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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario Fincantieri - operai bloccano l'autostrada a Genova Vietato lo sciopero dei trasporti Assemblea a Geologia lancia campagna di mobilitazione contro la crisi (audio?) Atene: occupata la sede di una radio in solidarietà con i compagni sotto processo Nigeria: sciopero generale represso nel sangue Rapporto di AmnestY i.su Guantanamo a dieci anni dalla sua apertura

FINCANTIERI

Operai in corteo e traffico bloccato anche a Palermo, dove gli operai del cantiere navale e dell'indotto, un migliaio, protestano contro il piano di riorganizzazione del Gruppo che prevede 140 esuberi. Le tute blu sono al decimo giorno di sciopero e un gruppo di studenti universitari si e' affiancato al corteo per portare la propria solidarieta' agli operai. . Anche i lavoratori dei cantieri Baglietto, a Varazze, sempre in Liguria, dopo due anni di trattative, promesse e accordi falliti sono scesi questa mattina per le vie del centro di Varazze, muovendosi verso il palazzo comunale dove hanno richiesto un incontro con il sindaco. "Non siamo disposti a tollerare ulteriori dilazioni di fronte all'offerta del gruppo Azimut-Benetti. Sono due anni che aspettiamo una soluzione della crisi, dopo aver visto fallire innumerevoli trattative per ragioni di volta in volta diverse", questo quanto scritto nei volantini scritti e distribuiti dai 150 operai dei cantieri che non vogliono più prestarsi ai "giochi di potere di Galantini", curatore fallimentare, che cerca di ostacolare l'offerta Azimut. Un altra manifestazione che vuole portare l'attenzione delle istituzioni su una situazione critica, dove, ancora una volta, nessuno si è fatto garante degli impegni presi nei confronti dei lavoratori.

VIETATO A FIRENZE LO SCIOPERO DEI TRASPORTI

Oggi niente sciopero del trasporto pubblico a Firenze. Lo ha deciso la “Commissione di garanzia” (garanzia per chi?) che dopo giorni di inviti a revocare la protesta contro la privatizzazione dell’azienda pubblica fiorentina lunedì da Roma ha emesso un verdetto chiaro: niente sciopero. Il motivo addotto è che la protesta dei lavoratori, annunciata da più di un mese per l’11 gennaio, coincide con una ‘importante manifestazione’ in città. Nella fattispecie ‘Pitti Uomo’, kermesse sulla moda che si svolge da oggi fino al 13 nella Fortezza da Basso. Secondo la legge 146 non si può scioperare in concomitanza con manifestazioni di importanza rilevante, e secondola Commissione (anti) sciopero il business è più rilevante dei diritti dei lavoratori delle due aziende del trasporto di Firenze e dell’hinterland – l’Ataf degli autobus e la Gest per i tram – e anche evidentemente di quei centinaia di migliaia di utenti che il 22 dicembre si sono visti scippare un bene pubblico così importante regalato ai privati da 28 consiglieri del PD e 1 di Sel. Così lunedì sera le Rsu e i dipendenti, riuniti in assemblea all’interno della mensa aziendale di Via dei Mille, hanno deciso la revoca formale dello sciopero, ma la messa in atto di una forma di sciopero bianco che si terrà non solo oggi ma anche giovedì e venerdì. Tre giornate a passo di lumaca e rispettando alla lettera tutte le normative e i regolamenti. Un po' come hanno fatto poche settimane fa i lavoratori delle aziende del trasporto pubblico della Capitale. Con il risultato che il traffico di Firenze verrà comunque bloccato, passeranno molti meno autobus e tram di quelli previsti visto che molti secondo i regolamenti non possono circolare per vari motivi. Non se ne curano il sito dell'Ataf e alcuni media locali che recitano soddisfatti: "Domani trasporto regolare".

