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SIRIA – Alcune centinaia di famiglie originarie di Jisr Al Shoughour e fuggite nelle scorse settimane a causa di scontri non ancora chiari tra gruppi vicini all’opposizione e forze di sicurezza, hanno fatto ritorno alle loro case. Lo riferisce l’agenzia di stampa ‘Sana’ dando anche notizia di manifestazioni filogovernative organizzate ieri a Damasco. Intanto, l’ambasciatore siriano in Turchia, riferisce il quotidiano ‘Hurriyet’, ha chiesto al governo di Ankara maggiore collaborazione sul fronte della sicurezza sollecitando la cattura di presunti terroristi siriani riparati in Turchia. Oltreconfine, quello che preoccupa di più è però la situazione umanitaria degli oltre 10.000 siriani che hanno trovato rifugio in campi di accoglienza allestiti dal governo di Ankara. MAROCCO – Alcune migliaia di persone hanno manifestato ieri nelle principali città del Marocco contro la nuova Costituzione elaborata da una commissione di nomina reale che sarà sottoposta a un referendum popolare il prossimo venerdì. Secondo la stampa marocchina a scendere in piazza sono state anche migliaia di persone che hanno manifestato a favore del processo di riforma. EGITTO – Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono avvenuti ieri davanti la sede di un tribunale del Cairo in seguito alla decisione di rinviare il processo a carico dell’ex ministro degli Interni Habib Al Adly. Il processo all’ex ministro e a sei suoi collaboratori è stato aggiornato al prossimo 25 luglio: Al Adly è accusato di aver ordinato la repressione delle manifestazioni che portarono alla caduta del regime di Hosni Mubarak. Sabato, è stato invece condannato a cinque anni di detenzione con l’accusa di corruzione e appropriazione indebita, l’ex ministro del Commercio Rashid Mohamed Rashid. YEMEN – Dimostrazioni anti-governative sono state promosse ieri in diverse città yemenite a sostegno della richiesta di un consiglio nazionale di transizione e della caduta del regime di Ali Abdullah Saleh. Su quest’ultimo continuano a essere incerte le notizie: vittima di un attentato agli inizi del mese, Saleh sarebbe ancora ricoverato in una clinica saudita e da allora non è mai apparso in pubblico nonostante suoi interventi siano stati più volte annunciati. |
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'''La Caritas sui rom di Tor Fiscale "No a strumentalizzazioni politiche"''' Il direttore monsignor Enrico Feroci chiede a politici e giornalisti di non spettacolarizzare la situazione dei nomadi del campo provvisorio. "Nessuno ha mai parlato con noi o proposto soluzioni". Rimaniamo attoniti nel leggere le dichiarazioni di Giordano Tredicine del Pdl e di Sergio Gaudio del Pd. Ci meraviglia come la politica tiri in ballo la Caritas, lodandola o criticandola semplicemente per portare acqua al proprio mulino, senza aver mai parlato direttamente con alcun rappresentante della stessa e soprattutto senza mai proporre soluzioni, idee o progettualità in favore di chi vive nella difficoltà". Il direttore della Caritas diocesana di Roma, monsignor Enrico Feroci commenta così le dichiarazioni dei due esponenti politici sulla situazione dei rom del centro di accoglienza provvisorio di Tor Fiscale. Tredicine aveva dichiarato che entro 48 ore i nomadi di Tor Fiscale sarebbero stati trasferiti in accordo con la Caritas. "Fin dai giorni in cui i nomadi avevano trovato riparo nella Basilica di San Paolo - si legge in una nota - è in corso un costante dialogo con i rom stessi e con l'amministrazione capitolina per trovare soluzioni che tengano conto delle reali possibilità di accoglienza e si rivolgano ai singoli nuclei familiari, rispettandone l'integrità e favorendone la promozione sociale". La Caritas chiede a politici e giornalisti di non spettacolarizzare la situazione delicata in cui si trovano le famiglie del campo. "Assistiamo smarriti e con un senso di tristezza - conclude monsignor Feroci - al gioco della strumentalizzazione degli schieramenti politici sulla pelle di chi vive nel disagio e nella povertà nella nostra città, come i rom che attualmente sono accolti nella struttura di via Torre Branca". |
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SIRIA – Alcune centinaia di famiglie originarie di Jisr Al Shoughour e fuggite nelle scorse settimane a causa di scontri non ancora chiari tra gruppi vicini all’opposizione e forze di sicurezza, hanno fatto ritorno alle loro case. Lo riferisce l’agenzia di stampa ‘Sana’ dando anche notizia di manifestazioni filogovernative organizzate ieri a Damasco. Intanto, l’ambasciatore siriano in Turchia, riferisce il quotidiano ‘Hurriyet’, ha chiesto al governo di Ankara maggiore collaborazione sul fronte della sicurezza sollecitando la cattura di presunti terroristi siriani riparati in Turchia. Oltreconfine, quello che preoccupa di più è però la situazione umanitaria degli oltre 10.000 siriani che hanno trovato rifugio in campi di accoglienza allestiti dal governo di Ankara.
