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Sommario

IN PRIMO PIANO

ESTERI

LIBANO-ISRAELE: TENSIONI PER PROGETTO MURO ISRAELIANO Otto aerei da caccia israeliani e uno da ricognizione hanno violato stamane lo spazio aereo libanese sorvolando circolarmente varie aree nel sud del Libano, secondo quanto riferisce l'agenzia libanese Nna dopo che i soldati israeliani hanno avviato preparativi per la costruzione di un muro lungo la frontiera. Tre bulldozer israeliani, scrive il quotidiano libanese Daily Star citando fonti della sicurezza che hanno voluto mantenere l'anonimato, sono arrivati martedì fino al confine vicino alla città libanese di Bint Jbeil e il giorno seguente soldati dello Stato ebraico hanno cominciato a segnare il percorso dove dovrà essere eretto il muro. La struttura, alta cinque metri e lunga un chilometro, dovrebbe separare il villaggio di Metula in Israele da quello di Kfar Kila in Libano. Soldati dell'esercito libanese e dell'Unifil, la forza di interposizione dell'Onu sotto comando italiano, sono rimasti a guardare da pochi metri di distanza il lavoro degli israeliani, che non hanno violato la Linea Blu, la demarcazione del confine stabilita nel 2000 dalle Nazioni Unite dopo il ritiro israeliano dal sud del Libano

RAID ISRAELE NELLA STRISCIA, 2 MORTI Almeno due palestinesi sono rimasti uccisi e uno è rimasto gravemente ferito in un raid aereo israeliano contro l'auto sulla quale i tre stavano viaggiando nella Striscia di Gaza. L'esercito israeliano ha confermato il raid, aggiungendo che si è trattato di un assassinio mirato contro due cosiddetti terroristi, riferisce il sito Ynet news.

INCIDENTI DOPO SCIOPERO DELLE FAME CISGIORDANIA È sfociata oggi in incidenti con le forze israeliane una manifestazione di donne organizzata di fronte al check-point di Qalandyia, fra la Cisgiordania e Gerusalemme, in sostegno allo sciopero della fame a oltranza di una detenuta palestinese. La manifestazione, promossa nell’ambito della Giornata internazionale della donna, aveva preso le mosse in forma pacifica, con la partecipazione di oltre 200 donne palestinesi e di una cinquantina di pacifiste israeliane e straniere. Al raduno si sono aggiunti tuttavia alcuni giovani entrati in contatto con i militari israeliani. Ai sassi dei dimostranti i militari hanno risposto con proiettili di gomma e lacrimogeni e con una serie di cariche. Alla fine il corteo è stato disperso con un bilancio di una decina di contusi e diversi fermi. La manifestazione è solo una delle tante promosse in questi giorni nei Territori in segno di solidarietà verso l’attivista della Jihad islamica Hana Shalabi, che osserva da ormai 25 giorni uno sciopero della fame di protesta contro gli “arresti amministrativi” decretati nei suoi confronti da una corte militare israeliana senza un preciso capo d’accusa. Shalabi - rilasciata dopo diversi anni di detenzione appena pochi mesi fa, nell’ambito dello scambio che ha riportato in libertà il militare Ghilad Shalit - avrebbe dovuto scontare sei mesi di arresti, ridotti nei giorni scorsi a quattro. In suo favore, e in coincidenza con la Giornata della donna, sono scese in piazza oggi anche 500 donne nella Striscia di Gaza .

ITALIA

SGOMBERI, ARRESTI E DENUNCE

Giornata lunga e intensa per il movimentoo oggi. Durante il corteo della FIOM, I MOVIMENTI DI LOTTA PER LA CASA AHNNO MANIfestato sotto il CIPE, in solidarietà con la lotta NOTAV. Cinque compagni fermati e quattro tutt'ora in stato di fermo, in attesa del processo per direttissima che deciderà se tramutare l fermo in arresto. E' stato poi sgomberata la tendopoli di Via Boglione, occupata il 3 marzo scorso . IN ATTO LO SGOMBERO CASAL BOCCONE- LE FDO HANNO DESISITO DI FRONTE ALLA RESISTENZA DEI E DELLE OCCUPANTI

La Casa di riposo si trova circondata da un ampia area di proprietà dei costruttori Ligresti e Mezzaroma. La paura degli attivisti, come spiega Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metropolitani è che "uno spazio come questo in cui è stato smantellato un importante servizio pubblico invece di venire riconvertito a uso sociale e culturale per rispondere ai bisogni di una città che paga un prezzo altissimo alla crisi, venga abbattuto per buttarci metri cubi di cemento", per evitare questo gli occupanti chiedono "la custodia sociale dello stabile e l'apertura di un tavolo con l'amministrazione comunale e il sindaco Alemanno che non  contento di aver deportato da qua 60 anziani ora è pronto a permettere una nuova speculazione che distrugge un patrimonio immobiliare che in questi anni ha svolto un importante servizio pubblico". L'ex Casa di riposo è proprietà dell’Enpals ed è gestita da un importante fondo immobiliare, la Fimit.

