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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

ESTERI

GERMANIA VERSO CHIUSURA IMPIANTI NEL 2021

a due mesi dalla tragedia nucleare di fukushima si conferma oggi la notizia che Gli impianti nucleari della Germania potrebbero essere chiusi entro il 2021 e non oltre come si era previsto: è questa, secondo indiscrezioni di stampa pubblicate oggi, la raccomandazione contenuta nel primo rapporto della cosiddetta Commissione etica sull'energia atomica voluta dalla cancelliera Angela Merkel. Secondo quanto riportano il quotidiano Faz e l'edizione online del settimanale Der Spiegel, la Commissione è convinta che l'abbandono del nucleare sia necessario per evitare i possibili rischi legati a questo tipo di energia. «Nel migliore dei casi - scrivono gli esperti della Commissione, secondo lo Spiegel online -, l'ultima centrale nucleare potrebbe essere chiusa prima» del 2021. La legge attuale, approvata l'anno scorso, prevede invece l'uscita dal nucleare entro il 2040. Per il momento, è possibile che gli otto impianti chiusi a causa della moratoria del dopo-Fukushima non verranno mai ricollegati alla rete.

TRIPOLI.ONU, INSORTI RESPINGONO APPELLO BAN PER CESSATE FUOCO

Gli insorti libici hanno respinto l'appello del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, per un immediato cessate-il-fuoco a Misurata e nel resto del Paese. «Non ci fidiamo di Gheddafi...Non è il tempo per un cessate il fuoco perchè lui non lo rispetta mai», ha detto un portavoce degli insorti, Zintan Abdulrahman, parlando al telefono con la Reuters da Zenten, nell'ovest della Libia. Il portavoce ha aggiunto che oggi le forze fedeli al colonnello hanno sparato 20-25 missili Grad contro gli insorti a Zenten, uccidendone uno e ferendone altri tre. Secondo altre fonti, le vittime sono due e i feriti 15.

Siria, l'esercito bombarda i ribelli a Homs

"I carri armati sono entrati in un quartiere residenziale di Homs, terza città del paese. L'appello dell'Onu: "Ascoltate gli appelli di libertà del popolo". Frattini: "Assad non è Gheddafi, riforme ancora possibili"

Nel frattempo le autorità siriane hanno scarcerato 300 manifestanti arrestati nei giorni scorsi nella città di Banias. Lo riferisce un attivista siriano per i diritti umani alla tv satellitare 'al-Arabiya'. Sono inoltre ritornate nelle case della zona l'acqua potabile e l'elettricità così come sono state ripristinate le linee telefoniche. Ieri il governo di Damasco aveva fatto sapere che "la fase critica di questa rivolta contro il presidente Bashar è terminata e la protesta iniziata sette settimane fa sta arrivando al suo epilogo". Sul fronte diplomatico il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto che "le sanzioni europee nei confronti della Siria rappresentano un "segnale ultimo" per Damasco e che "il tempo sta scadendo".Nessuna similitudine, però, con la Libia. "In Libia - ha affermato Frattini - la situazione è cominciata in modo del tutto diverso" rispetto alla siria: "E' cominciata con una deliberata azione del regime, non vi è stata nessuna apertura alle prospettive di riforme". "Diciamolo francamente", ha proseguito il titolare della Farnesina: "Assad, il presidente siriano, non è Gheddafi".

Argentina, cinque mandati d'arresto per i voli della morte

Cinque persone sono state colpite da mandato d'arresto in Argentina nell'ambito dell'inchiesta sui 'voli della morte'. Ad annunciare la decisione è stato il giudice federale Sergio Torres, che da tempo sta portando avanti un'inchiesta su tre piloti, due dei quali oggi comandanti delle Aerolineas Argentinas, la compagnia di bandiera. Gli uomini coinvolti nell'indagine sono Mario Daniel Arrù, Enrique de Saint Georges (entrambi all'Aerolineas), e Alejandro D'Agostino, in pensione e capo dei 'veterani di guerra' della prefettura navale. Gli altri due detenuti sono l'ex sottoufficiale della marina Ricardo Ormello e l'avvocato Gonzalo Torres de Toloza. I primi tre sono sospettati di aver pilotato l'aereo da dove nella notte del 14 dicembre del 1977 vennero lanciate nella acque del Rio de la Plata cinque donne: la suora francese Leonie Duquet e le fondatrici delle Madri della Plaza de Mayo Azucena Villaflor de Devicenti, Ester Ballestrino de Careaga, Maria Ponce de Bianco e Angela Aguda. Tutte e cinque erano prigioniere all'Esma (Escuela superior de mecanica de la Armada), il maggiore dei centri clandestini di detenzione di Buenos Aires, da dove partirono tanti 'voli della morte'. I loro corpi furono rinvenuti una settimana dopo sulle spiagge di una località a sud della capitale, Santa Teresita, dove tra la fine del '77 e l'inizio del '78 vennero trovati una quarantina di cadaveri.

CONGO:la guerra contro le donne.

