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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

ESTERI

Libia, ex procuratore denuncia Sarkozy all'Aja per aggressione e crimini di guerra

Il Procuratore generale del tribunale dell'Aja dovrà verificare se l'intervento francese in Libia abbia rispettato o meno la risoluzione Onu Salvatore Cantaro, ex sostituto procuratore generale alla Corte d'appello di Roma, ha denunciato il presidente francese, Nicolas Sarkozy, alla Procura generale della Corte penale internazionale dell'Aja accusandolo di aggressione e crimini contro l'umanità. Cantaro chiede all'Aja di accertare se i bombardamenti in territorio libico, ordinati da Sarkozy, abbiano causato vittime tra i civili o siano stati mirati a favorire i rivoltosi, che avrebbero ricevuto armi per abbattere il regime del leader libico, Muammar Gheddafi. Secondo l'ex magistrato, il protagonismo della Francia, che "ha assunto immediatamente una linea d'azione di attacco e di violenza superiore a quello consentito dalla risoluzione Onu", è stato motivato "non già dall'esigenza di proteggere i civili bensì da quella di sostenere i rivoltosi al fine di conseguire da loro vantaggi economico-finanziari sulla gestione delle ingenti risorse energetiche". Il Procuratore dell'Aja dovrà valutare se Sarkozy abbia agito o meno nel rispetto della risoluzione Onu. Anche il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ritiene che le forze internazionali che operano in Libia non abbiano il diritto di fornire armi ai ribelli per combattere le forze fedeli a Gheddafi, dato che, l'operazione internazionale nel Paese africano si propone di proteggere le persone, non di armarle.

Il popolo palestinese celebra la 35° 'Giornata della Terra

Migliaia di palestinesi hanno ricordato con raduni e manifestazioni i morti del 30 marzo '76, quando i militari israeliani aprirono il fuoco su una marcia in Galilea contro la confisca delle terre arabe. Oggi la polizia dell'Anp di Abu Mazen ha bloccato il corteo diretto a Bet El e compiuto arresti. A Gaza Hamas ha disperso una manifestazione di studenti per l'unita' nazionale.Scuole in buona parte chiuse nelle città palestinesi in Israele e nei Territori occupati, marce e raduni in Galilea – ad Arrabe, Sakhnin e Deir Hanna – e in varie città della Cisgiordania e di Gaza. In questo modo i palestinesi hanno commemorato le sei vittime e le decine di feriti delle manifestazioni del 30 marzo del 1976, il Giorno della Terra, quando la polizia israeliana aprì il fuoco sui dimostranti palestinesi che protestavano in Galilea contro la decisione del governo di confiscare altra terra araba. Ai cortei in Galilea stanno partecipando tutti i deputati arabo-israeliani (palestinesi con cittadinanza israeliana) e i rappresentanti dei comuni arab anche per ribadire la protesta contro le leggi approvate di recente dalla Knesset, il Parlamento israeliano, che tendono a limitare alcuni diritti e la libertà di espressione della minoranza araba. Una manifestazione si e’ svolta anche nel Negev, nel villaggio beduino non riconosciuto di Arakib, demolito varie volte dalle autorità (e puntualmente ricostruito dagli abitanti e da attivisti ebrei), divenuto di recente il simbolo della lotta degli arabo-israeliani.La polizia ha schierato in Galilea e nel Negev migliaia di uomini pronti ad intervenire. L’Esercito ha presidiato con ingenti forze la Cisgiordania dove si sono svolte manifestazioni nei pressi dell’insediamento colonico di Bet El (Ramallah), a Nablus, Tulkarem e neivillaggi palestinesi minacciati dal «Muro» israeliano. Non sono mancati momenti di tensione ma, paradossalmente, a provocarli sono state proprio le due “autorita’” palestinesi. Testimoni riferiscono che la polizia dell’Anp di Abu Mazen ha arrestato una o piu’ persone che partecipavano al corteo diretto a Bet El. A Gaza , il governo di Hamas ha autorizzato solo manifestazione con tutte le fazioni politiche ma ha ordinato alla polizia di disperdere con la forza un corteo non autorizzato di alcune centinaia di giovani che, sul modello delle manifestazioni per il 15 marzo, chiedevano con slogan e striscioni la ricostituzione dell’unita’ nazionale palestinese. Secondo fonti locali almeno un manifestante e’ stato arrestato.Le manifestazioni per il Giorno della Terra erano cominciate ieri a Lod dove 1.500 persone, tra le quali alcuni attivisti ebrei, hanno protestato per la demolizione da parte del comune delle case di 50 membri della famiglia palestinese Abu Eid. I dimostranti hanno esposto striscioni con la scritta: «Basta con la pulizia etnica» e hanno bruciato poster con l’immagine del ministro degli esteri Avigdor Lieberman, sostenitore del «transfer» (deportazione) degli arabo-israeliani.

