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APPELLO SINISTRA MILANO PER LIBERTÀ ARRESTATI (ANSA) - MILANO, 2 FEB - «Il movimento No Tav non deve essere criminalizzato»: parte da questa richiesta l'appello di una serie di esponenti del mondo della sinistra - politici locali, esponenti del mondo della cultura e dell'Arci - che chiede la libertà per Niccolò, Maurizio, Lollo, Marcelo e per tutti i No Tav, arrestati lo scorso 26 gennaio nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Torino sugli scontri dell'estate scorsa. L'appello è stato firmato, tra gli altri, dal presidente del Consiglio comunale di Milano Basilio Rizzo (Fds), da Antonello Patta del comitato politico nazionale del Prc, dalla capogruppo di Sel in Regione Lombardia Chiara Cremonesi, da Vittorio Agnoletto, dal regista teatrale Renato Sarti, dallo scrittore Marco Philopat e dai gruppi musicali Assalti Frontali e Punkreas. «La battaglia per la salvaguardia dei beni comuni» che in Val Susa viene portata avanti, è scritto nel documento, «non è riconducibile in alcun modo a una mera questione d'ordine pubblico», mentre «quest'operazione rischia seriamente di indurre questo equivoco». Ecco perchè i firmatari si dicono «preoccupati per il clima che questo tipo di operazioni può contribuire a creare nel Paese, nella situazione di crisi diffusa e con diverse situazioni socialmente complesse in corso». Il rischio, concludono, è che «si lasci intendere un messaggio di normalizzazione del conflitto e di volontà di chiudere gli spazi di agibilità politica» |
Gr 19:30
Sommario
In primo Piano
Editoriale
NOTIZIE BREVI
ESTERI
ITALIA
Gr 13:00
In primo Piano
NOTIZIE BREVI
ESTERI RAGAZZO SUICIDA CON FUOCO, SCONTRI DOPO FUNERALE IL SUICIDIO PER PROTESTA CONTRO la RIMOZIONE del BANCO Al MERCATO (ANSA) - ALGERI, 2 FEB - Violenti disordini nella città algerina di Tiaret dopo la sepoltura di un ragazzo di 22 anni, Gacem Hicham, venditore ambulante, morto dopo essersi dato fuoco per protestare contro l'ordine di rimuovere il suo banco da un mercatino rionale. La vicenda del ragazzo ricorda quella di Mohammed Bouazizi, l'ambulante tunisino di Sidi Bouzid che, nel dicembre del 2010, si diede fuoco per protesta e la cui morte diede il via alla rivolta che causò la fine della dittatura di Zine El Abidine Ben Ali. I manifestanti hanno attaccato, con sassaiole, edifici pubblici e la sede di una radio locale, abbattendo i pali della segnaletica pubblica. Le forze di sicurezza - intervenute con unità anti-sommossa - hanno cercato di isolare le frange più violente dei manifestanti, anche lanciando delle granate lacrimogene. Secondo il quotidiano El Watan, il bilancio degli scontri è di venti feriti tra le forze dell'ordine e quattro tra i manifestanti. A causa dei disordini, molti esercizi pubblici di Tiaret hanno chiuso, così come gli uffici pubblici.
