Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

EGITTO: IL PARLAMENTO CHIEDE L'ESPULSIONE DELL'AMBASCIATORE ISRAELIANO

Il Parlamento egiziano vota all’unanimità l’espulsione dell’ambasciatore israeliano, affermando che il nuovo Egitto “non sarà più amico dell’entità sionista”. Tra questioni economiche legate alla fornitura di gas e la mediazione per Gaza, il nodo resta quello degli accordi di Camp David del ’79. “Dopo la rivoluzione l’Egitto non sarà mai più amico dell’entità sionista, primo nemico dell’Egitto e della nazione araba”. Per questa ragione “tutti gli accordi” siglati con il “nemico” andrebbero rivisti. Il riferimento, evidentemente, è ad Israele; l’affermazione è contenuta nella mozione che l’Assemblea del popolo (Maglis al-Shaab), la camera bassa egiziana, ha approvato all’unanimità nella sua ultima seduta, chiedendo al governo l’espulsione dal paese dell’ambasciatore israeliano in seguito ai raid aerei sulla Striscia di Gaza, considerati una “flagrante violazione dei diritti umani”.

SCONTRI A DAMASCO DOPO UNA SERIE DI ATTENTATI

Scontri fra forze governative e combattenti dell’opposizione sono avvenuti nella notte tra ieri e oggi a Al Mezzeh, un quartiere residenziale di Damasco, in Siria. Lo riferiscono diverse fonti secondo cui la polizia ha chiuso l’accesso a un’area del quartiere. Non ci sono ancora bilanci. Gli scontri seguono un fine settimana segnato da attentati compiuti a Damasco e Aleppo, le due principali città siriane. Sabato, a Damasco due ordigni sono stati fatti esplodere contro altrettanti edifici governativi con un bilancio finale di 27 vittime e alcune decine di feriti. Secondo l’agenzia di stampa ‘Sana’ tra le vittime ci sono sia militari che civili. La stessa fonte sostiene che due attentatori suicidi sono stati uccisi nel campo palestinese di Yarmouk prima che potessero azionare i dispositivi che trasportavano. Ieri è stata invece Aleppo ad essere colpita con un’autobomba fatta esplodere nel quartiere di Al Suleimaniya: in questo caso le vittime sono state tre. Episodi di violenza, scontri, repressione del dissenso hanno continuato a segnare il quadro generale siriano. Da una parte le forze governative stanno portando avanti con successo la riconquista di importanti città occupate dall’opposizione, come Idlib e Homs. Dall’altra parte si continua a combattere a Deir Ezzor e a Daraa. In mezzo c’è un’opposizione che non riesce a fare fronte comune, divisa tra interventisti, favorevoli a un intervento militare straniero, e fautori della non violenza; ma anche tra gruppi che hanno agende politiche molto diverse, come Fratelli musulmani e opposizione laica.

FRANCIA: Tolosa, quattro uccisi e tre sono bambini in una sparatoria davanti a scuola ebraica

Momenti di terrore questa mattina, quando un killer ha sparato davanti a una scuola ebraica a Tolosa, in Francia. A perdere la vita, poco prima di entrare in classe, quattro persone, un docente di 30 anni e tre bambini di 3, 6 e 10 anni. Fra loro un professore di religione con i suoi due figli di tre e sei anni . Diverse le persone ferite e fra loro una bambina, la figlia del direttore della scuola, le cui condizioni sono gravi. Erano appena passate le otto del mattino quando l'uomo ha fatto irruzione davanti all'istituto privato Ozar Hatora. Ha agito all'orario di apertura, nel momento della giornata in cui l'area è piena di ragazzi, non lontano dalla fermata dello scuolabus. Prima ha "sparato contro tutto quello che aveva di fronte", poi ha anche "inseguito alcuni bambini all'interno della scuola", ha detto il procuratore Michel Valet. Dopo l'agguato è fuggito a bordo di uno scooter. La polizia ha riferito che il killer aveva due armi, una delle due è la stessa di quella utilizzata dall'autore dei misteriosi agguati 1 dei giorni scorsi ai danni di parà di stanza in città e a Montauban, che hanno provocato tre morti e un ferito. Si tratta di un calibro 11-43. Anche il fatto che l'uomo sia fuggito in scooter, fa pensare che gli episodi siano collegati.

STATI UNITI: ARRESTI A NEW YORK DEGLI ATTIVISTI DI OCCUPY W.S.

