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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

APPELLO ALLA MOBILITAZIONE PER LA VALSUSA L'azione militare volta ad installare in valle il primo cantiere per il TAV Torino-Lione è iniziata alle 4 del mattino di questo lunedì 27 Giugno con la chiusura al traffico dell'autostrada A32, destinata a diventare uno dei teatri dell'intervento di forza contro i Valsusini. Un numero spropositato di agenti delle varie armi, una dotazione eccezionale di mezzi hanno aggredito il Presidio della Maddalena di Chiomonte da 3 lati. Nell'area era presente un migliaio di presidianti che si erano fermati per la notte dopo la grande fiaccolata popolare della domenica sera. In 5 ore una troncatrice cingolata protetta da getti di idranti ha potuto aprire, nella delimitazione laterale delle carreggiate, un varco che intendono usare per far scendere mezzi e materiali utili ad allestire in terreni sottostanti il viadotto Clarea un simulacro di recinzione di cantiere: tanto basterebbe ad una complice UE per confermare il contributo di 670 milioni (che i nostri "piquattristi" non vedono l'ora di spartirsi) Con l'uso di molti lacrimogeni i presidianti sono stati sospinti nei boschi e lì inseguiti con lanci ulteriori. Intanto sulle statali della Valle di Susa si andavano radunando i manifestanti NO-TAV svegliati nelle loro case dai fuochi di artificio utilizzati per dare l'allarme. Un paio di concentramenti, per ora (Exilles, oltre Chiomonte e S. Ambrogio, in bassa valle), richiamano tutti ad iniziative di mobilitazione. Da Torino, dalla cintura, dalla Valsangone si sta convergendo in questi punti. DALLA VALLE DI SUSA LANCIAMO UN APPELLO NAZIONALE AD UNA MOBILITAZIONE PACIFICA A SOSTEGNO DELLA RESISTENZA CONTRO IL TAV, IN TUTTE LE LOCALITA' IN CUI QUESTA SIA POSSIBILE. Abbiamo bisogno del vostro aiuto: vi chiediamo per ora di manifestarci solidarietà ed appoggio dalle vostre realtà RESISTERE PER ESISTERE! Questa sera alle 21 assemblea alla Sala Polivalente di Bussoleno. Confermata la fiaccolata di domani, con partenza 19:30 dalla stazione ferroviaria di Susa.

ITALIA

VALSUSA: DOPO L'ATTACCO DELLO STATO, LA LOTTA SI MOLTIPLICA IN ITALIA

L'appello è raccolto: gli appuntamenti si moltiplicano da tutta Italia. Torino: ore 15:30 presidio sotto sede del PD, in via Via San Francesco d'Assisi, 35, poi corteo con breve occupazione della Regione Piemonte e poi alla stazione ferroviaria di Porta Susa. Pinerolo: ore 12:30 presidio a piazza Facta Genova: ore 11 presidio sotto la prefettura, indetto da Legambiente Savona: presidio solidale in Piazza Sisto IV alle ore 18.00 Milano: ore 18 Piazza San Babila Brescia: ore 18.30 solidali no Tav, appuntamento fuori dalla Prefettura (p. Duomo) Bergamo: ore 18 presidio NO TAV zona Porta Nuova Cremona: ore 18:30 sotto la prefettura. Trento: ore 17. Luogo non ancora pervenuto. Parma: Alle 18.30 ci ritroviamo in stazione Bologna: ore 18 in Piazza Maggiore sotto il Nettuno. Massa: ore 18 sotto la prefettura Perugia: p. Italia sotto la Prefettura dalle ore 18 Roma: manifestazione ore 16:00 in Piazza Colonna. Dopo assemblea al Volturno. Napoli: ore 18:30 presidio davanti alla prefettura Rimini: appuntamento ore 18:30 in Piazza Cavour. Pisa: ore 17 presso la Loggia dei Banchi. Reggio Calabria: ore 17.30 di fronte la Prefettura Cagliari: in corso manifestazione sotto la prefettura a Piazza Palazzo.

