove - secondo quanto dichiarato da un portavoce delle forze armate libiche all'agenzia tedesca Dpa - sono stati distrutti numerosi obiettivi militari e civili.

I raid hanno colpito in vari punti della capitale anche durante la notte, e secondo la tv pubblica hanno causato molte vittime tra i civili. Le forze della coalizione sostengono invece che gli attacchi sono mirati contro gli obiettivi del regime, e come tali limitano il numero delle vittime civili. Colpita nella notte anche Bab al-Aziziya, la zona dove si trova la residenza-bunker del Colonnello.

Nel frattempo proseguono gli incontri diplomatici volti a discutere la situazione libica. L'Unione africana ha convocato per oggi un vertice straordinario ad Addis Abeba, al quale sono stati invitati esponenti del governo libico, rappresentanti dell'Onu, dell'Unione europea e dei paesi arabi. In un'intervista alla Bbc che sarà trasmessa stasera, il presidente della Commissione dell'Unione africana, Jean Ping, ha dichiarato che ci sono ancora divisioni tra i paesi dell'Africa in merito all'intervento militare in Libia della coalizione.

Ping ha elencato quattro punti che l'Ua ritiene essenziali a proposito della crisi libica: il cessate il fuoco immediato, l'arrivo degli aiuti umanitari, la tutela dei civili e l'importanza di riconoscere le legittime aspirazioni della Libia a valori come la libertà e la democrazia.

MANIFESTAZIONI PRO E CONTRO IL REGIME, ALTA TENSIONE A SANAA

“La manifestazione a favore del presidente Ali Abdullah Saleh è imponente. Ci sono migliaia di persone riunite nella piazza antistante il palazzo presidenziale e la tensione, in città, è altissima”: è il quadro che Alessandro Guarino, operatore umanitario di Intersos raggiunto dalla MISNA a Sanaa, fa della capitale yemenita nel ‘venerdì dell’addio’ in cui sostenitori e oppositori del presidente hanno in programma manifestazioni in diversi quartieri.

“Lo scenario più preoccupante, quello che prevedeva che un corteo di manifestanti anti-regime si muovesse dalla piazza del Cambiamento, vicino alla nuova Università divenuta il simbolo delle proteste verso il palazzo presidenziale sembra essere scongiurato” spiega l’operatore aggiungendo che “nel caso di un programma simile i due movimenti si sarebbero certamente trovati l’uno di fronte all’altro e questo causava, evidentemente, grande preoccupazione negli abitanti”.

Tuttavia, proprio per onorare quell’aggettivo ‘salmiyya’ (pacifici) scandito nei sit-in e nelle manifestazioni delle ultime settimane “gli studenti hanno annunciato, nella serata di ieri, che non intendono favorire provocazioni e che dunque non marceranno verso il palazzo presidenziale.

Intanto, dalla piazza Maidan, gremita di folla, Saleh ha detto di essere “pronto ad esaudire le richieste degli oppositori” ma di essere “sempre qui per difendere l’integrità e la stabilità del paese”. Nei giorni scorsi, dopo l’annunciata defezione di diversi generali e capi dell’esercito, il capo di stato aveva messo in guardia da eventuali “colpi di stato” che, ha ammonito, “porterebbero la guerra civile” nel paese.

A 35 ANNI DAL GOLPE, “MEMORIA, VERITÀ E GIUSTIZIA”

Migliaia di argentini hanno sfilato nelle strade di Buenos Aires e di altre città al grido di “Memoria, verità e giustizia”, nel 35° anniversario del golpe che diede inizio all’ultima dittatura (1976-1983) guidato dal generale Jorge Videla, 85 anni, oggi in carcere dove sconta una condanna all’ergastolo per violazioni dei diritti umani.

