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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

Rifugiati, 43,7 milioni in fuga

Sono 43,7 milioni di persone costrette alla fuga in tutto il mondo. Non sono stati mai così tanti negli ultimi 15 anni. Di questi, i 4/5 sono accolti da paesi in via di sviluppo e ciò avviene in un periodo segnato da una crescente ostilità nei confronti di rifugiati in molti paesi industrializzati. È quanto indica il rapporto statistico annuale dell'Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati (Unhcr) pubblicato oggi in concomitanza con la giornata mondiale del rifugiato.

ESTERI

SPAGNA: GLI INDIGNADOS IN MARCIA

È partita oggi da Valencia con destinazione Madrid la Marcha popular indignada, oltre 500 chilometri a piedi percorsi dai giovani dimostranti spagnoli che ancora ieri sono scesi in piazza per protestare contro le conseguenze della crisi economica. Una manifestazione che si concluderà il 23 luglio con un'altra grande dimostrazione di protesta nella capitale. Una trentina le persone che sono partite da Valencia poco prima delle 9 di questa mattina decise a percorrere in 34 giorni gli oltre 500 chilometri che le separano da Madrid, con deviazioni che le porteranno lungo il cammino a visitare una trentina circa di località dove verranno raccolte proposte da presentare all'arrivo nella capitale e dove di volta in volta è previsto che altri si aggiungano al corteo. Contemporaneamente alla marcia partita da Madrid, altri cortei di manifestanti si muoveranno da altre città del paese per confluire nella capitale raccogliendo lungo il cammino altri 'indignados'. Una di queste muoverà da Barcellona sabato prossimo, altre partiranno dall'Andalusia, dai Paesi Baschi, da La Rioja, dalla Galizia, da Castilla y Leon, dalla Extremadura. L'appuntamento per tutte è il 23 luglio a Madrid. Il movimento degli indignados chiede cambiamenti politici e sociali, gli stessi che chiede dal 15 maggio scorso il movimento 15-M, nato nelle piazze spagnole ad una settimana dalle elezioni municipali del 22 maggio scorso celebrate in un paese che deve far fronte alle conseguenze di una crisi economica che ha lasciato quasi 5 milioni di persone senza lavoro.

Tunisia: oggi processo a Ben Ali

Si apre oggi a Tunisi, davanti al tribunale di prima istanza, il processo all'ex presidente Zine El Abidine Ben Ali e alla moglie, Leila Trebelsi, entrambi contumaci. E' probabile che il collegio di difesa (cinque avvocati, tutti d'ufficio) chieda un rinvio per potere avere il tempo necessario per consultare la massa documentale del fascicolo processuale. Si tratta del primo di una lunga serie di procedimenti istruiti, dalla giustizia penale e da quella militare, a carico dell'ex dittatore. Questo processo riguarda quanto trovato in due palazzi presidenziali: denaro (l'equivalente, in valute diverse, di oltre 27 milioni di euro), gioielli, armi e droga.

Marocco, in migliaia in piazza a Casablanca per una monarchia parlamentare

Migliaia di persone sono scese in piazza ieri a Casablanca, la più grande città del Marocco, per protestare contro le riforme costituzionali presentate venerdì da re Mohammed VI, definendole insufficienti. Il raduno è stato organizzato dal 'Movimento del 20 febbraio', un gruppo che chiede una autentica monarchia parlamentare. "Questo progetto di riforma non basta, non ci permetterà mai di mettere la parola fine al sistema attuale, così il Marocco resterà una monarchia assoluta", ha spiegato Ahmed Mediany, uno dei dirigenti locali del movimento. Le proposte avanzate da Mohammed prevedono tra l'altro di conferire più autorità al primo ministro, ma il sovrano conserverà il controllo delle forze di sicurezza e dell'esercito, oltre che delle istituzioni religiose del paese. Il suo progetto sarà sottoposto al giudizio degli elettori in un referendum popolare indetto per il 1 luglio prossimo. Centinaia di sostenitori del sovrano hanno organizzato una contro-manifestazione a favore delle riforme. Per evitare incidenti, il 'Movimento del 20 febbraio' ha deciso di spostarsi in un'altra zona della città. Secondo le stime di alcuni giornalisti occidentali, circa 10 mila persone hanno preso parte alla protesta dell'opposizione, mentre gli organizzatori hanno parlato di almeno 20 mila dimostranti. I sostenitori della riforma erano poche centinaia. Una fonte governativa che ha chiesto di restare anonima ha fornito stime opposte: la marcia dell'opposizione, ha detto, non ha contato più di 2.500 partecipanti mentre i sostenitori della riforma erano almeno 70 mila.