SUDAFRICA: UNA CONDANNA ESEMPLARE CONTRO LO “STUPRO CORRETTIVO” Sono stati condannati a 18 anni di carcere i quattro uomini che nel Febbraio 2006, a Khayelitsha vicino a Città del Capo, in Sudafrica, ammazzarono con nove coltellate Zoliswa Nkonyana, dopo averla lapidata.Il motivo dell’agguato fu la condotta dichiaratamente omosessuale della diciannovenne. In Sudafrica la Costituzione protegge le persone in base all’orientamento sessuale, ma di fatto l’omofobia non è tollerata. Già a Dicembre Human Rights Watch aveva denunciato i maltrattamenti nei confronti degli omosessuali, nonostante le leggi liberali vigenti nel paese. All’esterno del tribunale di Città del Capo, una folla di giovani attivisti ha esultato per la sentenza. Per il patrigno di Zoliswa, Gcimunzi Mandindi, il verdetto è “una lezione importante per il paese.” “Dopo sei anni di processo, 50 rinvii, accuse cadute, nuovi indizi e nuovi sospetti, ci sentiamo finalmente meglio, liberi, e forse riusciremo anche a dimenticare”, ha dichiarato ai fotografi e ai giornalisti accorsi a raccogliere le sue reazioni. Zoliswa è diventata il simbolo della lotta di gay, bisessuali e transessuali in Sudafrica, spesso vittime di crimini odiosi. Jayne Arnott di Triangle Project ha dichiarato al canale televisivo News24, che la Corte nei prossimi mesi dovrà giudicare altri quattro, o forse più, casi simili a quello di Zoliswa. Molti di questi, ha continuato la Arnott, sono ascrivibili all’odiosa categoria degli “stupri correttivi”, ovvero quando una donna viene ripetutamente violentata da una banda di uomini per "guarirla" dalla sua omosessualità. Secondo fonti sicure, oltre trenta donne sono morte negli ultimi dieci anni per le conseguenze di questa pratica, e per la Fondazione “Luleki Sizwe”, che si occupa proprio di sostenere le vittime dello stupro correttivo, ogni settimana non meno di dieci donne vengono “rieducate” nella sola Città del Capo. Il caso di Zoliswa, tra i processi più lunghi della storia del paese, per la Arnott ha dimostrato come la Corte e la polizia non fossero ancora preparati ad affrontare reati simili. “Nonostante la lentezza del processo, in ogni caso questo è un grande giorno per i diritti delle persone LGBTI, perché questa sentenza ha creato un precedente nella storia del Sudafrica”, ha concluso la Arnott.
Cina, Wukan: dopo le proteste, il voto
I cittadini del villaggio di Wukan, nel Guangdong, hanno organizzato oggi un’elezione simbolica, in quello che può essere visto come un piccolo passo verso la conquista dei diritti di base democratici. Il paese si rese protagonista di una forte protesta contro gli abusi di potere e la vendita illegale di ampie porzioni di terreni alla fine dell’anno scorso. Più di 6.000 abitanti del villaggio si sono recati in una scuola locale con un’affluenza dell’80 per cento. “Tutto ciò ha superato le nostre aspettative”, ha detto Yang Semao, uno degli abitanti che hanno organizzato l’elezione, “questo dimostra la nostra passione per la democrazia”. All’elezione ha partecipato anche Xue Jianwan, figlia dell’attivista Xue Jinbo, morto mentre era in custodia nella caserma della polizia del villaggio. Xue ha detto che l’elezione “E’ qualcosa per cui mio padre ha lottato. Vogliamo solo fare del nostro meglio per esaudire le sue ultime volontà”. L’elezione servirà per eleggere un comitato elettorale indipendente che controllerà le future consultazioni, inclusa quella del prossimo 1 marzo, nella quale si eleggerà il comitato del villaggio. Le elezioni a livello di villaggio non sono una novità in Cina, ma il caso di Wukan è del tutto particolare in quanto il voto arriva grazie alle proteste che in dicembre hanno causato l’espulsione del capo villaggio. Il fatto ha obbligato il presidente della provincia Wang a fared elle concessioni, riconoscendo che ci sono stati degli errori a livello locale e dando la possibilità agli abitanti del villaggio di eleggere i propri rappresentanti. Il rischio ora è che, come di solito accade, ci siano pressioni dai ‘piani alti’ per influenzare il risultato Ban Ki-moon entra a Gaza accolto dal lancio di scarpe, sassi e sabbia Il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, è entrato questa mattina nella Striscia di Gaza. Ad attenderlo al valico di Eretz, circa 50 cittadini di Gaza, in gran parte familiari di detenuti palestinesi, che hanno lanciato scarpe, sabbia e sassolini contro le auto del convoglio Onu.
