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Messico, il clima deturpato ha causato 600.000 sfollati nel 2011

Sono state almeno 600.000 le famiglie che hanno perso abitazioni e raccolti nel 2011 a causa di una combinazione inedita di inondazioni, siccità e temperature rigide registrati in diverse regioni del Messico. Secondo il ministro dello Sviluppo sociale, Heriberto Félix Guerra, la siccità, in particolare, ha colpito oltre due milioni e mezzo di persone in 1650 comuni del nord del paese che ancora necessitano di rifornimenti con camion cisterna per l’approvvigionamento di acqua potabile. Solo a Sinaloa, dove Guerra si è recato a fine 2011, 900.000 ettari di campi di mais e fagioli sono andati perduti; per assistere gli abitanti sono ancora mobilitati 4000 camion cisterna contenenti fino a 10.000 litri d’acqua. Inondazioni persistenti hanno colpito altre centinaia di comunità nel sud-est. A più riprese, Guerra ha affermato che il Messico sta pagando gli effetti dei mutamenti climatici e che il loro impatto minaccia di essere sempre più pesante per la nazione nei prossimi anni.

Paraguay, la siccità devasta il paese

La prolungata siccità che da due mesi colpisce il Paraguay brucerà, letteralmente, il 40% dei raccolti di soia, mais e cotone: “E’ una situazione critica” ha detto il ministro dell’Agricoltura, Andrés Werlhe, per cui sarà necessario anche un “coordinamento con il settore privato per azioni di contenimento”. Le previsioni meteorologiche indicano che per le prossime settimane non si attendono le precipitazioni necessarie a salvare le piantagioni, ma solo sporadici piovaschi, soprattutto nella regione orientale del paese, la più fertile. Le temperature di gennaio resteranno in media tra i 38 e i 45 gradi centigradi. Secondo Héctor Cristaldo, responsabile della ‘Coordinadora Agrícola del Paraguay’, la mancanza di piogge ha ridotto il raccolto anticipato della soia – primo prodotto d’esportazione – da 1600 a 1300 chilogrammi per ettaro; nel raccolto 2010-2011 la produzione aveva raggiunto il picco massimo di 8 milioni di tonnellate. “Come nel 2009, ancora una volta la siccità alimenta la disperazione tra gli agricoltori, soprattutto nell’arido Chaco Boreal dove è colpito anche l’allevamento. Non possiamo neanche ignorare la fauna silvestre che non ha acqua sufficiente per sopravvivere” ha detto Werlhe. Nel dipartimento di Itapúa, 450 km a sud di Asunción, fagioli, verdure, manioca e soia seccano nei campi, mentre il calore eccessivo e il costante vento secco che proviene da sud prosciugano bacini per i pesci di allevamento, torrenti e pozzi.

Farc: piano di dialogo con il governo

Il leader delle Farc, Rodrigo Londoño Echeverry, alias “Timoleón Jiménez” o “Timochenko“, subentrato a capo della guerriglia più longeva del mondo dopo l’uccisione a novembre di Guillermo León Sáenz, alias “Alfonso Cano”, ha chiesto al presidente colombiano, Juan Manuel Santos, di riprendere il dialogo interrotto nel 2002, durante la presidenza di Andrés Pastrana. “A noi interessa discutere delle privatizzazioni selvagge, senza regole, della libertà assoluta di commercio e di investimento, della degradazione ambientale, della democrazia di mercato, della dottrina militare” ha spiegato il nuovo capo guerrigliero in un comunicato diffuso via internet, riaprendo la strada alla dialogo dietro specifiche condizioni per il quale tanto si era speso anche Cano. Un intervento che era già nell’aria, visto che due settimane fa le Farc hanno annunciato la liberazione unilaterale di sei degli undici prigionieri ancora nelle loro mani, tutti poliziotti e militari.

Obama:vendere armi al Sudan promuove la pace

Il presidente americano Barack Obama ha inserito il Sud Sudan nella lista di paesi che posseggono i requisiti per poter acquistare armi dagli Stati Uniti. Nella dichiarazione firmata dal presidente si sottolinea come “la fornitura di armi e servizi di difesa alla Repubblica del Sud Sudan, contribuirà a rafforzare la sicurezza degli Stati Uniti e a promuovere la pace”. Diplomatici statunitensi interrogati dal quotidiano ‘Sudan Tribune’ hanno detto che la decisione non si tradurrà in una vendita immediata al governo di Juba, impegnato da mesi in uno scambio di accuse con le autorità di Khartoum, riguardo il sostegno a gruppi armati nelle zone di confine tra i due paesi.

nigeria: almeno 10 morti nel corteo contro il carobenzina

Potrebbero essere più di 10 le vittime provocate dagli scontri tra dimostranti e poliziotti avvenuti ieri durante i cortei contro l’aumento dei prezzi della benzina: lo dice Mwakpa Omwakpa, portavoce della Croce Rossa, mentre la Nigeria si prepara a un secondo giorno di sciopero e proteste di piazza. Secondo Omwakpa, “le vittime accertate per ora sono meno di 10 ma è possibile che ulteriori verifiche rendano il bilancio delle violenze più grave”. Oggi alcuni giornali riferiscono di 12 morti durante i cortei di Lagos, Benin City e Kano, la città del Nord dove ieri sera è entrato in vigore un regime di coprifuoco. Secondo “The Vanguard” e “This Day”, tra i quotidiani più diffusi, a Lagos un poliziotto è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso a colpi di pistola un giovane che stava giocando a calcio in un piazzale a pochi passi dai manifestanti.

