Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

ESTERI

Giappone: stop centrale Hamaoka dopo invito premier

Il gestore energetico nipponico Chubu Electric Power Co. ha deciso di chiudere temporaneamente la centrale nucleare di Hamaoka, 200 km a sudovest di Tokyo, considerata uno degli impianti atomici a piu' alto rischio sismico del Paese. La decisione e' stata annunciata oggi al termine di una riunione straordinaria dei vertici dell'azienda, che ha cosi' raccolto l'invito del premier nipponico, Naoto Kan, a sospendere le operazioni per potenziare le misure di sicurezza anti catastrofe della centrale.

iran, continua la costruzione di centrali nucleari

Secondo quanto riferito oggi dai media locali, l'Iran starebbe conducendo un test finale di sicurezza per l'avvio della centrale di Bushehr, prima di una più vasta rete di centrali che costituiranno un impianto nazionale di energia nucleare. L'agenzia di stampa Fars ha inoltre reso noto che Bushehr, cui giunge carburante direttamente dalla Russia, dovrebbe iniziare ad iniettare potenza nella rete elettrica nei prossimi due mesi, raggiungendo un totale di mille megawatt, circa il 2,5 per cento del consumo energetico nazionale totale. Il rifornimento della centrale di Bushehr, costruita per conto di una compagnia tedesca a partire dal 1970 poi abbandonata durante la rivoluzione islamica del 1979, era già stato avviato lo scorso agosto, ma una serie di virus informatici ne avevano intaccato il sistema di gestione e monitoraggio, costringendo le autorità a posticipare di volta in volta l'avvio ufficiale del progetto e facendo sospettare un vero e proprio cyber attacco da parte di Stati Uniti e Israele per sabotare i test iraniani. L'Iran non rinuncia dunque al nucleare, nonostante i recenti avvenimenti nella centrale giapponese di Fukushima.

rischiano la pena di morte oppositori in barhein

Rischiano la pena di morte una ventina di capi dell’opposizione il cui processo si è aperto ieri a Manama davanti ad un tribunale militare. Gli imputati – riferiscono fonti di stampa regionale – sono accusati di aver tentato di rovesciare la monarchia sciita al potere nel paese, scosso per circa tre mesi da massicce manifestazioni di piazza interrotte dal dispiegamento dell’esercito saudita per le strade del piccolo regno.

ITALIA

DECINE DI MIGRANTI LASCIATI MORIRE NELL’INDIFFERENZA DELL’UE E DALLA NATO

Decine di migranti africani sono stati lasciati morire di fame e di sete nel mar Mediterraneo”, dopo che unità militari europee e della Nato hanno ignorato le loro richieste di aiuto: la denuncia arriva oggi dal quotidiano britannico The Guardian. Alla fine di marzo, una barca con 72 persone a bordo, tra cui donne, bambini e rifugiati politici, è andata alla deriva mentre cercava di raggiungere l’isola di Lampedusa. Solo 11 di loro sono riusciti a sopravvivere dopo 16 giorni in balia del mare: un lasso di tempo in cui nessuno ha prestato soccorso all’imbarcazione. Stando all’indagine condotta dal quotidiano britannico, la barca sarebbe partita da Tripoli il 25 marzo scorso, alla volta di Lampedusa. A bordo c’erano 47 etiopi, sette nigeriani, sette eritrei, sei ghanesi e cinque sudanesi. I problemi cominciano dopo solo 18 ore di navigazione: i migranti contattano allora padre Moses Zerai, prete eritreo che vive a Roma, il quale a sua volta contatta la Guardia costiera italiana. Gli ufficiali riferiscono a padre Zerai che la barca è stata localizzata a circa 60 miglia a largo da Tripoli e che sono state allertate le autorità competenti. Poco dopo, sull’imbarcazione in difficoltà appare un elicottero con insegne militari, da cui vengono gettati acqua e cibo. Il pilota invita i migranti, a gesti, a mantenere la loro posizione, garantendo sul prossimo arrivo di una nave per soccorrerli. Ma non arriva nessuno. Nessun Paese ha ammesso di aver inviato l’elicottero, precisa il Guardian. Dopo ore di attesa, ai migranti è apparso evidente che nessun aiuto sarebbe arrivato.La barca -hanno ancora raccontato i sopravvissuti citati dal giornale- aveva solo 20 litri di carburante, ma secondo il capitano potevano farcela a raggiungere Lampedusa. Un errore fatale: il 27 marzo ormai avevano perso la direzione, finito il carburante ed erano in balia delle correnti. Ad un certo punto, il 29 o 30 marzo, la nave è passata vicino ad una portaerei della Nato, così vicino che sarebbe stato impossibile non vederla, ha riferito ancora uno dei sopravvissuti. Due caccia si sono levati in volo e hanno sorvolato bassi la barca, mentre i migranti indicavano i due bambini. Da allora in poi, nessun aiuto. “Noi avevamo allertato Malta che la nave si stava dirigendo nella sua zona di competenza e abbiamo lanciato un allarme alle navi in navigazione”, ha detto un ufficiale italiano. Da parte loro, le autorità maltesi hanno negato ogni coinvolgimento nella vicenda. La portaerei affiancata dal barcone sarebbe la francese Charles De Gualle. Le autorità transalpine hanno inizialmente negato la loro presenza nella zona, ma di fronte alle prove mostrate dal Guardian un portavoce governativo è stato costretto al silenzio, non avendo più smentite di sorta da pronunciare. Secondo la Nato invece, non risulta alcuna registrazione riguardo a navi in pericolo o incidenti.