CARCERI:C.APPELLO CONFERMA 2 ANNI A EX DIRETTORE PONTEDECIMO MA ASSOLTO DA ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE CONTRO DETENUTA La Corte d'Appello di Genova ha confermato la sentenza di primo grado, due anni e mezzo di reclusione, per l'ex direttore del carcere di Pontedecimo, Giuseppe Comparone, di 61 anni, che era stato accusato di concussione e di violenza sessuale nei confronti di una detenuta (aggravata dall'abuso di autorità). Nel processo con rito abbreviato il gup Silvia Carpanini aveva ritenuto sussistente il reato di corruzione al posto della concussione, assolvendolo invece dalla violenza sessuale. Era stata la detenuta a denunciare l'allora direttore del carcere. I giudici di secondo grado oggi hanno disposto però la trasmissione degli atti alla Procura perchè valuti, in base alle sue dichiarazioni, se la donna sia responsabile dei reati di corruzione e calunnia. L'avvocato Gianfranco Pagano che assiste la donna ha commentato: «È assurdo che chi ha denunciato una violenza passi da vittima a imputato, perchè è evidente che una persona detenuta non potrà mai fare libere scelte in quanto si trova in stato di soggezione»

AGGRESSIONE FASCISTA AL LICEO RIGHI Sono tre i ragazzi finiti al pronto soccorso del Policlinico Umberto I dopo essere stati aggrediti davanti alla loro scuola mentre volantinavano a sostegno dello sciopero della Fiom. A due dei tre ragazzi è stato assegnato il codice giallo, a uno il verde. I ragazzi sono stati aggrediti con caschi e altri oggetti contundenti da fascisti esterni alla scuola e appartenenti all'organizzazione 'Contro tempo'".

TAV: ABBÀ CONTINUA A MIGLIORARE, REAGISCE A FISIOTERAPIA; PROSSIMA SETTIMANA NUOVA INTERVENTO Continuano a migliorare le condizioni di Luca Abbà, fatto cadere il 27 febbraio, in Val di Susa, da un traliccio dell'alta tensione Abbà - ha reso noto il Direttore del Dipartimento Emergenza del Cto di Torino - è «cosciente e tranquillo», ma non ricorda l'incidente che gli è successo. Collabora alla fisioterapia, concentrata soprattutto sui movimenti della mano destra «che sono, in questa fase iniziale, soddisfacenti».. I medici valuteranno nelle prossime ore quando sottoporlo a un secondo intervento di innesti cutanei da parte dei chirurghi plastici del centro Grandi Ustionati. L'ipotesi più probabile è che sia operato nei primi giorni della prossima settimana e che il decorso post-operatorio sia seguito ancora in terapia intensiva.

INCONTRO domani un incontro con le famiglie tunisine della campagna da una sponda all'altra (http://leventicinqueundici.noblogs.org/?page_id=354). ci saranno compagne e compagni che a roma stanno cercando di sostenere la campagna, con l'intento di capire come muoversi praticamente e collettivamente, ora che la delegazione ha ottenuto il visto per restare a roma (sono ospitati in un'occupazione del coordinamento) ed è necessario continuare a fare pressione sui governi italiano e tunisino per avere notizie sui ragazzi scomparsi. ovviamente l'invito è rivolto anche alla redazione della radio, che ha seguito dall'inizio tutta la vicenda. l'appuntamento è domani alle 15 al volturno

