1 STATO PALESTINESE, TENSIONI CRESCENTI IN VISTA VOTO ONU

Le forze di sicurezza israeliane stanno addestrando i coloni degli insediamenti in previsione di possibili “disordini” all’indomani della richiesta palestinese di riconoscimento da parte dell’Assemblea generale dell’Onu in agenda per il 20 settembre. Lo riferisce il quotidiano israeliano ‘Haaretz’ pubblicando un documento riservato del ministero della Difesa sull’operazione “Semi d’estate” che oltre a un addestramento prevede la distribuzione di granate e gas lacrimogeni ai coloni. In caso di attacco o disordini gravi i soldati saranno autorizzati a sparare “ai piedi” dei manifestanti. Il ministero della Difesa – afferma il quotidiano – ritiene che i coloni, i cui insediamenti oltre la Linea Verde del 1967 sono illegali in base alla legge internazionale e considerati il principale ostacolo ai negoziati di pace, siano uno dei bersagli più esposti. Sul piano politico, intanto, non accennano a stemperarsi le tensioni in vista del voto del 20 settembre, un’iniziativa che l’Anp ritiene “inevitabile” a causa dello stallo nei negoziati con Israele. Il ministro delle Infrastrutture di Tel Aviv, Uzi Landau, fondatore di Israel Beitenu (partito di estrema destra guidato dal ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman) ha affermato che “gli accordi con i palestinesi diverranno chiaramente nulli e mai avvenuti”. Nel corso di un’intervista radiofonica, Landau ha affermato che Israele “dovrebbe anche imporre la sua sovranità su quei settori dei Territori palestinesi rispetto ai quali c’è consenso diffuso. Vale a dire, la Valle del Giordano e i grandi blocchi d’insediamento (di coloni ebrei)”. Ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu ha additato il ricorso dell’Anp al Palazzo di Vetro come “un atto unilaterale” che viola a suo dire “gli impegni presi dai palestinesi”. I palestinesi confidano di avere tra i 130 e 140 voti favorevoli nell’Assemblea generale dell'ONU, mentre finora solo pochi governi – Stati Uniti, Germania, Repubblica ceca, Olanda e Italia – hanno esplicitamente detto che voteranno contro”.

2 Tre attentati suicida a Grozny, 8 morti e 22 feriti

E' di almeno 8 morti e 22 feriti il bilancio di tre attentati suicida avvenuti a Grozny, in Cecenia. I kamikaze si sono fatti esplodere in successione durante la festa di Eid al Fitr per la fine del Ramadan, il mese sacro del digiuno per i musulmani. Non appena i mezzi di soccorso sono giunti sul luogo del primo attentato, altri due terroristi hanno azionato il detonatore dell'esplosivo che portavano addosso. Uno di loro sarebbe il fratello del miliziano che un anno fa cerco' di eliminare il presidente Ceceno, Ramzan Kadirov.

3 Australia, Corte suprema: scambio profughi con Malesia ‘illegale’

Il governo australiano di Julia Gillard si trova in difficoltà dopo che un suo discusso piano per scoraggiare l’immigrazione clandestina è stato respinto dalla Corte suprema del paese. Il piano consisteva in un accordo con il governo malese, firmato lo scorso 25 luglio, e prevedeva che l’Australia avrebbe inviato in Malesia 800 immigrati richiedenti asilo da diversi paesi e ne avrebbe accolti in cambio 4000 provenienti dalla Malesia che avevano già ottenuto lo status di rifugiati dalle Nazioni Unite. Tre settimane fa 41 immigrati destinati a venire trasportati a Kuala Lumpur, la capitale della Malesia, si sono appellati alla Corte suprema australiana sostenendo che il ministero dell’Immigrazione non avesse il diritto di consegnarli a un paese privo di obblighi legislativi nel proteggere i rifugiati. La Corte ha dato ragione agli immigrati definendo la Malesia una destinazione inadeguata perché non fornisce alcuna garanzia nella protezione delle persone richiedenti asilo: non è iscritta alla Convenzione per i rifugiati delle Nazioni Unite e non ha nessuna legge nazionale al riguardo. Inoltre, dal momento che 42 fra i 335 richiedenti asilo sono minori non accompagnati, lo scambio avrebbe violato anche gli obblighi del ministro dell'Immigrazione, che per legge è il loro tutole legale. 4

RIVOLTE DEL 2003, SENTENZE FINO A 15 ANNI DI DETENZIONE

Vanno dai tre ai 15 anni di detenzione le pene comminate a due ex ministri e cinque militari responsabili di aver represso nel sangue le rivolte popolari che, nel 2003, costarono la vita a 65 persone causando oltre 500 feriti. La Corte suprema di La Paz ha condannato a 15 anni di reclusione i generali in pensione Roberto Claros Flores, ex capo delle Forze armate e Juan Veliz, ex comandante delle forze di terra. Altri due generali e un ex ammiraglio sono stati condannati a 10 e 11 anni. Il lungo processo si è concluso, inoltre, con la condanna a tre anni di carcere per “complicità” degli ex ministri del Lavoro, Adalberto Kuajara, e dello Sviluppo sostenibile, Erick Reyes Villa. Nell’ottobre 2003 diverse migliaia di abitanti della città dormitorio di El Alto, poco distante da La Paz, erano scesi in piazza per protestare contro l’esportazione di gas naturale verso gli Stati Uniti attraverso i porti cileni. La repressione portò alle dimissioni del presidente Sanchez de Lozada e alla sua fuga negli Stati Uniti assieme a diversi ministri. Nel 2008 la Bolivia ha presentato nei suoi confronti una domanda di estradizione tuttora pendente.

