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Gaza - La Marina israeliana ha lanciato un attacco questa mattina contro pescherecci palestinesi al largo delle coste meridionali della Striscia di Gaza, all'altezza di Rafah.Non si riportano feriti tra i pescatori palestinesi, che, stando a quanto riferito dal nostro corrispondente da Gaza, "si sono messi subito in fuga per mettersi in salvo dal fuoco israeliano".Era accaduto anche nella notte di ieri, quando le navi israeliane sono scese in mare per respingere i pescatori palestinesi. Razzi luminosi sono stati lanciati dai militari israeliani per costringere i pescatori a tornare verso la costa.Nelle stesse ore, non solo dal mare, ma anche da terra l'artiglieria israeliana è stata impegnata in un'invasione del territorio palestinese assediato.Le forze d'occupazione hanno aperto il fuoco contro qualunque cosa incontrassero sul loro cammino, creando il panico tra i residenti.Quattro cannonate sono state lanciate dai carri armati israeliani contro l'area un tempo occupata dalla colonia israeliana di Netzarim e oggi vuota. Ieri mattina, la popolazione palestinese di Gaza si era svegliata con un'offensiva dell'Aviazione israeliana.

CARCERI:ANTIGONE,67.174 DETENUTI,350 RICORSI A CORTE EUROPEA Milano San Vittore, sesto raggio: in celle di 7 metri quadri si sta in 6, spesso per 20 ore al giorno, sdraiati sui letti a castello a tre piani; a Poggioreale (Napoli) in una cella si arriva a stare in 12-14, con i letti a castello impilati per tre, il bagno e lo spazio in cui cucinare sono attaccati; anche nel piccolo carcere di Padova (96 posti per 196 detenuti) nelle celle singole sono presenti 3 detenuti, in quelle da 4 se ne trovano 6, in quelle da 6 si sta in 9. Sono alcune situazioni censite dall'associazione Antigone nelle visite periodiche nei penitenziari a ridosso dell'estate. Condizioni che la Corte Europea dei Diritti Umani (Cedu) ha già definito «tortura»: gli standard europei prevedrebbero per ogni detenuto almeno 7 metri quadri in cella singola e 4 in cella multipla. Dopo la sentenza della Cedu che nel 2009 condannò l'Italia a risarcire un bosniaco detenuto nel nostro Paese, l'associazione Antigone ha avviato una campagna per sostenere quei detenuti che intendono denunciare le condizioni inumane di detenzione causate dal sovraffollamento: le richieste sono state 1.580; i ricorsi presentati dal difensore civico dell'associazione 150, altri 200 li hanno presentati i detenuti. Ma la situazione si presta potenzialmente a un numero molti più elevato di ricorsi: i detenuti al 31 maggio sono 67.174; e la corsa non si arresta se si considera che nell'ottobre scorso il Dap ne contava 68.536 e nel frattempo 2.402 sono usciti e scontano l'ultimo anno ai domiciliare, beneficiando dello svuota-carceri. Tra la popolazione carceraria, 37.257 scontano una condanna definitiva (l'8,7% è in carcere per condanne fino ad un anno, il 32% fino a tre anni); quindi in 30 sono in cella in attesa che si concluda l'iter e 14.251 sono in attesa del primo grado di giudizio. Gli stranieri sono 24.404, il 20% viene dal Marocco, il 14% dalla Romania, il 12% dalla Tunisia. Le donne sono 2.878, quasi la metà, 1.249, sono straniere, rumene (22%) e nigeriane (16%).

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