"Ci negano il diritto a scioperare; un precedente gravissimo. A questo punto dobbiamo essere compatti, provare a farci sentire lo stesso" è il messaggio che i lavoratori vogliono comunque lanciare. Forse organizzando un sit in davanti all’ingresso della Fortezza da Basso. Intanto Firenze verrà tappezzata da migliaia di adesivi che ritraggono il sindaco privatizzatore Matteo Renzi con le sembianze di un neonato intento a giocare con un autobus. E la scritta: "L'Ataf non è un balocco. Non si vende".

Assemblea a Geologia dei collettivi universitari autoorganizzati Un nuovo anno è appena iniziato, ma non certo sotto i migliori auspici: tagli, rincari, lacrime e sangue continuano ad essere all'ordine del giorno, e nei prossimi mesi sentiremo questo peso crescere continuamente sulle nostre spalle. Aumentano le bollette, i ticket sanitari, le tariffe dei trasporti pubblici, la benzina e di conseguenza i prezzi di ogni tipo di merce; aumenta anche l'età pensionabile. C'è però anche qualcosa che diminuisce, ovvero l'offerta di servizi e i salari di chi ancora un lavoro ce l'ha. Durante un'affollata assemblea tenutasi all'università il 14 dicembre è emersa unanime la volontà di rispondere a questo violento attacco alle condizioni di vita di tutti e tutte noi. Si è parlato da un lato di campagne di controinformazione e sensibilizzazione, e dall'altro della necessità di azioni dirette di riappropriazione di reddito; due aspetti da far correre insieme, rafforzando costantemente l'uno con l'altro. Invitiamo quindi tutte le realtà e i/le singol* interessat* a una nuova assemblea alla Sapienza mercoledì 11 gennaio alle 16.30, per affrontare più nel dettaglio le idee concrete per lo svolgimento di queste campagne, in particolar modo quella molto urgente sulla questione dei trasporti pubblici, e per avviare finalmente nei prossimi mesi un ciclo di lotte che sappia riportare il tema della riappropriazione al centro del dibattito pubblico, non solo di movimento.

Collettivi Autorganizzati della Sapienza

ESTERI Atene: occupata la sede di una radio in solidarietà con i compagni sotto processo

Circa 30 antiautoritari hanno invaso ieri poco dopo le 10 la stazione radio "Flash" nel sobborgo ateniese di Maroussi. Gli occupanti hanno interrotto la trasmissione di Nikos Evangelatos (?) e, impadronitisi del microfono, hanno letto comunicati a sostegno dei detenuti del carcere di Korydallos, appartenenti all’organizzazione Lotta Rivoluzionaria e il cui processo è attualmente in corso. Successivamente le trasmissioni sono riprese regolarmente con il notiziario delle 11.30 durante il quale uno degli occupanti è intervenuto come ospite. Sul posto sono accorse numerose unità di polizia, nonostante dalla radio non fosse arrivata nessuna richiesta in tal senso. Intorno alle 14.30 decine di poliziotti in tenuta antisommossa e due Procuratori hanno fatto irruzione nell’edificio arrestando tutti i compagni che vi si trovavano. Nessuna richiesta di intervento è stata fatta dai proprietari della radio, né ai giudici né alla polizia, e quindi questo è stato operato “d’ufficio” con l’accusa, che rientra nella recente legge antiterrorismo (la terza) di “azioni terroristiche e uso illegale della forza”.

