Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

IMPORTANTE PER GIANGI E/O CHI FA IL GR

Nel pomeriggio dovrebbe uscire la sentenza del processo Fallico, i comagni che stanno lì ci avvertono appena sanno qualcosa, il numero dei sardi che sono venuti stamattina in ogni caso è 3490573528 Per gli avvocati Simonetta si libera dopo le 17.00, oppure ci sono gli altri.

In primo Piano

ESTERI

ITALIA


Gr 13:00

In primo Piano

ESTERI

Egitto, nuovi scontri in piazza Tahrir. Le vittime salgono a 22

Sono ripresi in Egitto gli scontri nella piazza "Tahrir" del Cairo, teatro ieri di violenti scontri tra la polizia e manifestanti nel corso dei quali sono rimasti uccisi almeno 13 dimostranti e feriti altri centinaia. Testimoni oculari citati dalla tv satellitare "al Arabiya" hanno riferito che questa mattina i manifestanti accampati nella centralissima piazza della capitale "hanno respinto una nuova carica delle forze di sicurezza che volevano sgombrarli". Poco fa, le forze di sicurezza egiziane hanno sparato lacrimogeni per impedire ai manifestanti di marciare verso il ministero dell'Interno. Lo riferisce l'emittente al Arabiya. Intanto, il ministero della Salute egiziano ha rivisto al rialzo il bilancio delle vittime al Cairo, aggiornandolo a ventidue. A piazza Tahrir gli scontri sono concentrati soprattutto nella parte sud-ovest. Gli agenti sono schierati nella via Mohamed Mahmoud, che si trova a poca distanza dal ministero. Secondo alcuni corrispondenti del quotidiano egiziano Al-Masry al-Youm, nella piazza vi sono almeno quattromila dimostranti. Stamane si era diffusa la notizia di una tregua raggiunta tra manifestanti e forze di sicurezza ma la situazione è di nuovo precipitata. Ahmad Sami, dottore volontario in un ospedale da campo allestito nella moschea di Omar Makram, ha riferito di aver visto almeno sei casi di persone ferite da pallottolle. I manifestanti, di nuovo accampati nella piazza simbolo della protesta di gennaio che ha deposto il regime dell'ex presidente Hosni Mubarak, hanno posto delle barriere in tutti gli ingressi della piazza. I dimostranti, a una settimana dalle elezioni legislative, chiedono alla giunta militare che governa il paese di lasciare subito il potere.

MAROCCO A CINQUE GIORNI DA LEGISLATIVE PROTESTE NAZIONALI PER BOICOTTAGGIO

Elezioni che non saranno “davvero democratiche” in assenza di una costituzione democratica e che costituiscono soltanto “uno spreco di soldi”: sono questi gli slogan che migliaia di manifestanti hanno portato ieri nelle strade di Rabat, la capitale, Casablanca e Tangeri per chiedere il boicottaggio delle legislative del 25 novembre. La protesta è stata organizzata dal Movimento del 20 febbraio che ha anche denunciato la “corruzione dilagante” della classe politica.

In base ai dati diffusi da fonti di stampa internazionale, nella capitale 2000 persone sono scese in piazza, altre 5000 a Casablanca, la capitale economica, e un migliaio nel porto di Tangeri. Per il sito d’informazione ‘Al Arabbiya’ il movimento che sostiene il boicottaggio “non è in grado di far deragliare il processo elettorale poiché non è seguito dalla maggioranza della popolazione che non è politicamente impegnata oltre ad essere fedele al re” Mohamed VI. Venerdì nelle 16 regioni del regno del Nord Africa circa 4000 osservatori saranno dispiegati per monitorare il processo elettorale. Le legislative anticipate, convocate dal re per costruire, almeno sulla carta, istituzioni più moderne, con un parlamento e un governo dotati di maggiori poteri, sono il secondo appuntamento con le urne dopo il referendum costituzionale di luglio, approvato dal 98% degli aventi diritto. Per gli attivisti del Movimento del 20 febbraio, le riforme politiche introdotte dalla nuova legge fondamentali sono “insufficienti”.

Venerdì 13,6 milioni di elettori, di cui il 56,27% ha meno di 35 anni, saranno chiamati a scegliere 395 deputati tra 5000 candidati ai seggi locali e 1710 al parlamento nazionale. Alla luce della spaccatura politica tra chi invita alla partecipazione e che chiama al boicottaggio, il tasso di partecipazione rappresenta la maggior incognita delle legislative, in un paese dove l’affluenza è generalmente molto bassa.

LIBIA SLITTA FORMAZIONE GOVERNO, ARRESTI ‘ECCELLENTI’ ALIMENTANO DIVISIONI

E’ nuovamente slittata la formazione del governo di transizione guidato da Abdel Rahim al-Kib, prevista per ieri: oltre ai difficili negoziati tra le molte forze in campo, nel fine-settimana le nuove autorità hanno dovuto dibattere della sorte di Saif al-Islam. Il figlio maggiore dell’ex guida libica, arrestato nella notte tra venerdì e sabato nella remota località montagnosa di Zintan, verrà processato in Libia, ma non si è ancora chiuso il dibattito sul luogo della sua detenzione. “La cattura di Saif al-Islam è uno sviluppo significativo poiché si tratta di una personalità chiave del vecchio regime. Si tratta, però, di una questione di sovranità nazionale” ha annunciato ieri Abdul Hafid Ghoga, portavoce del Consiglio nazionale di transizione (Cnt). Saif è ricercato dalla Corte penale internazionale (Cpi), con sede al’Aja, che lo ritiene responsabile di crimini di guerra e contro l’umanità.

