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ESTERI

Egitto, nuovi scontri a piazza Tahrir: 12 morti nel fine settimana

Sono ripresi stamani nel cuore del Cairo, e soprattutto in piazza Tahrir, gli scontri tra forze di sicurezza egiziane e manifestanti: lo hanno riferito fonti giornalistiche presenti sul posto, secondo cui la folla è tornata ad attaccare in massa le postazioni dei soldati, che sono stati costretti a ritirarsi dietro a un muro in cemento eretto in fretta e furia nel pomeriggio lungo la strada che conduce agli uffici governativi principali. I dimostranti hanno preso a scagliare bottiglie incendiarie e pietre oltre la barriera, mentre erano a loro volta tempestati con sassi e petardi. Con i due morti di stamani è salito ad almeno dodici il numero delle vittime accertate. Sembra intanto non aver scampo uno dei luoghi più importanti per la cultura e la storia egiziana, l'Istituto d'Egitto. I documenti ivi contenuti sono andati parzialmente distrutti dall'incendio divampato per quasi 24 ore. I testi sono una preziosa eredità della spedizione napoleonica del 1798. 'Description de l'Egypte', curata dai 150 studiosi e ricercatori che Napoleone portò al suo seguito per sviluppare la conoscenza della storia del Paese. Il ministro della cultura, Shaker Abdel Hamid, definendo la distruzione dei manoscritti e di quelle opere "una catastrofe per la scienza", ha annunciato la formazione di una commissione di specialisti per il restauro dei libri che è ancora possibile salvare. È in corso in queste ore una mediazione con i militari, voluta dal gruppo di parlamentari del partito Giustizia e libertà che fa capo ai Fratelli musulmani. A guidarla è Mohammed el Baltaguy, lo ha annunciato poco fa la televisione. Secondo la stampa locale, una fitta sassaiola è in corso in via Sheikh Rihan, nei pressi dell’accademia scientifica, dove i soldati hanno eretto un muro nei giorni scorsi. Gli studenti dell’università del Cairo stanno marciando verso piazza Tahrir per condannare i metodi repressivi adottati della giunta e una manifestazione simile è stata organizzata anche ad Alessandria. Condanne per la “violenza scioccante” sono state espresse invece dall’Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay che li ha definiti atti “pericolosi per la vita e disumani, che non possono essere giustificati invocando il ripristino della sicurezza”.

KAZAKISTAN: PROTESTE DOPO SANGUINOSA REPRESSIONE DI OPERAI IN SCIOPERO

Sarebbero più di duemila i manifestanti riunitisi oggi ad Aktau, capoluogo della regione di Mangistau sulla riva est del Mar Caspio, per protestare contro la violenta repressione che ha avuto luogo durante gli scontri dello scorso 16 dicembre a Zhanaozen, a tra le forze dell'ordine kazake e gli scioperanti del settore petrolifero. Lo riferisce l'agenzia Ferghana.ru. La polizia sarebbe schierata ad Aktau in assetto antisommossa. Ai manifestanti si sono uniti anche gli operai in sciopero del giacimento di Karajanbas, per chiedere la fine delle violenze. Nella giornata di venerdì nella regione cuore del boom petrolifero, nell'ovest del Paese, le violenze avevano causato 15 vittime, secondo il bilancio attuale. La Procura kazaka riferisce che ora la situazione a Zhanaozen "si va normalizzando", mentre per il ministro degli Affari esteri si sarebbe già "completamente stabilizzata". Da sabato nella città è in vigore il coprifuoco. Le proteste si stanno diffondendo a macchia d'olio nella regione di Mangistau: già ieri ad Aktau mille persone avevano manifestato. Agitazioni sono in corso da molti mesi nella regione ricca di giacimenti di petrolio e gas: gli operai delle aziende petrolifere, tra cui c'è anche l'ENI, chiedono adeguamenti salariali e normativi.