Striscia di Gaza: 14 palestinesi uccisi, oltre 50 feriti in 10 giorni

Sono 14 le vittime palestinesi delle recenti aggressioni israeliane contro la Striscia di Gaza. Numerosi i feriti palestinesi negli ultimi dieci giorni di attacchi aerei e via terra. Adham Abu Salmiyah, portavoce dei servizi medici locali, ha confermato questi dati specificando che "sul totale, cinque vittime sono bambini. Tra i feriti, sei sono donne e sei bambini". "Da questi numeri, è evidente come le forze d'occupazione israeliane prendano di mira - in maniera deliberata - i civili palestinesi. E' una violazione al diritto umanitario internazionale e i responsabili di questi crimini di guerra devono risponderne". Ma l'aggressione israeliana contro Gaza non si ferma qui, anche i servizi locali per il soccorso, ambulanze e personale della difesa civile, rappresentano un obiettivo delle forze d'occupazione. A marzo 2011, si sono registrate oltre 30 aggressioni dell'aviazione israeliana contro Gaza, in gran parte contro obiettivi civili. Oltre 85 sono stati gli attacchi dell'artiglieria, quattordici le incursioni via terra e gli attacchi contro i pescatori della Striscia di Gaza sono aumentati di dieci volte. Tra le strutture pubbliche e governative colpite in queste offensive: la fabbrica "Star", ad est del quartiere di az-Zaytoun (Gaza City), la clinica "Hijazy", ad at-Tawam, una fabbrica metallurgica, una di mattoni e una carpenteria, un garage di automobili e un deposito merci a Khan Younes.

Siria: feriti in scontri Latakia, Tafferugli esplosi dopo discorso a nazione del presidente Assad Un numero imprecisato di persone sarebbe rimasto ferito oggi a Latakia, porto a nord-ovest di Damasco, durante non meglio definiti scontri avvenuti circa due ore dopo la conclusione del discorso alla nazione tenuto dal presidente siriano Bashar al Assad. Lo riferiscono testimoni oculari citati dalla tv panaraba al Arabiya. L'attivista siriano per i diritti umani Wissam Tarif ha confermato che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro un gruppo di manifestanti scesi in strada.

