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'''ciao, incollo 2 notizie, da editare. se volete contatti con le compagne di taranto chiamatemi. buon gr, daria'''

'''barletta: funerali operaie'''

Le compagne del MFPR di Taranto saranno a Barletta, per stringersi
attorno a Matilde, Giovanna, Antonella, Tina, alla ragazzina Maria.

UCCISE DALLA SPECULAZIONE EDILIZIA DEI PADRONI, DALLA COMPLICITA' E
MENEFREGHISMO DELLE ISTITUZIONI, DAL LAVORO NERO, DAI PROFITTI DELLE GRANDI
AZIENDE, e, come denunciano dei parenti, dai soccorsi lenti.

http://piemonte.indymedia.org/article/13425

se volete un contatto con una di loro, chiamatemi e ve lo lascio (Daria)


'''Pestaggi'''

http://noinonsiamocomplici.noblogs.org/

Riceviamo e pubblichiamo un appello di Black Women?s Rape Action Group
(Londra) per trovare testimoni del pestaggio, su un volo diretto in
Italia, ai danni di Faith una donna nigeriana richiedente asilo e
deportata.?Si tratterebbe di provare a rintracciare il passeggero che ha
filmato l?incidente o qualche altro/a passeggero/a che vi ha
assistito.?Qui di seguito un articolo del Guardian, tradotto nei punti
salienti da un compagno di Payday.?La decisione del 14 ottobre di cui
parla l?articolo sarà presa nell?Alta Corte di Londra e andrebbe ad
aggiungersi a quella contro le deportazioni in Grecia di prima
dell?estate.

Chi avesse notizie può contattare direttamente le compagne londinesi:
bwrap@rapeaction.net
Pubblichiamo, inoltre, il comunicato del Circolo Maurice di Torino su
un altro pestaggio ?made in Italy?.

La polizia indaga su una presunta aggressione di una donna
nigeriana su un volo per la deportazione

guardian.co.uk, Monday 3 October 2011 17.03 BST

La polizia Britannica ha aperto un?indagine su una presunta
aggressione di una Nigeriana richiedente asilo davanti ai suoi tre
bambini su un aereo diretto in Italia.

La donna, Faith, di 39 anni, ha dichiarato che sei delle otto
persone di scorta sull?aereo l?hanno picchiata sulle braccia e le gambe,
le hanno torto una mano e le hanno messo le mani attorno al collo. La
donna ha dichiarato che aveva sputato sangue e non si è ancora
ripresa.

Emma
Ginn, coordinatrice dell?associazione benefica Medical Justice [? ha
dichiarato che] ?il governo deve ora fare quello che ha detto e porre
effettivamente termine alla detenzione dei bambini.

La UK
Border Agency (UKBA) ha fatto tre tentativi falliti di rimuoverli su
voli per l?Italia, il paese dove Faith è vissuta per più di un decennio,
dove aveva il permesso di lavorare e dove sono nati i suoi figli. Faith
ha dichiarato di essere fuggita dall?Italia in seguito alla persecuzione
da parte della sua famiglia e da membri della comunità locale e ha fatto
richiesta d?asilo nel Regno Unito nel novembre 2010.

I
tentativi falliti di rimozione hanno avuto luogo anche se i giudici
avevano concesso numerose ingiunzioni contro la rimozione dei
richiedenti asilo che fossero rispediti in Italia nelle ultime
settimane. Le ingiunzioni sono state concesse fino a che non si
arriverà a una decisione su un caso che verte sull?accettabilità o meno
della rimozione forzata di richiedenti asilo in Italia. La decisione
verrà annunciata il 14 ottobre.

Nel primo tentativo di rimozione dal Regno Unito il 22 settembre,
Faith e i suoi figli vennero portati all?aeroporto londinese di Heathrow
e messi sul volo Alitalia delle 7.30 numereo AZ 201 per Roma. Faith
dichiarò di sentirsi sempre più disperata e che continuava a ripetere ?O
Dio, non posso fare questo viaggio?, mentre veniva legata al sedile. A
quel punto ebbe luogo il presunto attacco da parte di sei delle otto
persone di scorta che accompagnavano la famiglia e il pilota ordinò alle
persone di scorta di far scendere la famiglia dall?aereo.