Dal canto suo il primo ministro ad interim, Abdel Rahim el-Keeb, ha promesso un “processo giusto” per il figlio del colonnello Muammar Gheddafi, ucciso a Sirte il mese scorso, in circostanze oscure, assieme ad un altro figlio, Mutassim. A questo punto delle trattative politiche per la partecipazione all’esecutivo di transizione, difensori dei diritti umani temono che Saif al-Islam possa rappresentare una “moneta di scambio” per la milizia che lo ha catturato e lo detiene a Zintan, 170 km a sud-ovest di Tripoli. “Deve rimanere qui, è un posto sicuro anche per processarlo”ha detto Osama al-Juwali, capo del consiglio militare di Zintan, avvertendo che a Tripoli potrebbe “essere giustiziato da combattenti infuriati che vogliono vendicarsi”. Consiglieri vicini al Cnt minimizzano il rischio di divisione tra le fazioni della capitale e quelle originarie di altre zone, insistendo che “divergenze di opinione sono naturali e sane”. Per l’organizzazione internazionale di difesa dei diritti umani Human Rights Watch (Hrw), dopo il modo in cui Muammar e Mutassim Gheddafi sono stati uccisi, “la gestione del caso Saif el-Islam rappresenterà un test per capire se le nuove autorità sono in grado di far applicare la legge e non la vendetta della piazza”.

Ieri sera il Cnt ha inoltre confermato l’arresto di Abdallah al-Senoussi, ex responsabile dei servizi segreti libici nonché braccio destro di Muammar Gheddafi. E’ stato catturato nei pressi di Sadha, nella regione desertica di Al-Guira (sud), la stessa dove poche ore prima Saif el-Islam era stato arrestato.

MAREA NERA AL LARGO DI RIO, ‘CHEVRON’ AMMETTE RESPONSABILITÀ

Sarebbe stato un “picco imprevisto della pressione” sul fondo dell’Atlantico durante la perforazione di un giacimento nel bacino di Santos a causare la crepa da cui è fuoriuscito il greggio che si è propagato sulla superficie del mare al largo delle coste di Rio de Janeiro creando una macchia nera ancora fuori controllo.

Lo ha ammesso nel fine settimana lo stesso presidente della ‘Chevron Brasil’, George Buck, confermando che, a 14 giorni dall’incidente, avvenuto nel pozzo di Frade, una quantità compresa fra i 10 barili (1590 litri) e i 100 barili (15.900 litri) continua giornalmente a fuoriuscire dal foro. Fonti brasiliane stimano che in totale, dal 9 novembre, data dell’incidente, si è verificato uno sversamento di 416.000 litri di greggio. La ‘Chevron’, ha detto Buck, “si assume tutta la responsabilità dell’incidente”.

Il ministero dell’Ambiente di Brasilia annuncerà in giornata a quanto ammonta l’ammenda che sarà inflitta al colosso petrolifero statunitense – già si parla della multa massima prevista, 50 milioni di reais (pari a 20,6 milioni di euro), già ritenuta insufficiente dal movimento ambientalista brasiliano – e soggetta in ogni caso a una revisione al rialzo. Oltre al danno ambientale, la ‘Chevron’ potrebbe essere multata dall’Agenzia nazionale del petrolio (Anp) per negligenza in merito alle misure di sicurezza.

“L’incidente poteva essere evitato e merita una risposta forte. E’ una regione ricca in biodiversità alla base della catena alimentare marittima” ha detto il ministro dell’Ambiente dello Stato di Rio, Carlos Minc; ‘Greenpecae’ ha tra l’altro ricordato che il pozzo di Frade si trova su una rotta migratoria di delfini e balene. Secondo Fábio Scliar, responsabile per l’ambiente della polizia federale, se sarà comprovata la negligenza della ‘Chevron’, l’azienda potrebbe vedersi sospese le licenze per lo sfruttamento di idrocarburi per cinque anni.

ITALIA

Bocciato il piano rom del Cdm, la sentenza del Consiglio di Stato

A distanza di tre anni dall'emanazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri, meglio noto come 'Piano nomadi', il Consiglio di Stato ha 'accolto' i ricorsi dell'associazione per la difesa dei diritti dei rom - European Roma rights centre foundation - e due abitanti del campo Casilino 900 di Roma. Il Consiglio di Stato, con sentenza depositata il 16 novembre "non si è limitato a rigettare il ricorso in appello della presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero dell'Interno, del dipartimento della protezione civile e delle prefetture di Roma, Milano e Napoli contro la sentenza dell'1 luglio 2009 del Tar di Roma che aveva emesso un primo verdetto favorevole per l'Errcf.

I giudici di Palazzo Spada hanno infatti "accolto il controricorso della stessa associazione, non pienamente soddisfatta dalla pronuncia di primo grado che non aveva condiviso il rilievo della carenza di presupposti di fatto idonei a legittimare una declaratoria di emergenza e dei lamentati intenti di discriminazione etnica e/o razziale nei confronti della comunità rom". Per il Consiglio di Stato "le motivazioni sono insufficienti per decretare lo stato di emergenza per un pericolo più paventato che realmente esistente". Decadono, quindi, anche le ordinanze presidenziali di nomina dei commissari delegati per l'emergenza e tutti gli atti successivi.


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina