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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

VARESE - INIZIATO IERI IL PROCESSO PER LA MORTE DI GIUSEPPE UVA

E’ iniziato a Varese il processo per la morte di Giuseppe Uva. L’artigiano varesino, 42 anni, deceduto in ospedale il 14 giugno del 2008, è divenuto un caso di giustizia: la famiglia sostiene che il loro congiunto è stato picchiato nella caserma dei carabinieri, ma la procura ha da tempo scelto di accusare della morte solo i medici che gli somministrarono dei farmaci in ospedale. Così il dibattimento, davanti al giudice monocratico Orazio Muscato, è iniziato con un solo imputato, il medico che era in servizio quel giorno al reparto di psichiatria, Carlo Fraticelli; mentre in seconda battuta, è ancora indagata la dottoressa che, secondo l’accusa, suggerì di somministrare un farmaco. La donna è stata indagata dopo la fine dell’udienza preliminare che aveva disposto un rinvio di atti al pm. Un terzo medico che secondo il pm Agostino Abate aveva avuto una responsabilità nella scelta dei farmaci inadatti è stato invece assolto in fase di udienza preliminare. Non ci sono poliziotti o carabinieri sul banco degli imputati, e questa assenza viene vista dalla parte civile come una ingiustizia. In effetti, il processo iniziato oggi è un dibattimento per una presunta colpa medica, non ha insomma nulla a che vedere con le gravità delle accuse lanciate all’indirizzo delle forze dell’ordine. E’ per questo che l’avvocato Fabio Anselmo, che rappresenta la famiglia, ha di fatto presentato oggi una nuova richiesta di riesumazione del cadavere e nuove perizie, allo scopo di riaprire i dubbi sull’autopsia originaria, effettuata su mandato della procura all’epoca dei fatti. L’analisi stabilì la mancanza di ferite, fratture o contusioni che potessero avvalorare l’ipotesi di un pestaggio in caserma.

Insieme a Lucia Uva e ai congiunti, erano presenti in tribunale altri famigliari di ragazzi morti durante la detenzione (foto sopra): Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, il 31enne romano deceduto dopo un trattamento duro in carcere, e per il quale è in corso il processo; Patrizia Aldrovandi, madre del 18enne Francesco, morto durante un arresto a Ferarra nel 2005, caso per cui sono stati condannati in primo grado quattro agenti di polizia e altri tre sono stati condannati in primo grado per un depistaggio; Cira Antignano, madre di Daniele Franceschi, un ragazzo viareggino morto in carcere in Francia; Maria Eliantonio, madre di Manuel, morto nel 2010 in carcere a Genova.

Mineo, profughi Spa

Per l’accoglienza, la Croce Rossa incasserà tre milioni di euro al mese. La proprietaria dell’area 360mila. Più di 20 milioni solo per il 2011. Senza contare gli stipendi. Tutto a carico del contribuente. Per Berlusconi e Maroni sarà il simbolo in Europa dell’accoglienza rifugiati made in Italy, ma è solo che la riproposizione sul fronte migrazione del modello Emergenza S.p.a., con ingenti flussi di denaro pubblico a favore dei soliti noti. Si tratta del residence di Mineo (Catania), piccolo centro agricolo nel cuore della Sicilia, che prima ospitava i militari USA della base aeronavale di Sigonella e dove adesso sono deportati i richiedenti asilo di tutta Italia e i giovani tunisini scampati all’inferno di Lampedusa. Ibrido giuridico, a metà strada tra un CARA (centro accoglienza per richiedenti) e un CIE (struttura di detenzione per l’identificazione e l’espulsione degli “irregolari”), il residence della solidarietà di Mineo sarà l’inesauribile pozzo di san Patrizio per holding paramilitari, cooperative clientelar-sociali e prestigiosi signori del cemento. Le organizzazioni siciliane antirazziste hanno già fatto le prime stime dell’affaire. Agli enti che gestiscono i CARA sparsi sul territorio nazionale, il governo versa un contributo che fluttua dai 40 ai 52 euro al giorno per ogni richiedente asilo. Considerato il numero degli “ospiti” di Mineo (già sono 2.000), gli incassi per la mera gestione accoglienza oscilleranno mensilmente dai 2 milioni e 400 mila ai 3 milioni di euro. A beneficiarne sarà la Croce Rossa Italiana, individuata dal Commissario straordinario per l’emergenza immigrati, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, senza l’indizione di un bando ad evidenza pubblica e la presentazione di un piano dei servizi da gestire.

