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Anniversario dell'inizio di Piombo Fuso

La Striscia di Gaza ancora attaccata: un morto e tre feriti

Piombo fuso: bandiera palestinese a Piazza Venezia

Teheran, se altre sanzioni stop transito petroliere

SIRIA VISITA OSSERVATORI LEGA ARABA

Yemen: scontri a Saana, 35 i feriti

Cuba, indulto di Natale: 2900 carcerati tornano liberi

HAITI: TRAGEDIA IN MARE, MUOIONO 38 MIGRANTI

BRASILE DIVENTA SESTA ECONOMIA MONDIALE

11 ANNI DI CARCERE A DUE GIORNALISTI SVEDESI

Berlino - Incendio nell'Hausprojekt (CS) Rauchhaus

Buon Natale, buona libertà al CIE di Torino

Ordigno contro Equitalia ad Olbia

Oltre mille morti in dieci anni: nel 60% dei casi sono detenuti in attesa di giudizio

Femminicidi

Anniversario dell'inizio di Piombo Fuso Sono passati tre anni dall’operazione israeliana Piombo Fuso nella striscia di Gaza, 22 giorni di bombardamenti di terra, cielo e mare, causa della morte circa 1400 persone e del ferimento di altre 5000. Non appena scaduta la tregua di sei mesi intrapresa dal 19 giugno l'obiettivo dichiarato dell'iniziativa di guerra è la neutralizzazione militare di Hamas, che negli ultimi otto anni ha ucciso 15 israeliani con il lancio dei famosi razzi artigianali Qassam. Il 27 dicembre 2008 Israele decide che l’embargo a cui era sottoposta la Striscia di Gaza da anni non è più sufficiente e sferra questo attacco durissimo, i cui esiti purtroppo la popolazione di Gaza paga ancora a caro prezzo. Nella sola giornata di quel primo giorno dell'operazione sono uccisi più di 300 palestinesi. Nei giorni a seguire niente viene risparmiato: strutture del governo della striscia, università, scuole, abitazioni e depositi alimentari dell'Onu vengono fatti saltare in aria. Il bilancio complessivo delle vittime parla di 1.417 palestinesi uccisi, di cui 410 bambini, di 5.300 feriti e 80.000 sfollati. Da parte israeliana si contano 13 morti e meno di 200 feriti. Ricordiamo, oltre alle persone assassinate, la distruzione di case, scuole, ospedali, serre agricole, edifici pubblici, ma sappiamo anche dei successivi decessi, dei neonati nati malformati, dei danni alla salute causati dalle bombe al fosforo bianco e delle altre armi di distruzione di massa utilizzate dall’esercito israeliano. Quei giorni sono raccontati da Vittorio Arrigoni nel suo libro “Restiamo Umani” e nonostante tre anni siano molti, nella Striscia di Gaza si vive ancora in una”prigione a cielo aperto”, in cui la dignità dell’uomo è continuamente messa sotto attacco, insieme allo stesso diritto di esistere.

La Striscia di Gaza ancora attaccata: un morto e tre feriti Gli aerei da guerra d'Israele hanno nuovamente colpito la Striscia di Gaza, provocando un morto e tre feriti. Il raid aereo ha colpito l'area di Jabaliya, nel nord. La vittima e i feriti sono stati condotti all'ospedale Kamal 'Udwan.

Piombo fuso: bandiera palestinese a Piazza Venezia

Questa mattina a Roma un gruppo di solidali ha posto una bandiera palestinese sul presepe di Piazza Venezia per ricordare il massacro dell’operazione israeliana Piombo fuso su Gaza. Sono stati inoltre posti due cartelli per ricordare l’uso del fosforo bianco sulla popolazione che continua a vivere sotto occupazione militare.

HOMS, MANIFESTAZIONI DURANTE VISITA OSSERVATORI LEGA ARABA

La missione di osservatori della Lega araba è giunta oggi nella città di Homs, une delle centrali terroristiche sul suolo siriano. Gli osservatori hanno avuto un colloquio con il governatore della città. Intanto, come riferito da Sana, un gruppo armato ha sabotato nella notte un gasdotto nella provincia di Homs, tra Kafar Abd e Rastan. Manifestazioni si sono tenute ad Homs, sia da parte di sia dimostranti antigovernativi che sostenitori del regime di Damasco. Almeno 31 i cittadini che sono stati uccisi oggi in varie località della Siria dalle forze fedeli al presidente Assad, secondo il bilancio degli attivisti anti-regime. Secondo informazioni online, la maggior parte delle vittime civili si registrano proprio a Homs, teatro da mesi della repressione del regime, che ha causato secondo l'Onu oltre 5.000 morti di cui quasi 2.000 nella citta'. Altre vittime oggi nelle regioni di Hama, Idlib, Daraa, Dayr az Zor, nel porto di Latakia e in alcuni sobborghi di Damasco. Iran minaccia blocco stretto Hormuz

Teheran, se altre sanzioni stop transito petroliere

L'Iran minaccia di bloccare il traffico di petroliere nello stretto di Hormuz, se verranno decise sanzioni contro il suo export petrolifero. Lo ha affermato il vicepresidente iraniano Mohammad Reza Rahimi: Se l'Occidente dovesse imporre sanzioni, nessuna goccia di greggio transiterà più per lo stretto di Hormuz. Non abbiamo alcun desiderio di ostilità o di violenza ma i nemici rinunceranno ai loro complotti solo il giorno in cui li costringeremo a stare al loro posto.

