Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

In primo Piano

ESTERI

ITALIA

ROMA: DECINE DI PERQUISIZIONI A CASA DI COMPAGN* (audio: ROR)

Sarebbero tutte (58) con esito negativo: Roma 6, Cosenza 8, Palermo 4, Firenze 14, Senigallia 2, Napoli 10 (da verificare), Milano 6 (da verificare), Padova 6, Livorno 2. E'ancora in corso su tutto il territorio nazionale una vasta operazione di polizia e carabinieri con perquisizioni e controlli in area anarchica e antagonista. In Toscana ieri sera sono state fermate sei persone mentre tornavano da Roma con un furgoncino. A Lecce in mattinata perquisizioni a carico di due anarchici, senza mandato ma valendosi dell’art. 41 tulps. I carabinieri cercavano “armi”, facendo riferimento al corteo di Roma. I controlli avvengono in base all'articolo 41 del Testo unico leggi di Pubblica sicurezza secondo il quale "gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria, che abbiano notizia, anche per indizio, della esistenza, in qualsiasi luogo pubblico o privato, o in private abitazioni, di armi, munizioni o materiali esplodenti, non denunciate o non consegnate, o comunque abusivamente detenute, procedono immediatamente a perquisione e sequestro".

ROMA: DOPO LA MANIFESTAZIONE, 12 ARRESTATI

Rischiano da 3 a 15 anni di reclusione i 12 manifestanti arrestati sabato a Roma in flagranza di reato, durante gli scontri di piazza San Giovanni, alla manifestazione. Il pubblico ministero Marcello Monteleone e il procuratore aggiunto Pietro Saviotti hanno al gip la convalida delle misure, e la custodia in carcere dei dodici ragazzi, di età tra 19 e 30 anni, per resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Già domani in carcere si potrebbero tenere gli interrogatori, di fronte al gip Elvira Tamburelli.

ANCONA: FINCANTIERI, PRESIDIO OPERAI DAVANTI FABBRICA

Da stamani alle sei e almeno fino al 24 ottobre quando e' previsto un tavolo a Roma sulla crisi Fincantieri, gli operai presidieranno i cancelli dello stabilimento di Ancona e impediranno l'ingresso di una trentina di impiegati che ancora lavorano nell'impianto (gli operai sono tutti in cassa integrazione). Verso le 9 e 30 le tute blu hanno incontrato il prefetto, che si e' detto disponibile a rappresentare la situazione al ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani anche in vista del tavolo del 24 ottobre. La richiesta dei lavoratori è che l'azienda avvii ad Ancona lo start up della produzione della nave senza il ricatto degli esuberi, in tutto circa 169. Intanto arrivano i primi strascichi giudiziari per le varie iniziative di protesta. Secondo indiscrezioni, la Procura della Repubblica di Ancona avrebbe aperto un fascicolo per interruzione di pubblico servizio dopo il blocco del varco per il porto del 14 ottobre. Un altra indagine, riguarderebbe l'occupazione dei binari ferroviari ad Ancona del 22 aprile.

NAPOLI: presidio permanente degli INDIGNA..BROS al comune (Indy)

A Napoli e nell’area metropolitana si susseguono le crisi aziendali e i continui tagli a ciò che resta dello stato sociale (Sanità, Scuola, Trasporti, Assistenza). La politica economica del governo e delle amministrazioni locali colpisce pesantemente le condizioni di vita di migliaia di famiglie. Dopo anni ed anni di Orientamento e di Formazione Professionale, dopo interi cicli di esperienze lavorative nel settore ambientale e in altri comparti la Regione Campania ha sospeso, da un anno, le attività dei Precari Bros. Questo taglio oltre a privare del misero sostegno alcune migliaia di disoccupati di Napoli e provincia spreca – di fatto – i soldi pubblici spesi in questi anni e priva l’area napoletana delle competenze tecniche e professionali acquisite dai Precari Bros. Mentre l’intera Campania continua ad essere una terra devastata ed avvelenata, mentre non decolla seriamente la Raccolta Differenziata dei rifiuti e mentre le periferie continuano ad essere malsane e i territorio frana alla prima pioggia. Serve un grande progetto di bonifica ambientale che tuteli la salute dei cittadini garantendo nuovo lavoro. Gli INDIGNA BROS chiedono la convocazione di un tavolo tra tutti gli enti (Governo, Regione, Provincia e Comune) e continuano il presidio sotto la sede di Palazzo San Giacomo.