Il mare inghiotte 150 migranti, 48 tratti in salvo

Fra le 150 e le 250 persone disperse, fra cui donne e bambini, una ventina di cadaveri avvistati, 48 persone tratte finora in salvo. E’ questo il primo tragico bilancio del naufragio di un barcone di migranti la scorsa notte nel Canale di Sicilia, avvenuto a causa di condizioni meteomarine proibitive mentre i migranti, partiti due giorni fa dalla Libia, erano soccorsi dalla Guardia costiera a 39 miglia da Lampedusa dopo la richiesta d’aiuto col telefono satellitare alle autorità maltesi e, su richiesta di queste ultime, erano partite dall’isola siciliana due motovedette della capitaneria ed un elicottero della Guardia di finanza. Le ricerche sono ostacolate dalle condizioni proibitive del mare, forza 6, con raffiche da Nord Ovest fino a 29 nodi. Intanto, sull’isola é arrivato questa notte un barcone con un centinaio a bordo partito dalla Tunisia. E’ ancora fitta la nebbia attorno all’accordo firmato in pompa magna, ieri sera, fra Tunisia e Italia in tema di immigrazione. Previsto il permesso temporaneo di sei mesi per i circa ventimila tunisini già giunti in Italia: “gli altri in arrivo d’ora in poi – ha detto Maroni – verranno però rimpatriati con procedure semplificate e velocizzate”. Non è dato sapere, al momento come ciò avverrà, se si eccettua una modalità più rapida di riconoscimento, svolta comunque sempre dai consolati tunisini.

IMMIGRAZIONE: CIVITAVECCHIA; TUTTI RIPRESI MIGRANTI FUGGITI Sono stati tutti ripresi dalle forze dell'ordine i 10 ragazzi tunisini che nelle prime ore della mattinata erano scappati dalla ex caserma Enrico De Carolis di Civitavecchia, che da ieri sera vede rinchiusi 680 immigrati - in maggior parte tunisini - portati da Lampedusa a bordo del traghetto della Tirrenia «Clodia». Quella odierna è stata comunque una mattinata movimentata, caratterizzata dalle sirene delle auto delle forze dell'ordine, impegnate nelle ricerche dei fuggiaschi, alcuni dei quali si erano spinti fino all'autostrada A12, mentre altri avevano raggiunto sia le zone del centro che quartieri periferici piuttosto distanti dalla caserma.

BOLOGNA - SONO SEI I COMPAGN* IN CARCERE, OTTO AGLI OBBLIGHI Sono sei gli anarco-insurrezionalisti finiti in carcere nell'operazione condotta da Ucigos, Procura e Digos di Bologna. Per altri cinque è scattato l'obbligo di dimora nelle località di residenza e per altri tre ancora il divieto di dimora a Bologna. In totale gli indagati sono 27. L'accusa ipotizzata è quella dell'associazione per delinquere finalizzata all'eversione dell'ordine democratico (articolo 1 legge 15 del 1980). Su ordinanza di custodia cautelare richiesta dal Pm Morena Plazzi e firmati dal Gip Andrea Scarpa sono stati arrestati: Stefania Carolei, 55 anni, bolognese; Nicusor Roman, 31, romeno abitante a Bologna; Anna Maria Pistolesi, 36, bolognese; Martino Trevisan, 25, di Bressanone (Bolzano); Roberti Ferro, 25, di Bolzano. Per l'accusa avrebbero promosso, organizzato e diretto una organizzazione che si ritrovava al centro «Fuoriluogo» (i cui locali sono sotto sequestro penale) di Bologna finalizzata al compimento di violenze, lesioni, danneggiamenti, manifestazioni non organizzate. Uno stillicidio di episodi che parte dal 2006 con la nascita del Fuoriluogo. C'è poi un fermato perchè sospettato di essere l'autore dell'attentato (tre ordigni incendiari) del 29 marzo scorso alla sede Eni. Si tratta del ferrarese Francesco Magnani, 23 anni. Il fermo nei suoi confronti, deciso dal Pm Luca Tampieri, che si occupa dello specifico episodio, è per l'ipotesi di atto di terrorismo in concorso con altre persone da identificate e detenzione e porto di materiale esplodente. A suo carico c'è soprattutto l'intercettazione di una telefonata fatta dall'ufficio del padre con una delle destinatarie dei provvedimenti di obbligo di dimora in cui - da quanto è emerso - cercava di spiegare, parlando un pò in codice, la sua intenzione di fare l'azione contro l'Eni ('una festa, più grossa del previsto). Ma l'interlocutrice non capiva e così si è lasciato andare facendo riferimento ad un attentato incendiario avvenuto in passato ai danni dell'Unicredit e a quanto stava succedendo in Libia. Questo è avvenuto malgrado avessero fatto del sospetto una regola di vita, e per parlare tra di loro cercavano sempre posti appartati.