PROCESSO PER OMICIDIO IN CARCERE DI G. UVA Giuseppe Uva morì in ospedale a Varese il 14 giugno 2008 a poche ore dal ricovero. Vi era stato trasportato dalla caserma dei carabinieri dove era stato trattenuto insieme a un amico per una bravata. La sorella non ha mai creduto alla versione ufficiale e a distanza di 4 anni si apre il processo 14 giugno 2008. Comincia da una telefonata al 118 fatta dall'amico Alberto, il giallo della morte di Giuseppe Uva. Il luogo è una caserma dei Carabinieri di Varese, dove i due amici erano stati portati dopo una bravata. Solo dopo diverse ore arriva un ambulanza, Giuseppe viene portato all'ospedale, reparto psichiatria, e trattato con farmaci. Alle 10 e trenta muore. Dopo 4 anni c'è un processo e c'è, imputato, un medico. Ma la battaglia della sorella di Giuseppe, Lucia, non si è mai fermata. Lucia, che in questi anni non si è mai stancata di ripetere che non i farmaci, hanno ucciso Giuseppe, ma qualcosa che è successo in quelle tre ore in caserma. Dopo una lunga battaglia legale  Il corpo del fratello è stato riesumato, sottoposto a tac  e ora la perizia riapre molti, troppi interrogativi. A cominciare da tutto quel sangue nei jeans, che potrebbe far pensare  ad abusi sessuali. Di tempesta emotiva, parlano i periti, non di farmaci. Si citano fattori come intossicazione etilica, lesioni traumatiche, di urto contro un corpo contundente, di misure di contenzione fisica. Vocaboli, termini tecnici, che forse celano un'altra verità, diversa dall'ipotesi del processo, che forse celano altri responsabili, diversi dall'unico imputato al momento presente in aula.


ITALIA

Manifestazione FIOM a Roma, collegamenti con la piazza

Torino, studenti No Tav bloccano binari in stazione

Circa 300 studenti No Tav si sono dati appuntamento questa mattina in piazza Arbarello a Torino per sfilare lungo le vie del centro.

Il corteo era aperto da uno striscione con scritto 'Tagli all'istruzione 8 miliardi, costo per il Tav 20 miliardi'. Esposti striscioni, cartelli e bandiere con il treno 'crociato', mentre sono stati scanditi slogan contro l'opera e in solidarietà alla Val di Susa. Imponente lo schieramento di forze dell'ordine.

Dopo aver sfilato per le vie del centro cittadino, per circa mezz'ora gli studenti hanno occupato alcuni binari alla stazione di Torino Porta Nuova. Con un mini corteo improvvisato sulla sede del binario 16, gli studenti sono poi usciti da Porta Nuova per proseguire la manifestazione su corso Vittorio in direzione del Valentino.

Il blocco ha provocato diversi ritardi ai treni in arrivo e in partenza e ora la situazione in stazione sta tornando lentamente alla normalità.

No Tav in corteo nelle vie di Milano Rogoredo, bloccati due Frecciarossa

Dietro a scudi di polistirolo che creano la scritta 'Milano No Tav' sfila per le vie del centro un corteo studentesco contro l'Alta velocità e di solidarietà agli arrestati per gli scontri della scorsa estate in Val di Susa. In circa 400 hanno risposto all'appello alla mobilitazione cittadina lanciata dal Coordinamento dei collettivi studenteschi e di Rete studenti. Durante il percorso alcuni giovani hanno imbrattato con vernice spray e manifestini diverse vetrine di sedi bancarie, contro le quali sono state lanciate anche uova e fumogeni.

La manifestazione nelle strade del centro

Sempre in mattinata un blitz di militanti del movimento No Tav è stato messo in atto alla stazione delle Fs di Milano-Rogoredo. Una trentina di persone hanno bloccato due degli otto binari con ritardi conseguenti per la circolazione dei convogli. Un Frecciarossa diretto a Roma è partito con circa 25 minuti di ritardo e un altro destinato a Napoli con un quarto d'ora. La situazione si è normalizzata nel giro di un'ora.

Intorno alle 11.15 un gruppo di una ventina di studenti è entrato nell'atrio della stazione Centrale. Il blitz è avvenuto in maniera assolutamente pacifica e ha scatenato la curiosità dei viaggiatori in attesa. I manifestanti hanno intonato slogan, acceso due fumogeni e aperto uno striscione con scritto 'studenti Mila-no Tav'. Dopo cinque minuti i ragazzi hanno lasciato la stazione lanciando slogan e accendendo fumogeni colorati per dirigersi in piazzale Caiazzo.

Industria: Istat, a gennaio produzione -2,5%, -5% su anno

Crollo della produzione industriale. A gennaio 2012 l'indice destagionalizzato diminuisce, rispetto a dicembre 2011, del 2,5%. Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio l'indice diminuisce in termini tendenziali del 5,0% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di gennaio 2011). Lo rileva l'Istat, evidenziando anche che nella media del trimestre novembre-gennaio l'indice scende dell'1,9% rispetto al trimestre immediatamente precedente.