Un secondo tentative di rimozione ebbe luogo il
giorno seguente. La famiglia venne portata a Gatwick ma non fu in grado
di salire sul volo per l?Italia perché l?aereo era pieno.

Il 26 settembre
la UKBA prenotò un charter privato per l?Italia dall?aeroporto di
Stansted. Ma l?avvocato della famiglia intervenne il giorno prima della
partenza e ottenne una revisione giudiziaria in tribunale, citando il
caso pendente sulle rimozioni forzate in Italia. Il tribunale concesse
un?ingiunzione che fermò la rimozione. La famiglia venne in seguito
rilasciata e adesso è ritornata a Birmingham.

Faith ha detto che uno dei passeggeri ha
filmato l?aggressione sul suo cellulare e invita lui e altri passeggeeri
che hanno assistito all?incidente a farsi avanti.



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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

ESTERI

ITALIA

ciao, incollo 2 notizie, da editare. se volete contatti con le compagne di taranto chiamatemi. buon gr, daria

barletta: funerali operaie

Le compagne del MFPR di Taranto saranno a Barletta, per stringersi attorno a Matilde, Giovanna, Antonella, Tina, alla ragazzina Maria.

UCCISE DALLA SPECULAZIONE EDILIZIA DEI PADRONI, DALLA COMPLICITA' E MENEFREGHISMO DELLE ISTITUZIONI, DAL LAVORO NERO, DAI PROFITTI DELLE GRANDI AZIENDE, e, come denunciano dei parenti, dai soccorsi lenti.

http://piemonte.indymedia.org/article/13425

se volete un contatto con una di loro, chiamatemi e ve lo lascio (Daria)

Pestaggi

http://noinonsiamocomplici.noblogs.org/

Riceviamo e pubblichiamo un appello di Black Women?s Rape Action Group (Londra) per trovare testimoni del pestaggio, su un volo diretto in Italia, ai danni di Faith una donna nigeriana richiedente asilo e deportata.?Si tratterebbe di provare a rintracciare il passeggero che ha filmato l?incidente o qualche altro/a passeggero/a che vi ha assistito.?Qui di seguito un articolo del Guardian, tradotto nei punti salienti da un compagno di Payday.?La decisione del 14 ottobre di cui parla l?articolo sarà presa nell?Alta Corte di Londra e andrebbe ad aggiungersi a quella contro le deportazioni in Grecia di prima dell?estate.

Chi avesse notizie può contattare direttamente le compagne londinesi: bwrap@rapeaction.net Pubblichiamo, inoltre, il comunicato del Circolo Maurice di Torino su un altro pestaggio ?made in Italy?.

La polizia indaga su una presunta aggressione di una donna nigeriana su un volo per la deportazione

guardian.co.uk, Monday 3 October 2011 17.03 BST

La polizia Britannica ha aperto un?indagine su una presunta aggressione di una Nigeriana richiedente asilo davanti ai suoi tre bambini su un aereo diretto in Italia.

La donna, Faith, di 39 anni, ha dichiarato che sei delle otto persone di scorta sull?aereo l?hanno picchiata sulle braccia e le gambe, le hanno torto una mano e le hanno messo le mani attorno al collo. La donna ha dichiarato che aveva sputato sangue e non si è ancora ripresa.

Emma Ginn, coordinatrice dell?associazione benefica Medical Justice [? ha dichiarato che] ?il governo deve ora fare quello che ha detto e porre effettivamente termine alla detenzione dei bambini.

La UK Border Agency (UKBA) ha fatto tre tentativi falliti di rimuoverli su voli per l?Italia, il paese dove Faith è vissuta per più di un decennio, dove aveva il permesso di lavorare e dove sono nati i suoi figli. Faith ha dichiarato di essere fuggita dall?Italia in seguito alla persecuzione da parte della sua famiglia e da membri della comunità locale e ha fatto richiesta d?asilo nel Regno Unito nel novembre 2010.

I tentativi falliti di rimozione hanno avuto luogo anche se i giudici avevano concesso numerose ingiunzioni contro la rimozione dei richiedenti asilo che fossero rispediti in Italia nelle ultime settimane. Le ingiunzioni sono state concesse fino a che non si arriverà a una decisione su un caso che verte sull?accettabilità o meno della rimozione forzata di richiedenti asilo in Italia. La decisione verrà annunciata il 14 ottobre.