ESTERI

m.o. GAZA

Aerei israeliani hanno attaccato due obiettivi nella Striscia di Gaza il Mercoledì, ferendo quattro persone, medici palestinesi e testimoni. Hanno detto che gli obiettivi erano un gruppo di militanti e una fabbrica di materie plastiche, sia a est di Gaza City.Tutti i feriti sono stati in fabbrica, hanno aggiunto. Un corrispondente Ma'an ha detto che due dei feriti sono donne, e che uno di loro era incinta. Un portavoce militare israeliano ha detto alla AFP che il velivolo ha colpito "due gallerie del terrore", una frase che l'esercito usa per fare riferimento alle gallerie in corso di preparazione da parte di militanti di Gaza per lanciare incursioni transfrontaliere. Martedì scorso, mentre le fazioni palestinesi si sono incontrati per discutere le tensioni con Israele, lungo il confine di Gaza, il fuoco dell'esercito israeliano ha ucciso un uomo nel nord della striscia. "Un palestinese è stato ucciso da un carro armato israeliano vicino a Erez", ha dichiarato Gaza medico ufficiale Adham Abu Selmiya, identificandolo come 21 anni, Mohammed Ziyad Shalha. In precedenza, testimoni riferirono di aver visto sparare truppe israeliane a due uomini nella stessa zona che si diceva essere la raccolta di ghiaia, in quello che è stato inteso per essere lo stesso incidente. L'esercito israeliano ha confermato la cottura a qualcuno vicino alla recinzione di confine, ma un portavoce citato una sola persona, che ha detto era armato ed era stato colpito. "L'IDF ha individuato un uomo armato nei pressi della barriera di sicurezza nel nord della Striscia di Gaza e ha sparato verso di lui", ha detto. "Essi hanno identificato un successo." La zona lungo il confine di Gaza è stata dichiarata off-limits zona dai militari israeliani per paura di attacchi, e le truppe spesso il fuoco su palestinesi venture che in esso. Ma i residenti rischiano spesso di lesioni o morte per entrare nella zona in cerca di ghiaia, che possono vendere ai costruttori. Più tardi, due colpi di mortaio sono stati sparati da Gaza verso il sud di Israele, ma è esploso in un campo senza causare vittime o danni, i media israeliani hanno detto.Una portavoce dell'esercito israeliano ha detto in ritardo Martedì che un proiettile o proiettili erano caduti all'interno di Israele, ma non aveva fornito ulteriori dettagli.Tale fuoco transfrontaliera richiama abitualmente raid aerei di ritorsione da Israele. Gaza, Hamas ha incontrato Martedì governanti con i rappresentanti di tutte le fazioni palestinesi per discutere "la situazione sul terreno", dei funzionari ha detto AFP.L'incontro è stato convocato il giorno dopo che un ingegnere di Gaza, che sarebbe stato rapito da agenti israeliani da Ucraina a febbraio, è stato incriminato per la costruzione di razzi per i militanti di Hamas.Alcuni giorni prima, tre militanti di Hamas sono stati uccisi in un raid aereo israeliano in quello che l'esercito chiamato un attacco preventivo contro una cellula di pianificazione di rapire israeliani dal Sinai egiziano.La mossa viene chiesto voti di vendetta, e chiede di porre fine una tregua fragile a attacchi missilistici che era stata dichiarata da parte di gruppi militanti.

In Francia pioggia e latte contaminati da Iodio-131

Dopo l’arrivo la scorsa settimana sui cieli d’Europa della nube radioattiva proveniente da Fukushima Daiichi, le autorità francesi hanno rilevato la presenza di Iodio-131, isotopo radioattivo, nell’acqua piovana e nel latte. Secondo il CRIIRAD, organismo di ricerca indipendente francese, lo Iodio-131 è stato trovato nella pioggia caduta nel Sud della Francia. Da un’analisi fatta il 28 marzo scorso è stata rilevata una radioattività pari a 8,5 becquerels. Altri test sono stati condotti dall’IRSN – Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire (IRSN), istituto pubblico francese che esamina i rischi nucleari e radiologici, che ha rilevato la presenza di Iodio-131 nel latte. Secondo l’istituto le concentrazioni rilevate al 25 marzo sono di un livello inferiore a 0,11 becquerel per litro. Lo Iodio- 131 sebbene decada in 8 giorni è considerato pericoloso per la tiroide. Gli studiosi, però, temono l’”effetto accumulo”, considerato che questo radioisotopo è atteso per almeno altre due settimane e che la contaminazione sta avvenendo attraverso le piogge. Per quanto i livelli rilevati siano estremamente bassi, c’è da dire che normalmente non ci dovrebbero essere neanche tracce di Iodio-131 nell’acqua della pioggia e nel latte, ma le autorità perciò tranquillizzano dicendo che non è motivo per preoccuparsi. Tuttavia, secondo il CRIIAD la contaminazione dell’aria e dunque dell’acqua piovana continuerà almeno per le prossime due settimane. E precisa che la ricaduta di Iodio-131 radioattivo potrebbe rivelarsi di centinaia di becquerels per metro quadro o in caso di condizioni meteo avverse arrivare anche a migliaia di Bq/m2. Inutile allarmismo? Probabilmente. Ma quello che gli scienziati temono, appunto, è l’”effetto accumulo”.Gli spinaci, la lattuga e altre verdure sono i primi prodotti alimentari sensibili alla contaminazione da Iodio-131 essendo coltivati all’aperto e sotto il diretto effetto della pioggia; la contaminazione indiretta del latte avviene in qualche giorno dopo che le vacche hanno mangiato erba da pascolo, spiega il CRIIRAD. Il fatto che l’IRSN abbia trovato Iodio-131 in un campione di latte del 25 marzo indica che la caduta di iodio era già avvenuta il 23 marzo.

COSTA D'AVORIO: SALTA TRATTATIVA, ASSALTO FINALE A GBAGBO

Le trattative per la resa del presidente destituito della Costa d'Avorio, Laurent Gbagbo, sono fallite, e le forze del presidente legittimo, Alassane Ouattara, hanno lanciato l'assalto finale contro il suo rifugio. Lo hanno riferito fonti governative francesi. I rappresentanti delle comunità religiose di Duekoué hanno organizzato una cerimonia funebre interconfessionale alla quale hanno preso parte cristiani, protestanti e musulmani, per seppellire decine di corpi senza nome ritrovati per le strade della città”: lo riferiscono fonti missionarie raggiunte dalla MISNA nella cittadina dell’ovest del paese, epicentro di scontri e violenze durante l’avanzata delle Forze repubblicane fedeli a Alassane Ouattara, che secondo la Croce rossa e la Caritas locali avrebbero provocato tra gli 800 e i mille morti.“La maggior parte delle vittime sono dell’etnia locale Gueré, ma non si capisce bene chi sia stato a commettere i massacri poiché in giro c’è ancora tanta confusione” riferiscono le fonti, aggiungendo che “quando i miliziani hanno preso la città, hanno diviso gli uomini dalle donne e i bambini. Questi ultimi sono fuggiti per nascondersi nella foresta o nelle dimore dei religiosi. Nella parrocchia di Santa Teresa, dei missionari salesiani, circa 20.000 persone si sono accampate nel grande terreno antistante la struttura.Anche alla missione sono arrivati uomini armati, che hanno cercato di prendere viveri e materiali vari, ma si trattava di giovani sbandati, che sono stati convinti ad andarsene” prosegue l’interlocutore della MISNA, secondo cui in città circola la voce che ad alimentare le violenze sia stato il ritrovamento di un deposito di armi della Guardia Repubblicana di Laurent Gbagbo. Inoltre, aggiungono le fonti, fedelissimi del presidente si sarebbero camuffati da civili “il che spiegherebbe, secondo alcuni, le violenze brutali contro la popolazione locale”.

ITALIA

10 FUGGONO ALL'ALBA DA CASERMA CIVITAVECCHIA, 7 RINTRACCIATI

Alcuni tunisini hanno tentato questa mattina all'alba di scavalcare il muro della Caserma Enrico De Carolis di Civitavecchia, dove da ieri sono ospitati i 640 tunisini arrivati con la Nave Clodia. Una decina di immigrati sono riusciti a fuggire. Anche grazie alle segnalazioni dei cittadini sette immigrati sono stati già rintracciati. La situazione nella Caserma è comunque sotto controllo.

CIVITAVECCHIA; TUTTI RIPRESI MIGRANTI FUGGITI

Sono stati tutti ripresi dalle forze dell'ordine i 10 tunisini che nelle prime ore della mattinata erano scappati dalla ex caserma Enrico De Carolis di Civitavecchia, che da ieri sera ospita 680 immigrati - in maggior parte tunisini - giunti da Lampedusa a bordo del traghetto della Tirrenia «Clodia». Quella odierna è stata comunque una mattinata movimentata, caratterizzata dalle sirene delle auto delle forze dell'ordine, impegnate nelle ricerche dei fuggiaschi, alcuni dei quali si erano spinti fino all'autostrada A12, mentre altri avevano raggiunto sia le zone del centro che quartieri periferici piuttosto distanti dalla caserma. Situazione più tranquilla all' interno della De Carolis. Due immigrati colti da lievi malori sono stati assistiti dal personale sanitario dell'infermeria allestita sul posto, dove - come ha detto il commissario locale della Croce Rossa, Micaela D'Andrea - operano circa 30 volontari per turno e un'ambulanza è sempre a disposizione. «Di ambulanze speriamo di poterne avere due», ha aggiunto la D' Andrea, aggiungendo che la Cri è impegnata a livello regionale con i comitati di varie località del Lazio. Mentre tecnici e operai del Comune ancora lavorano al ripristino dei locali e per rendere più funzionale la struttura, abbandonata da anni, dal primo pomeriggio sono iniziate le procedure per l'identificazione degli ospiti, curata dal dirigente dell'Ufficio Immigrazione Maurizio Improta