ISRAELE: liberi altri 550 palestinesi previsti dall'accordo Shalit

Israele ha rilasciato 550 prigionieri palestinesi domenica sera, nella seconda fase dello scambio che ha reso possibile la liberazione di uno dei suoi soldati, il franco-israeliano Gilad Shalit, il quale era stato in custodia di Hamas a Gaza per cinque anni. I prigionieri hanno lasciato la prigione israeliana su dodici pulmann diretti a Ramallah, sede dell'Autorità nazionale palestinese e un altro con 41 prigionieri diretto a Gaza. Complessivamente sono oltre mille i reclusi palestinesi liberati in cambio di Shalit in seguito agli accordi fra Israele e Hamas, mediati dall'Egitto. Nel frattempo, Israele ha deciso per la costruzione di mille nuovi alloggi a Gerusalemme Est e in Cisgiordania, in terre che erano sotto controllo giordano fino alla Guerra dei Sei giorni del 1967. La decisione è stata condannata dal movimento Peace Now, che vi vede un nuovo ostacolo alla ripresa di negoziati.

IRAQ: LE FORZE ARMATE USA LASCIANO IL PAESE

Gli ultimi soldati americani hanno lasciato all'alba l'Iraq alla volta del Kuwait, completando il ritiro dal Paese, che avevano invaso quasi nove anni fa. Il 20 marzo 2003 le forze americane erano entrate in Iraq per deporre il dittatore Saddam Hussein, poi giustiziato. Al culmine della guerra erano 170mila i soldati americani nel Paese. Migliaia i morti e i feriti di questa guerra. Centinaia di miliardi di dollari spesi in 9 anni e decine di altri miliardi da spendere negli anni a venire. Il costo della guerra in Iraq, che si è ufficialmente chiusa oggi con il ritiro dell'ultimo contingente americano dal Paese, è astronomico. Dall'inizio dell'invasione del Paese, nel marzo del 2003, almeno 126.000 civili iracheni sono morti per cause dirette del conflitto, secondo Neta Crawford, docente alla Boston University. A questo si deve aggiungere 20.000 soldati e poliziotti iracheni e più di 19.000 insorti. Secondo l'organizzazione britannica IraqBodyCount.org, le vittime civili sono comprese tra 104.035 e 113.680. Gli Stati Uniti hanno perso 4.484 uomini, tra cui 3.518 in combattimento. Più di 32.000 soldati americani sono rimasti feriti, secondo i dati del Pentagono. Il Regno Unito conta 179 soldati morti, l'Italia 32. Il Pentagono ha stanziato quasi 770 miliardi di dollari dal 2003 per le operazioni in Iraq, che al loro culmine hanno registrato un dispiegamento sul terreno di 170mila soldati americani dislocati in oltre 500 basi militari A questo si deve aggiungere anche il costo degli aiuti Usa al Paese. I costi per gli anni a venire sono esponenziali: Linda Blimes, docente di Harvard, stima che il costo medico e delle pensioni per i veterani, da qui al 2055, si aggireranno dai 346 ai 469 miliardi di dollari.

COREA NORD: KIM JONG-UN PROCLAMATO NUOVO LEADER

Il più giovane dei figli di Kim Jong-il, Kim Jong-un, è stato proclamato oggi il “grande successore” del padre, deceduto sabato a 69 anni per un attacco cardiaco dopo aver guidato col pugno di ferro la Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc), nome ufficiale della Corea del Nord, dal 1994. “All’avanguardia della rivoluzione coreana si trova attualmente Kim Jong-un, grande successore della causa rivoluzionaria del Juche (termine che indica l’ideologia ufficiale della Corea del Nord e il suo sistema politico, ndr) e capo eminente del nostro partito, del nostro esercito e del nostro popolo” ha riferito in una nota l’agenzia ufficiale Kcna. “Tutti i membri del partito, i militari e il popolo dovranno seguire fedelmente l’autorità del camerata Kim Jong-un nel proteggere risolutamente e rafforzare l’unità del partito” ha aggiunto la stessa fonte. I funerali del ‘caro leader’ sono stati fissati per il 28 dicembre. E mentre arrivano le attese “profonde condoglianze” di Pechino, che figura tra i rari alleati di Pyongyang, su cui esercita un importante influenza economica, e le meno attese di Tokyo, che con la Corea del Nord non ha mai allacciato relazioni diplomatiche e auspica ora che “la situazione non abbia conseguenze negative sulla pace e la stabilità della penisola coreana”, Barack Obama ha avuto oggi una conversazione telefonica con il suo omologo sud-coreano, Lee Myung-bak. Appena venerdì Pyongyang aveva annunciato la decisione di sospendere il suo programma di arricchimento dell’uranio per fini militari, condizione fissata da Washington per la ripresa dei negoziati sul disarmo e lo ‘scongelamento’ di aiuti alimentari.