TORINO: DEPORTAZIONI DI MIGRANTI DAL CIE VERSO LA TUNISIA

Questa mattina un gruppo di reclusi è stato prelevato dal CIE di Torino per effettuare la deportazione in Tunisia, probabilmente via nave da Genova. Si tratta di persone approdate a Lampedusa nelle ultime settimane, dunque sono state respinte in fretta e furia, con la complicità del governo di Tunisi. Già vista la strategia seguita dalla sbirraglia del centro: i reclusi erano stati messi nelle celle di isolamento nei giorni scorsi, per limitare le proteste al momento dell'espulsione.

NAPOLI: MIGLIORA DECISAMENTE L'EMERGENZA RIFIUTI

Si riducono le giacenze di rifiuti a Napoli, anche se permangono le difficolta'. Ne da' notizia l'Ufficio Flussi della Regione Campania. Dall'apertura dei siti di trasferenza ad oggi e grazie alla solidarieta' delle Province di Avellino, Benevento e Caserta sono circa mille le tonnellate recuperate dalle strade del capoluogo campano, oltre all'ordinario. Al momento, si stima che i quantitativi ancora presenti in citta' siano pari ad una giornata di non raccolto.

ESTERI

SIRIA: DIFFICILE SITUAZIONE DEI PROFUGHI IN TURCHIA

Alcune centinaia di famiglie originarie di Jisr Al Shoughour e fuggite nelle scorse settimane a causa di scontri non ancora chiari tra gruppi vicini all’opposizione e forze di sicurezza, hanno fatto ritorno alle loro case. Lo riferisce l’agenzia di stampa ‘Sana’ dando anche notizia di manifestazioni filogovernative organizzate ieri a Damasco. Intanto, l’ambasciatore siriano in Turchia, riferisce il quotidiano ‘Hurriyet’, ha chiesto al governo di Ankara maggiore collaborazione sul fronte della sicurezza sollecitando la cattura di presunti terroristi siriani riparati in Turchia. Oltreconfine, quello che preoccupa di più è però la situazione umanitaria degli oltre 10.000 siriani che hanno trovato rifugio in campi di accoglienza allestiti dal governo di Ankara.

MAROCCO: ANCORA MANIFESTAZIONI CONTRO LE PSEUDO RIFORME

Alcune migliaia di persone hanno manifestato ieri nelle principali città del Marocco contro la nuova Costituzione elaborata da una commissione di nomina reale che sarà sottoposta a un referendum popolare il prossimo venerdì. Secondo la stampa marocchina a scendere in piazza sono state anche migliaia di persone che hanno manifestato a favore del processo di riforma.

EGITTO: SCONTRI TRA MANIFESTANTI E POLIZIA AL CAIRO

Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono avvenuti ieri davanti la sede di un tribunale del Cairo in seguito alla decisione di rinviare il processo a carico dell’ex ministro degli Interni Habib Al Adly. Il processo all’ex ministro e a sei suoi collaboratori è stato aggiornato al prossimo 25 luglio: Al Adly è accusato di aver ordinato la repressione delle manifestazioni che portarono alla caduta del regime di Hosni Mubarak. Sabato, è stato invece condannato a cinque anni di detenzione con l’accusa di corruzione e appropriazione indebita, l’ex ministro del Commercio Rashid Mohamed Rashid.

YEMEN: ANCORA MANIFESTAZIONI CONTRO IL GOVERNO

Dimostrazioni anti-governative sono state promosse ieri in diverse città yemenite a sostegno della richiesta di un consiglio nazionale di transizione e della caduta del regime di Ali Abdullah Saleh. Su quest’ultimo continuano a essere incerte le notizie: vittima di un attentato agli inizi del mese, Saleh sarebbe ancora ricoverato in una clinica saudita e da allora non è mai apparso in pubblico nonostante suoi interventi siano stati più volte annunciati.