Mineo, profughi Spa*di /Antonio Mazzeo/

Per l'accoglienza, la Croce Rossa incasserà tre milioni di euro al mese. La proprietaria dell'area 360mila. Più di 20 milioni solo per il 2011. Senza contare gli stipendi. Tutto a carico del contribuente. Per Berlusconi e Maroni sarà il simbolo in Europa dell'accoglienza rifugiati made in Italy, ma è solo che la riproposizione sul fronte migrazione del modello /Emergenza S.p.a./, con ingenti flussi di denaro pubblico a favore dei soliti noti. Si tratta del residence di Mineo (Catania), piccolo centro agricolo nel cuore della Sicilia, che prima ospitava i militari USA della base aeronavale di Sigonella e dove adesso sono deportati i richiedenti asilo di tutta Italia e i giovani tunisini scampati all'inferno di Lampedusa. Ibrido giuridico, a metà strada tra un CARA (centro accoglienza per richiedenti) e un CIE (struttura di detenzione per l'identificazione e l'espulsione degli "irregolari"), il /residence della solidarietà/ di Mineo sarà l'inesauribile pozzo di san Patrizio per holding paramilitari, cooperative clientelar-sociali e prestigiosi signori del cemento. Le organizzazioni siciliane antirazziste hanno già fatto le prime stime dell'affaire. Agli enti che gestiscono i CARA sparsi sul territorio nazionale, il governo versa un contributo che fluttua dai 40 ai 52 euro al giorno per ogni richiedente asilo. Considerato il numero degli "ospiti" di Mineo (già sono 2.000), gli incassi per la mera gestione accoglienza oscilleranno mensilmente dai 2 milioni e 400 mila ai 3 milioni di euro. A beneficiarne sarà la Croce Rossa Italiana, individuata dal Commissario straordinario per l'emergenza immigrati, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, senza l'indizione di un bando ad evidenza pubblica e la presentazione di un piano dei servizi da gestire. "Sino al 30 giugno 2011, la CRI impiegherà fondi propri destinati alla gestione delle situazioni di emergenza", precisa il dott. Caruso. Per i restanti sei mesi coperti dal decreto anti-sbarchi ci penserà però il contribuente. Conti alla mano un gruzzolo che a fine anno potrebbe oscillare tra i 14 e i 18 milioni di euro.Il vero affare, quello meno trasparente, è tuttavia quello relativo ai canoni che saranno pagati dal governo per l'utilizzo delle 404 villette presenti nell'infrastruttura. Invece di dirottare i migranti verso le numerose strutture pubbliche dismesse (come ad esempio la ex base missilistica di Comiso, già utilizzata per l'emergenza Kosovo nel 1999), il duo Berlusconi-Maroni ha imposto che il mega-CARA "d'eccellenza" trovasse posto in quello che strumentalmente è stato definito "ex villaggio NATO" ma che in verità è di proprietà della Pizzarotti S.p.A. di Parma, una delle principali società di costruzioni italiane, contractor di fiducia delle forze armate USA (lavori nelle basi di Aviano, Camp Darby, Vicenza e Sigonella). I manager dell'azienda chiedevano allo Stato un contratto di locazione per una durata non inferiore ai 5 anni, ma il Prefetto-Commissario Giuseppe Caruso ha preferito emettere un'ordinanza di requisizione della struttura sino al 31 dicembre. Contestualmente è stata affidata all'Agenzia Territoriale del demanio di Catania la valutazione dell'indennizzo per la Pizzarotti , che per legge non potrà essere inferiore ai valori di mercato. Quanto? È presto fatto. La Marina USA pagava alla società un canone annuo di 8 milioni e mezzo di dollari, più le spese per la gestione dei servizi all'interno del villaggio. Anche a limitarsi all'accattivante offerta fatta direttamente alle famiglie dei militari dopo la rescissione del contratto con il Dipartimento della difesa (900 euro al mese a villetta), alla Pizzarotti non andrebbero meno di 363.000 euro al mese, moltiplicato per i 10 mesi coperti dal decreto di emergenza. Più il canone per l'utilizzo degli altri immobili (uffici, mense, strutture commerciali, palestre, campi da tennis e football, asilo nido, sala per le funzioni religiose e 12 ettari di spazi verdi). Solo per il 2011 il /Grand Hotel di Mineo "Deportati & C."/ costerà così non meno di una ventina di milioni di euro, senza includere gli stipendi e le indennità missione di oltre un centinaio tra poliziotti, carabinieri e militari dell'Esercito. Un colossale sperpero di risorse in nome della guerra santa alle migrazioni.


