GR 19:30

SOMMARIO

IN PRIMO PIANO

ESTERI

ITALIA

Aggressione dei fascisti di Casapound a Ostia

si può sentire Claudio (numero sta in rubrica rossa grande) Manifestazione domani, dal teatro del lido..orario.....

25 FEBBRAIO NO TAV

Domani manifestazione no tav con partenza da Bussoleno alle ore 13:00. Questa sera iniziative a Bussoleno per lanciare lagiornata di mobilitazione e per ricordare i militanti no tav ancora detenuti/e.

Si può sentire Nicoletta (numero in rubrica rossa grande, o alla T di torino, o alla N o alla V...non mi ricordo)

Lavoratori RFI che hanno occupato la fabbrica a Casalbertone

Oggi facevano una iniziativa nel pomeriggio...dario dovrebbe avere i contatti. Per il numero di Dario potete chiamarmi ce l'ho io.

GR 13:00

ESTERI

ITALIA

RESPINGIMENTI, ITALIA CONDANNATA “MA PER ALCUNI MIGRANTI E’ TARDI”

“Una sentenza che abbiamo dovuto aspettare, che è arrivata tardi, ma che alla fine è arrivata e questo è positivo” dice il presidente dell’Agenzia Habeshia per la cooperazione allo sviluppo, aveva seguito il caso di 24 cittadini somali ed eritrei rimandati in Libia il 6 maggio 2009. Non può dunque che essere soddisfatto della sentenza della Corte Europea per i diritti dell’uomo che ieri ha condannato l’Italia per violazione della Convenzione europea sui diritti umani respingendo in mare aperto centinaia di migranti.

Il caso riguardava la prima operazione di respingimento in mare effettuata dalla Marina italiana a 35 migliaia sud dell’isola di Lampedusa, in acque internazionali. Circa 200 somali ed eritrei, tra i quali bambini e donne in stato di gravidanza, furono fatti salire a bordo di un’imbarcazione della Marina e consegnati alle autorità libiche a Tripoli contro la loro volontà.

“In 24 tra somali ed eritrei avviarono poi la causa contro l’Italia, ma alcuni di loro sono morti tentando nuovamente la traversata durante il conflitto libico, agli altri stiamo cercando di fare arrivare la notizia della sentenza e del risarcimento che l’Italia è tenuta a pagare”.

“Questa sentenza – ha detto ieri Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati, Cir – prova che nelle operazioni di respingimento sono stati sistematicamente violati i diritti dei rifugiati, l’Italia ha infatti negato la possibilità di chiedere protezione e ha così respinto in Libia più di mille persone che avevano il diritto di essere accolte in Italia. Vogliamo che questo messaggio arrivi in maniera inequivocabile al governo Monti: nel ricontrattare gli accordi di cooperazione con il Governo di Transizione Libico, i diritti dei rifugiati non possono essere negoziati”.

Binario 21: Oliviero scende dalla torre

Oliviero Cassini, uno dei lavoratori degli ex wagon lits delle Ferrovie dello Stato italiane, che da quasi tre mesi protestano su una torre faro della stazione Centrale di Milano, nei pressi del binario 21, dopo la decisione del taglio dei treni notte delle Fs, e i conseguenti esuberi di personale, ha interrotto stamani la sua protesta.

Era sulla torre dall’8 dicembre scorso. Due suoi colleghi erano gia’scesi. Sulla struttura resta ora un altro lavoratore che era aggiunto in un secondo momento, il 3 febbraio scorso.

Non lo pagano per lavori eseguiti, artigiano blocca la Milano-Bologna

L'uomo che questa mattina è salito su un traliccio sulla linea alta velovità a Reggio Emilia è sceso ed è stato portato in ospedale. E' un 40enne originario di Scandale e residente a Reggio Emilia, titolare di un'impresa edile. Lamenta di non essere stato pagato per i lavori eseguiti. Sul posto era arrivata anche la moglie.

Dopo l'abbraccio con la donna, l'artigiano, in buone condizioni di salute, è salito in ambulanza diretto all'ospedale.