ITALIA

LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 30 MAR - Sono circa duemila i tunisini sbarcati negli ultimi giorni a Lampedusa che risultano gia' iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Agrigento per il reato di immigrazione clandestina. Lo ha confermato all'ANSA il procuratore di Agrigento Renato Di Natale. Intanto, alcune centinaia gli immigrati, quasi tutti tunisini, mancano dal Villaggio di Mineo, nel Catanese. Lo dicono alcuni extracomunitari, secondo cui i connazionali sarebbero partiti verso il nord. I ritardi negli interventi sull'emergenza immigrati a Lampedusa? I tempi lunghi «sono dovuti al fatto che noi abbiamo sempre inseguito l'ipotesi di potere riportare tutti i migranti arrivati a Lampedusa in Tunisia». Così risponde il premier Silvio Berlusconi ai giornalisti che gli chiedono le cause sui ritardi sull'isola. «Abbiamo impiegato del tempo perchè avevamo fissato degli appuntamenti con il nuovo primo ministro del governo che sono slittati ben 4 volte -ha detto ancora Berlusconi- finalmente venerdì scorso i ministri Frattini e Maroni si sono potuti incontrare con lui. Erano state date delle rassicurazioni e la preghiera di avere di ritorno i loro concittadini». Banca Popolare Etica non finanzia e non ha mai finanziato i CPT (Centri di permanenza Temporanea) ora chiamati CIE (Centri di identificazione ed espulsione) La questione si è posta nel 2003 quando una realtà del terzo settore aveva chiesto un finanziamento per svolgere questo tipo di attività. In quell’occasione il Comitato Etico di Banca Etica ha raccomandato al Consiglio di Amministrazione della Banca di non finanziare realtà del Terzo Settore coinvolte nella gestione dei CPT (ora chiamati CIE), ma anzi aveva lanciato un interrogativo a tutto l’associazionismo e il movimento cooperativo italiano circa l’opportunità che le realtà del privato sociale si facessero coinvolgere in questo tipo di attività.

Riportiamo di seguito alcuni stralci della raccomandazione del Comitato Etico del 2003: “Come noto, i CPT sono strutture di residenza coatta a cui vengono indirizzati gli stranieri privi di permesso di soggiorno e di documenti di identità (c.d. clandestini), che non hanno commesso alcun reato, in attesa di avviarli all’espulsione. (…)Indipendentemente dalla modalità di gestione di questi centri, crediamo di poter affermare che essi costituiscono un ingranaggio della parte più urticante della legge Bossi – Fini, quella che rivela la cultura xenofoba ed anti solidale che è alla base dell’impianto legislativo e che tenta di mimetizzare con la tutela della legalità le sue reali pulsioni razziste e discriminatorie. (…) Senza voler pronunciare giudizi trancianti, riteniamo che l’assunzione tout court della gestione di simili strutture, in base a modalità etero regolamentate (sia pure da Amministrazioni Pubbliche) non sia in linea con in principi fondanti di BPE e ne sconsigliamo, quindi, il sostegno finanziario, sia pure nelle forme più indirette come le anticipazioni o i crediti di firma. (…)Alla luce di queste considerazioni, crediamo che l’interrogativo non attenga solo alle scelte di BPE, ma salga di livello fino a riguardare l’intero Terzo Settore. Le entità che lo compongono (associazionismo, cooperazione, imprese sociali) possono legittimamente coinvolgersi in prima persona nella gestione di strutture nate da logiche diametralmente opposte a qualsiasi principio di solidarietà, accettazione, integrazione e tutela dei diritti fondamentali, senza dimostrare di fatto l’abdicazione da alcuni dei valori fondanti che stanno alla base della loro origine e che tuttora motivano la loro base sociale? ”.

Nel pieno rispetto delle indicazioni del comitato etico Banca Etica non ha mai finanziato organizzazioni per la gestione di CPT o CIE. Alcuni recenti articoli di stampa hanno mal interpretato la solidarietà espressa da Banca Etica nei confronti di un consorzio di cooperative socie e clienti della Banca e di un suo ex-presidente che hanno subìto intimidazioni, minacce e atti di vandalismo nei giorni scorsi. Ogni modalità violenta di esprimere il proprio punto di vista è in contrasto con i valori che Banca Etica vuole incarnare e per questo la Banca ha espresso solidarietà al consorzio che – tra l’altro - nulla ha a che vedere con la gestione del CIE (l’amministratore vittima delle intimidazioni è anche amministratore di un’altra cooperativa non socia né cliente della Banca che invece svolge attività nei CIE). La condanna di questi atti violenti non è in alcun modo un ripensamento circa la politica scelta da Banca Etica di non finanziare i centri di detenzione per stranieri senza documenti.