Gr 13:00

In primo Piano

ESTERI

Costa D'Avorio

COSTA D'AVORIO: SALTA TRATTATIVA, ASSALTO FINALE A GBAGBO (ANSA) - PARIGI, 6 APR -

Le trattative per la resa del presidente destituito della Costa d'Avorio, Laurent Gbagbo, sono fallite, e le forze del presidente legittimo, Alassane Ouattara, hanno lanciato l'assalto finale contro il suo rifugio. Lo hanno riferito fonti governative francesi.

“I rappresentanti delle comunità religiose di Duekoué hanno organizzato una cerimonia funebre interconfessionale alla quale hanno preso parte cristiani, protestanti e musulmani, per seppellire decine di corpi senza nome ritrovati per le strade della città”: lo riferiscono fonti missionarie raggiunte dalla MISNA nella cittadina dell’ovest del paese, epicentro di scontri e violenze durante l’avanzata delle Forze repubblicane fedeli a Alassane Ouattara, che secondo la Croce rossa e la Caritas locali avrebbero provocato tra gli 800 e i mille morti.

“La maggior parte delle vittime sono dell’etnia locale Gueré, ma non si capisce bene chi sia stato a commettere i massacri poiché in giro c’è ancora tanta confusione” riferiscono le fonti, aggiungendo che “quando i miliziani hanno preso la città, hanno diviso gli uomini dalle donne e i bambini. Questi ultimi sono fuggiti per nascondersi nella foresta o nelle dimore dei religiosi. Nella parrocchia di Santa Teresa, dei missionari salesiani, circa 20.000 persone si sono accampate nel grande terreno antistante la struttura”.

“Anche alla missione sono arrivati uomini armati, che hanno cercato di prendere viveri e materiali vari, ma si trattava di giovani sbandati, che sono stati convinti ad andarsene” prosegue l’interlocutore della MISNA, secondo cui in città circola la voce che ad alimentare le violenze sia stato il ritrovamento di un deposito di armi della Guardia Repubblicana di Laurent Gbagbo. Inoltre, aggiungono le fonti, fedelissimi del presidente si sarebbero camuffati da civili “il che spiegherebbe, secondo alcuni, le violenze brutali contro la popolazione locale”.

Yemen

Sono decine di migliaia le persone scese in piazza a Taez , e da diversi quartieri della città a sud di Sanaa all’indomani dell’uccisione di un manifestante e i l ferimento di altri due, durante scontri con la polizia avvenuti ieri. La folla, riferiscono testimoni locali si starebbe dirigendo verso la sede del governo, per inscenare l’ennesima protesta contro il presidente Ali Abdullah Saleh.

La tensione nel paese, dove movimenti di protesta sono in corso da quasi due mesi, è confermata dall’apertura, oggi, del quotidiano panarabo ‘Asharq al Awsat’ che decide di dedicare quasi interamente la sua prima pagina alle vicende yemenite.

Il giornale sottolinea che Washington ha invocato “il passaggio di poteri” definendo “inammissibile” il ricorso alle violenze contro i civili. Intanto, sul fronte politico, l’opposizione ha accolto favorevolmente la proposta di un confronto con il governo, da tenersi a Riad, in Arabia Saudita, ma “a condizione che il presidente Ali Abdullah Saleh lasci il potere”.

Ieri, circa 300 tra manifestanti e oppositori sono stati bersaglio nella cittadina meridionale di colpi di arma da fuoco, bastonate e coltellate da parte di schiere di lealisti e agenti delle forze di sicurezza in borghese. Trenta di loro sono rimasti feriti in modo grave, in particolare – secondo quanto riferito da alcuni medici interpellati dall’emittente araba ‘al Jazira’ – dall’uso di gas lacrimogeni “non convenzionali”.