PERU': VITTORIA DEI MOVIMENTI INDIGENI CONTRO LE AZIENDE MINERARIE

Sta tornando la calma a Puno, nel sudest del paese, dopo che nel fine settimana il governo uscente ha promulgato cinque leggi di revisione delle concessioni minerarie contestate con forza dalle comunità locali. Venerdì scorso, scontri tra polizia e manifestanti avevano provocato cinque vittime e diversi feriti. Da oltre 40 giorni erano in atto manifestazioni e scioperi mentre era stata bloccata la nazionale che collega il paese con la Bolivia. Una delle leggi promulgate sabato dall’esecutivo di Lima sospende la licenza concessa all’azienda Bear Creeks, con sede in Canada e già titolare di numerosi contratti minerari in Perù, che nell’area di Santa Ana intendeva estrarre argento. Le altre leggi vietano l’esame di nuove richieste di concessioni minerarie nella regione per i prossimi tre anni e impongono di consultare le comunità locali prima di avviare un qualsiasi progetto di sfruttamento minerario. I leader della comunità Aymara, protagonisti delle manifestazioni, hanno accolto la notizia positivamente, annunciando la fine dello sciopero. Hanno precisato che continueranno a esercitare pressioni sul prossimo governo del neo-presidente Ollanta Humala.

BRASILE: IL CONGRESSO ABOLISCE LE LEGGI CHE PROTEGGONO LA FORESTA DELL'AMAZZONIA

L'Amazzonia è in serio pericolo: una delle due camere del Congresso del Brasile ha deciso di cestinare le leggi che oggi proteggono la foresta già oggetto di un irreparabile saccheggio che ne sta minando l'ecosistema. Sotto i due governi Lula, però, erano state approvate alcune leggi che ne limitavano l'assalto condannando gli autori, limitazioni sempre molto vaghe e insufficienti per molti militanti Verdi, ma meglio di niente. Ma ora, dietro l'impulso dei grandi proprietari terrieri e produttori agricoli rappresentati in parlamento dai ‘ruralistas', ma anche con l'appoggio di una parte della maggioranza di governo, l'assalto sta per trionfare. Adesso l'unica speranza è Dilma Rousseff, il presidente delfino di Lula, che ha il potere di opporre il veto e congelare la situazione. La riforma prevede, fra l'altro, un'amnistia per coloro che hanno disboscato illegalmente in aree protette fino al 2008. Dilma Rousseff, già ai tempi del passaggio della riforma al Senato, si era detta contraria sia alla ulteriore deforestazione che all'amnistia, ma ancora non ha concretizzato questo dissenso. La decisione ha scatenato un' indignazione diffusa e manifestazioni in tutto il paese. E la tensione sta crescendo: nelle ultime settimane molti ambientalisti sono stati uccisi, probabilmente da criminali commissionati dai latifondisti che disboscano illegalmente le foreste. Le ultime vittime: Cláudio José Ribeiro da Silva e Maria do Espírito Santo, attivisti ambientalisti uccisi dietro casa il 24 maggio scorso, nel sud-est del Pará, cuore dell'Amazzonia. Erano leader del Consiglio Nazionale dei Lavoratori estrattivi (CNS), ossia i raccoglitori della gomma. Tre giorni più tardi è stato ucciso di fronte ai suoi familiari Adelino "Dinho" Ramos, il presidente del Movimento Camponeses Corumbiara, associazione di piccoli agricoltori amazzonici che si batteva contro le compagnie del legno. Ramos era sfuggito nel 1995 a un massacro in cui erano rimaste uccise 13 persone. Il clima nell'Amazzonia brasiliana si è fatto sempre più teso a causa dei prezzi delle materie prime saliti alle stelle con un conseguente alto valore dei terreni. Il Codice forestale che finora ha impedito che ampie fette di foresta pluviale venissero distrutte per fare spazio a colture e pascoli, grazie alle norme che impongono ad agricoltori e allevatori di abbattere solo il 20% della foresta nei loro terreni, norma comunque largamente ignorata. Secondo la Commissione Pastorale della Terra (Comissão Pastoral da Terra), infatti, 393 persone sono state uccise nelle controversie legate alla proprietà della terra tra il 2000 e il 2010. E i colpevoli sono raramente puniti. La maggioranza dei brasiliani è contro la modifica delle leggi che proteggono le foreste, ma le loro voci si scontrano con quelle della lobby dei latifondisti. "L'Amazzonia è fondamentale per la vita sulla terra, visto che ben il 20 percento del nostro ossigeno e il 60 percento dell'acqua dolce provengono dalle sue magnifiche foreste pluviali.