NAPOLI: SPOT ELETTORALE DEL GOVERNO, TORNA L’ESERCITO IN CITTA’

Ad una settimana dalle elezioni amministrative, Berlusconi si gioca la carta dell’esercito per risolvere, per l’ennesima volta, l’emergenza rifiuti. L’ultimo consiglio dei ministri per volontà dello stesso premier ha deciso di inviare nuovamente i militari a Napoli per raccogliere le ormai 4000 tonnellate che si trovano per le strade della città. Gli interventi princpali sono stati fatti a Quarto dove l’immondizia raccolta è stata poi trasferita allo Stir di Giugliano. Sono proprio le imminenti elezioni amministrative di domenica prossima a suscitare le polemiche per l’intervento dei militari giudicata una trovata elettorale che potrebbe influenzare i tanti indecisi che vendendo i militari in azione e avendo ancora la puzza della spazzatura ben presente nelle loro narici potrebbe premiare il candidato sindaco del Pdl Lettieri. A suscitare le polemiche in queste ore anche il servizio del Tg1 di ieri sera che mostrava i camion dell’esercito intenti a sversare a Giugliano, per dimostrare l’efficienza degli aiuti del governo. In realtà mentre l’esercito sversava, fuori dalla discarica i camion dell’Asia erano fermi da 19 ore in attesa di poter sversare.

TRENO DELLE SCORIE: SCONTRI NELLA NOTTE AD AVIGLIANA

Ancora una volta le forze dell’ordine mostrano il loro volto più becero e gratuitamente violento. E non è la prima volta che questo accade in Val Susa. Ad Avigliana, così come a Vercelli e a Chivasso, la serata era iniziata molto presto, con un presidio popolare fin dalla prima serata. In valle Si era organizzato anche un concertino con gruppi locali. Quando era ormai chiaro che il treno non sarebbe passato dalla stazione di Chivasso, dov’era attivo un presidio di un’ottantina di attivisti No Nuke, una trentina di compagi sale ancora in valle per dare man forte all’imbuto insomontabile per il passaggio del treno carico di scorie. A questo punto, con i rimasti svegli dalla serata pecedente, sono circa 200 persone presenti tra valligiani e torinesi. Un’assemblea snella passa al vaglio le possibilità d’azione e l’opzione più praticabile e ondivisa da tutti/e è quella di sedersi compattati e chiusi a mo’di cordone, occupando i tre binari della stazione di Avigliana. Qualcuno si incatena anche. Arrivano le forze dell’ordine e subito circondano gli occupanti dai 4 lati. Quindi iniziano ad alzarli e cacciarli d forza. Ma la resistenza e la determinazione popolare non demordono. Dopo 10 minuti di fatica e scarsi risultat i primi Carabinieri iniziano a perdere il controllo e partono i primi calci e pugni per sganciare i/le più inossidabili. La gente reagisce e partono le manganellate per spingere tutti fuori dall’area dei binari. La gente reagisce in maniera composta ma determinata. Particolare accanimento contro alcuni/e manifestanti/: un ragazzo rischia di cadere da 3 metri sulla scalinata che porta al sottopassaggio. Uominie donne della valle, indignati/e, inveiscono contro il comportamnetio delle forze dell’ordine. Dopo qualche minuto giungono altri drappelli a circondare anche il piazzale antistante la stazione. Arriva perfino un plotone di Finanzieri. corrispondenza.