Gran Bretagna, morto Brian Haw, protestava da dieci anni contro la guerra davanti a Westminster

Brian Haw stazionava di fronte al Parlamento britannico a Londra da dieci anni. Protestava: inizialmente contro le sanzioni economiche che avevano causato decine di migliaia di vittime nella popolazione irachena senza intaccare minimamente il regime di Saddam Hussein, poi per tenere alta l'attenzione contro la guerra in Afghanistan e successivamente anche contro l'intervento in Iraq. Era un ex carpentiere di 62 anni. E' morto stroncato da una malattia. La sua protesta era iniziata il 2 giugno 2001 contro la politica bellicista di Londra. Le autorità avevano provato più volte ad allontanarlo, anche approvando una legge che impediva ogni manifestazione nel raggio di un chilometro dal Parlamento. Nel 2006 venne allontanato dalla polizia che rimosse tutte le foto dei bambini morti o mutilati dalle bombe. Ma l'Alta corte stabilì che rimuoverlo con la forza era una violazione ai suoi diritti. La sua tenda, la collezione di volti dei soldati caduti in guerra e i suoi manifesti scritti a mano, erano diventati popolari nella piazza di fronte al Big Ben.

ITALIA

VALSUSA: IMMINENTE L'ATTACCO CONTRO I NO-TAV

L’ora X si avvicina e sale la tensione nel fortino No-Tav di Chiomonte, in Val Susa. Con la raffica di perquisizioni e provvedimenti giudiziari che hanno interessato gli esponenti più in vista del movimento è scattato il countdown. Voci sempre più insistenti danno per imminente il blitz delle forze dell’ordine per forzare il presidio e consentire l’apertura del cantiere per il tunnel geognostico della Maddalena. Un’ulteriore prova che l’operazione è sul punto di scattare è data dalla sospensione di ferie e permessi degli agenti del Reparto Mobile di via Veglia, ovvero del nucleo forte del contingente di polizia su cui peserà l’onere dell’intervento: 100 uomini al giorno, ai quali si aggiungeranno rinforzi provenienti da altre regioni nonché da carabinieri, fiamme gialle e forestali. Per la politica torinese è tempo di procedere. «Non bisogna abboccare alla strategia delle minacce, si dia corso ai lavori», dichiara il governatore Roberto Cota, mentre il segretario nazionale del Pd Pier Luigi Bersani nel denunciare «una vergognosa intimidazione», si rivolge al governo «perché ci faccia sapere qual è la sua posizione su uno dei dossier tra i più importanti per l'Italia». Fassino chiede «di compiere tutti i passi necessari per garantire nei tempi previsti l’avvio dei lavori» arrivando persino ad invocare l’intervento dell’esercito e suscitando l’indignata reazione dei presidianti. La risposta di Maroni, deputato in quanto ministro degli Interni a prendere decisioni sull’intervento delle forze dell’ordine, non si è fatta attendere. «L'Italia - ha dichiarato il titolare del Viminale - rispetterà gli impegni»; ha ribadito poi che «la priorità è che l’opera parta in tempi brevi» e che, riguardo all'impiego delle forze dell’ordine, «sarà fatto tutto quello che serve». Secondo Giorgio Airaudo, dirigente della Fiom nazionale, questa fretta di iniziare i lavori sarebbe dovuta principalmente alla volontà di accaparrarsi la prima fetta di fondi europei, circa 700 milioni di euro di finanziamenti. Il sindacalista, salito in Val Susa qualche giorno fa, ha accusato governo e opposizione di voler «devastare un territorio per creare un corridoio per merci che non saranno mai prodotte e che comunque nessuno consumerà», mentre l’unica cosa da fare sarebbe «avere l’onestà di ammettere che i soldi per la Torino-Lione l’Italia non li ha».Ma il movimento no-tav è in grado di mobilitare un migliaio di persone in pochi minuti e intende resistere.

