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Appunti e note redazionali

Fonti

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Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

BRASILE: LA POLIZIA MILITARE ATTACCA SFRATTATI DI SAN PAOLO PER SGOMBERARLI

Circa 9000 persone senza casa della comunità di Pinheirinho, a San Paolo, sono state sorprese la notte scorsa dalla polizia militare che le sta sfrattando dal terreno che occupano (già di proprietà di una società fallita da otto anni). Alle ore 6 locali circa duemila soldati hanno invaso il terreno con elicotteri, gas irritanti e lacrimogeni e proiettili di gomma. La zona è sotto assedio e non è possibile quindi conoscere il numero di feriti o uccisi, anche se un giornale locale parla di 7 morti e 100 feriti. Gli abitanti dei quartieri vicini stanno solidarizzando con gli sfrattati, in diverse zone della città ci sono stati scontri con la polizia e sono state bruciate auto. Delle 9000 persone che vivono a Pinhirinho, almeno 2600 sono bambini e l’occupazione, negli anni, si è sviluppata con case di fortuna. Le duemila famiglie ritengono illegale lo sfratto dopo che era stato sospeso temporaneamente dal governo statale e da quelli locali all’indomani della richiesta dei nuovi proprietari di tornare in possesso dell'area. L’avvocato dei residenti, Antonio Ferreira, che è stato ferito alla schiena e in altre parti del corpo da pallottole di gomma mentre si avvicinava per parlare con la polizia militare, ha dichiarato che è stato presentato ricorso per la sospensione permanente dello sfratto. Ferreira ha detto che i residenti non rinunceranno mai all’obiettivo di veder riconosciuto il loro diritto a una casa. Nei giorni scorsi la situazione era già molto tesa e le famiglie si erano armate di bastoni e avevano eretto barricate per fronteggiare l’intervento della polizia, decisi a non abbandonare la terra che i vecchi proprietari avevano lasciato anni fa, ma non si aspettavano un attacco così violento e feroce.

EGITTO: PROSSIMA LIBERAZIONE DI QUASI 2.000 PRIGIONIERI (redaz. ROR)

Il generale Muhammad Hussein al-Tantawi, a capo del Consiglio supremo delle forze armate (SCAF), ha ordinato sabato scorso [21 gennaio, ndr] il rilascio di 1959 prigionieri incarcerati e sottoposti nei mesi passati a processi nei tribunali militari. Tra questi anche il noto attivista e blogger egiziano Meikel Nabil Sanad, arrestato lo scorso mese di marzo con l’accusa di aver insultato l’esercito. L’incarcerazione era avvenuta dopo che Meikel aveva postato sul suo blog un dossier sulle responsabilità dei militari nella dura repressione subita dalla popolazione egiziana nelle settimane a cavallo tra gennaio e febbraio scorsi. Un rilascio di massa di questa portata non ha precedenti in questi ultimi dodici mesi. L’iniziativa promossa dal Consiglio militare non mette tuttavia in discussione una prassi oramai consolidata in Egitto: ossia quella di far giudicare dei civili presso tribunali militari. Un fenomeno che si è fortemente incrementato proprio nei mesi successivi alla caduta del ra’is (si stimano all’incirca 12 mila processi contro civili dall’allontanamento di Mubarak) e che ha provocato un esteso quanto diversificato movimento di protesta, in Egitto come all’estero. A pochi giorni dalle manifestazioni previste per il prossimo 25 gennaio in tutto il paese, la decisione presa sabato scorso sembra più che altro un gesto distensivo del Consiglio militare, volto ad accrescere la propria legittimazione di fronte ad un’opinione pubblica egiziana ed internazionale sempre più critica. I tentativi promossi negli ultimi giorni dai militari per “appropriarsi della rivoluzione” hanno infatti creato un forte malcontento nelle piazze egiziane. Il Consiglio militare intende partecipare attivamente alle celebrazioni che si stanno organizzando in vista del prossimo anniversario della rivolta, con parate militari e il coinvolgimento dell’aviazione egiziana. Il modello dovrebbe essere quello delle celebrazioni nazionali che annualmente si fanno ogni 6 ottobre, in ricordo della vittoria nel Sinai contro l’esercito israeliano avvenuta nel 1973. Molti attivisti nelle scorse settimane hanno descritto queste iniziative come un maldestro tentativo delle alte sfere militare per cancellare le responsabilità che queste hanno avuto nei numerosi bagni di sangue subiti dalla piazza nei mesi passati. L’annunciato rilascio di questi prigionieri non ferma le mobilitazioni nate all’interno delle carceri negli ultimi mesi, indicative invece di un costante fermento politico che si sta organizzando. L’ultimo e più eclatante esempio è avvenuto venerdì scorso [20 gennaio, ndr]. Ventidue tra gli ufficiali arrestati negli scorsi mesi, per aver sostenuto i manifestanti in piazza e criticato l’atteggiamento dello SCAF, hanno cominciato uno sciopero della fame per comunicare il loro sostegno alla sollevazione popolare. Questo gruppo, definitosi di “Ufficiali liberi”, contesta l’atteggiamento autoritario del Consiglio militare nell’era post-Mubarak, e chiede il passaggio immediato di poteri ad un’autorità civile. Si è riunita oggi per la prima volta al Cairo la nuova Assemblea del Popolo (Camera bassa) uscita dalle elezioni legislative egiziane che si sono svolte in tre fasi tra la fine di novembre e l’inizio di gennaio (a fine mese sono previste le elezioni della Shura, l’Assemblea consultiva). Come primo compito la nuova Assemblea dovrà eleggere il suo presidente, che sarà Mohamed Saad el Katatni della lista “Giustizia e Libertà” dei Fratelli musulmani uscita largamente vincente dal voto.

COLOMBIA: BILANCIO DRAMMATICO DEI CRIMINI CONTRO GLI OPPOSITORI

La Colombia continua ad essere il paese in cui si conta il numero più alto di omicidi di sindacalisti, almeno 175 negli ultimi tre anni, violazioni che hanno tra l’altro motivato il ritardo di cinque anni della ratifica del Trattato di libero commercio sottoscritto nel 2006 con gli Stati Uniti. Secondo l’organizzazione ‘Human Rights Watch’, dal 1986 sono stati 2900 i sindacalisti assassinati in tutto il paese: dal 2007, anno in cui è stata creata un’unità speciale della procura per indagare su queste violenze, al maggio scorso le condanne sono state appena sei.

LIBIA: NUOVO ACCORDO CON L'ITALIA

Cambiare tutto perché nulla cambi davvero. Questo potrebbe essere il titolo del racconto della visita del primo ministro italiano Mario Monti in Libia, il 21 gennaio scorso. Ancora una volta, come accade da più di cento anni, la ‘quarta sponda’ del Mediterraneo per i governi di Roma è solo un affare. Un contratto, l’ennesimo. Questa volta si chiama Tripoli Declaration, tre anni e mezzo fa si chiamava Trattato di Amicizia, firmato a Bengasi, dal governo Belusconi. Mentre Monti e al Qeeb si incontravano all’hotel Rixos di Tripoli, infatti, Mustafa Abd al-Jalīl, leader del Consiglio Nazionale di Transizione che ha guidato l’insurrezione, è stato messo in salvo dalle guardie del corpo perché a Bengasi lo stavano linciando. I veterani della rivoluzione vogliono il potere. Tutto qua. Solo che sono divisi e armati fino ai denti. Oggi 23 gennaio 2012 si è registrato il primo assalto in piena regola dei vecchi lealisti al nuovo governo. Almeno 4 morti e 20 feriti a Bani Walid, abbandonata al suo destino. Un trattato importante, allora, diventa un mero ‘compromesso’ di accordo definitivo. Un paletto, che Roma ha voluto puntellare rispetto alle politiche britanniche e francesi. Monti, non a caso, il 21 gennaio è arrivato a Tripoli un’ora dopo il vero leader, l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni. ”Siamo ai livelli di produzione di gennaio 2011”, dichiara tronfio l’ad del gigante petrolifero italiano. Questo era importante, non tagliare fuori l’Eni e le altre aziende italiane. Che si impegna a costruire asili e scuole, come ha promesso in altri paesi. Senza farlo. Delusi coloro che si aspettavano dal primo ministro Monti un moto di civiltà rispetto alla parte più becera del Trattato firmato da Berlusconi: i respingimenti. Esseri umani ributtati nelle braccia dei trafficanti, collusi con la polizia libica, tra violazioni feroci dei diritti umani. E nessuna parola sui 7mila detenuti politici, ritenuti fedeli a Gheddafi, che Amnesty International continua a reclamare nei tribunali per processi rispettosi dei diritti umani.

ITALIA

Condanne per la evasione dal CIE di Torino (audio ROR)

Sono stati colpiti da condanne dai 5 ai 10 mesi di detenzione, per resistenza e lesioni, 10 dei 22 evsai dal CIe di Torino nel mese di settembre scorso, arrestati dopo pochi giorni. Intanto ieri, dopo un partecipato presidio davanti al CIE, diversi reclusi sono entrati in sciopero della fame.

MILANO: Protesta dei licenziati Servirail, scende uno degli operai scende dalla torre

Giuseppe Gison, uno degli 800 lavoratori licenziati da Servirail, è sceso dalla torre faro della stazione centrale di Milano. Lo ha fatto a quarantaquattro giorni di distanza da quando, con Oliviero Cassini e Carmine Rotatore, aveva deciso di salire sul traliccio ferroviario per protestare contro la decisione di Trenitalia di abolire i treni notte e dare il via ai licenziamenti in tutta Italia. “Fisicamente sto bene – ha detto al telefono Gison – ho avuto qualche piccolo problema di deambulazione, ma sono sceso soprattutto per problemi di comunicazione con i colleghi che stanno alla base del presidio”. Il lavoratore licenziato lo scorso dicembre ha anche confermato la sua volontà di proseguire nella protesta dal presidio permanente ai piedi della torre dove continuano a stare Cassini e Rotatore.

FIUMICINO: ANCORA IN LOTTA I 76 OPERAI ARGOL/ALITALIA MINACCIATI DI LICENZIAMENTO (audio ROR)

SCIOPERO TASSISTI E BLOCCHI DEI TIR

Proteste in tutta Italia nel settore dei trasporti: sciopero dei taxi e blocchi di autotrasportatori da nord a sud. Per quanto riguarda i tassisti, in mobilitazione contro la liberalizzazione del settore, manifestazioni si registrano in diverse città italiane: A Roma si sono radunati al circo Massimo, cortei lumaca invece a Bologna e Bari, mentre a Milano si sono radunati davanti allo stadio di San Siro, dove è in corso un presidio con assemblea. Lo sciopero è stato promosso da tutte 23 le organizzazioni di settore. Nel mirino dei tassisti soprattutto l’istituzione dell’Autorithy, che si dovrà occupare di stabilire il numero delle licenze e le tariffe.

SICILIA: IL MOVIMENTO DEI FORCONI RIFIUTA I FASCISTI E LE STRUMENTALIZZAZIONI

Il c.d. "movimento dei forconi" ha deciso di sospendere i blocchi dopo l’incontro di ieri con alcuni deputati dell’Assemblea regionale siciliana, giudicato però insoddisfacente: annunciata per mercoledì una manifestazione a Palermo e non più a Roma. “Non vogliamo farci strumentalizzare da nessuno – ha detto Mariano Ferro, uno dei leader del movimento – e per questo andiamo deciso di cambiare programma. Abbiamo proposto ai deputati dell’ Ars di andare loro a Roma a riferire le nostre rivendicazioni, noi invaderemo Palermo con una manifestazione che partirà da via Libertà fino a Palazzo dei Normanni, dove resteremo fino a quando non avremo ottenuto risultati concreti”. Gli agricoltori manifesteranno in concomitanza all’incontro tra il governatore siciliano Lombardo e Mario Monti nello stesso giorno. Le accuse del movimento sono soprattutto contro la presenza all’interno delle proteste dei fascisti di Forza Nuova guidati da Martino Morsello, che si autodefinisce portavoce del movimento, dal quale però ieri è stato espulso. Quanto al governo, “Non saranno tollerati i blocchi stradali” ha detto il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri.

ITALIA: Fallimenti in forte aumento: +7,4%

La crisi si aggrava e le statistiche sui fallimenti registrati l’anno scorso in Italia sono 12.094 (+7,4% rispetto al 2010), Sono i dati della Cerved, agenzia di rating, secondo i quali per crack aziendali dal 2009 si sono persi oltre 300mila posti di lavoro. Gli oltre 12mila fallimenti complessivi del 2011 rappresentano il massimo registrato in un singolo anno da quando nel 2006 è stata riformata la disciplina fallimentare. “Un dato che sebbene non superi in termini assoluti il record toccato nel 2005, quando ancora potevano accedere alle procedure anche le microimprese, evidenzia ripercussioni più gravi rispetto al passato vista la maggiore dimensione media delle imprese coinvolte, i costi in termini di posti di lavoro persi e la ricchezza non prodotta, significativamente maggiore.

ISOLA DEL GIGLIO: INQUINAMENTO GIA' IN CORSO, SECONDO IL MINISTRO

La contaminazione ambientale determinata dall'incidente all'Isola del Giglio e' gia' in atto. Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, a margine di un convegno a Milano. 'Stiamo cercando di impedire - ha detto il ministro - che ci sia una fuoriuscita di carburante, con un impatto devastante sull'ambiente. Le operazioni sono gestite dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, io non sono in grado di fare previsioni sui tempi' .

