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FINCANTIERI SESTRI PONENTE ANCORA IN OCCUPAZIONE E SCIOPERO

E’ stato un Natale amaro per i lavoratori Fincantieri di Sestri Ponente, preoccupati dalla prospettiva di rimanere a casa entro marzo 2012, quando sarà terminata la costruzione dell’ultima nave. Nei giorni scorsi erano rimasti in presidio davanti al cantiere, oggi la lotta continua. “Abbiamo intrapreso questa battaglia perchè è stato firmato da Film e Uil un accordo nazionale separato che avrà conseguenze tragiche per il nostro cantiere”, spiega Giulio Troccoli, membro per la Fiom-Cgil dell’Rsu Fincantieri. “Nell’accordo si prevede la cassa integrazione per due anni al fine di riorganizzare il cantiere navale, ma a spaventare i lavoratori è il futuro”. I lavoratori promettono battaglia: “Il 2 gennaio, alla riapertura del cantiere per le vacanze, faremo assemblea e decideremo tutti insieme come proseguire la nostra lotta. Speriamo comunque che l’incontro con il Governo e con il ministro dello Sviluppo economico Passera possa darci qualche certezza”.

CORRISPONDENZA CON FIOM

Stretto di Hormuz: tensione Usa – Iran

”Il libero flusso di beni e servizi attraverso lo stretto è vitale per la prosperità globale”. Lo ha affermato, ieri, 28 dicembre 2011, il portavoce della V flotta militare Usa, di stanza nel regno del Bahrein, nel Golfo Persico. Una minaccia, neanche troppo velata, all’Iran che tramite l’ammiraglio iraniano Habibollah Sayyari, comandante delle operazioni militari in atto nello Stretto, ha replicato: ”Chiudere lo Stretto di Hormuz, per la marina militare della Repubblica Islamica, sarebbe facile come chiudere un rubinetto”. Aggiungendo, però, che la misura ”non è al momento presa in considerazione, visto che controlliamo il mare di Oman e quindi il transito della zona”. Botta e risposta, a stretto giro. Una tensione che da mesi, ogni giorno, si fa più acuta nella triangolazione Usa, Iran e Israele. Teheran, con la crisi che vive il regime siriano, che garantiva i collegamenti con gli alleati Hezbollah in Libano, teme l’isolamento e ventila l’utilizzo del suo asso nella manica: la chiusura del passaggio chiave per le economie occidentali. Da Hormuz, infatti, transita il 33 percento del greggio mondiale, sbocco logistico di tutte le petromonarche del Golfo Persico.

Turchia, raid militare uccide 35 persone nel sud-est del Paese

Alcuni aerei da guerra turchi durante la notte hanno compiuto un attacco nel sud est della Turchia, nei pressi del confine iracheno, uccidendo 35 persone. Lo riferiscono fonti ufficiali all’agenzia Reuters. Sembra che i militari turchi abbiano scambiato alcuni contrabbandieri per militanti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Il Pkk esiste dal 1984 ed è considerato un’organizzazione terroristica dalla Turchia, dall’Unione europea e dagli Stati uniti. Turchia e Iran hanno spesso avuto scontri con i ribelli nella regione: nel conflitto sino ad ora hanno perso la vita più di 40.000 persone.

MASSIMA ALLERTA SUD LIBANO PER ESERCITAZIONI ISRAELIANE

È massima allerta nel sud del Libano per l'avvio stamani all'alba di massicce manovre militari israeliane lungo il settore orientale della Linea Blu che separa i due Paesi. Lo riferiscono i media di Beirut, secondo cui oltre 50 proiettili di mortaio sono caduti nei pressi delle Fattorie di Shebaa, territorio conteso tra Siria e Libano ma occupato da Israele, nell'ambito di esercitazioni militari dell'esercito di Israele.

TORNANO AL LAVORO ALLA LG, NUOVI SCIOPERI A SUDEST

È terminato lo sciopero alla fabbrica della LG di Nanchino, dove da tre giorni circa 8.000 operai erano entrati in sciopero bloccando parte della produzione per protestare contro tagli salariali e contro presunte disparità di trattamento tra dipendenti cinesi e dipendenti coreani. I responsabili della fabbrica hanno fatto sapere che le attività sono regolarmente riprese dalle 16 di ieri, dopo il raggiungimento di un accordo con gli operai. Ma se la situazione a Nachino sembra risolta, un nuovo sciopero è iniziato a Guangzhou (ex Canton), dove gli operai della Aries Auto Parts Corporation stanno protestando contro riduzioni di salari e contro i tagli dei bonus di fine anno. Secondo le informazioni disponibili, la produzione è stata totalmente fermata e nonostante ripetuti richiami gli operai si sono rifiutati di porre fine alla proteste e di tornare al lavoro. I responsabili dell'azienda hanno fatto sapere che la riduzione dei bonus quest'anno deriva da una riduzione della domanda, mentre gli operai sostengono che il numero degli ordini di quest'anno è quasi lo stesso di quello precedente. Oltre ai tagli economici, gli operai lamentano anche condizioni di lavoro difficili, essendo costretti spesso a turni di lavoro anche di 12 ore e a continui straordinari.

occupata la sede di liberazione

CORRISPONDENZA

gror111229 (last edited 2011-12-29 12:22:33 by anonymous)