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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

EDITORIALE

PERCHE' E' COSI' IMPORTANTE CONTROLLARE IL PETROLIO DELLA LIBIA (da Peace Reporter)

I ribelli devono tutto all'appoggio militare della coalizione e di sicuro saranno interlocutori malleabili. Il regime, da parte sua, è in un vicolo cieco e sarà più facile metterlo alle corde. Con 46,5 miliardi di barili di riserve accertate, la Libia è la più grande economia petrolifera del continente africano. Non solo. L'oro nero libico ha una caratteristica tecnica molto importante. Gli esperti lo chiamano sweet, a basso contenuto di zolfo. Quando viene estratto ha costi di raffinazione di molto inferiori a quelli, ad esempio, del petrolio saudita, detto sour (alta presenza di zolfo). Margini di profitto, dunque, enormi. Anche perché negli anni dell'embargo alla Libia la produzione ha risentito dei ritardi tecnologici accumulati. Questo significa tante cose, in primis scarse rilevazioni per monitorare nuovi giacimenti di petrolio e di gas. C'era chi lo diceva già nel 2005. Matthew Simmons, un banchiere texano, pubblica un libro choc intitolato "Il Crepuscolo nel deserto", in cui scrive che l'Arabia Saudita sopravvaluta di proposito le proprie riserve di petrolio e che la sua produzione saudita ha raggiunto il massimo e il continuo sfruttamento rischia di esaurire presto le riserve di greggio. Infin, nel 2008 arriva il rapporto del World Energy Outlook (Weo) dell'International Energy Agency (Iea). Secondo gli analisti, la domanda di energia (sospinta dalle economie emergenti) crescerà del 45 percento tra il 2006 e il 2030.

In primo Piano

ESTERI

GIAPPONE: ALTISSIMA RADIOATTIVITA' NELLA CENTRALE DI FUKUSHIMA

Livelli di radiazioni altissimi a Fukushima e una nuova forte scossa di terremoto. Malgrado gli sforzi dei tecnici, la situazione nell'impianto nucleare non sembra migliorare. Il governo di Tokyo ha fatto sapere che l'alta radioattività dell'acqua nel reattore n.2 della centrale potrebbe essere dovuta "alla parziale fusione delle barre di combustibile". Un fenomeno che il capo di gabinetto, Yukio Edano, definisce "temporaneo". Ma i tecnici della Tepco hanno intanto rilevato un "balzo" del livello di radioattività che fuori al reattore 2 ha superanto quota 1.000 millisievert/ora. Nell'acqua di mare prelevata a 30 metri di distanza dai reattori 5 e 6 è stato rilevato un tasso di iodio 131 superiore al normale di ben 1.150 volte. L'Agenzia per la sicurezza nucleare nipponica ha precisato che fino ad ora i test erano stati praticati nella parte sud dell'impianto, nei pressi dei reattori 1-4, i più danneggiati: qui il livello di iodio 131 nell'ultima rilevazione è risultato 2.000 volte superiore al normale. E nel nord-est del Giappone la terra continua a tremare. Una scossa di magnitudo 6,5 Richter è stata registrata al largo delle coste già devastate. Un allarme tsunami è stato lanciato e revocato dopo breve tempo per la prefettura di Miyagi.

SIRIA: GOVERNO ANNUNCIA RIFORME MA CONTINUA LA REPRESSIONE

Da ieri a Lattakia, città portuale del nord della Siria, ci sono più forze di sicurezza. Alle proteste che, partite al sud, sono arrivate fin qui (con un bilancio di almeno 12 vittime), il governo ha dato una prima risposta militare accompagnata dall’annuncio di riforme politiche e socio-economiche. Queste le aperture annunciate dal presidente al-Asad: fine dello stato d’emergenza in vigore dal 1963, riforma delle leggi sulla libertà di stampa e sulla libertà di costituire movimenti e partiti politici. Già state approvate diverse misure economico-sociali: aumento degli stipendi di alcune categorie e riduzione delle tasse. Incerto il numero esatto delle vittime delle manifestazioni: secondo il governo sono una trentina, secondo fonti vicine ai dimostranti, almeno 126; decine anche i feriti e gli arresti.