FISCHI ALLA LEGA

In vista delle imminenti elezioni amministrative del prossimo fine settimana, il governo e la Lega mobilitano i loro “pezzi grossi” che puntualmente sono stati contestati in piazza. E’ accaduto ieri sera a Costa Volpino, in provincia di Bergamo, dove lo xenofobo razzista Mario Borghezio è stato fischiato da un presidio nato grazie al tam tam della rete e che si è riunito per contestare il leghista. Cariche con diversi feriti invece a Bologna, dove anche qui un presidio nato spontaneamente, si era riunito a Piazza Maggiore per contestare Bossi e Tremonti arrivati in città per sostenere il candidato sindaco Manes Bernardini. corrispondenza da costavolpino

tor bella monaca cittadino mette una tenda in municipio per protesta

un cittadino delle case popolari di tor bella monaca dopo un incendio scoppiato a casa sua e dopo aver vissuto per più di un mese in albergo a proprie spese in attesa che il comune rimettesse in sesto la casa popolare oggi si è accampato davanti al municipio per protesta nell'indifferenza generale delle istituzioni. Ascoltiamo la corrispondenza.

in breve

green peace contro il nucleare

Attivisti di Greenpeace hanno scalato il balcone di Palazzo Venezia a Roma ed hanno aperto uno striscione per protestare contro le recenti affermazioni di Berlusconi sul ritorno all'energia nucleare in Italia. Sullo striscione, accanto all'immagine del premier, la scritta: 'Italiani, il vostro futuro lo decido io'.


Gr 13:00

In primo Piano

DECINE DI MIGRANTI LASCIATI MORIRE NELL’INDIFFERENZA DELL’UE E DALLA NATO

Decine di migranti africani sono stati lasciati morire di fame e di sete nel mar Mediterraneo”, dopo che unità militari europee e della Nato hanno ignorato le loro richieste di aiuto: la denuncia arriva oggi dal quotidiano britannico The Guardian. Alla fine di marzo, una barca con 72 persone a bordo, tra cui donne, bambini e rifugiati politici, è andata alla deriva mentre cercava di raggiungere l’isola di Lampedusa. Solo 11 di loro sono riusciti a sopravvivere dopo 16 giorni in balia del mare: un lasso di tempo in cui nessuno ha prestato soccorso all’imbarcazione.

Stando all’indagine condotta dal quotidiano britannico, la barca sarebbe partita da Tripoli il 25 marzo scorso, alla volta di Lampedusa. A bordo c’erano 47 etiopi, sette nigeriani, sette eritrei, sei ghanesi e cinque sudanesi. I problemi cominciano dopo solo 18 ore di navigazione: i migranti contattano allora padre Moses Zerai, prete eritreo che vive a Roma, il quale a sua volta contatta la Guardia costiera italiana. Gli ufficiali riferiscono a padre Zerai che la barca è stata localizzata a circa 60 miglia a largo da Tripoli e che sono state allertate le autorità competenti.

Poco dopo, sull’imbarcazione in difficoltà appare un elicottero con insegne militari, da cui vengono gettati acqua e cibo. Il pilota invita i migranti, a gesti, a mantenere la loro posizione, garantendo sul prossimo arrivo di una nave per soccorrerli. Ma non arriva nessuno. Nessun Paese ha ammesso di aver inviato l’elicottero, precisa il Guardian. Dopo ore di attesa, ai migranti è apparso evidente che nessun aiuto sarebbe arrivato.La barca -hanno ancora raccontato i sopravvissuti citati dal giornale- aveva solo 20 litri di carburante, ma secondo il capitano potevano farcela a raggiungere Lampedusa. Un errore fatale: il 27 marzo ormai avevano perso la direzione, finito il carburante ed erano in balia delle correnti. Ad un certo punto, il 29 o 30 marzo, la nave è passata vicino ad una portaerei della Nato, così vicino che sarebbe stato impossibile non vederla, ha riferito ancora uno dei sopravvissuti. Due caccia si sono levati in volo e hanno sorvolato bassi la barca, mentre i migranti indicavano i due bambini. Da allora in poi, nessun aiuto.

“Noi avevamo allertato Malta che la nave si stava dirigendo nella sua zona di competenza e abbiamo lanciato un allarme alle navi in navigazione”, ha detto un ufficiale italiano. Da parte loro, le autorità maltesi hanno negato ogni coinvolgimento nella vicenda. La portaerei affiancata dal barcone sarebbe la francese Charles De Gualle. Le autorità transalpine hanno inizialmente negato la loro presenza nella zona, ma di fronte alle prove mostrate dal Guardian un portavoce governativo è stato costretto al silenzio, non avendo più smentite di sorta da pronunciare. Secondo la Nato invece, non risulta alcuna registrazione riguardo a navi in pericolo o incidenti.

ITALIA

NAPOLI: SPOT ELETTORALE DEL GOVERNO, TORNA L’ESERCITO IN CITTA’

Ad una settimana dalle elezioni amministrative, Berlusconi si gioca la carta dell’esercito per risolvere, per l’ennesima volta, l’emergenza rifiuti. L’ultimo consiglio dei ministri per volontà dello stesso premier ha deciso di inviare nuovamente i militari a Napoli per raccogliere le ormai 4000 tonnellate che si trovano per le strade della città.