Diverse le iniziative organizzate durante la giornata nella capitale: a sera, una grande folla ha dato vita a un corteo che si è snodato per quasi venti isolati lungo la Avenida de Mayo fino alla storica piazza che porta lo stesso nome, di fronte alla ‘Casa Rosada’ (presidenza), portando una bandiera argentina lunga 200 metri con le fotografie di migliaia di ‘detenidos’-‘desaparecidos’. “Questa manifestazione dimostra che la lotta delle Madri di Plaza de Mayo, dei familiari, dei fratelli e di tante altre persone non è stata vana. Lo prova questa dimostrazione di impegno e militanza che vediamo oggi” ha detto ‘Tati’ Almeida, esponente delle ‘Madres de Plaza de Mayo-Línea Fundadora’.

“Processo e sanzione per i complici e gli ideologi civili” si leggeva su alcuni striscioni, in riferimento ai settori economici riuniti della disciolta ‘Asamblea Permanente de Entidades Gremiales Empresarias’ (Apege), l’organizzazione degli imprenditori che appoggiò il rovesciamento del governo di Isabel Perón (1974-1976). Il principale ideologo del golpe del 24 marzo 1980 è considerato l’economista José Martínez de Hoz che oggi deve rispondere di fronte alla giustizia di responsabilità in sequestri a scopo di estorsione.

“Quando i militari presero il potere c’erano civili dietro che ne approfittarono economicamente. Non fu solo un regime che venne a torturare, uccidere e far sparire, ma che venne a distruggere i sogni dell’Argentina” ha detto il ministro dell’Economia, Amado Boudou, nella cerimonia organizzata dal governo della presidente Cristina Kirchner al Mercado Central.

Dal ritorno della democrazia, nel 1983, sono stati 200 gli ex-gerarchi condannati per crimini di lesa umanità, inclusi quelli del ‘Processo alle giunte’. Attualmente ce ne sono 820 indagati in tutto il paese, 400 dei quali sono stati rinviati a giudizio, secondo un rapporto della procura generale.

Il venerdì della dignità in Siria

E' stato di massima allerta tra le forze di sicurezza siriane, che si attendono per oggi ingenti manifestazioni antigovernative in tutto il paese, dopo quelle che hanno gia' fatto decine di vittime nella citta' meridionale di Sanaa. Gli attivisti hanno convocato per oggi, dopo la preghiera islamica del venerdi', una 'Giornata della dignita".

Cortei e proteste sono attesi fuori dalle moschee in varie citta' del paese. Per cercare di contenere le manifestazioni, il presidente Bashar al-Assad ha annunciato ieri sera una serie di riforme, che in gran parte coincidono con le richieste avanzate dagli attivisti. Per bocca del suo consigliere Bushaina Shaaban, il presidente ha annunciato l'aumento dei salari pubblici, misure a sostegno dell'occupazione, la creazione di una commissione che dialoghi con i manifestanti e valuti le loro richieste.

Il governo valutera' inoltre la revoca dello stato d'emergenza.

ITALIA

In calo le vendite al dettaglio a gennaio

A gennaio 2011 l'indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio diminuisce dello 0,3% rispetto a dicembre 2010. Mentre rispetto a gennaio 2010 l'indice grezzo segna un calo dell'1,2%. Lo rileva l'Istat. Secondo quanto rileva l'Istat inoltre, le vendite di prodotti alimentari scendono dello 0,5% rispetto a dicembre 2010, quelle di prodotti non alimentari dello 0,2%.

Più in generale la diminuzione delle vendite registrata nel confronto con il mese di gennaio 2010 deriva da variazioni negative dello 0,9% per le vendite della grande distribuzione e dell'1,4% per quelle delle imprese operanti su piccole superfici. Le vendite di tutti i gruppi di prodotti non alimentari subiscono in termini tendenziali una flessione, con l'eccezione del gruppo calzature, articoli in cuoio e da viaggio, che segna una variazione nulla.


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gror110325 (last edited 2011-03-25 11:44:50 by anonymous)