Gr 19:30
Sommario
italia:
Fincantieri - operai bloccano l'autostrada a Genova
Firenze: Vietato lo sciopero dei trasporti
Puglia: bimbo affetto da malattia rara non riceve cure dalla ASL
Spese militari in aumento. Nel 2011 in Italia oltre 20 mld
esteri:
Atene: occupata la sede di una radio in solidarietà con i compagni sotto processo
Nigeria: sciopero generale represso nel sangue
Siria:ucciso un giornalista francese. Colpi di mortaio durante un comizio
Grecia: la povertà costringe i genitori ad abbandonare i figli
FINCANTIERI
Dopo il deludente incontro di ieri a Roma con il ministro Passera gli operai Fincantieri sono tornati a Genova ancora più arrabbiati ma anche determinati. Non è stato infatti proposto alcun piano di incentivi per il settore marittimo ma solo fumosi discorsi su innovazione e ricerca e diversificazione produttiva. Dopo la consegna dell’ultima nave, la Oceania Riviera, prevista per marzo, i 754 operai del cantiere, più i millecinquecento dell’indotto si troveranno senza lavoro. Già oggi però Giulio Troccoli, RSU Fiom Cgil del cantiere ha dichiarato che in mancanza di serie garanzie occupazionali la nave non verrà consegnata. Stamattina i lavoratori hanno bloccato l’autostrada A10 per due ore al casello Aereoporto e successivamente per un’altra ora a quello di Comigliano. Tornati ai cancelli dello stabilimento hanno annunciato lo sciopero a oltranza in attesa dell’esito degli incontri tra le amministrazioni locali e il ministro. Operai in corteo e traffico bloccato anche a Palermo, dove gli operai del cantiere navale e dell'indotto, un migliaio, protestano contro il piano di riorganizzazione del Gruppo che prevede 140 esuberi. Le tute blu sono al decimo giorno di sciopero e un gruppo di studenti universitari si e' affiancato al corteo per portare la propria solidarieta' agli operai. . Anche i lavoratori dei cantieri Baglietto, a Varazze, sempre in Liguria, dopo due anni di trattative, promesse e accordi falliti sono scesi questa mattina per le vie del centro di Varazze, muovendosi verso il palazzo comunale dove hanno richiesto un incontro con il sindaco. "Non siamo disposti a tollerare ulteriori dilazioni di fronte all'offerta del gruppo Azimut-Benetti. Sono due anni che aspettiamo una soluzione della crisi, dopo aver visto fallire innumerevoli trattative per ragioni di volta in volta diverse", questo quanto scritto nei volantini scritti e distribuiti dai 150 operai dei cantieri che non vogliono più prestarsi ai "giochi di potere di Galantini", curatore fallimentare, che cerca di ostacolare l'offerta Azimut. Un altra manifestazione che vuole portare l'attenzione delle istituzioni su una situazione critica, dove, ancora una volta, nessuno si è fatto garante degli impegni presi nei confronti dei lavoratori.
VIETATO A FIRENZE LO SCIOPERO DEI TRASPORTI
Oggi niente sciopero del trasporto pubblico a Firenze. Lo ha deciso la “Commissione di garanzia” (garanzia per chi?) che dopo giorni di inviti a revocare la protesta contro la privatizzazione dell’azienda pubblica fiorentina lunedì da Roma ha emesso un verdetto chiaro: niente sciopero. Il motivo addotto è che la protesta dei lavoratori, annunciata da più di un mese per l’11 gennaio, coincide con una ‘importante manifestazione’ in città. Nella fattispecie ‘Pitti Uomo’, kermesse sulla moda che si svolge da oggi fino al 13 nella Fortezza da Basso. Secondo la legge 146 non si può scioperare in concomitanza con manifestazioni di importanza rilevante, e secondola Commissione (anti) sciopero il business è più rilevante dei diritti dei lavoratori delle due aziende del trasporto di Firenze e dell’hinterland – l’Ataf degli autobus e la Gest per i tram – e anche evidentemente di quei centinaia di migliaia di utenti che il 22 dicembre si sono visti scippare un bene pubblico così importante regalato ai privati da 28 consiglieri del PD e 1 di Sel. Così lunedì sera le Rsu e i dipendenti, riuniti in assemblea all’interno della mensa aziendale di Via dei Mille, hanno deciso la revoca formale dello sciopero, ma la messa in atto di una forma di sciopero bianco che si terrà non solo oggi ma anche giovedì e venerdì. Tre giornate a passo di lumaca e rispettando alla lettera tutte le normative e i regolamenti. Un po' come hanno fatto poche settimane fa i lavoratori delle aziende del trasporto pubblico della Capitale. Con il risultato che il traffico di Firenze verrà comunque bloccato, passeranno molti meno autobus e tram di quelli previsti visto che molti secondo i regolamenti non possono circolare per vari motivi. Non se ne curano il sito dell'Ataf e alcuni media locali che recitano soddisfatti: "Domani trasporto regolare".