GRECIA: IMMINENTI NUOVE MISURE ECONOMICHE CONTRO LA POPOLAZIONE

Il governo greco deve adottare al piu' presto, al massimo entro l'inizio del 2012, nuove misure di austerity per coprire un buco nel bilancio 2011 di almeno tre miliardi di euro. E' questo il messaggio lasciato al governo di Lucas Papademos dai rappresentanti della troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea) che sono partiti venerdi' da Atene dove torneranno il 15 gennaio prossimo. La troika ha dato al governo greco 30 giorni di tempo per il piano di mobilità dei lavoratori, il successivo licenziamento di 150.000 dipendenti del settore pubblico (da portare a termine entro il 2015) e la chiusura o la fusione di circa 250 enti statali inutili. Inoltre saranno ridotti gli stipendi degli impiegati nelle imprese a partecipazione statale, sarà approvato un nuovo disegno di legge per la lotta contro l'evasione fiscale e l'apertura del dialogo fra le parti sociali per giungere ad un'ulteriore riduzione degli stipendi al settore privato. Sino a tre anni fa, prima dell'inizio della grande crisi economica finanziaria globale, la Grecia era il paese europeo col più basso livello di suicidi. Ma lo tsnunami finanziario ha cambiato tutto e oggi, secondo i dati del Ministero della salute di Atene, la situazione è capovolta, con la Grecia al top della macabra classifica. Secondo il Guardian, tre anni fa, infatti, con i 2,8 suicidi su 100.000 abitanti, i greci sembravano gli europei meno inclini a togliersi la vita. Ora quella percentuale è praticamente raddoppiata. Anche l'analisi specifica dei casi di suicidio conferma la relazione con la crisi economica. Per la maggior parte, dice Eleni Beikhari, responsabile di una Ong greca di assistenza agli aspiranti suicidi, "si tratta di donne tra i 30 e i 50 anni e di uomini tra il 40 e i 45 anni, disperati per le loro condizioni economiche. In particolare il problema riguarda i maschi. La povertà è radicalmente aumentata negli ultimi anni e il tasso di disoccupazione ha raggiunto il livello record del 18% (con il 42% di disoccupati per la fascia di età tra i 25 e i 40 anni).

ITALIA

GROTTAFERRATA: MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA (audio: ROR)

Sabato pomeriggio manifestazione antifascista a Grottaferrata, per impedire un'iniziativa di Casa poun che non ha potuto avere luogo. Il resoconto della giornata con un compagno dei Castelli

BRESCIA: Esplosione in un'acciaieria, muore operaio

Ennesimo omicidio sul lavoro questa mattina alle Fonderie Ariotti di Adro, in provincia di Brescia. Roberto Cavalleri, 47 anni, è deceduto dopo lo scoppio di un forno. L'operaio sarebbe stato colpito da un corpo metallico. Inutile l'intervento del 118. L'uomo, residente a Bornato, frazione di Cazzago San Martino, lavorava nell'impianto assieme al fratello e al figlio.

BRESCIA: CONDANNATO A 4 MESI UNO DEI MIGRANTI DELLA PROTESTA SOTTO LA GRU

Quattro mesi di reclusione, con sospensione della pena, per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale: questa la pena comminata oggi a Memud Kalid un pachistano del presidio sotto la gru, nell’ambito delle varie udienze relative allo sgombero violento del presidio sotto la gru avvenuto l’8 novembre dello scorso anno.

