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'''GRECIA ALL'INDOMANI DEGLI SCONTRI DI DOMENICA'''
All’indomani della notte di Atene, con 170 incendi (banche, negozi e uffici), 68 agenti feriti e 70 manifestanti, di cui alcuni gravi e 137 fermati, le forze politiche parlamentari si sperticano in dichiarazioni di condanna.
Mentre il popolo greco si avvia a diventare schiavo senza diritti per ottemperare ai diktat della troika europea, nemmeno più europeista, il segretario del LAOS, partito di estrema destra che ha votato no al memorandum, denuncia la cosiddetta inefficienza del Ministro della protezione del cittadino (ebbene sì, così è chiamato in Grecia il ministro degli interni) e ne chiede le dimissioni: “I greci non avranno da mangiare - ha detto – ma almeno sarà assicurata la proprietà pubblica e privata”. Del resto non ci sembra così inefficiente il ministro, visto che fonti ufficiali di polizia riportano che dall’inizio delle proteste vi sono stati 3000 fermati di cui 1300 in seguito arrestati e destinati a processo. Contrariamente poi a quanto avvalorato dalla stampa, non si tratta solo di antagonisti, soprattutto anarchici, ma anche di gente cosiddetta comune.
Il primo ministro Papademos fa appello alla calma e accenna al momento in cui il popolo sovrano deciderà, ovvero le elezioni anticipate di aprile, tutte da vedere del resto.
Il leader di Nuova Democrazia, Samaras, invoca prudenza e patriottismo.
Tace il Pasok, che ha perso, o meglio espulso dopo l’ultima votazione parlamentare una ventina di deputati e qualche ministro, come del resto Nuova Democrazia.
Ma la perla ancora una volta la offre il KKE (partito comunista greco)che senza mezzi termini parla di azione concertata per la devastazione di Atene tra polizia antisommossa e “incappucciati” per spezzare la grande mobilitazione.
Non si fa mancare niente nemmeno Syryza, altra forza di sinistra che siede nel parlamento greco, che parla di non meglio identificate squadre illegali che hanno bruciato indisturbate la città di Atene. “il popolo greco non si spaventerà, ma risponderà combattendo alle provocazioni”.
Discorsi che abbiamo già sentito qualche mese fa anche qui da noi, ma che a parte ogni considerazione legittima su tattica e strategia, fanno ancora una volta emergere come, al di là delle roboanti chiacchiere, nemmeno la sinistra parlamentare greca sappia offrire alternative (se non le elezioni ) alla tragedia di un popolo ridotto alla fame nell’indifferenza generale. Si può certamente discutere se sia proficuo dare fuoco ad un cinema, ma è inammissibile che l’incomprensione ( nel migliore dei casi) di ciò che accade oggi nella società greca, si spinga fino a bollare come provocatore chi semplicemente non accetta di farsi schiacciare senza reagire.
Qualcuno molti anni fa si chiedeva se sia più criminale chi fonda una banca o chi la rapina: la risposta crediamo che oggi sia sotto gli occhi di tutti, soprattutto dopo l’approvazione in Grecia dell’ ennesimo memorandum che strangola un popolo ma non gli garantisce nulla, avviandolo ad un destino che ricorda la fame dell’occupazione nazista. Tra le scritte apparse a centinaia sui muri di Atene una è significativa e inedita: "Sbirri, vi mangeranno i figli". Qualcun altro ha corretto l'insegna della banca di Grecia in banca di Berlino.
Forse è questo quello che pensavano le centinaia di persone che hanno accolto con un applauso i cosiddetti black block che entravano in piazza Syntagma domenica scorsa, senza dissimulare quanto portavano con loro per difendere una manifestazione che la polizia già aveva cercato inutilmente di disperdere dopo un pericolosissimo lancio di mandarini.

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In primo Piano GRECIA ALL'INDOMANI DEGLI SCONTRI DI DOMENICA All’indomani della notte di Atene, con 170 incendi (banche, negozi e uffici), 68 agenti feriti e 70 manifestanti, di cui alcuni gravi e 137 fermati, le forze politiche parlamentari si sperticano in dichiarazioni di condanna. Mentre il popolo greco si avvia a diventare schiavo senza diritti per ottemperare ai diktat della troika europea, nemmeno più europeista, il segretario del LAOS, partito di estrema destra che ha votato no al memorandum, denuncia la cosiddetta inefficienza del Ministro della protezione del cittadino (ebbene sì, così è chiamato in Grecia il ministro degli interni) e ne chiede le dimissioni: “I greci non avranno da mangiare - ha detto – ma almeno sarà assicurata la proprietà pubblica e privata”. Del resto non ci sembra così inefficiente il ministro, visto che fonti ufficiali di polizia riportano che dall’inizio delle proteste vi sono stati 3000 fermati di cui 1300 in seguito arrestati e destinati a processo. Contrariamente poi a quanto avvalorato dalla stampa, non si tratta solo di antagonisti, soprattutto anarchici, ma anche di gente cosiddetta comune. Il primo ministro Papademos fa appello alla calma e accenna al momento in cui il popolo sovrano deciderà, ovvero le elezioni anticipate di aprile, tutte da vedere del resto. Il leader di Nuova Democrazia, Samaras, invoca prudenza e patriottismo. Tace il Pasok, che ha perso, o meglio espulso dopo l’ultima votazione parlamentare una ventina di deputati e qualche ministro, come del resto Nuova Democrazia. Ma la perla ancora una volta la offre il KKE (partito comunista greco)che senza mezzi termini parla di azione concertata per la devastazione di Atene tra polizia antisommossa e “incappucciati” per spezzare la grande mobilitazione. Non si fa mancare niente nemmeno Syryza, altra forza di sinistra che siede nel parlamento greco, che parla di non meglio identificate squadre illegali che hanno bruciato indisturbate la città di Atene. “il popolo greco non si spaventerà, ma risponderà combattendo alle provocazioni”. Discorsi che abbiamo già sentito qualche mese fa anche qui da noi, ma che a parte ogni considerazione legittima su tattica e strategia, fanno ancora una volta emergere come, al di là delle roboanti chiacchiere, nemmeno la sinistra parlamentare greca sappia offrire alternative (se non le elezioni ) alla tragedia di un popolo ridotto alla fame nell’indifferenza generale. Si può certamente discutere se sia proficuo dare fuoco ad un cinema, ma è inammissibile che l’incomprensione ( nel migliore dei casi) di ciò che accade oggi nella società greca, si spinga fino a bollare come provocatore chi semplicemente non accetta di farsi schiacciare senza reagire. Qualcuno molti anni fa si chiedeva se sia più criminale chi fonda una banca o chi la rapina: la risposta crediamo che oggi sia sotto gli occhi di tutti, soprattutto dopo l’approvazione in Grecia dell’ ennesimo memorandum che strangola un popolo ma non gli garantisce nulla, avviandolo ad un destino che ricorda la fame dell’occupazione nazista. Tra le scritte apparse a centinaia sui muri di Atene una è significativa e inedita: "Sbirri, vi mangeranno i figli". Qualcun altro ha corretto l'insegna della banca di Grecia in banca di Berlino. Forse è questo quello che pensavano le centinaia di persone che hanno accolto con un applauso i cosiddetti black block che entravano in piazza Syntagma domenica scorsa, senza dissimulare quanto portavano con loro per difendere una manifestazione che la polizia già aveva cercato inutilmente di disperdere dopo un pericolosissimo lancio di mandarini.

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