La linea ad alta velocità tra Bologna e Milano è stata riattivata attorno alle 11, in entrambe le direzioni. Per bypassare il blocco fra Castelfranco Emilia e Fidenza (o Piacenza) sono stati deviati sulla linea ordinaria dieci convogli, che ora hanno ritardi medi attorno ai 30 minuti.

Foggia, 36enne suicida in carcere, è l’undicesimo caso dall’inizio dell’anno

Nuovo suicidio in un carcere italiano. A Foggia, si è tolto la vita impiccandosi con il cordoncino della tuta che indossava, un 36enne . Sono undici in totale i casi di detenuti che si sono tolti la vita dietro le sbarre. L’uomo da qualche giorno era stato trasferito in una cella singola visti i problemi che aveva avuto con altri detenuti. L’ultimo suicidio nel penitenziario pugliese risale al novembre del 2011, quando un 41enne la fece finita trasformando i lembi dei suoi pantaloni in un cappio.

Nel carcere di Foggia sono attualmente detenute 744 persone a fronte di una capienza di 371. Una situazione “insostenibile”. Così come è insostenibile la situazione di gran parte delle carceri italiane.

Sempre meno studenti di religione ormai uno su dieci lascia l'aula

NON SI ARRESTA la fuga dall'ora di religione nelle scuole italiane. L'ultimo rapporto del Servizio nazionale della Conferenza episcopale italiana per l'insegnamento della religione cattolica conferma un trend che sembra ormai ormai inarrestabile. Per la prima volta dal 1993/1994, quando venne fatta la prima rilevazione, la quota di alunni che preferiscono uscire dalle classi quando entra l'insegnante di religione scende sotto il 90 per cento: l'89,8, per la precisione. E la pattuglia di coloro che, mentre il prof di religione parla di Gesù e di fede, si dedicano ad altro sfiora le 800 mila unità.

Ma l'annuale dossier della Cei, relativo all'anno scolastico 2010/2011, conferma un altro trend: gli specialisti di religione - coloro che insegnano esclusivamente questa materia, designati dai vescovi delle 226 diocesi italiane - sono in costante in aumento. Con sacerdoti, religiosi e religiose in "via d'estinzione". L'ordine di scuola dove le defezioni sono più consistenti è la scuola superiore, con poco più di 16 ragazzi su 100 che escono dalle aule durante l'ora di religione.

Un fenomeno concentrato soprattutto nelle regioni settentrionali e dell'Italia centrale. Al Nord le "fughe" sfiorano il 27 per cento e il 19 al Centro. Al Sud invece cambia tutto: appena 2,4 diserzioni su cento. Ma rispetto all'anno scolastico 2009/2010, a livello nazionale, al superiore si registra un'inversione di tendenza. Due anni fa, la quota di genitori o alunni che hanno sottoscritto l'apposito modulo per evitare le discussioni dell'ora di religione è stata del 16,5 per cento. In tutti gli altri segmenti della scuola pubblica italiana, probabilmente a causa della forte componente di immigrati che professano altre religioni, si registrano incrementi.

Con un record, più uno per cento secco, alla materna: che passa dal 7,5 all'8,5 per cento di forfait in appena 12 mesi. Al superiore i meno avvezzi a "prediche" e discorsi intorno alla morale o ai problemi dei giovani sono gli studenti dei licei artistici (individuati nel dossier come "altre" tipologie di scuole): 21,2 per cento. Seguono i ragazzi dei professionali, che disertano l'ora di religione in 20,7 su cento, e i compagni dei tecnici. La maggior parte di questi, il 57,3 per cento, esce dalla scuola. La restante parte si dedica ad "attività didattiche e formative alternative" oppure ad attività di "studio: assistito o non assistito".

E anche quest'anno il complesso universo degli insegnanti reclutati dallo stato per impartire le lezioni di religione si arricchisce di qualche centinaio di unità. Gli specialisti, infatti, passano dai 12.894 del 2009/2010 ai 13.166 dell'anno successivo, facendo segnare un più 2 per cento. Unica "materia" della scuola italiana che negli ultimi anni contrassegnato da tagli sopra tagli può vantare un trend positivo. Ma che, per effetto del calo delle vocazioni, viene sempre più affidata a laici: ormai 88 su cento.