La polizia di New York ha arrestato nel week end decine di indignati di ‘Occupy Wall Street’, durante un raduno indetto per ricordare l’inizio del movimento di Zuccotti park sei mesi fa. L’intervento della polizia è giunto al termine di una giornata di dimostrazioni e marce nella parte meridionale di Manhattan. La polizia non ha fornito cifre sugli arresti, ma le persone portate via ammanettate sono state decine. Tre donne rimaste leggermente ferite sono state medicate in un’ambulanza.«È la nostra offensiva di primavera», hanno commentato gli attivisti. «La gente pensa che il movimento Occupy sia finito, è importante che vedano che siamo tornati». Per questo gli Occupiers d’America hanno già fissato un’altra data di mobilitazione: il 20 e 21 maggio, in occasione del vertice Nato. Proprio le proteste hanno già spinto Obama a cambiare sede: dalla democratica Chicago al blindatissimo Camp David.

ITALIA

GENOVA: CORTEO E BLOCCO STRADALE, OPERAI IN PIAZZA IN DIFESA DELL’ART 18 (audio: ROd'U)

A reagire alla controriforma del lavoro è il mondo operaio e della Fiom in particolare: circa 5.000 tute blu sono scese in piazza questa mattina nel ponente genovese per protestare contro la riforma del mercato del lavoro, in particolare per la parte che riguarda gli ammortizzatori sociali, e a difesa dell’articolo 18. Indetto dalle Rsu della Fiom, un corteo si è sviluppato da Cornigliano fino a Sampierdarena. Vi partecipano operai dell’Ansaldo, dell’Ilva, della Fincantieri, dell’Elsag e di altre fabbriche genovesi. Bloccato per alcune ore il casello di Genova Ovest. Nel pomeriggio previste nuove manifestazioni.

BRINDISI: Indagati per omicidio colposo dirigenti dell'Enel

Una nuova inchiesta contro il colosso dell'energia dopo la morte di tre contadini e le malattie contratte da altri tre, tutti proprietari di terreni vicini al nastro trasportatore del carbone Qual è il nesso, se esiste, fra la morte per cancro di tre agricoltori proprietari dei terreni intorno alla centrale Enel di Cerano, e l'esposizione alle polveri di carbone emesse dalla centrale stessa? E' questo il quesito al quale risponderà l'inchiesta a firma del pubblico ministero della procura di Brindisi Giuseppe De Nozza, che ha iscritto nel registro degli indagati quattro dirigenti Enel sui quali gravano le ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni colpose, quest'ultima accusa relativa a leucemie e metastasi contratte da altri tre contadini che stanno ora combattendo contro la malattia. L'inchiesta è scaturita da un esposto a firma degli agricoltori risalente al 2007, immediatamente successivo al divieto di coltivazione e distruzione delle colture disposto da una ordinanza del sindaco Domenico Mennitti a causa dell'inquinamento dell'area. Il pm ha interpellato un consulente tecnico, il medico legale del policlinico di Ancona Raffaele Giorgetti, chiamato a pronunciarsi sul cancro alla prostata e ai polmoni che ha provocato la morte di Cosimo Nigro, e dei fratelli Cosimo e Antonio Allegretti. Stesso tipo di cancro dal quale sono rimasti colpiti Luigi Nigro e i fratelli Carmine e Mario Manfreda, tutti e sei proprietari di terreni immediatamente adiacenti al nastro trasportatore. Le conclusioni di Giorgetti andranno confrontate con quelle di un dossier prodotto da Medicina democratica nel 2008, esplicitamente citato nell'esposto degli agricoltori in cui si legge: "L'emissione di anidride carbonica è 15 volte superiore alla soglia solo nella centrale Enel di Cerano. L'arsenico, il cadmio, il cromo, gli idrocarburi policiclici aromatici e il benzene, tutti cancerogeni in grado di provocare diversi tipi di tumori, superano abbondantemente la soglia". Conclusioni in antitesi con quelle dei periti interpellati dall'Enel, che bollano come indimostrabile il nesso fra la presenza della centrale e le morti per tumore, patologia fra l'altro drammaticamente diffusa in tutto il territorio brindisino. Non a caso, dicono gli ambientalisti.

ROMA: MARTEDI 20 (0RE 15.30) A P. MONTECITORIO MANIFESTAZIONE CONTRO IL GOVERNO MONTI, LA CONFINDUSTRIA, I SINDACATI MONOPOLISTI E COLLABORAZIONISTI

Martedì 20 marzo Monti cercherà di chiudere la trattativa con le cosiddette parti sociali (Confindustria e sindacati monopolisti e collaborazionisti) sull'art.18 e lavoro. Come è stato ripetutamente dichiarato da Monti e dai suoi ministri, con il completo avallo di Pdl, PD e Terzo Polo, il governo e il padronato intendono massacrare ulteriormente i già ridottissimi diritti dei lavoratori dipendenti, togliendo loro anche le residue garanzie conquistate con decenni di lotta. Porteremo in piazza martedì la protesta corale dei salariati e di tutti/e coloro che vogliono difendere il lavoro, le strutture pubbliche, i servizi sociali, i beni comuni. Appuntamento per tutti/e a Roma a P.Montecitorio martedì 20 marzo: manifesteremo sotto le finestre del Parlamento a partire dalle ore 15.30. Alla stessa ora varie iniziative di protesta si svolgeranno in diverse città italiane, davanti alle Prefetture, alle sedi RAI e in altri luoghi significativi.