Oltre 1.100 donne vengono violentate ogni giorno in Congo. Lo sconcertante dato emerge da uno studio pubblicato su un giornale americano di salute pubblica. ed è 26 volte superiore ai dati raccolti dall'Onu nello stesso periodo, nei 12 mesi cioè tra il 2006 e il 2007. Periodo nel quale, oltre 400 mila donne e ragazze tra i 15 e i 49 anni sono state violentate in questo grande paese sconvolto dalla guerra. «Il nostro studio conferma che le ricerche precedenti sugli stupri e gli abusi sessuali hanno gravemente sottostimato la prevalenza degli stupri», ha detto Amber Peterman, principale autrice dello studio. E anche le nuove cifre, secondo la ricercatrice, sono una stima prudente, visto che gli stupri non vengono dichiarati in modo quasi cronico perchè rappresentano una vergogna per la vittima, per l'impunità degli autori e perchè non sono stati stimati tra le vittime le donne più giovani e gli uomini più vecchi«. Amber Peterman ha anche ricordato che secondo Human Right Watch, le violenze sessuali sono raddoppiate in Congo nel 2009, rispetto al 2008. ormai gli stupri sono diventati una metastasi in Congo in un clima di impunità, provocando una delle grandi crisi umanitarie del nostro tempo

ITALIA

'MILANO.condanne su condanne.fino a 10 mesi per i reclusi nel lager di via corelli

La rivolta del 2 maggio scorso scoppiata nel Cie di via Corelli è stata processata e punita: pene fino a 10 mesi per i 7 tunisini giudicati dal Tribunale di Milano. CORRISPONDENZA Ricordiamo

Poco dopo le 11.30 del 2 maggio una quindicina di cittadini nordafricani trattenuti nel settore C del Centro di identificazione ed espulsione di via Corelli a Milano hanno dato vita ad una vivace protesta per chiedere di poter lasciare il centro. Secondo quanto riferì la Questura gli immigrati ruppero i montanti delle finestre e con alcuni pezzi di vetro diedero vita a gesti autolesionisti. Poi, sempre secondo la polizia, hanno ammassato le coperte e i materassi nel cortiletto esterno al loro settore e gli hanno dato fuoco. La protesta durò circa un'ora e fu sedata. La protesta è scoppiata mentre nel Cie si trovava in visita, insieme con tre esponenti dell'Arci, la consigliera lombarda di Sinistra Ecologia Libertà, Chiara Cremonesi, che ha denunciato di essere stata cacciata a forza dalla polizia. "Immediatamente - ha affermato- ci hanno impedito di verificare cosa stesse succedendo e addirittura siamo stati cacciati via a forza, riuscendo a vedere soltanto l'arrivo di numerosi blindati della polizia e dei carabinieri in tenuta antisommossa".Sottolineando che "nel Cie di via Corelli si calpesta quotidianamente la dignità delle persone che lì si trovano rinchiuse in condizioni sicuramente peggiori di un carcere", corrispondenza ror

ROMA:proteste contro sgombero bastoggi a torrevecchia

Da un comunicato.(mandato da pietro)

Ieri mattina al residence "fabianella" in zona torrevecchia le forze dell'ordine avrebbero voluto effettuare lo sfratto di un giovane disoccupato che da anni, come è noto all'amministrazione, vive in una drammatica situazione di emergenza abitativa.I suoi vicini di casa e tutti gli abitanti del quartiere hanno impedito che lo sfratto fosse eseguito scendendo in strada, alzando barricate, bloccando il quartiere per l'intera giornata. Di fronte all'arroganza di chi pensa di risolvere l'emergenza abitativa come una mera questione di ordine pubblico, la solidarietà e la determinazione degli abitanti della "fabianella" dimostrano che la misura è colma, e che non si è più disposti a tollerare provocazioni. Le proposte ridicole di assistenza alloggiativa avanzate dal comune che parlano di residence-ghetto a 40 km da roma non possono neanche prese in considerazione. Di fronte alla crisi nessuno è solo, nessuno sgombero e nessuno sfratto verrà tollerato. Solidali e complici con chiunque si autorganizza per difendere i propri diritti.

I compagni e le compagne di roma nord

Polverini contestata a Genzano."Nun me faccio mette paura da una zecca come te"

Il comizio a Genzano di Renata Polverini per la campagna elettorale del PDL è diventato uno scontro verbale acceso con gli esponenti del comitato No Inc di Albano.Pugni chiusi e «Bella ciao» da parte dei manifestanti e dei cittadini durante la contestazione. Ieri pomeriggio il comitato No Inc si è diviso tra una contestazione alla Polverini a Genzano, andata a sostenere il candidato sindaco del PDL, e un volantinaggio informativo porta a porta nei due villaggi antistanti la discarica di Roncigliano, dove la Presidente della regione, ha da poco autorizzato il cantiere per un'altra buca. Entrambe le iniziative sono riuscite, nella prima la Polverini non è riuscita praticamente a parlare nemmeno un momento a causa della contestazione del comitato sostenuto dalla piazza, quando però è riuscita a farsi sentire ciò che è stato registrato erano solo minacce di basso profilo e offese infantili.Appena la presidente ha preso la parola, i contestatori hanno urlato «Vergogna, vergogna». E la presidente è diventata una furia.Dal palco, ha cominciato anche lei ad inveire: «Questa è la democrazia - ha gridato - e ve ne dovete fare una ragione. La democrazia è un comportamento, un modo di agire. Fatela finita, aspettate lì, che quando scendo discutiamo noi». Andatevene a casa. A chi pensate di mettere paura: questa è la giunta Polverini, non ho paura nemmeno del diavolo». Tra i contestatori, c'era un ragazzo che riprendeva con la videocamera: «Riprendi, riprendi. Lo sai che ci faccio con quella? Mò scendo e te lo dico». I contestatori hanno gridato «fascista, fascista», e a fine comizio hanno cantato col pugno chiuso e poi intonato «Bandiera rossa» e «Bella ciao».I sostenitori della Polverini, come da copione, hanno risposto col saluto romano.