ROMA: PROTESTA DEI DETENUTI DI ROMA E VELLETRI

I detenuti di alcune carceri del Lazio (Regina Coeli e Velletri) hanno iniziato a protestare con la tradizionale "battitura" sulle inferriate delle celle per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulle drammatiche condizioni di vita all'interno delle carceri. Lo rende noto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. I detenuti hanno manifestato, ancora in modo non organizzato, negli orari riservati al pranzo e alla cena. A Regina Coeli si è anche registrato il caso del lancio di una bomboletta di gas accesa contro un agente di polizia penitenziaria. I problemi sollevati dai detenuti sono quelli noti che affliggono il sistema carcerario italiano: sovraffollamento, scadente qualità di vita nelle celle, carenza di agenti di polizia penitenziaria, di educatori e di risorse finanziarie che rendono scarse o nulle le possibilità di socializzazione o di intraprendere un percorso di formazione professionale da utilizzare al di fuori del carcere. Le proteste dei detenuti si aggiungono a quelle, dei mesi scorsi, degli agenti di polizia penitenziaria. "Sono ormai mesi che, indistintamente, tutte le componenti del pianeta carcere denunciano il rischio che il sistema possa collassare - ha detto Marroni - Nelle carceri quotidianità vuol dire convivere con un'emergenza perenne, in strutture affollate e prive di supporti concreti che, troppo spesso, diventano fonti di sofferenza e di atti di suicidio. In ogni caso, fino a quando non si modificheràuna legislazione vigente fatta apposta per creare nuovi detenuti, credo che ogni misura sarà destinata a fallire. Ma non c'è più tempo da perdere.

VAL SUSA: SECONDO MORTO DEL CANTIERE TAV DI CHIOMONTE

Dopo sette mesi dall’inizio dell’occupazione militare di Chiomonte contiamo il secondo morto, in maniera indiretta sicuramente, ma pur sempre relativo all’apparato militare in vigore in Val di Susa. E’ il maresciallo dell’arma dei carabinieri Mariano Noro, che durante il suo turno di servizio a Chiomonte ha accusato un malore poi rivelatosi un infarto che lo ha stroncato in pochissimo tempo. La prima a perdere la vita fu Anna Reccia di 65 anni, pensionata di Venaria investita da un blindato dei carabinieri diretto al non cantiere di Chiomonte. Entrambi i casi comunque si sarebbero potuti evitare a meno che non si creda nel destino se non si fosse iniziata questa assurda farsa. Il maresciallo Noro era comandante della stazione dei Carabinieri di Strambino. Per tutta l’estate e per i mesi a seguire sono stati impegnati in val di Susa i reparti mobili di mezza Italia, di tutte le forze di polizia a costi elevatissimi con trasferte, alberghi e spostamenti di mezzi. Non essendo sostenibile a lungo, arriva la direttiva di chiamare a Chiomonte poliziotti e carabinieri delle caserme di tutti i paesini della provincia di Torino, a turno, con straordinari e servizi speciali, ma meno costosi dei reparti da fuori regione.

BOLOGNA: FERITI MIGRANTI DEL CIE, UNO GRAVE

Un fine settimana di battaglia dentro al Cie di via Mattei, a Bologna. Intanto la fuga di venerdì sera, quando quattro reclusi riescono a scavalcare il muro e a guadagnare la libertà, mentre altri cinque vengono placcati dagli agenti di guardia ed uno ancora arrestato per resistenza. E poi sabato, quando inizia lo sciopero della fame ed altri prigionieri che danno l’assalto al muro vengono tirati giù di malagrazia col getto degli idranti - e uno si spacca la gamba nella caduta. Di nuovo idranti contro i prigionieri, poi, durante la notte di sabato, quando una ventina di reclusi sfidano apertamente gli agenti, coprendosi il volto e bersagliandoli di bottiglie. Idranti ancora domenica pomeriggio, di nuovo contro i reclusi che provano a saltare il muro e contro pure tutti gli altri nelle sezioni. Questa volta i feriti sembrano più gravi: un prigioniero in particolar modo che cadendo ha battuto la testa è rimasto per parecchio tempo in uno stato di semi-incoscienza, accudito solo dai suoi compagni di prigionia anche loro fradici di acqua. Ancora fino alla tarda serata di domenica la polizia subordinava la cura dei feriti al ripristino della calma delle sezioni.


