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Appunti e note redazionali

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Gr 13:00

Assolti ooto del 14 dicembre

Assoluzione per non aver comesso il fatto per otto degli arrestati al corteo del 14 dicembre. Con accuse che non stavano in piedi , per ltro erano state richieste pene fino ad un anno e otto mesi. Vi prorponiamo il commento dell'avvocato Romeosul processo.

ROMA SCUOLA LAURENTINA "ANTONIO GRAMSCI" Questa mattina il cordinamento dei genitori della scuola elementare "Antonio Gramsci" hanno dato vita a un presidio assieme ai loro figli, per manifestare il loro dissenzo verso la riforma Gelmini. Ascoltiamo la corrispondenza realizzata stamattina da radio ondarossa

San Filippo Neri

INCENDIO AL PETROLCHIMICO DI PRIOLO, UN FERITO Allarme nel Petrolchimico a Priolo (Sr) per un incendio. Alcune esplosioni sono state udite dai lavoratori nella zona «Castagnetti» nell'impianto Isab-Nord. Secondo le prime informazioni un lavoratore è rimasto ferito ed è stato trasferito in ospedale. La raffineria è stata sgomberata per motivi di sicurezza. Una nube alta sovrasta il Petrolchimico. Al lavoro le squadre interne della Raffineria e i vigili del fuoco. Secondo fonti aziendali, le fiamme interessano le vasche di decantazione, dove si accumulano idrocarburi in superficie. Sempre secondo le stesse fonti, la situazione sarebbe sotto controllo.

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ESTERI

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Assolti ooto del 14 dicembre

Assoluzione per non aver comesso il fatto per otto degli arrestati al corteo del 14 dicembre. Con accuse che non stavano in piedi , per ltro erano state richieste pene fino ad un anno e otto mesi. Vi prorponiamo il commento dell'avvocato Romeosul processo.

ROMA SCUOLA LAURENTINA "ANTONIO GRAMSCI" Questa mattina il cordinamento dei genitori della scuola elementare "Antonio Gramsci" hanno dato vita a un presidio assieme ai loro figli, per manifestare il loro dissenzo verso la riforma Gelmini. Ascoltiamo la corrispondenza realizzata stamattina da radio ondarossa

San Filippo Neri

INCENDIO AL PETROLCHIMICO DI PRIOLO, UN FERITO Allarme nel Petrolchimico a Priolo (Sr) per un incendio. Alcune esplosioni sono state udite dai lavoratori nella zona «Castagnetti» nell'impianto Isab-Nord. Secondo le prime informazioni un lavoratore è rimasto ferito ed è stato trasferito in ospedale. La raffineria è stata sgomberata per motivi di sicurezza. Una nube alta sovrasta il Petrolchimico. Al lavoro le squadre interne della Raffineria e i vigili del fuoco. Secondo fonti aziendali, le fiamme interessano le vasche di decantazione, dove si accumulano idrocarburi in superficie. Sempre secondo le stesse fonti, la situazione sarebbe sotto controllo.

INCIDENTI LAVORO: RAGUSA, OPERAIO E' IN COMA E PERDE UN BRACCIO Un operaio di 40 anni e' in coma farmacologico a seguito di un incidente sul lavoro avvenuto in un capannone della zona industriale di Ragusa. L'uomo stava manovrando un mezzo per la movimentazione delle merci quando e' stato travolto dal carico. Trasportato all'ospedale civile della citta', ha subito l'amputazione di un braccio, mentre i numerosi traumi avrebbero anche compromesso la funzionalita' di una gamba. Sull'incidente e' stata aperta un'inchiesta.

L'EMERGENZA RIFIUTI PERSISTE ANCORA proteste nel Napoletano

Esasperati dall'odore nauseabondo che da giorni si levava da un enorme cumulo di rifiuti, alcuni abitanti del Comune di Melito, nel Napoletano, sono scesi in strada per protestare sparpagliando l'immondizia lungo la strada e bloccando la circolazione. La strada collega il comune di Melito alla vicina Casandrino e le ripercussioni registrate sulla viabilita' sono state di notevole entita'.

NO TAV: MARONI ANNUNCIA LA REPRESSIONE ENTRO IL 30 GIUGNO

Il ministro dell’Interno, il leghista Roberto Maroni, ha garantito ieri che non invierà l’esercito in valle di Susa per fermare le proteste contro l’alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Ma le minacce contro il popolo non sono finite. Secondo il governatore della Regione Piemonte, Roberto Cota, collega di partito del ministro Maroni, i cantieri per la realizzazione del tunnel geognostico della Maddalena, nella zona di Chiomonte, partiranno entro il 30 giugno, termine ultimo fissato dall’Europa per erogare i finanziamenti necessari a sostenere il business della Torino-Lione.