"Ci negano il diritto a scioperare; un precedente gravissimo. A questo punto dobbiamo essere compatti, provare a farci sentire lo stesso" è il messaggio che i lavoratori vogliono comunque lanciare. Forse organizzando un sit in davanti all’ingresso della Fortezza da Basso. Intanto Firenze verrà tappezzata da migliaia di adesivi che ritraggono il sindaco privatizzatore Matteo Renzi con le sembianze di un neonato intento a giocare con un autobus. E la scritta: "L'Ataf non è un balocco. Non si vende".
Bimbo affetto da malattia rara non riceve cure dalla ASL SAN FERDINANDO DI PUGLIA (BARLETTA-ANDRIA-TRANI) - Hanno un bambino di tre anni gravemente malato, sono senza risorse economiche e la Asl non paga le medicine, le pomate, e tutto quello che potrebbe servire a lenire le sofferenze del piccolo: è la storia di Francesco e Teresa Memeo, lui bracciante agricolo, lei casalinga, genitori di Luigi Pio, affetto da una malattia genetica rarissima, l'ittiosi congenita del tipo 'Harlequin'. La storia della famiglia è riportata oggi sull'edizione locale de "La Gazzetta del Mezzogiorno". Le ittiosi si caratterizzano clinicamente per la desquamazione generalizzata della cute e sono malattie che portano sofferenze indicibili. Il papà del piccolo afferma che i medici della Asl-Bat gli hanno riferito che non ci sono i soldi per garantire al bambino i medicinali di cui ha bisogno. "Il bambino - racconta la mamma - è in cura presso la dermatologia pediatrica del policlinico di Bari" e "avrebbe bisogno oltre che dell'ordinario, di almeno quattro trattamenti al giorno, di interventi chirurgici per migliorare la limitata capacità delle mani, dei piedi, degli occhi, per poter parlare, cosa che non può fare". Il papà di Luigi Pio racconta: "Non ho mai avuto aiuto da nessuno, i servizi sociali del Comune non si sono mai occupati di noi, viviamo in una casa di cui, da un anno, non riusciamo a pagare i 300 euro al mese di affitto e le liti con i proprietari sono ormai all'ordine del giorno. La domanda per una casa popolare non ha mai avuto riscontri ed io riesco a trovare le giornate di lavoro solo tre mesi all'anno, in estate, a 45 euro al giorno". "Viviamo - continua - in uno stato di profonda indigenza" e "se la Asl non ci darà più le medicine non sappiamo davvero come faremo". Il papà di Luigi Pio conclude il suo appello chiedendo aiuto alle istituzioni e a quanti possano rendere la vita del piccolo meno dolorosa.