LO SCIOPERO GENERALE IN NIGERIA REPRESSO NEL SANGUE Terzo giorno di sciopero generale in Nigeria, con proteste che coinvolgono decine di migliaia di persone, contro la decisione del governo di eliminare i sussidi per gli importatori di carburante che ha causato il raddoppio dei prezzi della benzina nell’arco di un solo giorno con notevoli ripercussioni sui trasporti e sui generi di prima necessità. La Nigeria, un paese di oltre 160 milioni di abitanti (il settimo più popoloso del mondo), è la seconda economia più grande dell’Africa dopo il Sudafrica. Il governo ha detto che sfrutterà le maggiori entrate che vengono dall’abolizione dei sussidi, oltre 4,5 miliardi di euro l’anno, in strade, ferrovie e programmi contro la povertà, ma i sindacati hanno indetto uno sciopero generale a oltranza contro il governo guidato dal presidente Goodluck Jonathan. Ai cinque morti seguiti ai violenti scontri con la polizia del 9 gennaio (che secondo fonti locali sarebbero invece 11) se ne sono aggiunti tre ieri oltre a decine di feriti. La situazione più difficile è nella capitale Lagos dove si sono avute due vittime. Nonostante l'appello alla calma e alla protesta pacifica di Owei Lakemfa, segretario generale del National labour congress (Nlc), il principale del Paese, la situazione non sembra offrire prospettive di accordo, dal momento che la popolazione non presta fede alle dichiarazioni populiste del governo per cercare di placare gli animi. Intanto le ambasciate occidentali raccomandano ai connazionali di limitare gli spostamenti e adottare non meglio precisate misure di sicurezza. Da ieri è anche difficile partire dalla Nigeria o arrivarci: quasi tutte le principali compagnie internazionali hanno sospeso i collegamenti con gli scali di Lagos e Abuja da cui partono quasi tutti i voli internazionali.

LA CRISI FINANZIARIA DELLA GRECIA PORTA ALLA DISPERAZIONE I GENITORI

Una mattina di qualche settimana prima di Natale una maestra d'asilo ad Atene ha trovato una biglietto sul cappotto di una sua alunna di quattro anni: "Non voglio venire a prendere oggi Anna, perché non posso permettermi di prendermi cura di lei", si legge. "Per favore, abbiatene cura. Mi dispiace. Sua madre."

Negli ultimi due mesi Padre Antonios, un giovane prete ortodosso che gestisce un centro giovanile per i poveri della città, ha trovato quattro bambini alla sua porta - tra cui un neonato. Un’altra bambina di due anni è stata portata dal prete e la madre ha detto di essere disoccupata e senzatetto, dopo di che è spartita lasciando la figlia. Un'altra opera assistenziale è stata contattata da una coppia i cui gemelli sono in ospedale per malnutrizione, perché la madre stessa è malnutrita e non riesce ad allattarli. Casi come questo sono ritenuti dai Greci cose da Terzo Mondo che non dovrebbero accadere nelle loro città e scioccano un paese dove i legami familiari sono forti, e l'incapacità di occuparsi dei figli è socialmente inaccettabile . Richieste di assistenza c’erano anche prima della crisi, ma i bambini non venivano mai abbandonati. Emblematico il caso di Maria, madre di una bambina di otto anni, che era costretta a lasciare per ore sua figlia sola mentre girava per tutta la città in cerca di lavoro. Alla fine, dopo essere dimagrita 25 chili, ha deciso di affidare la piccola ad un ente di assistenza “SOS Villaggio dei bambini” perché il lavoro in un caffè, 20 euro al giorno, non le permette di mantenerla. I genitori, spiega il direttore del centro, vengono a trovare i loro bambini e sperano di riprenderli quando le cose miglioreranno. In passato, ha spiegato, gli affidi erano dovuti soprattutto a problemi di droga o di alcolismo in famiglia, ma ora il problema principale è la povertà.

Tuttavia, le donazioni sono in calo e le associazioni di beneficenza ora devono pagare le tasse mentre una volta erano esenti. "Associazioni umanitarie come la nostra stanno facendo il 50% del lavoro che lo Stato greco dovrebbe fare e invece di ringraziarci ci stanno penalizzando", dice il direttore di SOS Villaggi dei Bambini, George Protopapas. Gli psicologi sono concordi che questi “abbandoni”, anche se dettati dal bisogno e dolorosissimi per i genitori, sono fonte di gravi disturbi bei bambini che si ripercuoteranno sulla loro vita futura. Sarebbe necessario ogni sforzo per mantenere i piccoli nella loro famiglia assicurando loro però il necessario. Le situazioni più drammatiche si registrano ad Atene, sia per l'allentamento dei legami familiari e di vicinato, sia per l'impossibilità di sostenersi in qualche modo come avviene nelle campagne.

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

Aperto da andrea alle ore 11.00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI SIRIA: OSSERVATORE ARABO SI RITIRA, 'SERVIVO REGIMÈ

IRAN: UCCISO A TEHERAN SCIENZIATO NUCLEARE, QUARTO DA GENNAIO

GUANTANAMO: AMNESTY INTERNATIONAL, 10 ANNI

NUOVI PARTITI ISLAMICI IN LIBIA Primi partiti politici di ispirazione islamica sono stati ufficialmente costituiti in Libia a pochi giorni dall’abrogazione di una legge che dal 1972 vietava la costituzione di formazioni politiche. A vedere la luce sono stati il Partito della riforma e dello sviluppo, guidato da Khaled Al Werchefani, e il Raggruppamento nazionale per la libertà, la giustizia e lo sviluppo di Ali Sallabi. Quest’ultimo, considerato vicino al movimento dei Fratelli musulmani, è visto come il principale e più noto esponente della corrente islamista in Libia e gode del sostegno di diversi paesi arabi, in particolare di alcune monarchie del Golfo. Il partito di Al Werchefani sostiene esplicitamente l’introduzione della legge islamica (sharia) negli ordinamenti del paese ed è stato fondato a Bengasi, culla delle rivolte contro il colonnello Muammar Gheddafi. Questo non ci sembra un effetto positivo della guerra di "liberazione" della Libia da Gheddafi

NIGERIA: TERZO GIORNO CONSECUTIVO SCIOPERO GENERALE OGGI DECISIONE SINDACATI SU STOP PRODUZIONE ED EXPORT PETROLIO

BRASILE PIOGGE E FRANE Le piogge torrenziali che hanno colpito il sud-ovest del Brasile, tra cui lo Stato di Rio de Janeiro, hanno provocato almeno 18 morti. Cinque cadaveri sono stati trovati martedì sotto i calcinacci di un edificio a Sapucaia, nel nord dello Stato di Rio de Janeiro, Le intense piogge e le conseguenti inondazioni hanno colpito in particolare gli stati sud-occidentali di Rio de Janeiro, Espiritu Santo e Minas Gerais, dove migliaia di persone sono state obbligate a lasciare le loro case. Nel Minas Gerais i morti sono già 15, e sono salite a 116 le città che hanno dichiarato lo stato di emergenza. Dall'inizio dell'anno, in Brasile, si stanno verificando due fenomeni climatici completamente opposti: da una parte la pioggia abbondante sul sud-est del Paese, che ha provocato le alluvioni di questi giorni, con morti e decine di migliaia di evacuati; dall'altra, la siccità persistente sull'estremo sud e sul nord-est, quest'ultimo caratterizzato da aree particolarmente aride e desertiche (il cosiddetto sertão). Gli Stati meridionali di Rio Grande do Sul, Santa Catarina e Paraná soffrono per la totale assenza di acqua, ormai da diversi mesi. La situazione più grave, anche per i riflessi sull'economia locale, è forse quella del Rio Grande do Sul, dove è stata calcolata una perdita del 25% della produzione annuale di soia, pari a 1,5 miliardi di dollari, che avrà ripercussioni su quasi 900mila persone. Danni pesantissimi all'agricoltura stanno riguardando anche la confinante Argentina, bersaglio di quella che potrebbe risultare la peggiore siccità degli ultimi 46 anni.

ITALIA

AFFONDA PESCHERECCIO A LARGO LIVORNO, UN MORTO E UN DISPERSO RECUPERATA DAI VIGILI DEL FUOCO UNA TERZA PERSONA VIVA Un peschereccio è affondato a largo di Livorno, davanti alle secche di Vada. Secondo le prime informazioni dei vigili del fuoco, ci sarebbero un morto e un disperso, mentre un terzo membro dell'equipaggio è stato recuperato in vita. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco, ci sono unità delle capitanerie di porto

FROSINONE, OPERAIO PROVINCIA INVESTITO DURANTE LAVORI MANUTENZIONE STRADA Era impegnato a tagliare l'erba sul ciglio della strada quando è stato investito da un auto. Si tratta di un dipendente dell'amministrazione provinciale di Frosinone impiegato nella manutenzione della stradale provinciale che collega San Giorgio a Liri a Sant'Apollinare (Frosinone). Questa mattina, poco dopo le 10, l'operaio stava adoperando un decespugliatore quando è stato investito da una Ford Galaxy. Violentissimo è stato l'impatto in seguito al quale l'uomo ha riportato un grosso trauma facciale. Immediati i soccorsi del 118 che hanno fatto atterrare sul posto anche un'eliambulanza a bordo della quale, il ferito è stato trasportato a Roma e resta in prognosi riservata.

SCOPPIA BOMBOLA AD AGRIGENTO, DUE FERITI Due operai sono rimasti feriti, uno dei quali in maniera grave, dopo l'esplosione di una bombola di azoto che alimentava l'impianto di riscaldamento della Provincia e del provveditorato agli studi di Agrigento. Gli operai, sul tetto degli stabili che ospitano l'ufficio tecnico provinciale e il provveditorato agli studi, si stavano occupando della manutenzione dell'impianto quando è avvenuta la deflagrazione. Un operaio sarebbe stato investito in pieno e avrebbe riportato gravi ferite a una mano. I due sono stati trasportati nell'ospedale San Giovanni di Dio. Sono intervenuti i vigili del fuoco.

FINCANTIERI:PROTESTE GENOVA gli operai di fincantieri dopo che nessun risultato è stato raggiunto negli incontri istituzionali hanno bloccato il casello di Genova Aeroporto, lungo l'autostrada A10 poi si sono recati a presidiare i cancelli del cantiere navale iniziando uno sciopero a oltranza PALERMO Circa mille operai del Cantiere navale di Palermo e dell'indotto, secondo la stima degli organizzatori, stanno partecipando alla manifestazione contro il piano da 140 esuberi predisposto da Fincantieri. In testa al corteo, partito dai cancelli dello stabilimento al termine della assemblea di questa mattina, ci sono due striscioni uno del comitato dei disoccupati dell'indotto, l'altro delle Rsu aziendali. Le tute blu, al decimo giorno di sciopero, stanno sfilando per via Duca della Verdura, poi percorreranno via della Libertà, asse principale del centro cittadino, fino alla sede della Prefettura, dove è in programma una riunione sulla vertenza tra la Regione siciliana, i vertici del gruppo Fincantieri e i rappresentanti sindacali. Anche stamane gli operai si erano radunati davanti ai cancelli dello stabilimento per partecipare all'assemblea, convocata dai sindacati per discutere della riunione di ieri al ministero dello Sviluppo economico a Roma. MARGHERA,Sciopero di 4 ore e volantinaggio di protesta, stamane, davanti alla Fincantieri di Marghera promosso dalla Fiom-Cgil contro i tagli allo stabilimento veneziano nel piano di riassetto dell'azienda. I lavoratori sono scesi lungo l'arteria che collega la terraferma al centro storico veneziano provocando disagi al traffico per protestare contro il piano che prevede, per la sola Marghera, il taglio di 150 addetti sui circa mille dipendenti dello stabilimento previsti dal riassetto generale di Fincantieri. Lo sciopero e la protesta sono scattati all'indomani dell'incontro tra lavoratori e Ministero dello sviluppo economici di ieri, a Roma, sulle vertenza Fincantieri.

CROTONE, PROTESTA CONTRO TAGLIO TRENI, OCCUPATI BINARI A CIRÒ MARINA

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