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Sommario
In primo Piano
Quarto giorno di mobilitazione NO TAV
Migliorano le condizioni di Luca, il compagno valsusino gravemente in ospedale da lunedì, dopo che era caduto dal traliccio su cui era salito per impedire lo sgombero del presidio di Clarea. Proseguono le mobilitazioni NO TAV in tutta Italia, in circa 50 città, dalle più grandi alle più piccole, da Nord a Sud, ovunque ci sia la consapevolezza che la linea ad alta velocità in Val di Susa non è solo dannosa e inutile ma anche un punto di non ritorno per la partecipazione dal basso delle persone, per la sperimentazione della democrazia fuori le aule parlamentari. A Roma nel pomeriggio una breve occupazione della sede del PD in via di Sant'andrea delle fratte ha posto direttamente al partito di "opposizione" la questione dirimente:Bersani &co si sono schierati a difendere il TAV, opera necessaria che non si può più rinviare. Nel pomeriggio, un corteo spontaneo sta bloccando ancora la zona della Prenestina.
Sabato corteo, il concentramento è alle ore 15 a piazzale tiburtino.
Editoriale
NOTIZIE BREVI
ESTERI
ITALIA
Muore un giovane operaio caduto ieri nei cantieri della Metro a Roma
È morto l'operaio di 27 anni, scivolato ieri in un pozzo di 30 metri all'interno del cantiere della metro C di Roma. Questa mattina era stata dichiarata la morte cerebrale del 27enne e poco fa sono terminate le procedure di accertamento della morte. L'incidente, le cui cause sono ancora in fase di accertamento da parte dei carabinieri e dell'ispettorato del lavoro, è avvenuto in via Casilina, all'altezza del civico 1072. Con lui c'erano il capo cantiere e un altro operaio.
Lavoratori Alcoa davanti al Ministero dello Sviluppo economico
Momenti di tensione a fine mattinata davanti all'ingresso del Mise dove è in corso il sit-in dei lavoratori Alcoa di Portovesme. A riferirlo sono i rappresentanti sindacali che, assieme con i lavoratori e a una delegazione di sindaci, stanno presidiando la piazza antistante il Ministero. «Stava arrivando un ministro e quando ci siamo sistemati davanti all'ingresso c'è stato un momento di concitazione - racconta al telefono Massimo Cara della Cisl - ora la situazione è superata, ma la tensione resta alta». «C'è comunque tensione - dice Bruno Usai della Cgil- questa mattina abbiamo incontrato Stefano Fassina, responsabile Economia del Pd al quale abbiamo espresso le nostre richieste». A manifestare preoccupazione anche Franco Porcu, sindaco di Villamassargia e portavoce della delegazione dei sindaci che accompagnano a Roma i lavoratori Alcoa. «C'è stato un momento di tensione ma è rientrato - racconta Porcu - adesso si aspetta una convocazione dal ministerò.
CContratti di solidarietà nei call center'
Sit in davanti a dicastero Sviluppo economico. Lavoratori accusano società che gestiscono anche Tim e 060606: «2.174 a stipendio ridotto perchè si spostano in Calabria»
CRISI E OCCUPAZIONE
Contratti di solidarietà nei call center, protesta al ministero: «Traslocano al Sud»
Sit in davanti a dicastero Sviluppo economico. Lavoratori accusano società che gestiscono anche Tim e 060606: «2.174 a stipendio ridotto perchè si spostano in Calabria» Lavoratori in un call center (foto Emblema)Lavoratori in un call center (foto Emblema)
ROMA - Contratti di solidarietà in arrivo e la seria preoccupazione di perdere il lavoro. Con un sit-in alle ore 15 davanti al ministero dello Sviluppo Economico in via Veneto, giovedì i Cobas chiamano a raccolta i dipendenti di Almaviva Contact, azienda specializzata nei call-center che gestisce anche il servizio 06.06.06. In piazza anche i lavoratori di Teleperformance e Comdata che da tempo protestano contro i licenziamenti e delocalizzazioni. «Anche noi rischiamo di perdere il lavoro a Roma perché l’azienda potrebbe spostare alcune commesse in Calabria» accusano i dipendenti Almaviva. La locandina della manifestazione dei call centerLa locandina della manifestazione dei call center
CONTRATTI DI SOLIDARIETA’ - Dal prossimo 5 marzo, per i 2.174 dipendenti delle sedi romane (via Lamaro e via Casal Boccone) entrano in vigore i contratti di solidarietà . Le riduzioni – firmate in accordo con in sindacati Cgil, Cisl e Uil, ma non i Cobas – avranno durata di 12 mesi e secondo l’azienda sono stati necessari per un calo dei volumi di chiamate delle commesse (sopratutto Mediaset e 119) e di una perdita di circa 30 milioni di euro che sarebbe causata soprattutto dalle sedi romane (circa il 67%).