FIAT: PER OLTRE 10.000 LAVORATORI MENO DI 40 GG LAVORO IN 9 MESI 2011

Per oltre un terzo dei lavoratori degli stabilimenti italiani della Fiat i giorni di lavoro nei primi nove mesi dell'anno sono stati meno di 40 mentre per il resto hanno dovuto contare solo sulla cassa integrazione. Lo denuncia il numero uno della Fiom, Maurizio Landini che oggi in una conferenza stampa ha spiegato le ragioni dello sciopero proclamato per venerdi' 21 di tutto il Gruppo Fiat. La Fiom torna a chiedere all'azienda di conoscere il piano industriale e denuncia i ritardi nei lanci annunciati di nuovi prodotti. In particolare la Fiom sottolinea che a Mirafiori (5.400 addetti) si e' lavorato in media 35 giorni su 205 lavorativi in 9 mesi mentre a Pomigliano i giorni lavorati sono stati 37. A Termini Imerese dove si produce la Lancia Y (1.400 addetti) si sono lavorati in media 94 giorni mentre a Melfi (5.300 dipendenti) sono stati lavorati 147 giorni su 205. Quasi a pieno regime ha girato lo stabilimento di Cassino (Bravo, Giulietta e Delta per circa 4.600 lavoratori) con 169 giorni mentre in Sevel Val di Sangro dove si produce il Ducato (6.300 addetti) la linea è stata sempre in attivita' con 205 giorni lavorati su 205.

ESTERI

ATENE: MANIFESTAZIONE A PIAZZA SYNTAGMA (audio: ROd'U)

951 città mobilitate, 82 paesi coinvolti. Il 15 ottobre, giornata internazionale dell’indignazione, il mondo è sceso in piazza contro il capitale, dall’Australia all’Italia, dagli Stati Uniti al Giappone.

ISRAELE: PRIGIONIERI PALESTINESI ESILIATI IN QATAR, TURCHIA E SIRIA (Nena News)

A ventiquattro ore dallo scambio di prigionieri che prevede la liberazione del soldato Gilad Shalit e di un primo blocco di 477 detenuti politici palestinesi, in Israele divampano le polemiche, mentre Hamas si prepara ad accogliere al Cairo i quaranta prigionieri che verranno mandati in esilio all’estero. Israele si preparerebbe inoltre a liberare 81 prigionieri egiziani scambiandoli con due israeliani: Ilan Grapel, accusato di spionaggio, e Oda Tarabin. La notizia è stata data dal quotidiano Al Ahram. La maggior parte degli egiziani sono beduini e detenuti per reati comuni. Fonti dell’esercito israeliano hanno confermato che la liberazione del caporale Shalit avverrà domani, al confine di Rafah, dove ieri sono stati inviati centinaia di soldati israeliani. Dall’Egitto Shalit sarà poi trasferito in Israele, dopo la liberazione della prima “tranche” di prigionieri palestinesi. I successivi 550 saranno liberati nei successivi due mesi, ma ancora nessuna lista di nomi è stata resa nota. Non si ferma intanto lo sciopero della fame in atto nelle carceri israeliane e cominciato il 27 settembre dai detenuti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Al ventunesimo giorno di protesta, stanno seriamente peggiorando le condizioni di salute di numerosi prigionieri, tra cui quelle del segretario generale del PFLP, Ahmad Saadat. A comunicarlo questa mattina alla Voice of Palestine Radio il ministro palestinese per i Prigionieri, Essa Qaraqe’: a causa del serio peggioramento delle sue condizioni, le autorità israeliane hanno deciso ieri sera di trasferirlo dalla sua cella di isolamento all’ospedale della prigione di Ramla. I circa 2000 prigionieri palestinesi impegnati nello sciopero della fame comunque non cedono. Lo stesso Saadat ha fatto sapere in una lettera alla stampa che “lo sciopero continuerà, fino alla morte o alla dignità”. I detenuti chiedono alle autorità israeliane la fine delle pratiche che violano le Convenzioni di Ginevra e la legge internazionale. E qualcosa pare muoversi: sabato funzionari dell’IPS, l’amministrazione israeliana per le carceri, ha fatto sapere che Israele potrebbe porre fine alla politica dell’isolamento, in cui sono costretti oltre venti detenuti palestinesi. Non si ferma nemmeno la rete di solidarietà nata intorno alla protesta dei prigionieri. Le tende piazzate nelle città della Cisgiordania sono diventate punto di incontro e confronto tra ex detenuti, familiari dei prigionieri e attivisti palestinesi e internazionali.