LIBIA: GHEDDAFI CHIEDE IL NEGOZIATO

Il governo libico sarebbe disponibile ad una soluzione negoziata della crisi sulla base di una proposta dall’Unione Africana:secondo il comunicato diffuso dalla delegazione ministeriale della Libia nella capitale etiopica, il governo di Muammar Gheddafi è “pronto ad adottare e ad applicare un piano di riforme politiche da realizzare nel corso di “un periodo di transizione”. Combattimenti tra forze governative e rivoltosi sono stati segnalati oggi nelle città di Misurata e Ajdabiya, mentre continuavano i bombardamenti dei caccia inglesi, francesi e americani. Fonti vicine ai ribelli hanno riferito che Sirte, città natale di Gheddafi, è per la prima volta sotto il loro controllo. La notizia è stata data da un portavoce dei ribelli a un giornalista della televisione satellitare araba ‘al-Jazira’, ma non è ancora stata confermata da fonti indipendenti. Secondo questa ricostruzione, la città sarebbe stata abbandonata dalle forze lealiste aprendo così la strada agli avversari, in grado di entrare senza far ricorso alle armi. Combattimenti sono invece in corso in altre aeree e il fronte più caldo appare ancora quello della città di Misurata dove almeno nove persone avrebbero perso la vita nel corso della notte trascorsa colpiti da cecchini. L’avanzata dei ribelli – che dallo scorso venerdì hanno riconquistato Bin Jawad, Ras Lanuf, Uqayla, Brega e Ajdabiya – è stata favorita dalle incursioni aeree degli alleati che ancora nella notte tra ieri e oggi hanno colpito Tripoli e altre aree. L’avanzata ribelle, secondo diversi resoconti giornalistici, non è accompagnata da significativi combattimenti, piuttosto trae vantaggio dalla ritirata delle forze di Gheddafi.

LIBIA: I COSTI DELLA GUERRA

I primi sette giorni di guerra in Libia sono costati all'Italia almeno 12 milioni di euro, ovvero più di 1,7 milioni al giorno. La Gran Bretagna ne ha spesi almeno 20 e gli Stati Uniti oltre 400 (Washington ha speso 130 milioni di euro solo per i centosettanta missili Tomahawk lanciati finora: ognuno di essi costa 750 mila euro). La parte più costosa della missione militare italiana in Libia è quella aerea: le 32 sortite dei nostri Tornado sono costate in tutto quasi 10 milioni di euro (ogni missione costa circa 300 mila euro, se non si sganciano i missili anti-radar Harm da 200 mila euro l'uno). La missione navale italiana è costata nella prima settimana, di solo carburante, oltre due milioni di euro. Ogni giorno, infatti, la portaerei 'Garibaldi', il cacciatorpediniere Andra Doria, la fregata 'Euro', il pattugliatore 'Comandante Borsini' e la rifornitrice 'Etna' consumano circa 300 mila euro di gasolio.

ITALIA

LAMPEDUSA: quasi 2000 arrivi nelle ultime 24 ore, migranti e popolazione allo stremo (audio: ROR)

Nelle ultime ventiquattr'ore sono arrivati sull'isola 1933 migranti, 3700 negli ultimi tre giorni. Si tratta del numero più alto di arrivi da quando sono ripresi gli sbarchi. Agli isolani non bastano più le parole e le promesse della politica. Un gruppo di lampedusani, tra cui alcune donne, ha rivoltato tre cassonetti davanti al varco militare del porto, bloccando il transito e chiedendo al governo soluzioni per mettere fine all'emergenza nell'isola. "Non vogliamo entrare in quarantena", urla un ragazzo. Altri invocano "lo sciopero generale". "Noi siamo il popolo di Lampedusa, lo sappiano i leghisti che ci costringono a vivere in questa situazione - dice uno dei manifestanti - Vogliamo indietro la nostra libertà, solo questo chiediamo. Difendiamo la nostra dignità, siamo stanchi". Sulla banchina del porto la tensione è molto alta. Alcuni pescatori stanno stanno usando i barconi dei migranti sequestrati dalla capitaneria per bloccare l'ingresso del porto di Lampedusa. Lo scopo è impedire il transito delle motovedette che soccorrono le carrette del mare. Dal molo una cinquantina di donne incitano alla reazione, invitando altri uomini alla partecipare alla protesta.