Gr 13:00

In primo Piano

ESTERI

SIRIA – Alcune centinaia di famiglie originarie di Jisr Al Shoughour e fuggite nelle scorse settimane a causa di scontri non ancora chiari tra gruppi vicini all’opposizione e forze di sicurezza, hanno fatto ritorno alle loro case. Lo riferisce l’agenzia di stampa ‘Sana’ dando anche notizia di manifestazioni filogovernative organizzate ieri a Damasco. Intanto, l’ambasciatore siriano in Turchia, riferisce il quotidiano ‘Hurriyet’, ha chiesto al governo di Ankara maggiore collaborazione sul fronte della sicurezza sollecitando la cattura di presunti terroristi siriani riparati in Turchia. Oltreconfine, quello che preoccupa di più è però la situazione umanitaria degli oltre 10.000 siriani che hanno trovato rifugio in campi di accoglienza allestiti dal governo di Ankara.

MAROCCO – Alcune migliaia di persone hanno manifestato ieri nelle principali città del Marocco contro la nuova Costituzione elaborata da una commissione di nomina reale che sarà sottoposta a un referendum popolare il prossimo venerdì. Secondo la stampa marocchina a scendere in piazza sono state anche migliaia di persone che hanno manifestato a favore del processo di riforma.

EGITTO – Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono avvenuti ieri davanti la sede di un tribunale del Cairo in seguito alla decisione di rinviare il processo a carico dell’ex ministro degli Interni Habib Al Adly. Il processo all’ex ministro e a sei suoi collaboratori è stato aggiornato al prossimo 25 luglio: Al Adly è accusato di aver ordinato la repressione delle manifestazioni che portarono alla caduta del regime di Hosni Mubarak. Sabato, è stato invece condannato a cinque anni di detenzione con l’accusa di corruzione e appropriazione indebita, l’ex ministro del Commercio Rashid Mohamed Rashid.

YEMEN – Dimostrazioni anti-governative sono state promosse ieri in diverse città yemenite a sostegno della richiesta di un consiglio nazionale di transizione e della caduta del regime di Ali Abdullah Saleh. Su quest’ultimo continuano a essere incerte le notizie: vittima di un attentato agli inizi del mese, Saleh sarebbe ancora ricoverato in una clinica saudita e da allora non è mai apparso in pubblico nonostante suoi interventi siano stati più volte annunciati.

ITALIA

La Caritas sui rom di Tor Fiscale "No a strumentalizzazioni politiche"

Il direttore monsignor Enrico Feroci chiede a politici e giornalisti di non spettacolarizzare la situazione dei nomadi del campo provvisorio. "Nessuno ha mai parlato con noi o proposto soluzioni". Rimaniamo attoniti nel leggere le dichiarazioni di Giordano Tredicine del Pdl e di Sergio Gaudio del Pd. Ci meraviglia come la politica tiri in ballo la Caritas, lodandola o criticandola semplicemente per portare acqua al proprio mulino, senza aver mai parlato direttamente con alcun rappresentante della stessa e soprattutto senza mai proporre soluzioni, idee o progettualità in favore di chi vive nella difficoltà". Il direttore della Caritas diocesana di Roma, monsignor Enrico Feroci commenta così le dichiarazioni dei due esponenti politici sulla situazione dei rom del centro di accoglienza provvisorio di Tor Fiscale. Tredicine aveva dichiarato che entro 48 ore i nomadi di Tor Fiscale sarebbero stati trasferiti in accordo con la Caritas.

"Fin dai giorni in cui i nomadi avevano trovato riparo nella Basilica di San Paolo - si legge in una nota - è in corso un costante dialogo con i rom stessi e con l'amministrazione capitolina per trovare soluzioni che tengano conto delle reali possibilità di accoglienza e si rivolgano ai singoli nuclei familiari, rispettandone l'integrità e favorendone la promozione sociale". La Caritas chiede a politici e giornalisti di non spettacolarizzare la situazione delicata in cui si trovano le famiglie del campo. "Assistiamo smarriti e con un senso di tristezza - conclude monsignor Feroci - al gioco della strumentalizzazione degli schieramenti politici sulla pelle di chi vive nel disagio e nella povertà nella nostra città, come i rom che attualmente sono accolti nella struttura di via Torre Branca".


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror110627 (last edited 2011-06-27 17:50:53 by anonymous)