MAROCCO – Alcune migliaia di persone hanno manifestato ieri nelle principali città del Marocco contro la nuova Costituzione elaborata da una commissione di nomina reale che sarà sottoposta a un referendum popolare il prossimo venerdì. Secondo la stampa marocchina a scendere in piazza sono state anche migliaia di persone che hanno manifestato a favore del processo di riforma.
EGITTO – Scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono avvenuti ieri davanti la sede di un tribunale del Cairo in seguito alla decisione di rinviare il processo a carico dell’ex ministro degli Interni Habib Al Adly. Il processo all’ex ministro e a sei suoi collaboratori è stato aggiornato al prossimo 25 luglio: Al Adly è accusato di aver ordinato la repressione delle manifestazioni che portarono alla caduta del regime di Hosni Mubarak. Sabato, è stato invece condannato a cinque anni di detenzione con l’accusa di corruzione e appropriazione indebita, l’ex ministro del Commercio Rashid Mohamed Rashid.
YEMEN – Dimostrazioni anti-governative sono state promosse ieri in diverse città yemenite a sostegno della richiesta di un consiglio nazionale di transizione e della caduta del regime di Ali Abdullah Saleh. Su quest’ultimo continuano a essere incerte le notizie: vittima di un attentato agli inizi del mese, Saleh sarebbe ancora ricoverato in una clinica saudita e da allora non è mai apparso in pubblico nonostante suoi interventi siano stati più volte annunciati.
ITALIA
La Caritas sui rom di Tor Fiscale "No a strumentalizzazioni politiche"
Il direttore monsignor Enrico Feroci chiede a politici e giornalisti di non spettacolarizzare la situazione dei nomadi del campo provvisorio. "Nessuno ha mai parlato con noi o proposto soluzioni". Rimaniamo attoniti nel leggere le dichiarazioni di Giordano Tredicine del Pdl e di Sergio Gaudio del Pd. Ci meraviglia come la politica tiri in ballo la Caritas, lodandola o criticandola semplicemente per portare acqua al proprio mulino, senza aver mai parlato direttamente con alcun rappresentante della stessa e soprattutto senza mai proporre soluzioni, idee o progettualità in favore di chi vive nella difficoltà". Il direttore della Caritas diocesana di Roma, monsignor Enrico Feroci commenta così le dichiarazioni dei due esponenti politici sulla situazione dei rom del centro di accoglienza provvisorio di Tor Fiscale. Tredicine aveva dichiarato che entro 48 ore i nomadi di Tor Fiscale sarebbero stati trasferiti in accordo con la Caritas.
"Fin dai giorni in cui i nomadi avevano trovato riparo nella Basilica di San Paolo - si legge in una nota - è in corso un costante dialogo con i rom stessi e con l'amministrazione capitolina per trovare soluzioni che tengano conto delle reali possibilità di accoglienza e si rivolgano ai singoli nuclei familiari, rispettandone l'integrità e favorendone la promozione sociale". La Caritas chiede a politici e giornalisti di non spettacolarizzare la situazione delicata in cui si trovano le famiglie del campo. "Assistiamo smarriti e con un senso di tristezza - conclude monsignor Feroci - al gioco della strumentalizzazione degli schieramenti politici sulla pelle di chi vive nel disagio e nella povertà nella nostra città, come i rom che attualmente sono accolti nella struttura di via Torre Branca".
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