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'''ALGERI'''

 - La polizia ha disperso ieri, con la forza, ad Algeri, una manifestazione di protesta indetta dagli studenti della locale università contro la chiusura di alcune strutture della facoltà di Farmacia. Negli incidenti, secondo quanto riferisce il quotidiano Al Watan, almeno dieci studenti sono rimasti feriti e, quindi, costretti a sottoporsi a cure. Per due di loro, riferisce sempre Al Watan, vista la gravità delle lesioni subite, si è reso necessario il ricovero d'urgenza nell'ospedale Mustapha Bacha.

'''MO: NAQBA; SCONTRI AD AMBASCIATA ISRAELE AL CAIRO, 24 FERITI'''

Almeno 24 persone sono rimaste ferite ieri al Cairo vicino all'ambasciata d'Israele durante scontri tra forze dell'ordine e manifestanti che protestavano per il terzo giorno consecutivo in occasione dell'anniversario della Naqba, 'catastrofè, come è chiamata dagli arabi la nascita dello Stato ebraico nel 1948. Lo ha reso noto il ministero della Sanità egiziano, citato dall'agenzia Mena. «I responsabili della sicurezza - ha aggiunto l'agenzia - sono riusciti a ristabilire la calma nel quartiere» dopo diverse ore di scontri, con l'intervento anche di militari che hanno tirato candelotti lacrimogeni e sparato in aria per disperdere centinaia di persone radunatesi vicino all'ambasciata, nel centro del Cairo. «Gridando »via l'ambasciatore!«, la folla chiedeva l'espulsione dell'ambasciatore di Israele e la rottura della relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico. La manifestazione si è svolta poche ore dopo i colloqui al Cairo di Amos Gilad, capo del dipartimento politico e di sicurezza del ministero della difesa israeliano, nella prima visita conosciuta di un responsabile israeliano in Egitto dopo la caduta del regime di Hosni Mubarak l'11 febbraio scorso.

'''SIRIA: 10MILA PROFUGHI IN LIBANO, SI FUGGE DA REPRESSIONE 'INSOSTENIBILÈ'''

Sono circa diecimila i cittadini siriani che hanno lasciato la Siria alla volta del Libano per sfuggire alla repressione dell'esercito, in corso da più di un mese in diverse città, dopo l'esplodere della rivoluzione siriana che chiede la caduta del regime. La maggior parte di loro ha trovato alloggio e ospitalità a Wadi al Khaled, villaggio nel Libano del nord, al confine con la Siria. «Siamo qui da circa venti giorni», racconta Maher, un giovane di 30 anni, ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL. «Molti di noi avevano la fortuna di avere qui alcuni parenti e quindi di avere un alloggio gratuito, molti altri devono invece farsi carico del costo per affittare una camera», aggiunge. «Siamo scappati perchè la situazione in Siria diventa ogni giorno più pericolosa e insostenibile e abbiamo paura soprattutto per i nostri figli», dice Umm Mohammad, una donna di 50 anni circa. «Abbiamo visto i soldati fare rastrellamenti casa per casa e arrestare gente anche senza nessun ragione - aggiunge - è per questo che non possiamo più vivere nelle nostre case». «La gente di Wadi al Khaled si è dimostrata molto solidale - aggiunge Ahmad, un altro rifugiato - non c'è nessuna famiglia che vive in tende o accampamenti. Noi siamo stati fortunati ad avere qui alcuni familiari e comunque tutti hanno trovato gente ospitale e generosa», conclude. L'esercito libanese ha intanto rafforzato il controllo alle frontiere, perchè teme l'entrata di altri profughi, che alla lunga potrebbe produrre destabilizzazione nel 'Paese dei cedrì.

'''GIAPPONE: PREMIER KAN, ROADMAP SU CRISI FUKUSHIMA NON CAMBIA'''

EST S0B QBXB GIAPPONE: PREMIER KAN, ROADMAP SU CRISI FUKUSHIMA NON CAMBIA (ANSA) - TOKYO, 16 MAG - La roadmap per la messa in sicurezza dell'impianto nucleare di Fukushima, fissata nell'arco di 6-9 mesi, non cambia: lo ha detto oggi il premier nipponico, Naoto Kan, secondo cui è possibile riportare sotto controllo il sito nei tempi previsti malgrado gli ultimi sviluppi negativi che hanno confermato l'avvenuta fusione del combustibile nucleare nel reattore n.1. «Ci potranno essere delle modifiche riguardo ai metodi da adottare - ha spiegato il primo ministro intervenendo alla Commissione bilancio della Camera Bassa -, ma credo che possiamo andare avanti con il piano senza cambiarne i tempi». La Tepco, il titolare dell'impianto disastrato, fornirà domani un aggiornamento sulle operazioni in corso per stabilizzare la centrale, a un mese esatto dall'annuncio della roadmap che prevede di portare tutti i reattori in stato di 'cold shutdown' (arresto a freddo) al massimo entro gennaio 2012. Negli ultimi giorni, tuttavia, i tecnici hanno scoperto che il reattore n.1 si trova in una situazione assai peggiore di quanto stimato, con il combustibile nucleare fuso e perdite di acqua radioattiva dal contenitore di pressione lesionato. Questi ritrovamenti rendono improbabile che si possa proseguire con il piano attuale, che prevede di raffreddare il reattore riempiendolo completamente di acqua.
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'''ALDROVANDI: AL VIA IL PROCESSO DI APPELLO'''