Yemen: scontri a Saana, 35 i feriti

Almeno 35 persone sono rimaste ferite oggi in scontri a Sanaa nello Yemen tra giovani manifestanti, in contrasto fra loro sull'accordo su un'uscita dallo stallo politico che prevede l'immunità al presidente Ali Abdallah Saleh. Lo hanno indicato testimoni e fonti mediche. Gli scontri hanno avuto luogo sulla Piazza del Cambiamento, epicentro della contestazione nella capitale, dove dallo scorso febbraio è stato allestito un sit-in.

Cuba, indulto di Natale: 2900 carcerati tornano liberi Appena 24 ore dopo l’annuncio di Raúl Castro fatto il giorno di Natale, è cominciata la scarcerazione di 2900 prigionieri cubani, molti dei quali sono già tornati a casa. Quasi ogni quartiere popolare ha un prigioniero liberato e sono numerosi e numerose a festeggiare in queste ore. Raúl Castro aveva durante il discorso natalizio annunciato, ovvero promesso, di rilasciare prigionieri ogni anno a Natale.

HAITI: TRAGEDIA IN MARE, MUOIONO 38 MIGRANTI

38 persone di cittadinanza haitiani, a bordo di un’imbarcazione di fortuna, hanno perso ieri la vita a largo delle coste di Cuba mentre tentavano di raggiungere gli Stati Uniti ma hanno perso la vita. Altri 87 occupanti della barca sono stati messi in salvo dai guardacoste cubani, poco dopo il naufragio dell’imbarcazione localizzata a un centinaio di metri da Punta de Maisi, all’estremità orientale dell’isola. L’ultimo incidente del genere risale a luglio 2009, quando 70 haitiani hanno perso la vita nel naufragio della loro imbarcazione a largo dell’arcipelago britannico di Turks e Caicos, non lontano da Cap Haitien, a nord dell’isola.

BRASILE DIVENTA SESTA ECONOMIA MONDIALE

Il Brasile è diventata la sesta economia mondiale superando quella della Gran Bretagna che la precedeva. Lo sostiene uno studio del Centro di ricerca inglese per le economie e gli affari secondo cui la crescita brasiliana fa parte di un generale riposizionamento di diverse economie emergenti. In un contesto di crisi globale, l’economia brasiliana dovrebbe comunque crescere del 3,5% (rispetto al 7,5% dello scorso anno). Un ritmo seguito anche dalle economie di India, Cina e Russia. Sono proprio questi i paesi che, secondo il Cebr, modificherebbero entro il 2020 la classifica delle nazioni più ricche superando in benessere complessivo le nazioni europee e lasciando inalterate le sole posizioni di Stati Uniti e Giappone (attualmente prima e terza). Inalterata resterebbe in realtà la posizione della Cina, ora seconda.

11 ANNI DI CARCERE A DUE GIORNALISTI SVEDESI

Con l’accusa di “sostegno al terrorismo” e per essersi introdotti illegalmente in Etiopia, sono stati condannati oggi a 11 anni di carcere due giornalisti svedesi arrestati e processati ad Addis Abeba dopo aver ripreso scene di scontri armati tra l’esercito etiopico e insorti indipendentisti dell’Ogaden. Lo riferiscono media svedesi riportando anche le parole dell’avvocato difensore dei due – un giornalista e un fotografo freelance – secondo cui si deciderà in settimana se ricorrere o meno in appello. L’accusa aveva chiesto 18 anni di reclusione, il giudice ha deciso di ridurre la pena “perché i due gli imputati non erano mai stati coinvolti in altri crimini”. Il crimine di cui invece sono ritenuti responsabili Martin Schibbye e Johan Persson è quello di aver fornito sostegno al Fronte nazionale di liberazione dell’Ogaden (Onlf). Schibbye e Persson si sono sempre dichiarati innocenti affermando di trovarsi nella regione dell’Ogaden al confine con la Somalia per intervistare alcuni ribelli dell’Onlf. Berlino - Incendio nell'Hausprojekt (CS) Rauchhaus

Lo scorso 25 dicembre, dopo una festa, la Rauchhaus (storica occupazione a Kreuzberg) ha preso fuoco. Ferite 14 delle 23 persone che si trovavano nell'edificio, tra queste due bambini. I pompieri ci hanno messo circa due ore a spegnere l’incendio, che sicuramente è doloso in quanto appiccato in quattro punti differenti della casa. L'occupazione festeggia proprio in questo mese i 40 anni.

