Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

ESTERI

FILIPPINE: SCIOPERO DEL SESSO DELLE DONNE CONTRO VIOLENZE =

(ASCA-AFP) - Manila, 16 set - Niente piu' sesso se gli uomini continueranno a combattere fra di loro. E' l'idea venuta a un gruppo di donne del villaggio di Dado, sull'isola di Mindanao, nelle Filippine, dove vivono 102 famiglie all'interno di un'area spesso soggetta a conflitti, faide familiari e dispute sul territorio.

funzionario dell'UNHCR, agenzia dell'Onu per i rifugiati, Rico Salcedo, il quale ha raccontato che le donne avevano avviato un'attivita' commerciale di lavori di cucito, ma non riuscivano a portare i loro prodotti ai mercati perche' la strada che unisce i diversi villaggi era quasi sempre sbarrata per timore di episodi di violenza.

video sul sito web dell'UNHCR insieme al marito, al quale aveva detto che non avrebbe avuto piu' rapporti sessuali con lui se avesse continuato a combattere.

piuttosto frequenti. L'episodio piu' grave e' avvenuto nel 2009, con l'omicidio di 57 persone in seguito alla guerra fra due famiglie.

ECONOMIA: VERTICE ECOFIN, LA GRECIA VERSO IL FALLIMENTO PILOTATO?

E’ una riunione dei ministri europei delle Finanze senza precedenti quella che si riunisce oggi e domani in Polonia, con la presenza straordinaria del segretario del Tesoro Usa Tim Geithner a segnalare la gravità della situazione: c’é da evitare una nuova ‘catastrofe Lehman Brothers’ con epicentro stavolta ad Atene, ormai sempre più vicina al default pilotato, e Washington è sempre più preoccupata di una crisi che rischia di portare al collasso l’intero sistema creditizio della zona euro. In calendario il potenziamento del fondo di salvataggio europeo, chiamato a subentrare alla Bce negli acquisti di titoli di Stato. Washington ieri ha ottenuto un accordo fra Fed, Bce e le banche centrali di Inghilterra, Giappone e Svizzera per un’iniezione di dollari nel sistema creditizio europeo fino al termine del 2011 e ora punta a scaricare sul nuovo Fondo i salvataggi di altri Stati o ancora della stessa Grecia ormai all’orizzonte.

Non tutti però la pensano così nel vecchio Continente. “Nessun accordo sulle garanzie ulteriori che la Finlandia e altri Paesi, “come Slovacchia, Austria e Germania”, chiedono alla Grecia in cambio dei nuovi prestiti: a dirlo il ministro finlandese delle Finanze, Jutta Urpilainen. “Purtroppo non credo che si troverà una soluzione alla questione delle garanzie oggi”, ha detto il ministro finnico, portavoce degli scettici.

Per cercare di rincorrere comunque l’Ue lungo la pericolosa spirale “prestito-riduzione del debito-tagli-nuovo prestito”, il governo greco ha varato negli scorsi giorni l’ennesimo balzello. L’imposta di una nuova tassa sugli immobili in Grecia annunciata dal ministro delle Finanze Evangelos Venizelos ha però provocato una dura reazione nel paese. Dal prossimo gennaio infatti entrerà in vigore una tassa, della durata di due anni, sulle proprietà immobiliari. Da 50 centesimi a quattro ero per metro quadrato di proprietà che, secondo le stime del governo di Atene, dovrebbero fruttare circa 400 miliardi di euro.Contrari alla nuova “stangata sulla casa” sono anche molti parlamentari socialisti dello stesso Pasok. Il Kke, partito Comunista di Grecia, l’ha definita “un’imposta vergognosa”, mentre l’altro partito dell’estrema sinistra, la coalizione Syriza, ha parlato di “ignobile disparità di trattamento di favore alla Chiesa nel momento in cui poveri e invalidi soffrono”. Sembra infatti che dalla nuova maxitassa tassa saranno esonerate le chiese e gli altri luoghi di culto, mentre la dovranno pagare i disoccupati, cosa che aumenta ancora di più la rabbia della gente.

Nonostante tutto, la possibilità di fallimento guidato è sempre più probabile ad Atene e dintorni. Proprio il rischio di crac, la paura per i cambiamenti che subirà il settore dell’Amministrazione pubblica greca dopo l’istituzione del nuovo Ufficio Unico per il pagamento di tutti gli impiegati statali e per gli eventuali tagli a stipendi e pensioni sta provocando le dimissioni in massa degli impiegati statali. Nel mese di settembre, infatti, secondo dati diffusi dal ministero delle Finanze, un numero insolitamente alto di domande di dimissioni è stato presentato agli uffici dello Stato. Si tratta di impiegati di tutte le categorie che, avendo maturato il diritto alla pensione, si sono dimessi privando oltretutto il settore pubblico di personale esperto.