Si aprira’ questa mattina davanti alla Prima sezione della Corte d’appello di Bologna il processo sulla morte di Federico Aldrovandi, morto a 18 anni a Ferrara il 25 settembre 2005 durante un violento fermo di polizia, per cui in primo grado, erano stati condannati quattro agenti di polizia – Enzo Pontani, Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri – a pene di 3 anni e 6 mesi per l’eccesso colposo nell’omicidio colposo del ragazzo.

Un processo per nulla scontato, hanno detto i difensori dei poliziotti , tra cui Niccolo’ Ghedini, legale anche del premier Silvio Berlusconi. La Corte d’appello ha gia’ fissato un calendario di udienze per il 17, 18, 23 e 25 maggio. Questa mattina e’ attesa la relazione-fiume del pg (di diverse centinai di pagine), quindi i giudici dovranno valutare le richieste difensive: una nuova perizia medico-legale sulle cause della morte di Federico e la riapertura dell’istruttoria dibattimentale con nuovi e vecchi testimoni e altri atti, tra cui un altro sopralluogo in via Ippodromo, nel centro citta’, teatro del fatto. Gli avvocati delle difese (Trombini, Bordoni, Vecchi, oltre a Ghedini-Cipollotti) tenteranno di mettere in discussione l’impianto accusatorio della procura ferrarese che il giudice Caruso accolse in pieno.

Oltre il processo principale per la morte del ragazzo, ci sono stati a Ferrara altri due processi: quello ‘bis’, in cui tre altri poliziotti e dirigenti sono stati condannati (un quarto assolto) per depistaggi e ritardi nelle indagini. Inoltre pochi giorni fa nell’ Aldrovandi ‘ter’, uno dei dirigenti gia’ condannati, Paolo Marino, e’ stato riconosciuto colpevole di omessa denuncia, nell’ambito delle prime indagini.

In aula oggi sara’ presente anche la famiglia Aldrovandi (la madre Patrizia Moretti, il papa’ Lino e il fratello Stefano) ma non nel ruolo di parte civile, poiche’ la famiglia ha avuto un risarcimento dal Ministero dell’Interno di quasi 2 milioni di euro, a condizione che si ritirasse dalla costituzione di parte civile.

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  • - La polizia ha disperso ieri, con la forza, ad Algeri, una manifestazione di protesta indetta dagli studenti della locale università contro la chiusura di alcune strutture della facoltà di Farmacia. Negli incidenti, secondo quanto riferisce il quotidiano Al Watan, almeno dieci studenti sono rimasti feriti e, quindi, costretti a sottoporsi a cure. Per due di loro, riferisce sempre Al Watan, vista la gravità delle lesioni subite, si è reso necessario il ricovero d'urgenza nell'ospedale Mustapha Bacha.

MO: NAQBA; SCONTRI AD AMBASCIATA ISRAELE AL CAIRO, 24 FERITI

Almeno 24 persone sono rimaste ferite ieri al Cairo vicino all'ambasciata d'Israele durante scontri tra forze dell'ordine e manifestanti che protestavano per il terzo giorno consecutivo in occasione dell'anniversario della Naqba, 'catastrofè, come è chiamata dagli arabi la nascita dello Stato ebraico nel 1948. Lo ha reso noto il ministero della Sanità egiziano, citato dall'agenzia Mena. «I responsabili della sicurezza - ha aggiunto l'agenzia - sono riusciti a ristabilire la calma nel quartiere» dopo diverse ore di scontri, con l'intervento anche di militari che hanno tirato candelotti lacrimogeni e sparato in aria per disperdere centinaia di persone radunatesi vicino all'ambasciata, nel centro del Cairo. «Gridando »via l'ambasciatore!«, la folla chiedeva l'espulsione dell'ambasciatore di Israele e la rottura della relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico. La manifestazione si è svolta poche ore dopo i colloqui al Cairo di Amos Gilad, capo del dipartimento politico e di sicurezza del ministero della difesa israeliano, nella prima visita conosciuta di un responsabile israeliano in Egitto dopo la caduta del regime di Hosni Mubarak l'11 febbraio scorso.