BAHRAIN: SINDACATI, 13 APRILE SCIOPERO GENERALE (ANSAmed) - ROMA, 6 APR -

I sindacati del Bahrain hanno proclamato uno sciopero generale per il 13 aprile in solidarietà con i dimostranti che hanno organizzato un sit in nella settimane scorse nella capitale Manama prima del intervento delle forze dell'ordine avvenuto il 16 marzo scorso. Citando fonti di una organizzazione dell'opposizione, il sito di Al Jazira, dice che centinaia di lavoratori, la maggior parte dei quali è sciita, sono stati licenziati perchè avevano scioperato in solidarietà con i dimostranti che chiedevano riforme democratiche. Più di duecento lavoratori della Batelco, Bahrain Telecommunication Company e Gulf Air sono stati licenziati perchè assenti durante lo sciopero. Un dirigente che ha preferito l'anonimato, ritiene che lo sciopero fosse da considerarsi illegale perchè non può essere immediato ma annunciato almeno con due settimane di anticipo. I lavoratori licenziati recentemente, secondo l'organizzazione di opposizione Wifaq Watani, sono più di mille e la maggior parte dei quali sono sciiti. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro, con sede a Ginevra, ha dal canto suo, condannato il licenziamento collettivo in Bahrain, annunciando che manderà una delegazione ad alto livello al più presto possibile per discutere con le autorità di Manama

SIRIA: COMMISSIONE LEGGE EMERGENZA, ABROGAZIONE ENTRO 25 aprile

La commissione di esperti incaricata dal presidente siriano di preparare il terreno per la tanto invocata abolizione dello stato d'emergenza, in vigore da quasi mezzo secolo, terminerà i lavori entro il 25 aprile e non entro domani, come invece riferito nei giorni scorsi da rapporti di stampa locali. Fonti della commissione, citate stamani dal quotidiano panarabo al Hayat, hanno definito «privo di fondamento» quanto affermato lunedì scorso dal giornale siriano al Watan, indipendente ma vicino al governo, secondo cui entro domani gli esperti avrebbero potuto annunciare il completamento del loro lavoro e la conseguente abrogazione della legge d'emergenza. La sua abolizione è da decenni invocata da dissidenti, attivisti e intellettuali, molti dei quali finiti in carcere proprio in forza delle norme previste dalla stessa legge. Pressato da proteste senza precedenti da più di due settimane, il regime siriano aveva annunciato nei giorni scorsi la creazione di una commissione ad hoc per preparare una legge «anti-terrorismo» da sostituire alla legge d'emergenza. Secondo al Hayat, tra i membri della commissione spiccano i nomi dell'ex rettore della Facoltà di legge dell'università di Damasco, Abbud Sarraj, e i due giuristi Ibrahim Darraji e Bashir al Qawadiri. «Stiamo lavorando giorno e notte e discutiamo ogni questione che riguarda la dignità dei cittadini e la sicurezza della nazione», hanno detto le fonti al giornale. «L'obiettivo finale è abolire lo stato d'emergenza», hanno aggiunto le fonti, assicurando che «una volta concluso il lavoro della commissione (entro il 25 aprile prossimo) sarà anche abrogata la legge d'emergenza».

Israele rapporto Goldstone

L'Assemblea generale delle Nazioni Unite con 114 voti a favore, 18 contrari e 44 astensioni ha approvato una risoluzione che di fatto accoglie le conclusioni del Rapporto Goldstone. Commissionata dall'Onu, l'inchiesta internazionale era stata realizzata da una squadra di esperti coordinata dal giurista sudafricano Richard Goldstone, per far luce sui crimini umani e di guerra compiuti nella Striscia di Gaza tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009. Il rapporto Goldstone denuncia le violenze compiute sia da Hamas, ma soprattutto da Israele. Nei ventidue giorni di offensiva israeliana su Gaza, secondo le stime più credibili, sarebbero morti 1400 paalestinesi e tredici israeliani. La risoluzione approvata oggi dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite non ha un valore formale, ma costituisce un grande traguardo da un punto di vista morale. I membri dell'Assemblea hanno anche chiesto a Ban Ki Moon, segretario generale dell'Onu, di inviare il Rapporto Goldstone al Consiglio di sicurezza.

ITALIA

BOLOGNA, 6 APR - Una sessantina di perquisizioni, 12 misure cautelari e un decreto di fermo nei confronti di un anarchico per l'attentato alla sede Eni il 29 marzo scorso con l'utilizzo di quattro ordigni esplosivi. Sono i numeri dell'inchiesta della Digos di Bologna e della Direzione centrale della polizia di prevenzione nei confronti di attivisti anarco-insurrezionalisti frequentatori del circolo bolognese 'Fuoriluogo'. I provvedimenti eseguiti anche a Ferrara, Modena, Roma, Padova, Trento, Reggio Calabria, Ancona, Torino, Lecce, Napoli, Trieste, Genova, Teramo, Forli', Ravenna e Milano.