ITALIA

pillola del giorno dopo: obiettiamo gli obiettori

Farsi prescrivere e acquistare la pillola del giorno dopo in meno di 72 ore: una sorta di mission impossible che molte donne e coppie, a Roma e in tutta Italia, sono costrette ad affrontare. Perché, tra rifiuti vaghi e più esplicite obiezioni di coscienza, è concreto il rischio che trascorrano i 3 giorni dal rapporto sessuale entro i quali la pillola ha effetto. L'ultima piccola odissea è quella affrontata da una ragazza romana di 30 anni che ha raccontato ciò che le è capitato. La sua storia è diventata una doppia interrogazione parlamentari. L'interrogazione descrive il viaggio della donna iniziato lo scorso 22 novembre quando, temendo una possibile gravidanza, decide di rivolgersi al suo medico di famiglia per prendere informazioni e richiedere la prescrizione della pillola del giorno dopo. E qui arriva il primo rifiuto. "Sono obiettore di coscienza", le spiega il dottore che le nega la prescrizione. La ragazza decide di muoversi, puntando verso il pronto soccorso a lei più vicino, quello dell'ospedale Spallanzani. E anche qui, porte sbarrate: "Siamo abilitati solo al trattamento delle malattie infettive, si rivolga altrove". Dallo Spallanzani, la donna va al pronto soccorso del San Camillo. Lì aspetta due ore. Poi, finalmente, riesce a parlare con un ginecologo. Ma nemmeno stavolta è fortunata: "Ci sono casi più urgenti", le risponde il medico. Intanto il tempo passa, e la ragazza è costretta a rivolgersi al consultorio di via della Magliana. "Mi spiace, nessuna prescrizione - le spiegano - Lei non è di questa zona". Al secondo tentativo, nel consultorio di via Brugnato, la ragazza riesce ad avere la ricetta per la pillola. Qui inizia una seconda odissea: quella per riuscire ad acquistarla. Una farmacia vicino alla Portuense non ha le pillole, in un'altra, zona Marconi, si rifiutano di venderle perché obiettori di coscienza. "Solo alla fine del suo lungo pellegrinaggio alla ragazza viene fornito il farmaco da un farmacista di via Ostiense".

Torino:sei celle per decreto svuota carceri

Sei celle destinate agli arrestati in attesa del processo direttissimo o della convalida dei provvedimenti sono state aperte oggi nel commissariato di borgo San Paolo, a Torino. Vi fara' riferimento l'intera citta'. L'apertura delle celle, in base alle norme del recente decreto 'svuota-carceri' varato dal ministro della giustizia Paola Severino, e' contestato dai sindacati di Polizia, per i quali richiedono un numero eccessivo di agenti che saranno sottratti alle attivita' specifiche di Polizia.

modena:sgomberato il guernica

Ancora una volta la governance modenese sgombera un progetto sociale riconosciuto da tutta la citta'. Una decina di compagni hanno messo in piedi un presidio davantiallo spazio. Siamo certi che questo sgombero non fermera il percorso del guernica perche' sono i fatti che lo dimostrano: il guernica e' Modena. Seguiranno aggiornamenti. Intanto il Guenica invita tutta la citta' di Modena a partecipare questa sera all'assemblea al laboratorio scossa in via Carteria 49 dalle ore 21.

ALCOA, DOPO L'ABBUFFATA VIA DALL'EUROPA

Chiuderà definitivamente l'Alcoa di Portovesme, in Sardegna. E il tutto avverà entro sei mesi. Lo stabilimento sardo è un sito importante della produzione della multinazionale. Qui si concentra tutta la produzione di alluminio in Italia. L'annuncio choc, che interesserà circa 1.500 lavoratori di tutta Europa (un terzo in Italia), è arrivato ieri dopo lunghi anni di cassa integrazione e di proteste: il nostro Paese, spiega l'azienda, non è competitivo sul mercato energetico e la combinazione con i costi crescenti delle materie prime e il crollo dei prezzi dell'alluminio è risultato fatale. Le cose in realtà stanno diversamente. Alcoa ha avuto per anni energia a prezzi scontati fino a quando l'Ue non ha aperto un procedimento di infrazione verso il governo italiano, ritenendo le forniture ribassatè un aiuto di Stato mascherati. La multinazionale taglia la capacità totale di produzione di alluminio primario del 12%, ovvero di 531.000 tonnellate. L'effetto a catena porterà alla chiusura entro la prima metà del 2012 del sito di Portovesme (150.000 tonnellate di produzione annua) e alla fermata parziale e temporanea di altri due stabilimenti in Spagna, a La Coruna e Aviles. A rischio complessivamente circa 1.500 dipendenti, di cui un terzo solo nell'Isola. E la stessa sorte della fabbrica sarda era toccata la scorsa settimana alle fonderie in Tennessee e in Texas.

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gror120110 (last edited 2012-01-10 18:01:48 by anonymous)