(Dopo gr mando Rauchhaus song)

ITALIA

Buon Natale, buona libertà al CIE di Torino È la notte di Natale, e dentro al CIE di Corso Brunelleschi a Torino si riaccende la battaglia che era rimasta sopita da qualche settimana. Approfittando delle festività natalizie (molti dei militari, poliziotti e crocerossini di stanza al Centro erano alle prese col panettone, e nessun fabbro era intervenuto per riparare le serrature rotte la notte della vigilia) i reclusi di diverse aree sono usciti dalle sezioni e si sono dispersi lungo il perimetro delle recinzioni. Le poche guardie presenti, per paura della massa, si sono rifugiate nei gabbiotti in attesa di rinforzi. Nel frattempo i reclusi hanno cominciato a scavalcare reti e muri contemporaneamente da ogni lato, sbucando su corso Brunelleschi e su via Mazzarello. Alcuni per scavalcare meglio si sono perfino serviti di una garitta dei militari spostata di peso a ridosso del muro. Almeno un recluso si è ferito nella caduta ed è stato subito catturato. Altri tre sono stati presi all’interno di un capannone nei pressi del Centro, in cui si erano rifugiati. Pare che la loro cattura sia stata favorita dalla segnalazione di un residente e dalla collaborazione attiva dei Vigili del Fuoco. In tutto, avrebbero partecipato all’evasione una sessantina di reclusi. Mentre il primo comunicato ufficiale della Questura parla di 21 evasi, emerge che al tentativo di fuga hanno partecipato tutti gli uomini rinchiusi nel centro. Alcuni di loro hanno cercato di aprire le sezioni femminili per far scappare anche le donne, ma purtroppo le serrature hanno resistito agli sforzi. Inoltre, quando la polizia è intervenuta per bloccare i fuggiaschi ha utilizzato anche lacrimogeni (con tiri tesi e ad altezza d’uomo, “alla valsusina”) e idranti, ma un recluso è riuscito a strapparne uno di mano alle guardie, e ha inondato la guardiola in cui si trovava un militare. Infine, un recluso che cadendo dall’altra parte del muro si è fratturato entrambe le gambe, e che era stato riacciuffato, oggi verrà rilasciato dal Centro con un foglio di via. Pare che però i feriti, per le cadute e anche per le botte delle forze dell’ordine, siano diversi, alcuni anche gravi. Il giorno successivo, ieri, 26 dicembre, arriva la vendetta dei militari e dei poliziotti, dopo i fatti della nottata, distribuendo percosse tra i detenuti.

Oltre mille morti in dieci anni: nel 60% dei casi sono detenuti in attesa di giudizio

Muoiono nella morsa dello Stato italiano e della sua repressione. 64 suicidi in carcere nel 2011, 55 nel 2010, 1023 negli ultimi undici anni. A cui bisogna aggiungere, per rendere l’idea, 5703 atti di autolesionismo e 1137 tentativi di suicidio solo nel 2010. Una strage che non fa rumore. Nel 60 per cento dei casi si suicidano detenuti in attesa di giudizio. Spesso si tolgono la vita proprio nella speranza di far sentire in extremis la loro voce. Le sue lettere sono state sequestrate. Ordigno contro Equitalia ad Olbia

Un ordigno di basso potenziale, probabilmente costituito da gelatina, e' stato fatto esplodere ieri sera davanti all'agenzia Equitalia di Olbia. La deflagrazione ha fatto saltare in aria parte del portone d'ingresso. L'ordigno ha danneggiato esclusivamente la vetrata esterna dell'agenzia, non intaccando gli edifici adiacenti. Nella stessa zona nel 2003 un ordigno, a poca distanza dall'attuale sede di Equitalia, fece saltare in aria le concessionarie della Bmw e della Peugeot.

Femminicidi

E' consuetudine del MFLA ricordare in apertura di giornale i femminicidi avvenuti durante la settimana. Nel nostro piccolo, in questa edizione del gr del martedì, riportiamo anche noi due notizie che riguardano le sole ultime 24 ore. Una donna incinta di 33 anni è stata presa a calci pugni ed altri colpi dal suo nuovo compagno, ed èe stata poi costretta dallo stesso a salire su una sedia di fronte ad una finestra, dalla quale lo stesso ha cercato di buttarla giù. La donna ha subito un trauma cranico contusivo, una ferita alla testa e altre alle braccia. In provincia di Ragusa, invece, una giovane donna di 24 anni è stata uccisa dall'ex fidanzato, che ha freddato anche il nonno della ragazza, Paolo Miano, di 71, e ferito al torace la moglie di lui, una donna di 60 anni.

gror111227 (last edited 2011-12-27 18:37:34 by anonymous)