BEL COMUNICATO, MA RIMANE IL PROBLEMA CHE KAIROS E' DENTRO CONNECTING PEOPLE E QUINDI FINANZIANDO L'UNO SI FINANZIA L'ALTRO E CIOE' I CIE QUINDI: NIENTE SOLDI A KAIROS FINCHE' STA DENTRO CONNECTING PEOPLE FUORI KAIROS DA CONNECTING PEOPLE

INCIDENTI LAVORO: OPERAIO FERITO GRAVEMENTE PORTO S. ELPIDIO Un operaio di 34 anni, A. M., originario di Frosinone, è rimasto gravemente ferito ad una coscia mentre lavorava al terzo piano di uno stabile in costruzione a Porto Sant'Elpidio (Fermo). L'uomo si è fatto male mentre manovrava una motosega. Per riportarlo a terra, e caricarlo su un'ambulanza, sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Secondo i sanitari dell'ospedale non corre pericolo di vita, anche se le lesioni che ha riportato sono profonde.

PRESIDIO DAVANTI I CANCELLI DELLA DISCARICA SABATO 2 APRILE

Momentaneamente battuto sul terreno dell'inceneritore il nostro ras dei rifiuti cerca la rivincita sul più congeniale 'argomento buche'. La sentenza del TAR ha bloccato l'impianto industriale e il cosiddetto sub-lotto del 7° invaso; ci siamo resi conto con colpevole ritardo che questo non bastava a fermare la furia degli scavatori.

Nel fatidico 13-08-09 l'allora responsabile del dipartimento territorio della regione Luca Fegatelli aveva chiuso oltre a quella dell'inceneritore, anche l'AIA appositamente dedicata a questa nuova buca, pur se in assenza di una adeguata conferenza dei servizi. Si tratta di una voragine capace di incamerare 500.000 tonnellate di rifiuti, praticamente otto anni di sversamenti tanto per gradire. 

DOBBIAMO IMPEDIRE A CERRONI DI PERPETRARE QUESTO ULTIMO SFREGIOALLA NOSTRA SALUTE.

SABATO 2 APRILE DALLE ORE 8.00 PRESIDIO DAVANTI I CANCELLI DELLA DISCARICA VIA ARDEATINA KM 24,600

VERSO LA CHIUSURA DELLA DISCARICA


Gr 13:00

In primo Piano

ESTERI

ITALIA


Gr 9:30

PALESTINA Oggi su tutto il territorio palestinese di celebra la Giornata della terra, nata nel 1976 dopo l'assassinio di sei contadini arabo-israeliani da parte del fuoco israeliano durante un esproprio di terre agricole in Galilea. Nel frattempo da Gaza:

Reparti dell'esercito e della polizia israeliani sono stati impegnati la scorsa notte in duri scontri con gli abitanti del piccolo avamposto ebraico di Ghivat Ronen (presso Nablus, Cisgiordania settentrionale). Nel corso degli incidenti, protrattisi per ore, si sono avuti alcuni contusi. Almeno dieci coloni sono stati fermati dalla polizia. All'origine di questi incidenti vi è stato l'arresto da parte di agenti in borghese della polizia di un colono di Ghivat Ronen. Nel tentativo di impedirlo, i suoi compagni hanno dato l'assalto agli automezzi della polizia, che è stata allora costretta a chiedere rinforzi all'esercito e alla guardia di frontiera. Sono seguiti scontri ravvicinati fra coloni e militari, i quali hanno anche fatto ricorso a gas lacrimogeni e a petardi assordanti. Gli incidenti di Ghivat Ronen sono stati subito deprecati da esponenti politici di destra secondo i quali «le forze di sicurezza hanno fatto ricorso ad un uso eccessivo della forza»

Israele ha lanciato questa mattina due attacchi aerei nella striscia di Gaza uccidendo un miliziano della jihad islamica. Lo riferiscono fonti mediche palestinesi e fonti militari israeliane. Il miliziano stava guidando una motocicletta quando è stato colpito. Un altro miliziano è rimasto ferito nell'attacco. La jihad islamica ha confermato che i due erano membri operativi dell'organizzazione. Un comunicato dell'esercito israeliano sostiene che il miliziano ucciso questa mattina era membro di una cellula che aveva lanciato ieri dei razzi contro Israele.