ITALIA

NO TAV: NON SI FERMA LA RESISTENZA DELLA VALLE. LUNEDI’ FIACCOLATA PER NINA E MARIANNA.

Altra serata, quella di ieri, di lotta per il movimento No Tav in Val di Susa, con una passeggiata fra i vigneti della val Clarea unita alla presenza di massa durante la diretta della trasmissione di La 7, Piazza Pulita . “Abbiamo dimostrato ancora una volta – dicono dalla valle che resiste – che non esistono zone rosse e che le reti, dietro le quali polizia, carabinieri e alpini si trincerano, possono andare giù dove e quando vogliamo. Un altro segnale molto importante di questa giornata è che, nonostante i tentativi di intimidirci e criminalizzarci, in Valle ci sono coraggio e determinazione da vendere. Dopo gli arresti di Nina e Marianna il movimento ha saputo stringersi attorno a loro e alle loro famiglie e tornare, a distanza di pochi giorni, proprio in quei luoghi dove ci sono state portate via”. La serata era iniziata alle 18 con una merenda di gruppo a Chiomonte. A seguire passeggiata nei vigneti devastati dalla Tav, battitura sul cancello di Via dell’Avanà con eliminazione del filo spinato e smontaggio di massa del presidio dei poliziotti posto sulla mulattiera subito sopra il cancello della centrale elettrica. Per lunedì 19 settembre è prevista una fiaccolata proprio in solidarietà di Nina e Marianna e per chiederne nuovamenta la liberazione.

PERMESSO SUBITO: A BRESCIA RIESPLODE LA PROTESTA CONTRO LA SANATORIA TRUFFA DEL 2009

Riesplode con rabbia a Brescia la lotta di migranti e antirazzisti per il permesso di soggiorno e contro la sanatoria truffa del 2009, la cosiddetta “colf e badanti”.

Mercoledì 14 settembre, presidio di un centinaio di attivisti/e davanti all’Ufficio unico della Prefettura di via Lupi di Toscana, dove già nel settembre 2010 partì il primo presidio permanente, poi sgomberato con la violenza, che condusse ai 17 giorni di lotta sopra e sotto la gru di San Faustino.

Una corposa delegazione è stata ricevuta dal dirigente dell’ufficio unico, ed è arrivata poi ad occupare i locali per la mancanza di risposte concrete. L’occupazione si è conclusa solo dopo aver ottenuto l’impegno ufficiale del dirigente per potenziare il servizio e velocizzare il rilascio del permesso di soggiorno. Migranti e antirazzisti torneranno in Prefettura per un incontro martedì 20 settembre, alle 9 e 30, durante il quale il dirigente farà presente la situazione.

Durante la mobilitazione di questa mattina i migranti hanno comunque già ribadito la volontà di riprendere la lotta con maggiore forza, qualora non si sblocchi la situazione e non vengano accolte le rivendicazioni poste in questi mesi. Ascolta in fondo a questa pagina il collegamento effettuato in diretta dalla Prefettura di Brescia con Umberto, dell’Associazione Diritti per Tutti.

Intanto al Cairo i 10 ragazzi egiziani fermati durante le cariche dell’8 novembre 2010 sotto la gru, ed espulsi con una procedura tanto veloce quanto irregolare, si sono recati all’ambasciata italiana in Egitto accompagnati da Jimi, uno dei ragazzi della gru. Chiedono il visto per poter rientrare in Italia e concludere l’iter della regolarizzazione. Il rigetto della loro domanda di sanatoria e la loro espulsione erano infatti basati sulla condanna per il reato di clandestinità, considerato ostativo dalla circolare Manganelli ma cancellato dalle sentenze del Consiglio di stato dopo la lunga mobilitazione di migranti e antirazzisti.

ACQUA: SACCONI CERCA DI MANOMETTERE IL VOTO POPOLARE DEL 12-13 GIUGNO

Non solo tagli o maggiori tasse: nella controriforma del governo al centro del mirino ci sono anche beni comuni, democrazia e diritti dei lavoratori. Ieri il ministro Sacconi, durante un convegno Confindustria, è tornato all’attacco sul tema della svendita ai privati degli asset dello Stato, dalle partecipazioni ai servizi pubblici fino alle risorse naturali. Il ministro ha esplicitamente attacco il risultato elettorale dello scorso giugno, quando una valanga di no cancellò la privatizzazione del servizio idrico: “Credo – ha detto Sacconi – che dovremmo mettere in discussione il risultato del referendum sull’acqua, trovando il modo per aggirarlo”.


Gr 13:00

In primo Piano

ESTERI

ITALIA


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror110916 (last edited 2011-09-16 16:20:25 by anonymous)