PUGLIA: GOVERNO VUOLE COSTRUIRE UN NUOVO CIE A MANDURIA (audio ROR)

TORINO: Aumentano le deportazioni verso la Tunisia. (da: Macerie)

È evidente che il Ministero voglia, zitto zitto, fare posto al più presto possibile per nuovi reclusi che arriveranno da Lampedusa, magari dopo essere passati da qualcuna di questi nuove strutture strane un po’ Cie un po’ Cara che il Governo sta aprendo nel Sud (a Mineo e a Manduria, per ora). Sempre che non riesca ad organizzare qualche bella deportazione di massa direttamente da Lampedusa, come sembra trasparire dalle ultime dichiarazioni di Maroni, di tutti quelli che non hanno la prontezza di chiedere formalmente asilo appena messo un piede a terra. Venerdì scorso sono stati portati via dal CIE di Torino almeno quattro tunisini. Due di loro volevano tornarsene a casa, gli altri due no. L’ufficio immigrazione ha pensato bene di convocarli uno ad uno dicendo loro: «vi cambiamo di Cie», hanno detto loro, perché «qui non c’è più spazio». E viste le condizioni pietose in cui versa corso Brunelleschi loro ci hanno creduto e si sono ritrovati su di un aereo per Roma e da lì in un altro per Tunisi già pieno di loro connazionali arrivati da altri Centri. Dicono che gli aerei per la Tunisia fossero addirittura due, e questo fa pensare a voli speciali più che a voli di linea. E dicono pure che la solita nave che parte il sabato da Genova per attraccare poi la domenica fosse pure lei abbastanza piena di rimpatriati. Oggi altra gente è stata portata via: non sappiamo ancora quanti, ma di questo passo potranno rapidamente svuotare l’area verde e distribuirne i reclusi nei buchi liberi che si sono venuti a creare nel resto del Centro. Reclusi che, fino a questa mattina, erano ancora in buona parte sistemati all’aperto.

L'AQUILA: pagata una donna in televisione per dire che chi protesta vuole scroccare dal governo

Mediaset manda in onda una finta terremotata pagata 300 euro. Pagata per leggere un copione scritto dagli autori del programma Forum, condotto da Rita Dalla Chiesa su Canale 5. "L'Aquila è ricostruita"; "Ci sono case con giardini e garage"; "La vita è ricominciata"; chi si lamenta "lo fa per mangiare e dormire gratis". Per questo "ringraziamo il presidente..." . "Il governo... ", precisa la conduttrice. Marina Villa, 50 anni, nella trasmissione di venerdì si dichiara "terremotata aquilana e commerciante di abiti da sposa" in separazione dal marito Gualtiero. Ed è lì in tv con il coniuge a discutere della separazione davanti al giudice del tribunale televisivo. Ma è tutto finto: lei non è dell'Aquila, non è commerciante, il vero marito è a casa a Popoli, il paesino abruzzese nel quale la coppia vive: si chiama Antonio Di Prata e con lei gestisce un'agenzia funebre.

ALTO ADIGE: muore operaio sul lavoro

E' morto per le gravi ferite riportate in un "incidente" sul lavoro un operaio di Pergine che tre giorni fa era caduto in un cantiere stradale a San Leonardo in Passiria nel Meranese. L'uomo aveva riportato lesioni gravissime cadendo da un'altezza di otto metri mentre era intento a lavori di consolidamento di una roccia.

VENEZIA: Detenuto muore suicida in carcere

Ancora un suicidio nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore. Si è impiccato domenica sera nella sua cella un detenuto romeno di 29 anni. Era entrato in carcere a febbraio e dopo pochi giorni aveva già compiuto un gesto di autolesionismo, che aveva costretto gli agenti della Polizia penitenziaria a trasferirlo per alcuni giorni in ospedale per le cure. Dopo il suo ritorno in cella era tenuto d'occhio, ma gli organici a Santa Maria Maggiore sono al minimo e in questi giorni i detenuti sono 370. Il giovane rumeno si è impiccato appendendosi alle sbarre. Nel 2009 sono stati ben tre i suicidi a Santa Maria Maggiore, un altro lo scorso anno. Il carcere venziano nei primi tre mesi del 2011 ha conquistato il triste primato dei tentati suicidi tra i detenuti: sono stati ben dieci, quasi tutti sventati. Con questa vittima, in Italia siamo al quindicesimo suicidio in carcere dall'inizio dell'anno.