LAZIO: Fondazione Santa Lucia, nuove proteste davanti alla Regione

Cinquantacinque metri di catena e cinque persone in sciopero della fame. Così sono tornati a protestare sotto la sede della Regione Lazio, dipendenti e pazienti della fondazione Santa Lucia. Sono tornati numerosi, uniti nel coro "noi da qui non ce ne andiamo" e "adesso basta". Si sono incatenati, in attesa di sapere come andrà il tavolo tecnico di oggi tra i rappresentanti della struttura sanitaria e quelli della Regione. Quando la vigilanza privata della Regione ha chiesto ai manifestanti di spostarsi dal marciapiede in via Rosa Raimondi Garibaldi, circa 100 persone hanno deciso di occupare la via bloccando il traffico. Poi, i manifestanti sono partiti in corteo per occupare la Colombo in direzione mare. Guidano il corteo 5 persone in carrozzina. Dietro di loro uno striscione con la Scritta "Polverini appena eletta ti sei levata la maglietta", in riferimento al fatto che la governatrice, durante la campagna elettorale, visitando la struttura aveva indossato una maglietta con la scritta "Salviamo l'Ospedale Santa Lucia". Un mezzo blindato della polizia accompagna il corteo. "Più di fare quello che ho già fatto non posso fare. Le offerte rientrano in quelle che sono le disposizioni normative e legislative nazionali e regionali", ha spiegato il presidente della Regione Lazio. "Il Santa Lucia ha chiesto un'ispezione per la verifica dei parametri, stiamo aspettando i risultati del collegio - ha aggiunto - incontrerò personalmente Fazio e lo inviterò a vedere insieme a me i rappresentanti della struttura che è di eccellenza, ma che deve rispondere a dei criteri di legge".

Occupato deposito ATAC a san paolo (audio: ROR)

La piattaforma Roma bene comune ha occupato un deposito dell'ATAC a Roma, nel quartiere san Paolo. Ascolta la corrispondenza


Gr 13:00

In primo Piano

Rifugiati, 43,7 milioni in fuga

Sono 43,7 milioni di persone costrette alla fuga in tutto il mondo. Non sono stati mai così tanti negli ultimi 15 anni. Di questi, i 4/5 sono accolti da paesi in via di sviluppo e ciò avviene in un periodo segnato da una crescente ostilità nei confronti di rifugiati in molti paesi industrializzati. È quanto indica il rapporto statistico annuale dell'Alto Commissariato dell'Onu per i Rifugiati (Unhcr) pubblicato oggi in concomitanza con la giornata mondiale del rifugiato.

ESTERI

Gran Bretagna, morto Brian Haw, protestava da dieci anni contro la guerra davanti a Westminster

Brian Haw stazionava di fronte al Parlamento britannico a Londra da dieci anni. Protestava: inizialmente contro le sanzioni economiche che avevano causato decine di migliaia di vittime nella popolazione irachena senza intaccare minimamente il regime di Saddam Hussein, poi per tenere alta l'attenzione contro la guerra in Afghanistan e successivamente anche contro l'intervento in Iraq. Era un ex carpentiere di 62 anni.

E' morto stroncato da una malattia. La sua protesta era iniziata il 2 giugno 2001 contro la politica bellicista di Londra. Le autorità avevano provato più volte ad allontanarlo, anche approvando una legge che impediva ogni manifestazione nel raggio di un chilometro dal Parlamento. Nel 2006 venne allontanato dalla polizia che rimosse tutte le foto dei bambini morti o mutilati dalle bombe. Ma l'Alta corte stabilì che rimuoverlo con la forza era una violazione ai suoi diritti. La sua tenda, la collezione di volti dei soldati caduti in guerra e i suoi manifesti scritti a mano, erano diventati popolari nella piazza di fronte al Big Ben.

Tunisia: oggi processo a Ben Ali

Si apre oggi a Tunisi, davanti al tribunale di prima istanza, il processo all'ex presidente Zine El Abidine Ben Ali e alla moglie, Leila Trebelsi, entrambi contumaci. E' probabile che il collegio di difesa (cinque avvocati, tutti d'ufficio) chieda un rinvio per potere avere il tempo necessario per consultare la massa documentale del fascicolo processuale.