SIRIA: 10MILA PROFUGHI IN LIBANO, SI FUGGE DA REPRESSIONE 'INSOSTENIBILÈ

Sono circa diecimila i cittadini siriani che hanno lasciato la Siria alla volta del Libano per sfuggire alla repressione dell'esercito, in corso da più di un mese in diverse città, dopo l'esplodere della rivoluzione siriana che chiede la caduta del regime. La maggior parte di loro ha trovato alloggio e ospitalità a Wadi al Khaled, villaggio nel Libano del nord, al confine con la Siria. «Siamo qui da circa venti giorni», racconta Maher, un giovane di 30 anni, ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL. «Molti di noi avevano la fortuna di avere qui alcuni parenti e quindi di avere un alloggio gratuito, molti altri devono invece farsi carico del costo per affittare una camera», aggiunge. «Siamo scappati perchè la situazione in Siria diventa ogni giorno più pericolosa e insostenibile e abbiamo paura soprattutto per i nostri figli», dice Umm Mohammad, una donna di 50 anni circa. «Abbiamo visto i soldati fare rastrellamenti casa per casa e arrestare gente anche senza nessun ragione - aggiunge - è per questo che non possiamo più vivere nelle nostre case». «La gente di Wadi al Khaled si è dimostrata molto solidale - aggiunge Ahmad, un altro rifugiato - non c'è nessuna famiglia che vive in tende o accampamenti. Noi siamo stati fortunati ad avere qui alcuni familiari e comunque tutti hanno trovato gente ospitale e generosa», conclude. L'esercito libanese ha intanto rafforzato il controllo alle frontiere, perchè teme l'entrata di altri profughi, che alla lunga potrebbe produrre destabilizzazione nel 'Paese dei cedrì.

GIAPPONE: PREMIER KAN, ROADMAP SU CRISI FUKUSHIMA NON CAMBIA

EST S0B QBXB GIAPPONE: PREMIER KAN, ROADMAP SU CRISI FUKUSHIMA NON CAMBIA (ANSA) - TOKYO, 16 MAG - La roadmap per la messa in sicurezza dell'impianto nucleare di Fukushima, fissata nell'arco di 6-9 mesi, non cambia: lo ha detto oggi il premier nipponico, Naoto Kan, secondo cui è possibile riportare sotto controllo il sito nei tempi previsti malgrado gli ultimi sviluppi negativi che hanno confermato l'avvenuta fusione del combustibile nucleare nel reattore n.1. «Ci potranno essere delle modifiche riguardo ai metodi da adottare - ha spiegato il primo ministro intervenendo alla Commissione bilancio della Camera Bassa -, ma credo che possiamo andare avanti con il piano senza cambiarne i tempi». La Tepco, il titolare dell'impianto disastrato, fornirà domani un aggiornamento sulle operazioni in corso per stabilizzare la centrale, a un mese esatto dall'annuncio della roadmap che prevede di portare tutti i reattori in stato di 'cold shutdown' (arresto a freddo) al massimo entro gennaio 2012. Negli ultimi giorni, tuttavia, i tecnici hanno scoperto che il reattore n.1 si trova in una situazione assai peggiore di quanto stimato, con il combustibile nucleare fuso e perdite di acqua radioattiva dal contenitore di pressione lesionato. Questi ritrovamenti rendono improbabile che si possa proseguire con il piano attuale, che prevede di raffreddare il reattore riempiendolo completamente di acqua.

ITALIA

ALDROVANDI: AL VIA IL PROCESSO DI APPELLO

Si aprira’ questa mattina davanti alla Prima sezione della Corte d’appello di Bologna il processo sulla morte di Federico Aldrovandi, morto a 18 anni a Ferrara il 25 settembre 2005 durante un violento fermo di polizia, per cui in primo grado, erano stati condannati quattro agenti di polizia – Enzo Pontani, Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri – a pene di 3 anni e 6 mesi per l’eccesso colposo nell’omicidio colposo del ragazzo.

Un processo per nulla scontato, hanno detto i difensori dei poliziotti , tra cui Niccolo’ Ghedini, legale anche del premier Silvio Berlusconi. La Corte d’appello ha gia’ fissato un calendario di udienze per il 17, 18, 23 e 25 maggio. Questa mattina e’ attesa la relazione-fiume del pg (di diverse centinai di pagine), quindi i giudici dovranno valutare le richieste difensive: una nuova perizia medico-legale sulle cause della morte di Federico e la riapertura dell’istruttoria dibattimentale con nuovi e vecchi testimoni e altri atti, tra cui un altro sopralluogo in via Ippodromo, nel centro citta’, teatro del fatto. Gli avvocati delle difese (Trombini, Bordoni, Vecchi, oltre a Ghedini-Cipollotti) tenteranno di mettere in discussione l’impianto accusatorio della procura ferrarese che il giudice Caruso accolse in pieno.

Oltre il processo principale per la morte del ragazzo, ci sono stati a Ferrara altri due processi: quello ‘bis’, in cui tre altri poliziotti e dirigenti sono stati condannati (un quarto assolto) per depistaggi e ritardi nelle indagini. Inoltre pochi giorni fa nell’ Aldrovandi ‘ter’, uno dei dirigenti gia’ condannati, Paolo Marino, e’ stato riconosciuto colpevole di omessa denuncia, nell’ambito delle prime indagini.

In aula oggi sara’ presente anche la famiglia Aldrovandi (la madre Patrizia Moretti, il papa’ Lino e il fratello Stefano) ma non nel ruolo di parte civile, poiche’ la famiglia ha avuto un risarcimento dal Ministero dell’Interno di quasi 2 milioni di euro, a condizione che si ritirasse dalla costituzione di parte civile.


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