Spese militari in aumento. Nel 2011 in Italia oltre 20 mld
Ad emergere da uno studio dell’istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo è la crescita della spesa militare proprio con l'aumento dell' utilizzo del termine "crisi" tra istituzioni e media di massa. Nel 2007, l'Italia ha speso 20.194,7 milioni di euro per questo settore. Nel 2008 ben 21.132,4 milioni di euro. Poi la spesa è calata raggiungendo i 20.294,3 milioni di euro nel 2009, per tornare a salire negli ultimi due anni: 20.364,4 milioni nel 2010 e 20.556,9 milioni nel 2011, con un incremento in quest’ultimo anno rispetto al precedente dello 0,9%. A guardar bene i dati non sfugge una strana corrispondenza. Il picco della spesa avviene nel 2008, l’anno in cui si inizia a parlare con maggiore preoccupazione di “crisi”. Poi cala del 4% (dal 2007 al 2008 era salito del 4,6%, mentre dal 2006 al 2007 la variazione è stata di ben il 13,6%), per poi tornare sistematicamente a crescere negli anni successivi, fino ad oggi. Ai 20 miliardi e mezzo di euro del 2011, però, spiega il vicepresidente dell’Archivio Disarmo, vanno aggiunti circa 3 miliardi di euro inscritti nei bilanci di altri ministeri per scopi militari. “Il ministero dell’Economia e Finanze stanzia 754,3 milioni di euro per il Fondo di riserva per le spese derivanti dalla proroga delle missioni internazionali di pace – spiega l’Archivio Disarmo -, il ministero dello Sviluppo economico stanzia 1.483 milioni di euro destinato ad Interventi agevolativi per il settore aeronautico, 510 milioni di euro destinato ad interventi per lo sviluppo e l’acquisizione delle unità navali della classe Fremm (fregata europea multimissione) e una percentuale del budget del Miur viene destinata a progetti in ambito spaziale e satellitare delle forze armate. A questi vanno aggiunti il miliardo e mezzo di tutte le missioni di peacekeeping”. Ma non è finita. Nei capitoli di spesa degli anni a venire l’Italia ha già qualcosa da inserire. “Sul bilancio dello Stato – spiega Simoncelli -, attualmente, esistono ben 71 programmi di ammodernamento e riconfigurazione di sistemi d’arma, che ipotecano la spesa bellica da qui al 2026. C’è anche il discorso del soldato del futuro: si parla di 25 miliardi nell’arco di 20 anni come se niente fosse. Si tratta di una serie di ipoteche sui bilanci degli anni prossimi che adesso non appaiono nei bilanci della Difesa, ma sono programmi che vengono approvati”.
ESTERI Atene: occupata la sede di una radio in solidarietà con i compagni sotto processo
Circa 30 antiautoritari hanno invaso ieri poco dopo le 10 la stazione radio "Flash" nel sobborgo ateniese di Maroussi. Gli occupanti hanno interrotto la trasmissione di Nikos Evangelatos (?) e, impadronitisi del microfono, hanno letto comunicati a sostegno dei detenuti del carcere di Korydallos, appartenenti all’organizzazione Lotta Rivoluzionaria e il cui processo è attualmente in corso. Successivamente le trasmissioni sono riprese regolarmente con il notiziario delle 11.30 durante il quale uno degli occupanti è intervenuto come ospite. Sul posto sono accorse numerose unità di polizia, nonostante dalla radio non fosse arrivata nessuna richiesta in tal senso. Intorno alle 14.30 decine di poliziotti in tenuta antisommossa e due Procuratori hanno fatto irruzione nell’edificio arrestando tutti i compagni che vi si trovavano. Nessuna richiesta di intervento è stata fatta dai proprietari della radio, né ai giudici né alla polizia, e quindi questo è stato operato “d’ufficio” con l’accusa, che rientra nella recente legge antiterrorismo (la terza) di “azioni terroristiche e uso illegale della forza”.
LO SCIOPERO GENERALE IN NIGERIA REPRESSO NEL SANGUE
Terzo giorno di sciopero generale in Nigeria, con proteste che coinvolgono decine di migliaia di persone, contro la decisione del governo di eliminare i sussidi per gli importatori di carburante che ha causato il raddoppio dei prezzi della benzina nell’arco di un solo giorno con notevoli ripercussioni sui trasporti e sui generi di prima necessità. La Nigeria, un paese di oltre 160 milioni di abitanti (il settimo più popoloso del mondo), è la seconda economia più grande dell’Africa dopo il Sudafrica. Il governo ha detto che sfrutterà le maggiori entrate che vengono dall’abolizione dei sussidi, oltre 4,5 miliardi di euro l’anno, in strade, ferrovie e programmi contro la povertà, ma i sindacati hanno indetto uno sciopero generale a oltranza contro il governo guidato dal presidente Goodluck Jonathan. Ai cinque morti seguiti ai violenti scontri con la polizia del 9 gennaio (che secondo fonti locali sarebbero invece 11) ieri se ne sono aggiunti tre, oltre a decine di feriti. La situazione più difficile è nella capitale Lagos dove si sono avute due vittime. Nonostante l'appello alla calma e alla protesta pacifica di Owei Lakemfa, segretario generale del National labour congress (Nlc), il principale partito del Paese, la situazione non sembra offrire prospettive di accordo, dal momento che la popolazione non presta fede alle dichiarazioni populiste del governo per cercare di placare gli animi. Intanto oggi alcune centinaia di manifestanti a Lagos, hanno preso il controllo di un tratto dell'autostrada che porta ai quartieri abitati dai ricchi. Uno dei manifestanti portava uno striscione con su scritto: "Siamo pronti per una guerra civile". Gli organizzatori hanno annunciato che proseguiranno con la protesta a oltranza, finché le autorità non avranno ripristinato i sussidi. "Possiamo dormire sulla strada fino all'alba, non siamo stanchi", hanno detto . "Li abbiamo votati, devono attenersi alle nostre richieste". Intanto Babatunde Ogun, presidente di uno dei sindacati che rappresentano i dipendenti del settore petrolifero, ha fatto sapere che il suo gruppo intende intensificare lo sciopero. "Questo - ha spiegato - significa che a breve termine non ci saranno esportazioni di gas naturale, non ci sarà la corrente elettrica. Tutto sarà fermo". A causa dello sciopero è stato chiuso il porto di Apapa a Lagos, così come molti negozi.