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ESTERI

Brasile: la resistenza di Pinheirinho

Circa 9000 persone senza casa della comunità di Pinheirinho, a San Paolo, sono state sorprese la notte scorsa dalla polizia militare che le sta sfrattando dal terreno che occupano (già di proprietà di una società fallita da otto anni). Alle ore 6 locali circa duemila soldati hanno invaso il terreno con elicotteri, gas irritanti e lacrimogeni e proiettili di gomma. La zona è sotto assedio e non è possibile quindi conoscere il numero di feriti o uccisi, anche se un giornale locale parla di 7 morti e 100 feriti. Gli abitanti dei quartieri vicini stanno solidarizzando con gli sfrattati, in diverse zone della città ci sono stati scontri con la polizia e sono state bruciate auto. Delle 9000 persone che vivono a Pinhirinho, almeno 2600 sono bambini e l’occupazione, negli anni, si è sviluppata con case di fortuna. Le duemila famiglie ritengono illegale lo sfratto dopo che era stato sospeso temporaneamente dal governo statale e da quelli locali all’indomani della richiesta dei nuovi proprietari di tornare in possesso dell'area. L’avvocato dei residenti, Antonio Ferreira, che è stato ferito alla schiena e in altre parti del corpo da pallottole di gomma mentre si avvicinava per parlare con la polizia militare, ha dichiarato che è stato presentato ricorso per la sospensione permanente dello sfratto. Ferreira ha detto che i residenti non rinunceranno mai all’obiettivo di veder riconosciuto il loro diritto a una casa. Nei giorni scorsi la situazione era già molto tesa e le famiglie si erano armate di bastoni e avevano eretto barricate per fronteggiare l’intervento della polizia, decisi a non abbandonare la terra che i vecchi proprietari avevano lasciato anni fa, ma non si aspettavano un attacco così violento e feroce.

COLOMBIA

ITALIA

Protesta Servirail, Giuseppe Gison scende dalla torre

Giuseppe Gison, uno degli 800 lavoratori licenziati da Servirail, è sceso dalla torre faro della stazione centrale di Milano. Lo ha fatto a quarantaquattro giorni di distanza da quando, con Oliviero Cassini e Carmine Rotatore, aveva deciso di salire sul traliccio ferroviario per protestare contro la decisione di Trenitalia di abolire i treni notte e dare il via ai licenziamenti in tutta Italia.

“Fisicamente sto bene – ha detto al telefono Gison – ho avuto qualche piccolo problema di deambulazione, ma sono sceso soprattutto per problemi di comunicazione con i colleghi che stanno alla base del presidio”.

Il lavoratore licenziato lo scorso dicembre ha anche confermato la sua volontà di proseguire nella protesta dal presidio permanente ai piedi della torre dove continuano a stare Cassini e Rotatore.

Fallimenti in forte aumento in Italia: + 7,4 percento secondo i dati Cerved

La crisi morde e le statistiche sui fallimenti registrati l’anno scorso in Italia portano a quota 12.094 (+7,4 percento rispetto al 2010), il massimo da quando è stata riformata la disciplina. Lo affermano dati Cerved, agenzia di rating, secondo i quali per crack aziendali dal 2009 si sono persi oltre 300mila posti di lavoro.

Gli oltre 12mila fallimenti complessivi del 2011 rappresentano il massimo registrato in un singolo anno da quando nel 2006 è stata riformata la disciplina fallimentare. “Un dato – afferma Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group – che sebbene non superi in termini assoluti il record toccato nel 2005, quando ancora potevano accedere alle procedure anche le microimprese, evidenzia ripercussioni più gravi rispetto al passato vista la maggiore dimensione media delle imprese coinvolte, i costi in termini di posti di lavoro persi e la ricchezza non prodotta, significativamente maggiore”.

NAVE AFFONDATA: CLINI, CONTAMINAZIONE GIA' IN ATTO

La contaminazione ambientale determinata dall'incidente all'Isola del Giglio e' gia' in atto. Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, a margine di un convegno a Milano. 'Stiamo cercando di impedire - ha detto il ministro - che ci sia una fuoriuscita di carburante, con un impatto devastante sull'ambiente. Le operazioni sono gestite dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, io non sono in grado di fare previsioni sui tempi' .

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gror120123 (last edited 2012-01-23 19:00:54 by anonymous)