Nel primo tentativo di rimozione dal Regno Unito il 22 settembre, Faith e i suoi figli vennero portati all?aeroporto londinese di Heathrow e messi sul volo Alitalia delle 7.30 numereo AZ 201 per Roma. Faith dichiarò di sentirsi sempre più disperata e che continuava a ripetere ?O Dio, non posso fare questo viaggio?, mentre veniva legata al sedile. A quel punto ebbe luogo il presunto attacco da parte di sei delle otto persone di scorta che accompagnavano la famiglia e il pilota ordinò alle persone di scorta di far scendere la famiglia dall?aereo.

Un secondo tentative di rimozione ebbe luogo il giorno seguente. La famiglia venne portata a Gatwick ma non fu in grado di salire sul volo per l?Italia perché l?aereo era pieno.

Il 26 settembre la UKBA prenotò un charter privato per l?Italia dall?aeroporto di Stansted. Ma l?avvocato della famiglia intervenne il giorno prima della partenza e ottenne una revisione giudiziaria in tribunale, citando il caso pendente sulle rimozioni forzate in Italia. Il tribunale concesse un?ingiunzione che fermò la rimozione. La famiglia venne in seguito rilasciata e adesso è ritornata a Birmingham.

Faith ha detto che uno dei passeggeri ha filmato l?aggressione sul suo cellulare e invita lui e altri passeggeeri che hanno assistito all?incidente a farsi avanti.


Gr 13:00

CASA: OCCUPATA SEDE VII MUNICIPIO, 'DIRITTO RESIDENZÀ (ANSA) - ROMA, 6 OTT - Decine di persone, tra cui occupanti di abitazioni ed esponenti dei Blocchi Precari Metropolitani, hanno occupato la sede del VII municipio a Roma, chiedendo che «vengano riconosciute le residenze agli abitanti degli appartamenti occupati nella VII circoscrizione, visto che anche il Comune ha riconosciuto per loro il diritto alla casa

audio pomigliano

occupy wall street, migliaia di persone in corteo, scontri con la polizia

Diecimila mila, o forse 30 mila. Comunque in tantissimi hanno marciato ieri sera dallo Zuccotti Park fino a Wall Street. Ma quando, giunti a destinazione, alcuni dimostranti hanno cercato di forzare le barriere a protezione della borsa di New York la polizia ha utilizzato gas urticanti per disperdere i manifestanti e sono cominciati gli scontri. Così, alle nove della sera (le tre del mattino italiane) si è conclusa la marcia degli indignados statunitensi: i manifestanti circondati (tra loro anche Michael Moore) e molti di loro portati via. Almeno diciotto gi arresti.

Occupy Wall Street, racconta da twitter che molti dei manifestanti sono tornati allo Zuccotti Park, il campo base della protesta. Ma da twitter si conoscono anche gli slogan urlati e e cantati dai manifestanti. Su tutti "we are the 99 percent" (noi siamo il 99%) e "this is what democracy looks like" (questa è la faccia della democrazia). Ma tra le canzoni, certamente ha spiccato la versione strumentale della banda dei dimostranti di "Bella ciao".

522 checkpoint israeliani in Cisgiordania. Nessuna libertà di movimento per i palestinesi

Scritto il 2011-10-06 in News

Al-Quds (Gerusalemme) - InfoPal. Un rapporto Ocha dimostra l'aumento dei checkpoint militari israeliani in Cisgiordania e ad al-Quds (Gerusalemme), e il conseguente peggioramento nella libertà di movimento dei cittadini palestinesi.

Il rapporto è firmato dall'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari Onu nei Territori palestinesi occupati.

In Cisgiordania sono presenti 522 posti di blocco per impedire gli spostamenti ai palestinesi. A luglio 2010 ne erano stati rilevati 503. I dati vanno nella direzione opposta a quanto aveva dichiarato il premier di Israele, Benjamin Netanyahu, quando aveva promesso un "alleggerimento di questa situazione", lasciando quindi ad intendere che ci sarebbe stata la rimozione di tali restrizioni al movimento dei palestinesi.