Senza l’avvio dei lavori per la galleria, propedeutica alla costruzione dell’alta velocità, non ci saranno i soldi per pagare l’opera. Per questo i No Tav sperano di riuscire a bloccare il cantiere della Maddalena fino al 30 giugno, ma la volontà espressa dalla politica fa temere interventi pesanti per mettere fine alla battaglia.

CISGIORDANIA, IL BOOM ECONOMICO E’ UN BLUFF

La crescita dell'economia cisgiordana, sbandierata dal premier israeliano anche di fronte al Congresso americano, è una pura invenzione. I dati di un recente rapporto dell’UNRWA dipingono una realtà ben diversa, con disoccupazione e inflazione in aumento. Un recente rapporto frutto delle ricerche dell’UNRWA, l’agenzia ONU per le Nazioni Unite per i prfughi, smentisce completamente l’immagine di un’economia in pieno boom economico in Cisgiordania, in cui l’occupazione israeliana avrebbe ormai un peso irrilevante: immagine che sia il primo ministro Netanyahu che i media israeliani promuovono e diffondono abitiualmente. L’autore Salem Ajluni ha dichiarato alla stampa che “nonostante una modesta crescita occupazionale all’inizio del 2010, nella seconda metà dello stesso anno, il numero di disoccupati è aumentato. “L’occupazione – ha affermato Gunness – e le infrastrutture ad essa correlate, come gli insediamenti, le by-pass road che dividono la terra palestinese, la violenza dei coloni, e il muro in Cisgiordania, tutto questo ha ridotto le prospettive per i palestinesi e in particolar modo per i rifugiati”. Nonostante le convinte asserzioni del governo Netanyahu, cioè che la rimozione di alcuni elementi attribuibili all’occupazione (posti di blocco, chiusure delle strade) avrebbe prodotto un boom economico in Cisgiordania, il documento UNRWA mostra come sia proprio il mantenimento delle restrizioni imposte alla popolazione palestinese, la causa non solo della crescente disoccupazione, ma anche del fenomeno dell’inflazione, con rincaro dei prezzi e perdita del potere di acquisto. L’occupazione quindi ha e continua a impedire lo sviluppo dei mercati e degli scambi commerciali, lasciando l’economia della Cisgiordania sostanzialmente dipendente dagli aiuti stranieri. Nena News

PROTESTE, MONITO TURCO A DAMASCO

Una tendopoli per il crescente afflusso di cittadini siriani è stata allestita dalla Mezzaluna rossa turca a Yayladagi, cittadina della provincia di Hatay nei pressi del confine con la Siria. Lo riferisce l’agenzia di stampa turca ‘Anadolu’, secondo cui nelle ultime ore è aumentato l’afflusso di civili in fuga da scontri e violenze in corso nel nord-ovest della Siria. Secondo ‘Anadolu’, in 1050 hanno varcato il confine nelle ultime 24 ore portando a circa 1600 il numero totale dei siriani riparati in Turchia dall’inizio degli scontri a Jisr Al Shoughour, una località del governatorato di Idlib. Ieri, il primo ministro turco Tayyip Erdogan ha detto che i confini resteranno aperti e ha lanciato un messaggio alla dirigenza siriana: “La nostra preoccupazione sta crescendo, spero che l’atteggiamento del governo siriano nei confronti dei civili diventi più tollerante, che Damasco porti avanti riforme tali da convincere la popolazione imboccando la strada del cambiamento e della trasformazione”.

SUD KORDOFAN, RESTA ALTA LA TENSIONE

C’è una calma carica di tensione oggi a Kadugli, la capitale dello Stato del Sud Kordofan dove si combattono unità dell’esercito di Khartoum ed ex ribelli vicini al governo delle regioni meridionali prossime all’indipendenza: lo dicono alla MISNA diversi responsabili delle Nazioni Unite in Sudan. “Questa mattina non sembrano essere stati esplosi colpi di artiglieria – sostiene Kouider Zerouk, portavoce della missione di peacekeeping ‘Unmis’ – ma dopo gli intensi combattimenti dei giorni scorsi la situazione resta instabile”. Responsabili sudanesi dell’ente dell’Onu per l’assistenza umanitaria (Ocha) confermano alla MISNA che gli scontri hanno spinto migliaia di persone a lasciare Kadugli. Solo in una base di Unmis alle porte della città sarebbero stati accolti 7000 sfollati. Secondo dirigenti politici e ufficiali di Khartoum, la crisi è il frutto di un “ammutinamento” di reparti dispiegati in Sud Kordofan nel quadro di unità miste previste dagli accordi che nel 2005 misero fine alla guerra civile tra Nord e Sud. La tesi ufficiale è che una controffensiva delle Forze armate avrebbe costretto gli ex ribelli dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla) a ripiegare una ventina di chilometri a ovest di Kadugli.


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gror110609 (last edited 2011-06-09 17:45:12 by anonymous)