LIBIA: COMBATTIMENTI A SIRTE E BANI WALID

Resta alta la tensione in Libia per i combattimenti in corso in due città in parte ancora sotto il controllo di forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi e per il rischio di nuovi focolai di violenza confermato dagli scontri avvenuti a Tripoli venerdì, i primi da quando nella capitale è stata ammainata la bandiera verde della “Jamahiriya”. “Nelle strade sfilano ogni giorno i cortei funebri per chi è stato ucciso a Sirte, combattenti del Consiglio nazionale di transizione ma anche civili”. Scontri e bombardamenti continuano sia nella città natale di Gheddafi affacciata sul Mediterraneo che a Bani Walid, circa 170 chilometri a est della capitale. Secondo l’emittente araba “Al Jazeera”, a Sirte gli uomini del colonnello controllano un’area estesa pochi chilometri ma stanno resistendo ai bombardamenti. La situazione resta incerta anche a Bani Walid, dove ufficiali del Consiglio nazionale di transizione hanno riferito di un’offensiva in profondità contro le forze di Gheddafi avviata ieri. Ad aggravare le preoccupazioni contribuiscono gli scontri di venerdì ad Abu Salim, un quartiere di Tripoli dove i sostenitori di Gheddafi hanno tenuto per ore in scacco le forze del Consiglio nazionale di transizione.


Gr 13:00

In primo Piano

ESTERI

ALTA TENSIONE NON SOLO A SIRTE E BANI WALID

Resta alta la tensione in Libia per i combattimenti in corso in due città in parte ancora sotto il controllo di forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi e per il rischio di nuovi focolai di violenza confermato dagli scontri avvenuti a Tripoli venerdì, i primi da quando nella capitale è stata ammainata la bandiera verde della “Jamahiriya”.

“Nelle strade sfilano ogni giorno i cortei funebri per chi è stato ucciso a Sirte, combattenti del Consiglio nazionale di transizione ma anche civili”.

Scontri e bombardamenti continuano sia nella città natale di Gheddafi affacciata sul Mediterraneo che a Bani Walid, circa 170 chilometri a est della capitale. Secondo l’emittente araba “Al Jazeera”, a Sirte gli uomini del colonnello controllano un’area estesa pochi chilometri ma stanno resistendo ai bombardamenti. La situazione resta incerta anche a Bani Walid, dove ufficiali del Consiglio nazionale di transizione hanno riferito di un’offensiva in profondità contro le forze di Gheddafi avviata ieri.

Ad aggravare le preoccupazioni contribuiscono gli scontri di venerdì ad Abu Salim, un quartiere di Tripoli dove i sostenitori di Gheddafi hanno tenuto per ore in scacco le forze del Consiglio nazionale di transizione. “Nel fine-settimana non ci sono state nuove violenze ma con tutte queste armi in giro può succedere di tutto”.

ITALIA


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror111017 (last edited 2011-10-17 18:02:06 by anonymous)