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INCIDENTI LAVORO FORMIA: OPERAIO CADE DA TETTO E MUORE STAVA INSTALLANDO PANNELLI FOTOVOLTAICI

Un operaio di 37 anni, di cui non sono ancora note le generalità, è morto a Formia, nel Pontino, dopo essere caduto dal tetto di un edificio sul quale stava installando pannelli fotovoltaici. L'uomo, originario di Scauri, lavorava all'interno di un cantiere della Eco Service e per cause ancora da accertare è precipitato davanti agli occhi dei colleghi. Per l'operaio sono stati inutili i soccorsi. La dinamica è ancora in fase di ricostruzione.

Roma.12 maggio presidio e conferenza stampa lavoratori/rici delle coop. sociali

Domani è previsto un presidio di lavoratori e lavoratrici delle cooperative sociali davanti all'Assessorato alle Politiche Sociali, dalle ore 11 alle 15. é prevista anche una conferenza stampa per denunciare i tagli dela spesa sociale relativa all'assistenza alla persona e il malessere degli operatori, sottoposti a carichi di lavoro sempre più intensi ed esposti alla precarietà che caratterizza il terzo settore.

corrispondenza

Roma.Sgomberi più che triplicati rispetto al 2009, ma totalmente inefficaci La denuncia dell’associazione che in questi giorni sta monitorando gli sgomberi nella capitale. L’ultimo ieri lungo il Tevere che ha riguardato 89 rom di cittadinanza romena. “Soltanto per due donne con neonati è stata proposta una soluzione alternativa”

Gli sgomberi degli insediamenti spontanei nella capitale sono “più che triplicato rispetto al 31 luglio 2009, giorno della presentazione ufficiale del Piano Nomadi”. È quanto denuncia l’associazione 21 luglio, impegnata per la difesa dei diritti dei minori rom, che in questi giorni sta monitorando gli sgomberi messi in atto dal Comune di Roma in varie zone del territorio. Secondo l’associazione, le azioni di sgombero continuano con la “medesima determinazione, violando i più elementari diritti umani, gli insediamenti informali risultano in continuo aumento raggiungendo, così come riferito da un rappresentante del Dipartimento Promozione dei servizi sociali e della Salute di Roma Capitale, la cifra di 279. Da ciò si evince la totale inefficacia delle azioni di sgombero il cui esito sembra essere esclusivamente quello di esasperare le persone coinvolte procurando loro la massima sofferenza”. Finite le festività pasquali, infatti, nella capitale le ruspe sono tornate in azione. Dopo quello del “canneto”, l’insediamento spontaneo nei pressi del campo attrezzato di via Candoni dei giorni scorsi, preceduto da altri piccoli interventi, nella giornata di ieri ci sono stati altri interventi delle forze dell’ordine. “Martedì 10 maggio gli osservatori dell’Associazione 21 luglio hanno assistito alle operazioni di sgombero avvenute presso l’insediamento informale collocato lungo il Tevere, all’altezza del km. 9,7 di via Salaria – si legge in un comunicato dell’associazione -. L’insediamento era formato da poverissime abitazioni consistenti in tende realizzate con teloni di plastica recuperati dalla spazzatura e da piccole e malridotte tende da campeggio. Alcune famiglie avevano costruito piccole baracche provvisorie con materiale di recupero: legno, alluminio, plastica, nylon. L’insediamento non aveva alcuna fornitura idrica e di energia elettrica. Gli abitanti, secondo i dati raccolti dall’Associazione 21 luglio il 15 aprile 2011, erano 89 rom di cittadinanza romena (39 uomini, 18 donne – delle quali 5 erano incinte – e 32 minori). I 34 nuclei familiari avevano subito nel corso del 2010 almeno uno sgombero forzato mentre abitavano altri insediamenti”. Secondo quanto denuncia l’associazione, al momento dello sgombero, condotta “da una task force composta da circa 22 persone appartenenti alla Sala Operativa Sociale del Comune di Roma, alla Polizia Municipale e alla Polizia di Stato” e “alla presenza anche il presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli” circa la metà degli abitanti non risultava presente, mentre per i presenti c’è stata una “raccolta dei documenti di identificazione registrando su un’apposita scheda numerata i dati raccolti presso una postazione allestita appositamente”.


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gror110511 (last edited 2011-05-11 16:15:08 by anonymous)