Le ambasciate occidentali raccomandano ai connazionali di limitare gli spostamenti e adottare non meglio precisate misure di sicurezza. Da ieri è anche difficile partire dalla Nigeria o arrivarci: quasi tutte le principali compagnie internazionali hanno sospeso i collegamenti con gli scali di Lagos e Abuja da cui partono quasi tutti i voli internazionali.
Homs, ucciso un giornalista francese Colpi di mortaio durante un comizio
Il giornalista Gilles Jacquier di France 2 è morto a Homs, in Siria, a causa di un attentato durante un comizio filogovernativo, un altro di nazionalità olandese è rimasto ferito . Tra i riconoscimenti per l'attività professionale, Jacquier aveva ricevuto il premio Ilaria Alpi nel 2011. Negli ultimi dieci anni, Jacquier aveva coperto con i suoi reportage le situazioni di conflitto in Afghanistan, Iraq, Israele, Algeria e Haiti. Si tratta del primo giornalista occidentale morto in siria dall'inizio delle rivolte civili nel marzo scorso. Per quanto riguarda la dinamica dell'attentato, testimoni oculari hanno riferito che i cronisti sono stati colpiti da proiettili di mortaio. Sarebbero 8 le vittime e 25 i feriti nell'attentato. Intanto il governo siriano dichiara che i reporter non facevano parte della delegazione di cronisti stranieri portati dal governo nella città al centro delle rivolte di questi mesi. Dopo l'attentato, la Lega Araba ha deciso di sospendere l'annunciato invio di nuovi osservatori in Siria dopo che tre del primo contingente (due kuwaitiani e un emiratino) sono stati feriti.
LA CRISI FINANZIARIA DELLA GRECIA PORTA ALLA DISPERAZIONE I GENITORI
Una mattina di qualche settimana prima di Natale una maestra d'asilo ad Atene ha trovato una biglietto sul cappotto di una sua alunna di quattro anni: "Non voglio venire a prendere oggi Anna, perché non posso permettermi di prendermi cura di lei", si legge. "Per favore, abbiatene cura. Mi dispiace. Sua madre."
Negli ultimi due mesi Padre Antonios, un giovane prete ortodosso che gestisce un centro giovanile per i poveri della città, ha trovato quattro bambini alla sua porta - tra cui un neonato. Un’altra bambina di due anni è stata portata dal prete e la madre ha detto di essere disoccupata e senzatetto, dopo di che è spartita lasciando la figlia. Un'altra opera assistenziale è stata contattata da una coppia i cui gemelli sono in ospedale per malnutrizione, perché la madre stessa è malnutrita e non riesce ad allattarli. Casi come questo sono ritenuti dai Greci cose da Terzo Mondo che non dovrebbero accadere nelle loro città e scioccano un paese dove i legami familiari sono forti, e l'incapacità di occuparsi dei figli è socialmente inaccettabile . Richieste di assistenza c’erano anche prima della crisi, ma i bambini non venivano mai abbandonati. Emblematico il caso di Maria, madre di una bambina di otto anni, che era costretta a lasciare per ore sua figlia sola mentre girava per tutta la città in cerca di lavoro. Alla fine, dopo essere dimagrita 25 chili, ha deciso di affidare la piccola ad un ente di assistenza “SOS Villaggio dei bambini” perché il lavoro in un caffè, 20 euro al giorno, non le permette di mantenerla. I genitori, spiega il direttore del centro, vengono a trovare i loro bambini e sperano di riprenderli quando le cose miglioreranno. In passato, ha spiegato, gli affidi erano dovuti soprattutto a problemi di droga o di alcolismo in famiglia, ma ora il problema principale è la povertà.