Razzismo cresce nel 2011, piu' discriminati est europei

In Italia si fa sentire ancora l'ombra sinistra del razzismo, che nella maggior parte dei casi viene espressa nei confronti di cittadini dell'Europa dell'est e dei Balcani: e' quanto si evince leggendo la relazione al Parlamento per il 2011, messa a punto per il nostro Paese dall'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali. La discriminazione corre soprattutto sulle onde dei mass media e nella rete Internet, sostenuta in questi casi dall'anonimato.

A livello territoriale il numero massimo di segnalazioni sono state registrate nelle regioni del Centro (32,3%), seguito dal Nord-Ovest (27,5%), tallonato a sua volta dal Nord-Est (25,9%); distanziati invece il Sud e le Isole (14,3%). Nel 2011, spiega lo studio, si e' assistito a una forte crescita delle istruttorie relative a eventi di discriminazione: dalle 766 del 2010 si e' passati alle 1.000 del 2011. I mass media sono i luoghi piu' frequenti di discriminazioni, molto spesso supportato da Internet (che in questo settore fa la parte del leone, con l'84% di casi segnalati) dove l'anonimato amplifica la risonanza di gesti e parole: in questo ambito, evidenzia l'Unar, si e' registrato rispetto al 2010 un lieve incremento che ha portato il dato al 22,6% dei casi pertinenti (contro il precedente 20,2).

Brusca accelerazione nel mondo del lavoro, dove la percentuale di denunce e' del 19,6%, 8 punti in piu' rispetto all'11,3% archiviato nel 2010. Stabile l'andamento nella vita pubblica (16,7%) e in leggero calo (10,9%) i casi relativi all'erogazione di servizi da parte di enti pubblici e in quelli attinenti la casa (6,3% contro l'8,9). La maggior parte delle persone che hanno segnalato casi di discriminazione sono di nazionalita' italiana.

Ma, sottolinea l'Unar, le vittime, 1 su 4, sono per lo piu' cittadini provenienti dall'Europa dell'Est e dai Balcani (25%, contro il 23,3% del 2010); il 16,6% dall'Africa del Nord (era il 21 due anni fa) e il 13,8 dall'America Latina (9,8). In prevalenza erano di sesso maschile (56,4%) nel 2011 le persone al centro di atti di discriminazioni, facendo segnare un'inversione di tendenza rispetto al 2010, quando a prevalere sono state le vittime di sesso femminile.

E anche i testimoni tendono a essere di sesso maschile, raggiungendo nel 2011 una percentuale del 58,4%. Nessun cambiamento sostanziale sotto il profilo anagrafico delle vittime: sia nel 2010 sia nel 2011 gli under 35, ricorda il rapporto dell'Unar, hanno rappresentato il 40% delle vittime; nel segmento di eta' successivo (35-64 anni) si ha invece un sostanziale equilibrio rispetto all'anno precedente (57,9 contro il 58,5% del 2010).

Come piu' volte sottolineato in sede Ue, rammenta il rapporto, la condizione di molti Rom, Sinti e Caminanti continua a essere caratterizzata da discriminazione, esclusione sociale e poverta' estrema. Recentemente il nostro Paese, ricorda l'Urar, e' stato oggetto di monitoraggio da parte dell'Onu, anche a seguito degli eventi di razzismo verificatisi sul territorio e, alla luce della recrudescenza di comportamenti razzisti. Per questa ragione nella relazione si evidenzia la necessita' di un salto di qualita' per l'adozione, da parte del Governo, di un piano organico di prevenzione e contrasto dei fenomeni di discriminazione razziale.(ANSA).

ESTERI

Paesi Baschi, l’Eta chiede al governo francese un “dialogo diretto”

Il gruppo indipendentisca basco Eta ha inviato all’agenzia Afp un comunicato in cui chiede espressamente al governo francese un “dialogo diretto”. Nel comunicato si legge: “I cittadini baschi sperano che il governo francese risponda positivamente alla possibilità di porre fine definitivamente alle conseguenze del conflitto” .

L’organizzazione ricorda come le autorità francesi hanno seguito una politica “repressiva” (è dell’altro ieri la notizia di un arresto da parte della polizia francese), continuando in una “politica di vendetta contro i prigionieri politici baschi” e “mettendo nelle mani dello Stato spagnolo i cittadini baschi arrestati mediante il mandato d’arresto europeo”.

“Le autorità francesi presentano il problema basco come se si trattasse solo di una questione che interessa solo la Spagna occultando la responsabilita diretta dello Stato francese” indica Eta.

Il comunicato segnala che tanto lo Stato francese come quello spagnolo “negano la realtà nazionale di Euskal Herria e il diritto dei cittadini baschi a decidere il suo futuro”.

gror120309 (last edited 2012-03-09 18:56:14 by anonymous)