Si tratta del primo di una lunga serie di procedimenti istruiti, dalla giustizia penale e da quella militare, a carico dell'ex dittatore. Questo processo riguarda quanto trovato in due palazzi presidenziali: denaro (l'equivalente, in valute diverse, di oltre 27 milioni di euro), gioielli, armi e droga.

Marocco, in migliaia in piazza a Casablanca per una monarchia parlamentare

Migliaia di persone sono scese in piazza ieri a Casablanca, la più grande città del Marocco, per protestare contro le riforme costituzionali presentate venerdì da re Mohammed VI, definendole insufficienti. Il raduno è stato organizzato dal 'Movimento del 20 febbraio', un gruppo che chiede una autentica monarchia parlamentare. "Questo progetto di riforma non basta, non ci permetterà mai di mettere la parola fine al sistema attuale, così il Marocco resterà una monarchia assoluta", ha spiegato Ahmed Mediany, uno dei dirigenti locali del movimento. Le proposte avanzate da Mohammed prevedono tra l'altro di conferire più autorità al primo ministro, ma il sovrano conserverà il controllo delle forze di sicurezza e dell'esercito, oltre che delle istituzioni religiose del paese. Il suo progetto sarà sottoposto al giudizio degli elettori in un referendum popolare indetto per il 1 luglio prossimo. Centinaia di sostenitori del sovrano hanno organizzato una contro-manifestazione a favore delle riforme. Per evitare incidenti, il 'Movimento del 20 febbraio' ha deciso di spostarsi in un'altra zona della città. Secondo le stime di alcuni giornalisti occidentali, circa 10 mila persone hanno preso parte alla protesta dell'opposizione, mentre gli organizzatori hanno parlato di almeno 20 mila dimostranti. I sostenitori della riforma erano poche centinaia. Una fonte governativa che ha chiesto di restare anonima ha fornito stime opposte: la marcia dell'opposizione, ha detto, non ha contato più di 2.500 partecipanti mentre i sostenitori della riforma erano almeno 70 mila.

ITALIA

Santa Lucia, nuove proteste Polverini: "Fatto il possibile"

Cinquantacinque metri di catena e cinque persone in sciopero della fame. Così sono tornati a protestare sotto la sede della Regione Lazio, dipendenti e pazienti della fondazione Santa Lucia. Sono tornati numerosi, uniti nel coro "noi da qui non ce ne andiamo" e "adesso basta". Si sono incatenati, in attesa di sapere come andrà il tavolo tecnico di oggi tra i rappresentanti della struttura sanitaria e quelli della Regione.

Quando la vigilanza privata della Regione ha chiesto ai manifestanti di spostarsi dal marciapiede in via Rosa Raimondi Garibaldi, circa 100 persone hanno deciso di occupare la via bloccando il traffico. Poi, i manifestanti sono partiti in corteo per occupare la Colombo in direzione mare. Guidano il corteo 5 persone in carrozzina. Dietro di loro uno striscione con la Scritta "Polverini appena eletta ti sei levata la maglietta", in riferimento al fatto che la governatrice, durante la campagna elettorale, visitando la struttura aveva indossato una maglietta con la scritta "Salviamo l'Ospedale Santa Lucia". Un mezzo blindato della polizia accompagna il corteo.

"Più di fare quello che ho già fatto non posso fare. Le offerte rientrano in quelle che sono le disposizioni normative e legislative nazionali e regionali", ha spiegato il presidente della Regione Lazio. "Il Santa Lucia ha chiesto un'ispezione per la verifica dei parametri, stiamo aspettando i risultati del collegio - ha aggiunto - incontrerò personalmente Fazio e lo inviterò a vedere insieme a me i rappresentanti della struttura che è di eccellenza, ma che deve rispondere a dei criteri di legge".

Occupato deposito ATAC a san paolo

La piattaforma Roma bene comune ha occupato un deposito dell'ATAC a Roma, nel quartiere san Paolo. Ascolta la corrispondenza


Gr 9:30

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gror110620 (last edited 2011-06-21 09:47:07 by anonymous)