Tuttavia, le donazioni sono in calo e le associazioni di beneficenza ora devono pagare le tasse mentre una volta erano esenti. "Associazioni umanitarie come la nostra stanno facendo il 50% del lavoro che lo Stato greco dovrebbe fare e invece di ringraziarci ci stanno penalizzando", dice il direttore di SOS Villaggi dei Bambini, George Protopapas. Gli psicologi sono concordi che questi “abbandoni”, anche se dettati dal bisogno e dolorosissimi per i genitori, sono fonte di gravi disturbi bei bambini che si ripercuoteranno sulla loro vita futura. Sarebbe necessario ogni sforzo per mantenere i piccoli nella loro famiglia assicurando loro però il necessario. Le situazioni più drammatiche si registrano ad Atene, sia per l'allentamento dei legami familiari e di vicinato, sia per l'impossibilità di sostenersi in qualche modo come avviene nelle campagne.
ITALIA
Siparietto
Gr 13:00
Aperto da andrea alle ore 11.00
In primo Piano
NOTIZIE BREVI
ESTERI
SIRIA: OSSERVATORE ARABO SI RITIRA, 'SERVIVO REGIMÈ
- Si è ritirato dalla missione della Lega Araba in Siria uno degli osservatori, Anwar al Malek, perchè si sentiva di «servire il regime» di Damasco. Lo ha detto lo stesso delegato araba intervistato nelle ultime ore dalla tv panaraba al Jazira. L'osservatore ha fornito dettagli delle violenze commesse dalle forze fedeli ad Assad.A riprova di ciò si segnala che quattro persone sono stati uccisi dalle forze di sicurezza siriane a Hama in Siria centrale, durante combattimenti tra l'esercito regolare e i ribelli. Lo riferisce l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo (Osdh) spiegando che l'esercito ha sparato e ha lanciato gas lacrimogeni anche per disperdere una manifestazione studentesca a Daraya, nella provincia di Damasco.
IRAN: UCCISO A TEHERAN SCIENZIATO NUCLEARE, QUARTO DA GENNAIO
- Scienziati nucleari ancora nel mirino in Iran. Stamani un'autobomba ha ucciso Mostafa Ahmadi-Roshan, docente di industria del petrolio e vice direttore per gli affari commerciali del sito nucleare di Natanz, il principale impianto iraniano per l'arricchimento dell'uranio con oltre 8mila centrifughe. Si tratta del quarto scienziato nucleare ucciso nella Repubblica Islamica dal gennaio del 2010. Teheran finora ha sempre accusato Stati Uniti e Israele per questi omicidi. Lo scorso 23 luglio era stato assassinato a Teheran Daryoush Rezaei, docente universitario di fisica che aveva legami con l'Organizzazione per l'Energia Atomica dell'Iran (Oeai). Rezaei era stato freddato da due uomini in moto davanti alla sua abitazione. Nell'agguato era rimasta ferita anche la moglie del fisico.