TORINO: NO TAV CONTESTANO MONTI E CHIEDONO LA LIBERAZIONE DI GIORGIO E DEI COMPAGNI

Presidio domenica pomeriggio a Torino. Monti era in visitanella cittadina in occasione della chiusura dei festeggiamenti per il 150esimo dell’unità d’Italia e ad attenderlo, nel capoluogo piemontese, c’era il movimento NoTav. “E’ ora di farla” ha detto il Presidente del consiglio a chi gli ha chiesto per l’ennesima volta quale è la posizione del governo sull’inutile grande opera. Fuori il movimento NoTav ha esposto l’esplicito striscione “Monti: basta TAVanate!” , mentre il pacifista Turi Vaccaro ha scalato per protesta i muri di Palazzo Madama. In valle invece il movimento NoTav ha dato vita ad una giornata di socialità e lotta, visitando il fortino della Maddalena e le sue reti-lager che hanno cinto all’interno del non cantiere anche la baita della Clarea. Questa mattina, invece, al mercato di Bussoleno, presidio con raccolta firme per chiedere la liberazione di Giorgio, detenuto nel carcere di Saluzzo. Lo stesso Giorgio con altri 12 detenuti ha inviato una lettera in cui denuncia la situazione in cui sono costretti a vivere. "Questo comunicato è frutto del dibattito fra tutti i 12 detenuti della sezione isolamento. E’ il risultato di un percorso fatto di tanti piccoli passi. C’è da superare un certo modo di essere auto-castrante che si racchiude in alcuni modi di dire: “saper fare la galera”, che può anche essere salutare se si riferisce alla capacità fisica e mentale per affrontarla, ma diventa estremamente negativa se è intesa nel “fatti la galera” come accettazione e passività figlia di una disaffezione ai comportamenti collettivi e alla possibilità di conquistarsi le proprie istanze e bisogni. Perfino il semplice gesto di apporre una piccola firma ad un appello non era cosa scontata, perché qui tutto ruota intorno alla individualizzazione della pena e ad un misto di benefici, punizione e burocrazia. A questo si aggiunge la difficoltà di rapporto fra etnie diverse. Le visite dei consiglieri regionali (Eleonora Artesio e Fabrizio Biole che ringrazio) sono servite per far capire che ci può essere attenzione fuori. Servono soprattutto per portare alla luce le contraddizioni esistenti. Ultima nota: due perquisizioni in una settimana. La prima martedì 28 febbraio ore 07.30 viene perquisita la mia cella. Venerdì 2 marzo ore 7.30 perquisita la sezione, 30 guardie, 5 per cella, metaldetector. 15 minuti. Io vengo chiuso nella doccia (la prossimo volta porto accappatoio e sapone), tutti gli altri nel corridoio che porta all’aria. Forza Luca, spero in una rapida guarigione. Un abbraccio, Giorgio"

MILANO: MANIFESTAZIONE CON BLOCCO STRADALE DEI LAVORATORI DELLA JABIL

Mobilitazione in corso di svolgimento con blocco della strada statale Padana dei lavoratori licenziati della Jabil di Cassina dei Pecchi, in provincia di Milano. Obiettivo: raggiungere il comune per portare le rivendicazioni degli operai in difesa dell’articolo 18.

ROMA: Sgombero a tor san lorenzo

Sgomberate ieri oltre 400 persone che vivevano in una serie di palazzine a Tor san lorenzo, sul litorale del comune di Ardea. La corrispondenza con un occupante che già era stato sgomberato quattro anni fa da un campo a Roma.

Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Tolosa, quattro uccisi e tre sono bambini in una sparatoria davanti a scuola ebraica

Momenti di terrore questa mattina, quando un killer ha sparato davanti a una scuola ebraica a Tolosa, in Francia. A perdere la vita, poco prima di entrare in classe, quattro persone, un docente di 30 anni e tre bambini di 3, 6 e 10 anni. Fra loro un professore di religione con i suoi due figli di tre e sei anni . Diverse le persone ferite e fra loro una bambina, la figlia del direttore della scuola, le cui condizioni sono gravi. Erano appena passate le otto del mattino quando l'uomo ha fatto irruzione davanti all'istituto privato Ozar Hatora. Ha agito all'orario di apertura, nel momento della giornata in cui l'area è piena di ragazzi, non lontano dalla fermata dello scuolabus. Prima ha "sparato contro tutto quello che aveva di fronte", poi ha anche "inseguito alcuni bambini all'interno della scuola", ha detto il procuratore Michel Valet. Dopo l'agguato è fuggito a bordo di uno scooter.