TORINO: 13 anni fa moriva Baleno, suicidato in carcere

5 marzo 1998. A Torino vengono arrestati tre anarchici - Edoardo Massari (conosciuto come Baleno) un compagno da sempre attivo negli squat torinesi, l'argentina Soledad Rosas (Sole) e Silvano Pelissero - accusati di terrorismo, di aver colpito con esplosivi i cantieri della TAV in Valsusa, di essere militanti di una fantomatica associazione sovversiva, i Lupi Grigi, di voler rovesciare violentemente le istituzioni democratiche. Il 28 marzo Edoardo viene trovato impiccato nella sua cella nel carcere torinese delle Vallette. L'11 luglio dello stesso anno anche Sole viene ritrovata impiccata nella comunità Sotto i Ponti a Benevagienna, in provincia di Cuneo, dove era detenuta agli arresti domiciliari. L'altro imputato, Silvano, nel gennaio 2001 viene condannato in primo grado a 6 anni e 10 mesi. Nello stesso anno il processo d'appello, mezza giornata in tutto per evitare che scadessero i termini di carcerazione preventiva, conferma le decisioni dei giudici di primo grado, scontando qualche mese. Dopo una lunga serie di ingiustizie e agonie all'interno del sistenma giudiziario, nel marzo 2002, cioè 4 anni dopo l'arresto - la Corte d'Appello di Torino condannò a 3 anni e 10 mesi Silvano Pelissero.


Gr 13:00

In primo Piano

Nuovo centro di raccolta per gli immigrati a Manduria

Da Manduria una corrispondenza che ci aggiornerà sulla costruzione del nuovo centro in cui verranno convogliati parte dei migranti giunti a Lampedusa; (ascolta audio)

ESTERI

PROTESTE, GOVERNO IN PRECARIO EQUILIBRIO TRA RISPOSTA MILITARE E PROMESSA DI RIFORME

Da ieri a Lattakia, città portuale del nord della Siria, ci sono più forze di sicurezza. Alle proteste che, partite al sud, sono arrivate fin qui (con un bilancio di almeno 12 vittime), il governo ha dato una prima risposta militare accompagnata dall’annuncio di riforme politiche e socio-economiche. Cautele e misure ritenute necessarie dal presidente Bashar al-Asad, anche alla luce della situazione di instabilità in altri paesi arabi.

Queste le aperture annunciate da al-Asad: fine dello stato d’emergenza in vigore dal 1963, riforma delle leggi sulla libertà di stampa e sulla libertà di costituire movimenti e partiti politici. Accanto a queste, sono già state approvate diverse misure di carattere economico e sociale che prevedono l’aumento degli stipendi di alcune categorie e la riduzione delle tasse.

Libia

Il governo libico sarebbe disponibile ad una soluzione negoziata della crisi sulla base di una proposta dall’Unione Africana:secondo il comunicato diffuso dalla delegazione ministeriale della Libia nella capitale etiopica, il governo di Muammar Gheddafi è “pronto ad adottare e ad applicare un piano di riforme politiche da realizzare nel corso di “un periodo di transizione”.

Non è chiaro se e in che modo la disponibilità espressa da Tripoli possa condizionare l’evolversi della crisi. Combattimenti tra forze governative e rivoltosi sono stati segnalati oggi nelle città di Misurata e Ajdabiya, mentre continuavano i bombardamenti dei caccia inglesi, francesi e americani. Fonti vicine ai ribelli hanno riferito che Sirte, città natale del colonnello Muammar Gheddafi, è per la prima volta sotto il loro controllo. La notizia è stata data da un portavoce dei ribelli a un giornalista della televisione satellitare araba ‘al-Jazira’, ma non è ancora stata confermata da fonti indipendenti. Secondo questa ricostruzione, la città sarebbe stata abbandonata dalle forze lealiste aprendo così la strada agli avversari, in grado di entrare senza far ricorso alle armi.

Combattimenti sono invece in corso in altre aeree e il fronte più caldo appare ancora quello della città di Misurata dove almeno nove persone avrebbero perso la vita nel corso della notte trascorsa colpiti da cecchini. L’avanzata dei ribelli – che dallo scorso venerdì hanno riconquistato Bin Jawad, Ras Lanuf, Uqayla, Brega e Ajdabiya – è stata favorita dalle incursioni aeree degli alleati che ancora nella notte tra ieri e oggi hanno colpito Tripoli e altre aree. L’avanzata ribelle, secondo diversi resoconti giornalistici, non è accompagnata da significativi combattimenti, piuttosto trae vantaggio dalla ritirata delle forze di Gheddafi.

Sul fronte internazionale, da ieri il comando delle operazioni militari è affidato alla Nato che ha ribadito come l’obiettivo della missione autorizzata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sia quello di proteggere i civili. Tuttavia, proprio sulla situazione umanitaria ci sono molti dubbi e poche notizie, soprattutto su quelle comunità rimaste intrappolate in aree di conflitto e su migliaia di lavoratori stranieri ancora presenti in Libia.

ITALIA


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror110328 (last edited 2011-03-28 17:52:26 by anonymous)