GUANTANAMO: AMNESTY INTERNATIONAL, 10 ANNI
- «L'Amministrazione Obama -afferma Amnesty International- ha adottato l'architettura della guerra globale disegnata sotto la presidenza Bush. L'attuale Amministrazione, nel gennaio 2010, ha asserito che 48 detenuti di Guantànamo non potranno essere processati nè rilasciati, ma dovranno rimanere in detenzione militare a tempo indeterminato, senza accusa nè processo penale, in base a un'interpretazione unilaterale delle leggi di guerra». «Fino a quanto gli Usa non considereranno queste detenzioni come una questione di diritti umani, l'eredità di Guantànamo sopravviverà, a prescindere se verrà chiuso o meno» «L'Amministrazione Obama -afferma ancora Amnesty Internationa- ha attribuito la mancata chiusura di Guantànamo al Congresso, che a sua volta è venuto meno al suo dovere di ottemperare ai principi del diritto internazionale dei diritti umani da applicarsi in questo contesto». «In base al diritto internazionale, le leggi e le politiche nazionali non possono essere invocate per giustificare il mancato rispetto degli obblighi derivanti dai trattati. È un modo inadeguato di rispondere, quello di una branca del governo che addossa a un'altra un fallimento in tema di diritti umani. Il diritto internazionale richiede che siano trovate soluzioni, non alibi»
NUOVI PARTITI ISLAMICI IN LIBIA Primi partiti politici di ispirazione islamica sono stati ufficialmente costituiti in Libia a pochi giorni dall’abrogazione di una legge che dal 1972 vietava la costituzione di formazioni politiche. A vedere la luce sono stati il Partito della riforma e dello sviluppo, guidato da Khaled Al Werchefani, e il Raggruppamento nazionale per la libertà, la giustizia e lo sviluppo di Ali Sallabi. Quest’ultimo, considerato vicino al movimento dei Fratelli musulmani, è visto come il principale e più noto esponente della corrente islamista in Libia e gode del sostegno di diversi paesi arabi, in particolare di alcune monarchie del Golfo. Il partito di Al Werchefani sostiene esplicitamente l’introduzione della legge islamica (sharia) negli ordinamenti del paese ed è stato fondato a Bengasi, culla delle rivolte contro il colonnello Muammar Gheddafi. Questo non ci sembra un effetto positivo della guerra di "liberazione" della Libia da Gheddafi
NIGERIA: TERZO GIORNO CONSECUTIVO SCIOPERO GENERALE OGGI DECISIONE SINDACATI SU STOP PRODUZIONE ED EXPORT PETROLIO
- Terzo giorno consecutivo dello sciopero generale indetto in Nigeria dalle organizzazioni sindacali, con i lavoratori del settore petrolifero che decideranno oggi se interrompere la produzione e l'export. Stamani, circa 2.000 manifestanti si sono riuniti a Lagos, la capitale economica del Paese, erigendo barricate con i pneumatici dati alle fiamme sulle due principali arterie della città. L'agitazione è stata indetta contro il caro-benzina, dopo il taglio delle sovvenzioni statali.
BRASILE PIOGGE E FRANE Le piogge torrenziali che hanno colpito il sud-ovest del Brasile, tra cui lo Stato di Rio de Janeiro, hanno provocato almeno 18 morti. Cinque cadaveri sono stati trovati martedì sotto i calcinacci di un edificio a Sapucaia, nel nord dello Stato di Rio de Janeiro, Le intense piogge e le conseguenti inondazioni hanno colpito in particolare gli stati sud-occidentali di Rio de Janeiro, Espiritu Santo e Minas Gerais, dove migliaia di persone sono state obbligate a lasciare le loro case. Nel Minas Gerais i morti sono già 15, e sono salite a 116 le città che hanno dichiarato lo stato di emergenza. Dall'inizio dell'anno, in Brasile, si stanno verificando due fenomeni climatici completamente opposti: da una parte la pioggia abbondante sul sud-est del Paese, che ha provocato le alluvioni di questi giorni, con morti e decine di migliaia di evacuati; dall'altra, la siccità persistente sull'estremo sud e sul nord-est, quest'ultimo caratterizzato da aree particolarmente aride e desertiche (il cosiddetto sertão). Gli Stati meridionali di Rio Grande do Sul, Santa Catarina e Paraná soffrono per la totale assenza di acqua, ormai da diversi mesi. La situazione più grave, anche per i riflessi sull'economia locale, è forse quella del Rio Grande do Sul, dove è stata calcolata una perdita del 25% della produzione annuale di soia, pari a 1,5 miliardi di dollari, che avrà ripercussioni su quasi 900mila persone. Danni pesantissimi all'agricoltura stanno riguardando anche la confinante Argentina, bersaglio di quella che potrebbe risultare la peggiore siccità degli ultimi 46 anni.