Notizie più precise (fonti di movimento) riferiscono di 5 arresti a Bologna, la posizione di uno degli arrestati sembra essere più delicata, su di lui penderebbe l'accusa di attentati incendiari contro l'ENI, per gli altri 4 probabili i domiciliari. l'inchiesta sarebbe partita nel 2006. il capo d'imputazione sembrerebbe quello di associazione a delinquere e non sovversiva. Ignoto ancora il numero degli indagati.

Lampedusa

Circa 200 migranti si sono ribaltati in mare, stanotte, mentre venivano soccorsi da unità della guardia costiera a circa 39 miglia da Lampedusa. Le operazioni di soccorso hanno consentito finora il recupero di 48 persone, tra cui 8 donne,mentre proseguono senza sosta le ricerche di altri superstiti, complicate dal buio e dalle avverse condizioni meteo.

L’imbarcazione, proveniente dalla Tunisia, aveva chiesto soccorso alle autorità maltesi e, su richiesta di queste, erano partite da Lampedusa due motovedette. Alle quattro del mattino circa, le motovedette hanno avvistato il barcone alla deriva in una situazione di grave pericolo. Il ribaltamento, durante le operazioni di trasbordo, è stato causato dal mare agitato e dalla concitazione a bordo del natante.

Quella che rischia di trasformarsi nell’ennesima ‘tragedia del mare’ avviene all’indomani del raggiunto accordo sui rimpatri tra Italia e Tunisia. Nella serata di ieri il ministro della Difesa italiano Roberto Maroni e il collega tunisino Habib Essid, dopo un lungo negoziato, hanno annunciato la firma di un’intesa che prevede rimpatri diretti con procedura semplificata per i prossimi migranti tunisini in arrivo nel nostro paese e la possibilità per quelli già presenti sul territorio italiano di ottenere un permesso di soggiorno temporaneo della durata di tre mesi, con cui potersi muovere nell’area Schengen. In cambio l’Italia donerà alle forze dell’ordine di Tunisi sei motovedette, quattro pattugliatori e un centinaio di fuoristrada per operare maggiori controlli sulle coste ed evitare nuove partenze. Maroni ha escluso l’ipotesi di contributi economici diretti per il paese nordafricano.

Tra le vittime del naufragio ci sono anche alcuni migranti che pur sapendo nuotare sono morti nel tentativo di salvare i compagni in difficoltà in un mare con onde fino a tre metri. Lo riferisce personale dell'Oim che si trova sull'isola. I sopravvissuti al naufragio nel canale di Sicilia, giunti a Lampedusa, si trovano in «stato di ipotermia e sono tutti sono choc»

MANDURIA (TARANTO)

Saranno probabilmente rilasciati dalla prossima settimana i permessi di soggiorno temporaneo ai circa 900 tunisini ospitati nella tendopoli di Manduria che finora ne hanno fatto richiesta. In queste ore nella tendopoli si stanno allestendo i terminali e le attrezzature per il rilascio dei permessi stampati dal Poligrafico dello Stato. Nel campo, intanto, sono al lavoro escavatori e ruspe, che stanno realizzando scavi per gli impianti idrici

ALEMANNO, AL VIA SGOMBERI E SPOSTAMENTI AL CARA SINDACO, FARLO SUBITO PER EVITARE SI RIFUGINO MIGRANTI

«Oggi sono cominciati alcuni sgomberi importanti di campi nomadi con trasferimenti al Cara per donne e bambini. Èimportante farlo adesso perchè se arrivano i clandestini in fuga dal sud non devono trovare un tessuto di campi abusivi incontrollati». Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno in merito allo sgombero di questa mattina di un accampamento abusivo nella zona di Centocelle. «In giornata - ha detto - faremo un quadro della situazione: è un fatto positivo perchè cominciamo a lavorare più intensamente sulla realtà dei campi abusivi».

ALEMANNO,CAPITALE È SATURA,NESSUN SPOSTAMENTO

«Su Roma non ci devono essere spostamenti di nessun tipo perchè qui nella capitale abbiamo i nostri problemi e siamo saturi». Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha ribadito e confermato «le rassicurazioni» avute ieri dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per quanto riguarda gli immigrati arrivati a Civitavecchia e che «devono rimanere in caserma fermi e controllati. Questa è la garanzia». Già ieri Alemanno aveva detto quanto ribadito oggi e cioè di aver parlato anche con il prefetto e di aver sentito «la presidente Polverini che sta seguendo la situazione». Poi, a chi gli chiedeva se ci fosse già un piano per la distribuzione degli immigrati arrivati nel Lazio ha risposto: «mi pare proprio di sì»


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gror110406 (last edited 2011-04-06 17:48:38 by anonymous)