I palestinesi non riescono a condurre una vita ordinaria e dignitosa, la loro economia ha subito delle gravi ripercussioni a causa dei checkpoint.

La presenza dei checkpoint tra i mesi di giugno e luglio dal 2007 ad oggi: 2007-2008: 351 2008-2009: 298 2009-2010: 325 2010-2011: 492

Oggi, 200mila palestinesi residenti in 70 villaggi sono costretti a percorrere distanze cinque volte più lunghe della norma. Ad essi sono precluse le autostrade, ad uso esclusivo di israeliani e coloni.

I palestinesi titolari di documento d'identità della Cisgiordania devono chiedere un permesso straordinario alle autorità d'occupazione israeliane per potersi recare a Gerusalemme. Qualora dovessero ottenere questo permesso, i palestinesi dovranno comunque fermarsi presso quattro posti di blocco e 16 postazioni situati lungo il Muro d'Apartheid che separa la città Santa dal resto della Cisgiordania occupata.

Ad oggi, è stata completata la costruzione del 62% del Muro d'Apartheid, dividendo comunità e cittadine palestinesi l'una dall'altra. L'80% del percorso della barriera priva i palestinesi dell'accesso a proprietà e terreni agricoli propri che sono stati inclusi aldilà del Muro.

A un mese dall'avvio dell'anno scolastico: uno studente palestinese ucciso, 11 feriti, 12 arrestati da Israele

Scritto il 2011-10-05 in News

Ramallah - InfoPal. Un rapporto palestinese ha riportato i dati relativi alle aggresioni: uccisioni e arresti, violenza e divieti ai danni di studenti, docenti e scuole palestinesi a settembre scorso.

Uno studente palestinese è stato ucciso e altri 11 feriti dalle forze d'occupazione e i coloni israeliani. Altri 12 studenti sono stati arrestati a settembre scorso, in concomitanza con l'inizio dell'anno scolastico.

Il rapporto pubblicato dal ministero dell'Istruzione e dell'Università di Ramallah ha fatto menzione del caso di Farid Jaber, studente palestinese alle elementari della scuola maschile "Osama", investito da un colono israeliano. Farid è morto a circa 48 ore dall'incidente.

Le forze d'occupazione israeliane hanno effettuato irruzioni nelle scuole dei villaggi beduini di al-Jahalin, as-Sarayi'a, az-Zuweidin, al-Musafer, ad-Dakika e hanno piazzato posti di blocco impedendo agli insegnanti di raggiungere le scuole. In un episodio, 50 docenti palestinesi sono stati trattenuti per due ore.

Si legge nel rapporto: "I soldati d'occupazione e i coloni israeliani hanno intensificato le aggressioni contro scuole e studenti, soprattutto nelle zone a sud di Nablus, a nord di al-Khalil (Hebron) e a Betlemme. In queste circostanze hanno fatto ricorso all'uso di armi da fuoco, arrestando e maltrattando alcuni studenti palestinesi".

Il rapporto espone la situazione della scuola elementare mista di Khan al-Ahmar, alla periferia di al-Quds (Gerusalemme), dove le forze d'occupazione israeliane hanno inasprito le misure di sicurezza serrando la zona, chiudendo l'unica via d'accesso ai veicoli palestinesi ed emettendo una circolare nella quale si minaccia di demolire la scuola entro due settimane.

Stessa sorte per la scuola di ad-Dakika, a sud Hebron, dove Israele ha sequestrato un container mobile che funge da aula donato da "Islamic Relief" per rispondere alla carenza di classi proprio a causa della demolizione di una classe nel secondo semestre dell'anno scolastico 2010-2011.

Il ministero ha definito questi comportamenti "aggressivi".

"Uccisioni, aggressioni e irruzioni nelle scuole terrorizzano gli studenti ed è un comportamento razzista e criminale con l'obiettivo di distruggere il processo di istruzione privando del futuro un'intera generazione di studenti.

"L'uccisione di Jaber e gli attacchi - con l'obiettivo di uccidere - contro il resto degli studenti palestinesi rappresentano un crimine contro l'umanità, l'infanzia e contro l'istituzione dell'istruzione". In primo Piano

ESTERI

ITALIA


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror111006 (last edited 2011-10-06 17:52:53 by anonymous)