SIRIA

Mentre nella mattinata sembrava smentita la notizia di ieri che il presidente Bashar al-Assad avrebbe parlato alla nazione annunciando la fine delle leggi speciali dopo 48 anni, sembra confermato tutto per l'ora di pranzo. Nel frattempo per venerdì è stata indetto un sit-in in tutto il paese annunciato come il "venerdi dei martiri": un sit-in, dicono gli organizzatori, che andrà avanti finchè tutte le richieste saranno soddisfatte.

BAHRAIN

Si inasprisce la repressione delle manifestazioni anti-governative in Bahrain, dove le forze di sicurezza di Manama coadiuvate da quelle saudite hanno posto sotto assedio diversi villaggi vicini alla capitale. Lo riferisce il corrispondente di Press TV, che parla di colpi d'arma da fuoco uditi vicino a Manama. I militari hanno inoltre usato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti nel villaggio di Tashan. Il 13 marzo scorso l'Arabia Saudita, il Kuwait, gli Emirati Arabi Uniti, l'Oman e il Qatar hanno inviato loro forze armate nel Bahrain per rafforzare la repressione dei manifestanti sciiti contro il governo sunnita. Almeno 24 persone sono morte negli scontri con la polizia e almeno un migliaio sono rimasti feriti. L'ultima vittima delle violenze in Bahrain è un uommo di 71 anni morto per aver inalato il gas usato contro i manifestanti nel villaggio di Màameer il 25 marzo scorso. Altre due persone sono morte per lo stesso motivo il 16 narzo in piazza della Perla, a Manama.

LIBIA

I miliziani fedeli al leader libico, Muammar Gheddafi, hanno riconquistato la città di Ras Lanuf, importante polo petrolifero del Paese, facendo ripiegare i ribelli verso est. Gli insorti fanno sapere che in questo momento sono in corso scontri con le truppe lealiste sia a Ras Lanuf che a Bin Jaward.

La Nato ha cominciato da stamattina all'alba a lanciare i primi ordini operativi a destinazione delle unità impegnate nella campagna aerea libica, con la prospettiva di compiere il passaggio di consegne del comando delle intere operazioni in tempi molto rapidi. La transizione tra la 'coalizione dei volenterosì e l'Alleanza si sta svolgendo «gradualmente», ha riferito una portavoce, confermando che «tutto si sta svolgendo come previsto». Il generale canadese Charles Bouchard, nominato a capo della missione Nato, la cui base di comando è a Napoli, sarà ben presto nelle condizioni di annunciare di avere assunto il controllo di tutte le operazioni militari. Con il passaggio sotto la catena di comando della Nato, la missione «Odissea all'alba» è stata ribattezzata «Unified protector» (protezione unificata)

GIAPPONE

Il portavoce del governo giapponese Yukio Edano ha affermato oggi che tutti i sei reattori dell'impianto nucleare Daiichi a Fukushima devono essere smantellati. Una chiara presa di posizione, riportata dall'agenzia stampa Kyodo, che giunge dopo che in giornata il gestore della centrale, la società Tepco, aveva annunciato di voler smantellare solo quattro reattori. A parlare a nome della Tepco è stato il chairman della società, Tsunehisa Katsumata, che ha preso in mano la gestione della crisi dopo che il presidente Masataka Shimizu è stato ricoverato ieri in ospedale per pressione alta. «Non abbiamo altra scelta-ha detto- che smantellare i reattori dal numero uno al quattro». Katsumata ha offerto anche le scuse della Tepco alle persone che vivono attorno alla centrale «costrette a subire una situazione molto grave». «La nostra responsabilità -ha aggiunto- è di giungere alla fine di questa situazione e riportare tutto sotto controllo» Intanto gli osservatori si interrogano se la società sarà in grado di reggere finanziariamente alle richieste di risarcimento. A quanto scrivono i media giapponesi, alcuni deputati nipponici hanno proposto che lo stato prenda la maggioranza delle azioni della società.