Gr 13:00

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ESTERI

Egitto, nuovi scontri a piazza Tahrir: 12 morti nel fine settimana

Sono ripresi stamani nel cuore del Cairo, e soprattutto in piazza Tahrir, gli scontri tra forze di sicurezza egiziane e manifestanti: lo hanno riferito fonti giornalistiche presenti sul posto, secondo cui la folla è tornata ad attaccare in massa le postazioni dei soldati, che sono stati costretti a ritirarsi dietro a un muro in cemento eretto in fretta e furia nel pomeriggio lungo la strada che conduce agli uffici governativi principali. I dimostranti hanno preso a scagliare bottiglie incendiarie e pietre oltre la barriera, mentre erano a loro volta tempestati con sassi e petardi. Con i due morti di stamani è salito ad almeno dodici il numero delle vittime accertate. Sembra intanto non aver scampo uno dei luoghi più importanti per la cultura e la storia egiziana, l'Istituto d'Egitto. I documenti ivi contenuti sono andati parzialmente distrutti dall'incendio divampato per quasi 24 ore. I testi sono una preziosa eredità della spedizione napoleonica del 1798. 'Description de l'Egypte', curata dai 150 studiosi e ricercatori che Napoleone portò al suo seguito per sviluppare la conoscenza della storia del Paese. Il ministro della cultura, Shaker Abdel Hamid, definendo la distruzione dei manoscritti e di quelle opere "una catastrofe per la scienza", ha annunciato la formazione di una commissione di specialisti per il restauro dei libri che è ancora possibile salvare.

Israele, liberi altri 550 palestinesi nell'ambito dell'accordo Shalit

Israele ha rilasciato 550 prigionieri palestinesi domenica sera, nella seconda fase dello scambio che ha reso possibile la liberazione di uno dei suoi soldati, il franco-israeliano Gilad Shalit, il quale era stato in custodia di Hamas a Gaza per cinque anni.

I prigionieri hanno lasciato la prigione israeliana su dodici pulmann diretti a Ramallah, sede dell'Autorità nazionale palestinese e un altro con 41 prigionieri diretto a Gaza.

Complessivamente sono oltre mille i reclusi palestinesi liberati in cambio di Shalit in seguito agli accordi fra Israele e Hamas, mediati dall'Egitto.

Nel frattempo, Israele ha deciso per la costruzione di mille nuovi alloggi a Gerusalemme Est e in Cisgiordania, in terre che erano sotto controllo giordano fino alla Guerra dei Sei giorni del 1967. La decisione è stata condannata dal movimento Peace Now, che vi vede un nuovo ostacolo alla ripresa di negoziati.

KIM JONG-UN PROCLAMATO NUOVO LEADER DOPO MORTE KIM JONG-IL

Il più giovane dei figli di Kim Jong-il, Kim Jong-un, è stato proclamato oggi il “grande successore” del padre, deceduto sabato a 69 anni per un attacco cardiaco dopo aver guidato col pugno di ferro la Repubblica popolare democratica di Corea (Rpdc), nome ufficiale della Corea del Nord, dal 1994.

“All’avanguardia della rivoluzione coreana si trova attualmente Kim Jong-un, grande successore della causa rivoluzionaria del Juche (termine che indica l’ideologia ufficiale della Corea del Nord e il suo sistema politico, ndr) e capo eminente del nostro partito, del nostro esercito e del nostro popolo” ha riferito in una nota l’agenzia ufficiale Kcna. “Tutti i membri del partito, i militari e il popolo dovranno seguire fedelmente l’autorità del camerata Kim Jong-un nel proteggere risolutamente e rafforzare l’unità del partito” ha aggiunto la stessa fonte. I funerali del ‘caro leader’ sono stati fissati per il 28 dicembre.

E mentre arrivano le attese “profonde condoglianze” di Pechino, che figura tra i rari alleati di Pyongyang, su cui esercita un importante influenza economica, e le meno attese di Tokyo, che con la Corea del Nord non ha mai allacciato relazioni diplomatiche e auspica ora che “la situazione non abbia conseguenze negative sulla pace e la stabilità della penisola coreana”, Barack Obama ha avuto oggi una conversazione telefonica con il suo omologo sud-coreano, Lee Myung-bak.

Secondo un comunicato della Casa Bianca, Obama “ha ribadito la forza dell’impegno degli Stati Uniti per garantire la stabilità della penisola e la sicurezza del nostro alleato”, Seul, e ha convenuto con Lee Myung-bak di “restare in contratto stretto” e indicare come direttiva ai rispettivi staff incaricati della sicurezza di “continuare a coordinarsi strettamente”.