5

Fukushima

A quasi sei mesi dal terremoto e dal conseguente incidente nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi, il Ministero dell’Istruzione giapponese ha reso noti i risultati di un’indagine condotta per determinare i livelli di contaminazione radioattiva del suolo in un raggio di quasi 100 km dalla centrale. I risultati non sono rassicuranti: su 2.200 aree analizzate tra giugno e luglio da un esercito di 400 ricercatori, 33 presentano livelli di cesio-137 superiori ai 1,48 milioni di becquerel per metro quadro. Numeri superiori persino a quelli del dopo Chernobyl, nel 1986.

Dal momento che le 33 aree si trovano all’interno della zona off limits - i famosi 20 chilometri di raggio dalla centrale - il governo giapponese cerca di tranquillizzare i cittadini: il rapporto confermerebbe solo ciò che già si sapeva, e le persone più a rischio sarebbero già state allontanate. Quindi, secondo le autorità, non ci sarebbe alcun motivo di cambiare i piani di evacuazione stabiliti.

Non tutti, però, condividono questo ottimismo. Secondo Mamoru Fujiwara, professore di fisica nucleare all’università di Osaka “ Le autorità, la Tepco e la prefettura dovrebbero sgombrare urgentemente e in modo permanente le aree contaminate, piuttosto che prevedere per gli sfollati alloggiamenti temporanei in attesa di un ritorno alle loro case”.

La preoccupazione del fisico non sembra essere infondata. Oltre alle 33 aree fortemente radioattive, infatti, in altre 132 si sono registrate concentrazioni di cesio-137/134 intorno ai 555mila becquerel per metro quadro. Servirà, dunque, molto tempo prima che gli elementi esauriscano la loro radioattività, e gli effetti sull’ambiente continueranno a farsi sentire anche in seguito. In più, c’è il pericolo che le operazioni di bonifica avviate dal governo non siano efficaci quanto sperato, a causa del vento e delle piogge che potrebbero muovere altro cesio dalle zone montuose o dalle foreste. 6

ITALIA

NO TAV Come ormai prosegue da mesi, anche oggi mercoledì 31 agosto sarà ancora una giornata di assedio a Chiomonte. A volte nella vita i ruoli si ribaltano e le parti si invertono, da occupanti ad assediati il salto è veloce. E’ il tempo della vendemmia e gran parte del territorio vitificato di Chiomonte è sotto la stretta e l’occupazione militare del fortino si tav, al movimento il compito di rompere questo sopruso. Dalle 18:00 una nuova serata di resistenza al presidio no tav di Chiomonte. 7

Taranto, incidente coinvolge pulmino braccianti: 3 morti e 15 feriti

Grave incidente all'alba di questa mattina, sulla statale jonica, alle porte di Chiatona. Tre persone sono morte, una quarta è un pericolo di vita, una quindicina i feriti conteggiati in un primo momento, ma con il passare delle ore il bilancio di è aggravato: 23 le persone ferite. Coinvolto un pulmino carico di braccianti agricoli che si stavano recando al lavoro nei campi Nel violento impatto sono deceduti i due occupanti di un'automobile e una lavoratrice di 36 anni. I braccianti e le braccianti, tutti della provincia di Brindisi, erano stati ingaggiati da un'impresa agricola di Castellaneta. Questa mattina dovevano provvedere alla raccolta dell'uva da tavola.

Protesta nidi

Parte domani, 1 settembre, la protesta a lutto delle educatrici dei nidi capitolini indetta dall’Unione Sindacale di Base. La prima iniziativa si terrà nel X Municipio, presso il nido di via Fabrizio Luscino n.10 dalle ore 16.00, dove le educatrici, con le fasce nere al braccio, incontreranno i genitori e la popolazione del quartiere per spiegare le ragioni della mobilitazione. Questo il modo scelto per informare sulle normative approvate di recente dalla Giunta Polverini, che prevedono la riduzione del numero delle educatrici in relazione al numero dei bambini e la riduzione della metratura degli spazi a disposizione, e coinvolgere tutta la cittadinanza nella lotta in difesa dei Nidi e delle Scuole dell’Infanzia come servizi educativi pubblici e di qualità. A partire dal 2 settembre, la protesta a lutto si svolgerà nei nidi di tutti i Municipi, ogni mattina alle ore 9.00.

Morte sfrattato Dramma del mancato diritto all'abitare a Lanzo Torinese. La scorsa notte un uomo di 65 anni, Silvio Garino, è morto per un malore nell'auto che dallo scorso giugno, quando lui e la sorella erano stati sfrattati per morosità, era diventata la sua casa. A nulla è servita la tempestività con cui la sorella, 63enne, ha chiamato l'ambulanza. Fratello e sorella, entrambi in pensione ma con un reddito molto basso, erano alla ricerca di una casa dopo lo sfratto che li aveva costretti a vivere nella Fiat Punto di lui, ma ancora non ci erano riusciti.

gror110727 (last edited 2011-08-31 17:11:21 by anonymous)