Ban Ki-moon entra a Gaza accolto dal lancio di scarpe, sassi e sabbia
Il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, è entrato questa mattina nella Striscia di Gaza.
Ad attenderlo al valico di Eretz, circa 50 cittadini di Gaza, in gran parte familiari di detenuti palestinesi, che hanno lanciato scarpe, sabbia e sassolini contro le auto del convoglio Onu
Offensiva israeliana da cielo e da terra contro Gaza Gaza – InfoPal. L’aviazione israeliana ha attaccato questa mattina all’alba la Striscia di Gaza.
Elicotteri apache hanno lanciato un missile contro cittadini palestinesi a Beit Hanoun, nel nord di Gaza.
Intanto, da terra l’artiglieria ha lanciato un’altra offensiva attivando a raffica le mitragliatrici. Non si riportano feriti in nessuno dei due attacchi.
La radio israeliana ha prontamente giustificato l’intervento di oggi su Gaza con il lancio di razzi partiti ieri sera dal territorio palestinese assediato. Si parla di otto colpi di mortaio lanciati in direzione ovest del Negev. Non si riportano feriti, né danni di altro genere.
In quelle ore, la stessa fonte di comunicazione invitava gli israeliani che abitano nelle aree adiacenti al confine con Gaza a mettersi al riparo.
ITALIA
APPELLO SINISTRA MILANO PER LIBERTÀ ARRESTATI (ANSA) - MILANO, 2 FEB - «Il movimento No Tav non deve essere criminalizzato»: parte da questa richiesta l'appello di una serie di esponenti del mondo della sinistra - politici locali, esponenti del mondo della cultura e dell'Arci - che chiede la libertà per Niccolò, Maurizio, Lollo, Marcelo e per tutti i No Tav, arrestati lo scorso 26 gennaio nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Torino sugli scontri dell'estate scorsa. L'appello è stato firmato, tra gli altri, dal presidente del Consiglio comunale di Milano Basilio Rizzo (Fds), da Antonello Patta del comitato politico nazionale del Prc, dalla capogruppo di Sel in Regione Lombardia Chiara Cremonesi, da Vittorio Agnoletto, dal regista teatrale Renato Sarti, dallo scrittore Marco Philopat e dai gruppi musicali Assalti Frontali e Punkreas. «La battaglia per la salvaguardia dei beni comuni» che in Val Susa viene portata avanti, è scritto nel documento, «non è riconducibile in alcun modo a una mera questione d'ordine pubblico», mentre «quest'operazione rischia seriamente di indurre questo equivoco». Ecco perchè i firmatari si dicono «preoccupati per il clima che questo tipo di operazioni può contribuire a creare nel Paese, nella situazione di crisi diffusa e con diverse situazioni socialmente complesse in corso». Il rischio, concludono, è che «si lasci intendere un messaggio di normalizzazione del conflitto e di volontà di chiudere gli spazi di agibilità politica»
Rivoluzione negli asili, via libera ai figli degli immigrati irregolari Asili aperti anche ai figli degli immigrati senza permesso di soggiorno e libertà di scelta fra tutte le scuole dell’infanzia cittadine, anche non necessariamente le più vicine a casa. Sono queste le principali novità della circolare che regolamenta le iscrizioni ai nidi, alle sezioni primavera e alle materne comunali, pubblicata sul sito del comune di milano. La nuova amministrazione ha tenuto a specificare che i figli degli stranieri non ancora in regola con la residenza anagrafica, ma semplicemente domiciliati a Milano, potranno essere iscritti a scuola. «Non viene richiesto il permesso di soggiorno, a differenza di quel che avveniva con la giunta Moratti, quando dovette intervenire il giudice per costringere il Comune ad accettare anche le iscrizioni dei clandestini
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