La polizia ha riferito che il killer aveva due armi, una delle due è la stessa di quella utilizzata dall'autore dei misteriosi agguati 1 dei giorni scorsi ai danni di parà di stanza in città e a Montauban, che hanno provocato tre morti e un ferito. Si tratta di un calibro 11-43. Anche il fatto che l'uomo sia fuggito in scooter, fa pensare che gli episodi siano collegati.

SCONTRI A DAMASCO DOPO UNA SERIE DI ATTENTATI

Scontri fra forze governative e combattenti dell’opposizione sono avvenuti nella notte tra ieri e oggi a Al Mezzeh, un quartiere residenziale di Damasco, in Siria. Lo riferiscono diverse fonti secondo cui la polizia ha chiuso l’accesso a un’area del quartiere. Non ci sono ancora bilanci.

Gli scontri seguono un fine settimana segnato da attentati compiuti a Damasco e Aleppo, le due principali città siriane. Sabato, a Damasco due ordigni sono stati fatti esplodere contro altrettanti edifici governativi con un bilancio finale di 27 vittime e alcune decine di feriti. Secondo l’agenzia di stampa ‘Sana’ tra le vittime ci sono sia militari che civili. La stessa fonte sostiene che due attentatori suicidi sono stati uccisi nel campo palestinese di Yarmouk prima che potessero azionare i dispositivi che trasportavano.

Ieri è stata invece Aleppo ad essere colpita con un’autobomba fatta esplodere nel quartiere di Al Suleimaniya: in questo caso le vittime sono state tre.

Episodi di violenza, scontri, repressione del dissenso hanno continuato a segnare il quadro generale siriano. Da una parte le forze governative stanno portando avanti con successo la riconquista di importanti città occupate dall’opposizione, come Idlib e Homs. Dall’altra parte si continua a combattere a Deir Ezzor e a Daraa. In mezzo c’è un’opposizione che non riesce a fare fronte comune, divisa tra interventisti, favorevoli a un intervento militare straniero, e fautori della non violenza; ma anche tra gruppi che hanno agende politiche molto diverse, come Fratelli musulmani e opposizione laica.

SEMPRE MENO FARFALLE MONARCA NEI BOSCHI DEL MESSICO

Il numero delle farfalle Monarca che svernano in Messico è sceso quasi del 30% quest’anno, secondo un rapporto del Wwf (World Wildlife Fund), un fenomeno preoccupante che alcuni esperti attribuiscono alla siccità che ha colpito alcune regioni degli Stati Uniti e del Canada dove si riproducono e cominciano la loro lunga migrazione, a milioni, verso sud. Un altro fattore è rappresentato dal degrado ambientale nei territori montuosi del centro del Messico che ospitano questi particolari insetti, capaci di spostarsi per 5000 km, dove è intensa la deforestazione dei boschi di abeti, pini e cipressi.

La preoccupazione è cresciuta due anni fa, quando la presenza delle farfalle Monarca si è ridotta fino al 75% nei boschi in cui trascorrono l’inverno, il dato più basso da quando si è iniziato a registrarle in modo sistematico, nel 1993. L’anno scorso si è osservata una ripresa e il loro numero si è duplicato rispetto al picco negativo del 2010. “E’ stato dimostrato che queste fluttuazioni sono dovute principalmente ai cambiamenti climatici. Nel 2011 siccità e piogge anomale nelle zone di riproduzione del nord potrebbero aver causato alti tassi di mortalità e colpito le piante di cui si alimentano” ha detto Omar Vidal, direttore in Messico del Wwf.

Più pessimista si è mostrato Lincoln P. Brower, esperto di farfalle Monarca e docente di zoologia all’Università della Florida, secondo cui “i dati attuali indicano una chiara tendenza al ribasso” e l’argomento dei cambiamenti climatici “sminuisce il fatto che continua a verificarsi un grave degrado dell’ecosistema dei boschi di oyamel”, maestosi abeti alti fino a 30 metri che accolgono fitti sciami.

Santuario e riparo invernale, la Riserva della biosfera delle farfalle Monarca – ai confini tra gli stati di Michoacán e México – continua a pagare i devastanti effetti della deforestazione illegale: secondo dati citati da Vidal, lo scorso anno è stato abbattuto mezzo ettaro di foreste.

ITALIA

Sgombero a tor san lorenzo

Sgomberate ieri oltre 400 persone che vivevano in una serie di palazzine a Tor san lorenzo, sul litorale del comune di Ardea. La corrispondenza con un occupante che già era stato sgomberato quattro anni fa da un campo a Roma.

Siparietto


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror120319 (last edited 2012-03-19 19:31:12 by anonymous)