MENO DI 600 EURO AL MESE - «A noi lavoratori sarà corrisposto il 93% dello stipendio, che è già ridotto all’osso. Qui per un part-time di 4 ore al giorno prendiamo 650 euro, 1.100 per un tempo pieno – spiegano i dipendenti - Con questa riduzione, che potremo definire minima, l’azienda vuole passare dall’attuale passivo del 10% a un attivo del 13-15%. Secondo noi un obiettivo di marginalità inverosimile che mette a rischio il nostro lavoro stesso».
Un giovane ex dipendente di un call center romanoUn giovane ex dipendente di un call center romano A RISCHIO VIA LAMARO – Nell’accordo per i contratti di solidarietà, infatti, l’azienda vincola la realizzazione del piano di risanamento all’«ottimizzazione logistica dei siti di Roma». I Cobas temono che dietro questa formula ci sia la chiusura della sede di via Lamaro, quella che gestisce la preziosa commessa della Tim (419 persone). «L’azienda ha aperto una nuova sede a Rende, in Calabria, e temiamo che voglia trasferire lì il nostro lavoro. Mentre qui ci sono i contratti di solidarietà, lì ci sono nuove assunzioni» spiegano i lavoratori. Lavoratori di un call center in manifestazione (Fotogramma)Lavoratori di un call center in manifestazione (Fotogramma)
COSTO DEL LAVORO - L’azienda non nasconde le gravi difficoltà proprio nella Capitale dove il costo del lavoro è più alto che in altre regioni. La mancanza di incentivi e sgravi fiscali da parte della Regione Lazio (di cui Almaviva ha già usufruito in passato, ma che sono ormai scaduti) potrebbe portare a trasferire parte della produzione al Sud (Napoli e Palermo), con l’apertura di nuove sedi in Calabria dove sono presenti incentivi e sgravi (L. 407/90, legge 488/92) e fondi messi a disposizione dagli enti locali.
GUERRA FRA POVERI - «Qui si rischia la guerra tra poveri – spiegano i Cobas – La logica che dobbiamo evitare in ogni modo non è solo quella della delocalizzazione all’estero ma anche quella della migrazione di regione in regione. Assumi a Roma centinaia di lavoratori assunti con gli incentivi, poi li licenzi quando sono scadono e apri una nuova sede in un’altra zona che offre altre agevolazioni. Coia di lavoratori assunti con gli incentivi, poi li licenzi quando sono scadono e apri una nuova sede in un’altra zona che offre altre agevolazioni. Co
Fiumicino, la cassa integrazione è prevista ma non arriva
CRISI, FLIGHTCARE: «A FIUMICINO ULTERIORI ESUBERI OLTRE I 255 GIÀ OMR0163 3 ECO TXT Omniroma-CRISI, FLIGHTCARE: «A FIUMICINO ULTERIORI ESUBERI OLTRE I 255 GIÀ IN CIG» (OMNIROMA) Roma, 01 MAR - «L'azienda Flightcare Italia Spa», riferisce nua nota della società, «ha avviato oggi presso la propria sede di Fiumicino, un percorso di confronto con i sindacati Cgil, Cis, Uil e Ugl volto ad ampliare il numero degli esuberi attraverso la richiesta di cassa integrazione che va ad aggiungersi a quello già in essere di 255 in cassa integrazione dal 2010. Alla grave situazione di crisi presso lo scalo di Roma Fiumicino che vede tutti i settori aeroportuali in sofferenza, l'handling si deve confrontare con un regime di concorrenza particolarmente aggressivo. Inoltre i servizi aeroportuali sono tipicamente labour intensive con un'incidenza del 70-75% sui costi complessivi azienda. Questi i motivi che portano Flightcare Italia Spa a operare una razionalizzazione dei propri dipendenti al fine di difendere la propria quota nel mercato italiano»
lavoratori della Argol di Fiumicino, la CIG non arriva per un "ritardo burocratico".
Ferrovia Roma_lido, stamattina guasti ripetuti costringono i pendolari ad andare a piedi
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