GIAPPONE

Il portavoce del governo giapponese Yukio Edano ha affermato oggi che tutti i sei reattori dell'impianto nucleare Daiichi a Fukushima devono essere smantellati. Una chiara presa di posizione, riportata dall'agenzia stampa Kyodo, che giunge dopo che in giornata il gestore della centrale, la società Tepco, aveva annunciato di voler smantellare solo quattro reattori. A parlare a nome della Tepco è stato il chairman della società, Tsunehisa Katsumata, che ha preso in mano la gestione della crisi dopo che il presidente Masataka Shimizu è stato ricoverato ieri in ospedale per pressione alta. «Non abbiamo altra scelta-ha detto- che smantellare i reattori dal numero uno al quattro». Katsumata ha offerto anche le scuse della Tepco alle persone che vivono attorno alla centrale «costrette a subire una situazione molto grave». «La nostra responsabilità -ha aggiunto- è di giungere alla fine di questa situazione e riportare tutto sotto controllo» Intanto gli osservatori si interrogano se la società sarà in grado di reggere finanziariamente alle richieste di risarcimento. A quanto scrivono i media giapponesi, alcuni deputati nipponici hanno proposto che lo stato prenda la maggioranza delle azioni della società. [12:22:06] Valentina Perniciaro: Teloni speciali per 'impacchettarè i tre reattori più danneggiati della centrale di Fukushima per ridurre le emissioni e una petroliera per rimuovere l'acqua contaminata: sono le ipotesi, riportate dal quotidiano Asahi, alle quali starebbe pensando il governo giapponese, nell'ambito degli sforzi per la messa in sicurezza della struttura. Il capo di gabinetto Yukio Edano, di fronte alla richiesta di chiarimenti della stampa, ha risposto che esecutivo ed esperti nucleari stanno riflettendo su «tutte le opzioni, comprese quelle menzionate dalla stampa». Tra le opzioni, in particolare, figurano i teloni speciali (ma di materiale non meglio specificato) per coprire tetti e pareti dei reattori 1, 3 e 4, in parte distrutti dalle esplosioni dei giorni scorsi allo scopo di contenere l'emissione di radiazioni, ha scritto l'Asahi, citando funzionari governativi. Una petroliera, invece, potrebbe aspirare l'acqua altamente radioattiva trovata soprattutto in seminterrati e condutture del reattore numero 2. I tecnici che lavorano all'impianto hanno pompato l'acqua in serbatoi ormai pieni e necessitano di altri contenitori per immagazzinare quella residua che è pari a circa due piscine olimpioniche

ESTERI

ITALIA

Manduria

Questa mattina a Taranto è arrivata una nave con a bordo 847 migranti, destinati al campo che si sta allestendo in contrada Paione. alcuni giornali parlano di popolazione locale in rivolta, in realtà da altre fonti di movimento, la situazione appare meno problematica, almeno dal punto di vista delle reazioni della gente, un principio di manifestazione si è acceso ad Oria, pare però sia subito rientrato.

Roma

Per la manifestazione di ieri davanti a Finmeccanica risultano 7 le persone fermate, va dunque riducendosi il bilancio dei fermati per come si era delineato nelle scorse ore, mentre sulla posizione delle singole persone e sui capi d'accusa eventualmente mossi a loro carico le notizie sono ancora frammentarie.

Torino

Ieri nel popolare quartiere San Paolo di Torino un ingente dispiegamento di forze dell'ordine si è presentato alle sette del mattino isolando via Caprilo 53 bloccandone tutti gli accessi, per eseguire uno sfratto, in compagnia di ufficiale giudiziario e digos. Ad esso si sono opposti lo sfrattato, Peppe, e alcuni solidali.é parita una dura carica della polizia con manganellate e spintoni ai manifestanti che ha provocato dei feriti, tra cui l'avvocato impegnato da tempo nella difesa di Peppe. Una seconda violenta carica ha avuto luogo circa un'ora dopo. La vicenda ha poi avuto ulteriori sviluppi, andiamo a sentire di che si tratta.


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gror110330 (last edited 2011-03-30 17:33:05 by anonymous)