ITALIA
AFFONDA PESCHERECCIO A LARGO LIVORNO, UN MORTO E UN DISPERSO RECUPERATA DAI VIGILI DEL FUOCO UNA TERZA PERSONA VIVA Un peschereccio è affondato a largo di Livorno, davanti alle secche di Vada. Secondo le prime informazioni dei vigili del fuoco, ci sarebbero un morto e un disperso, mentre un terzo membro dell'equipaggio è stato recuperato in vita. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, ci sono unità delle capitanerie di porto
FROSINONE, OPERAIO PROVINCIA INVESTITO DURANTE LAVORI MANUTENZIONE STRADA Era impegnato a tagliare l'erba sul ciglio della strada quando è stato investito da un auto. Si tratta di un dipendente dell'amministrazione provinciale di Frosinone impiegato nella manutenzione della stradale provinciale che collega San Giorgio a Liri a Sant'Apollinare (Frosinone). Questa mattina, poco dopo le 10, l'operaio stava adoperando un decespugliatore quando è stato investito da una Ford Galaxy. Violentissimo è stato l'impatto in seguito al quale l'uomo ha riportato un grosso trauma facciale. Immediati i soccorsi del 118 che hanno fatto atterrare sul posto anche un'eliambulanza a bordo della quale, il ferito è stato trasportato a Roma e resta in prognosi riservata.
SCOPPIA BOMBOLA AD AGRIGENTO, DUE FERITI Due operai sono rimasti feriti, uno dei quali in maniera grave, dopo l'esplosione di una bombola di azoto che alimentava l'impianto di riscaldamento della Provincia e del provveditorato agli studi di Agrigento. Gli operai, sul tetto degli stabili che ospitano l'ufficio tecnico provinciale e il provveditorato agli studi, si stavano occupando della manutenzione dell'impianto quando è avvenuta la deflagrazione. Un operaio sarebbe stato investito in pieno e avrebbe riportato gravi ferite a una mano. I due sono stati trasportati nell'ospedale San Giovanni di Dio. Sono intervenuti i vigili del fuoco.
FINCANTIERI:PROTESTE GENOVA gli operai di fincantieri dopo che nessun risultato è stato raggiunto negli incontri istituzionali hanno bloccato il casello di Genova Aeroporto, lungo l'autostrada A10 poi si sono recati a presidiare i cancelli del cantiere navale iniziando uno sciopero a oltranza PALERMO Circa mille operai del Cantiere navale di Palermo e dell'indotto, secondo la stima degli organizzatori, stanno partecipando alla manifestazione contro il piano da 140 esuberi predisposto da Fincantieri. In testa al corteo, partito dai cancelli dello stabilimento al termine della assemblea di questa mattina, ci sono due striscioni uno del comitato dei disoccupati dell'indotto, l'altro delle Rsu aziendali. Le tute blu, al decimo giorno di sciopero, stanno sfilando per via Duca della Verdura, poi percorreranno via della Libertà, asse principale del centro cittadino, fino alla sede della Prefettura, dove è in programma una riunione sulla vertenza tra la Regione siciliana, i vertici del gruppo Fincantieri e i rappresentanti sindacali. Anche stamane gli operai si erano radunati davanti ai cancelli dello stabilimento per partecipare all'assemblea, convocata dai sindacati per discutere della riunione di ieri al ministero dello Sviluppo economico a Roma. MARGHERA,Sciopero di 4 ore e volantinaggio di protesta, stamane, davanti alla Fincantieri di Marghera promosso dalla Fiom-Cgil contro i tagli allo stabilimento veneziano nel piano di riassetto dell'azienda. I lavoratori sono scesi lungo l'arteria che collega la terraferma al centro storico veneziano provocando disagi al traffico per protestare contro il piano che prevede, per la sola Marghera, il taglio di 150 addetti sui circa mille dipendenti dello stabilimento previsti dal riassetto generale di Fincantieri. Lo sciopero e la protesta sono scattati all'indomani dell'incontro tra lavoratori e Ministero dello sviluppo economici di ieri, a Roma, sulle vertenza Fincantieri.
CROTONE, PROTESTA CONTRO TAGLIO TRENI, OCCUPATI BINARI A CIRÒ MARINA
- Alcune decine di cittadini hanno occupato i binari alla stazione di Cirò Marina, nel crotonese. Protestano contro il taglio dei treni a lunga percorrenza. La manifestazione era in programma ma si sarebbe dovuta svolgere all'esterno della stazione. Invece sono scesi sui binari bloccando la circolazione ferroviaria. Due treni sono coinvolti nel ritardo sulla tratta Crotone- Sibari. Il gruppo Ferrovie dello Stato ha istituito bus sostitutivi. Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine.
Siparietto
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