Appena venerdì Pyongyang aveva annunciato la decisione di sospendere il suo programma di arricchimento dell’uranio per fini militari, condizione fissata da Washington per la ripresa dei negoziati sul disarmo e lo ‘scongelamento’ di aiuti alimentari: nel riportare la notizia sabato, l’agenzia sudcoreana ‘Yonap’, ha precisato che l’accordo è giunto al termine di colloqui tra l’inviato speciale americano per i diritti umani in Corea del Nord, Robert King, con il responsabile per il Nordamerica del ministero nord-coreano degli Esteri, Ri Gun, a Pechino.

ITALIA

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA A GROTTAFERRATA

Sabato pomeriggio manifestazione antifascista a Grottaferrata, per impedire un'iniziativa di Casa poun che non ha potuto avere luogo. Il resoconto della giornata con un compagno dei Castelli

Esplosione in un'acciaieria operaio muore nel Bresciano

Ennesimo omicidio sul lavoro questa mattina alle Fonderie Ariotti di Adro, in provincia di Brescia. Roberto Cavalleri, 47 anni, è deceduto dopo lo scoppio di un forno.

L'operaio sarebbe stato colpito da un corpo metallico. Inutile l'intervento del 118. L'uomo, residente a Bornato, frazione di Cazzago San Martino, lavorava nell'impianto assieme al fratello e al figlio.

SECONDO MORTO DEL CANTIERE TAV DI CHIOMONTE, (dal sito notav.info)

Dopo sette mesi dall’inizio dell’occupazione militare di Chiomonte contiamo il secondo morto, in maniera indiretta sicuramente, ma pur sempre relativo all’apparato militare in vigore in Val di Susa. E’ il maresciallo dell’arma dei carabinieri Mariano Noro, che durante il suo turno di servizio a Chiomonte ha accusato un malore poi rivelatosi un infarto che lo ha stroncato in pochissimo tempo. La prima a perdere la vita fu Anna Reccia di 65 anni, pensionata di Venaria investita da un blindato dei carabinieri diretto al non cantiere di Chiomonte. Entrambi i casi comunque si sarebbero potuti evitare a meno che non si creda nel destino se non si fosse iniziata questa assurda farsa. Lungi da noi speculare su una morte, ma siccome è successa in quel “cantiere” intendiamo sottolineare alcune cose. La morte del maresciallo indica come questa grande truffa sia spalmata su tutti i settori della società. Il maresciallo Noro era comandante della stazione dei Carabinieri di Strambino e se da Strambino un maresciallo deve venire a fare il suo turno a Chiomonte ognuno si può fare la sua idea su come siano messi dall’altra parte del muro. Per tutta l’estate e per i mesi a seguire sono stati impegnati in val di Susa i reparti mobili di mezza Italia, di tutte le forze di polizia a costi elevatissimi con trasferte, alberghi e spostamenti di mezzi. Finita la linfa ecco allora l’ ideona: “peschiamo nelle caserme in Piemonte”. E così è spiegato il motivo per cui sono presenti a Chiomonte poliziotti e carabinieri delle caserme di tutti i paesini della provincia di Torino, a turno, con straordinari e servizi speciali, ma meno costosi dei reparti da fuori regione. In parole povere siamo alla frutta. Poi si sprecano titoloni e articoli sulla mancanza di organico, sulle volanti senza benzina e via così nel più banale qualunquismo.

Queste notizie meritano piccoli trafiletti sui giornali, dando magari spazio e pagine ai finti feriti degli scontri o a dibattiti tra politicanti si tav. Evidentemente risulta scomodo affrontare la questione che si preferisce invece tacere. Arriveranno poi i morti sul lavoro, le malattie e molto altro ancora, anche questo passerà sotto silenzio? Un altro esempio di silenzio fu la vicenda del poliziotto che di ritorno da un turno di sorveglianza a Chiomonte usò violenza su di una collega a bordo dell’auto di servizio. Quindi le cose scomode si tacciono, quelle comode si dicono. Sembra sempre più una questione di puro principio questa tav Torino Lione, una tavola imbandita a cui tutti i politicanti vogliono sedersi, le cui portate però non arrivano (e meno male!) ma in cui si dà fondo a tutte le risorse ancora disponibili, e a rimetterci sono sempre e solo gli esecutori di ordini o i poveri cristi.


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror111219 (last edited 2011-12-19 18:54:17 by anonymous)