Gli interventi princpali sono stati fatti a Quarto dove l’immondizia raccolta è stata poi trasferita allo Stir di Giugliano. Sono proprio le imminenti elezioni amministrative di domenica prossima a suscitare le polemiche per l’intervento dei militari giudicata una trovata elettorale che potrebbe influenzare i tanti indecisi che vendendo i militari in azione e avendo ancora la puzza della spazzatura ben presente nelle loro narici potrebbe premiare il candidato sindaco del Pdl Lettieri.

A suscitare le polemiche in queste ore anche il servizio del Tg1 di ieri sera che mostrava i camion dell’esercito intenti a sversare a Giugliano, per dimostrare l’efficienza degli aiuti del governo. In realtà mentre l’esercito sversava, fuori dalla discarica i camion dell’Asia erano fermi da 19 ore in attesa di poter sversare.

TRENO DELLE SCORIE: SCONTRI NELLA NOTTE AD AVIGLIANA

Ancora una volta le forze dell’ordine mostrano il loro volto più becero e gratuitamente violento. E non è la prima volta che quest accade in Val Susa. Ad Avigliana, così come a Vercelli e a Chivasso, la serata era iniziata molto presto, con un presidio popolare fin dalla prima serata. In valle Si era organizzato anche un concertino con gruppi locali. Quando era ormai chiaro che il treno non sarebbe passato dalla stazione di Chivasso, dov’era attivo un presidio di un’ottantina di attivisti No Nuke, una trentina di compagi sale ancora in valle per dare man forte all’imbuto insomontabile per il passaggio del treno carico di scorie. A questo punto, con i rimasti svegli dalla serata pecedente, sono circa 200 persone presenti tra valligiani e torinesi.

Un’assemblea snella passa al vaglio le possibilità d’azione e l’opzione più praticabile e ondivisa da tutti/e è quella di sedersi compattati e chiusi a mo’di cordone, occupando i tre binari della stazione di Avigliana. Qualcuno si incatena anche. Arrivano le forze dell’ordine e subito circondano gli occupanti dai 4 lati. Quindi iniziano ad alzarli e cacciarli d forza. Ma la resistenza e la determinazione popolare non demordono. Dopo 10 minuti di fatica e scarsi risultat i primi Carabinieri iniziano a perdere il controllo e partono i primi calci e pugni per sganciare i/le più inossidabili. La gente reagisce e partono le manganellate per spingere tutti fuori dall’area dei binari. La gente reagisce in maniera composta ma determinata. Particolare accanimento contro alcuni/e manifestanti/: un ragazzi rischia di cadere da 3 metri sulla scalinata che porta al sottopassaggio. Uominie donne della valle, indignati/e, inveiscono contro il comportamnetio delle forze dell’ordine. Dopo qualche minuto giungono altri drappelli a circondare anche il piazzale antistante la stazione. Arriva perfino un plotone di Finanzieri.

Dopo una ventina di minuti passa il treno-civetta, quindi il treno carico di scorie e infine quello della scorta militare. La gente accompagna il passaggio dei convogli con fischi e e grida. Passato l’ultimo treno, le forze dell’ordine si ritirano drappello per drappello salutati da una marea di insulti e fischi. Anche questa volta un altro treno carico di morte nucleare è passato ma non è detto che la prossima volta non ci sarà ancora più gente ad attenderli. Per impedire il passaggio di un comvoglio radioattivo senza che alcun avviso o dibattito sul e dal territorio ne autorizzi il transito. In luoghi, oltretutto, densissimamente popolati.

Questa serata, organizzata in meno di 72 ore, ha visto una partecipazione molto significativa. La strada che per bloccare il nucleare è ancora molto lunga. Di questi trasporti “eccezionali” ne sono previsti altri 7o 8 durante l’anno.

FISCHI ALLA LEGA

In vista delle imminenti elezioni amministrative del prossimo fine settimana, il governo e la Lega mobilitano i loro “pezzi grossi” che puntualmente sono stati contestati in piazza. E’ accaduto ieri sera a Costa Volpino, in provincia di Bergamo, dove lo xenofobo razzista Mario Borghezio è stato fischiato da un presidio nato grazie al tam tam della rete e che si è riunito per contestare il leghista.

Cariche con diversi feriti invece a Bologna, dove anche qui un presidio nato spontaneamente, si era riunito a Piazza Maggiore per contestare Bossi e Tremonti arrivati in città per sostenere il candidato sindaco Manes Bernardini.


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina